CAPITOLO 7

L’educazione dalla nascita

La coscienza si costruisce nell’individuo. Per sviluppare il linguaggio, è necessario un senso dell’udito intatto. Il bambino piccolo è profondamente toccato dal suono della voce umana. Anche se il bambino molto piccolo non “ha” il linguaggio, la sua sensibilità è in atto; è assorbita dall’ambiente e senza un maestro. Il bambino possiede, nel suo inconscio, un potere diverso da quello che noi possediamo come persone coscienti. La mente assorbente del bambino ha bisogno di vita e di un ambiente.

17 settembre 1946


Gli psicologi, dopo aver osservato i bambini molto piccoli, dicono che fra tutti i sensi, quello dell’udito è il meno sviluppato. La maggior parte della gente sarebbe d’accordo sul fatto che i bambini dalla nascita ai tre mesi non sembrano essere attratti dal suono, non quanto lo sono dalla luce. Non si accorgono della musica all’inizio del loro sviluppo psichico14 – ma sarebbe veramente strano se il nostro senso dell’udito impiegasse davvero così tanto tempo per svilupparsi, perché è di grande importanza. L’orecchio è un essenziale organo di difesa, tanto importante che è sempre aperto – anche nel sonno è sempre in allerta. Le persone sorde sono predisposte a incidenti perché non possono sentire le automobili, e di notte non vengono svegliate dai rumori. Le orecchie sono organi molto importanti.

Dobbiamo tenere presente che il bambino non ha coscienza. La coscienza viene più tardi. Quando si sente, ci si riferisce sempre alla coscienza, per cui in altre parole si è coscienti del suono. Vi detterò una frase del grande psicologo svizzero, Jung15: “La coscienza non esiste dall’inizio; in ogni bambino, deve essere costruita nuovamente nei primi anni di vita”16. Questo fatto è fondamentale. La coscienza deve essere costruita in ogni individuo. Abbiamo qualcosa che ancora manca nel bambino: per lui la coscienza arriva più tardi nella vita. Dobbiamo capire quanto questo sia importante, forse lo capiremo solo più tardi, perché se la coscienza fosse ereditaria, non si potrebbe fare nulla, mentre se è sviluppata completamente in ogni individuo sarà possibile in futuro avere generazioni migliori. Dobbiamo riflettere sul fatto che non possiamo giudicare la psicologia dei bambini piccoli dal punto di vista della coscienza, perché non sono coscienti.

Oggi ci sono molti psicologi che studiano indipendentemente, ognuno concentrato su aspetti diversi. Alcuni dicono che dobbiamo osservare il bambino e quello che può fare, perché questo mostra il suo carattere. Possiamo capire questo mistero interiore solo riflettendoci sopra.


Quando osserviamo il comportamento dei bambini, vediamo che una delle cose più importanti che si possa osservare è che i bambini sviluppano il linguaggio. A tal fine, devono avere un ottimo senso dell’udito e la capacità di percepire ogni minimo dettaglio del suono proveniente dalla lingua che li circonda, altrimenti, non potrebbero imparare a parlare. È tanto interessante e importante che lo sviluppo del linguaggio è uno dei fenomeni dell’infanzia più osservati e studiati. Una conclusione che è stata raggiunta è che i bambini cominciano ad assorbire il linguaggio del loro ambiente dall’inizio della loro vita. È una conclusione logica. Poiché quando un bambino ha tre mesi d’età, guarda già con grande interesse la bocca di chiunque stia parlando, che attira la sua attenzione e lo affascina. Inconsciamente, è curioso di osservare questo strano organo da cui provengono suoni. Quindi, il piccolo osserva attentamente la bocca dell’adulto quando parla. Dovete vederlo voi stessi, i bambini devono essere osservati.


Quando parlate a un neonato, invece di guardarvi in faccia, o di osservare i vostri vestiti noterete che guarderà direttamente la vostra bocca. Quando ci si rivolge a lui, nel modo incantevole e affettuoso in cui tutti noi parliamo ai bambini, il piccolo non capirà cos’è stato detto, ma proverà una forte emozione e sarà così eccitato che inizierà a muovere la propria bocca. Il motivo del loro entusiasmo nel vedere una bocca che si muove è che i bambini hanno già notato questa strana musica, cioè la voce umana. Quando parliamo ai piccoli, le nostre voci sono particolarmente musicali. Possiamo immaginare che il bambino molto, molto piccolo sia così profondamente toccato da questa musica, che quando, a circa tre mesi d’età, si accorge che deriva da un movimento delle labbra è al tempo stesso molto felice e molto serio: fisserà intensamente questa bocca, che, fin dall’inizio della sua vita, è piena di questa musica.


Possiamo quindi concludere che il neonato, che sviluppa la sua struttura psichica grazie alla natura, è così profondamente toccato dal suono della voce umana che per lui non esistono altri suoni o rumori. Gli psicologi dicono che se con il dito si danno piccoli colpetti a una scrivania il piccolo non presterà attenzione, mentre trasalirà se un cane abbaia forte, per cui sconsigliano di tenere in casa questo animale. Al bebè piace così tanto la divina musica dalla voce umana che ignorerà altri suoni, per cui gli psicologi concludono che il suo senso dell’udito non è ben sviluppato. Noi sosteniamo che il senso dell’udito è di grande importanza per la struttura psichica della vita. Lo considero un aspetto così essenziale che mi lascio trasportare dall’immaginazione. Se chiedessi a un bambino appena nato qual è stata la sua prima impressione quando è arrivato in questo mondo mi direbbe: “Pensavo di essere in un mondo di musica”.


Il bambino è come un genio costretto a compiere un grande lavoro: deve formare un linguaggio. Questo è una grande cosa che deve costruire. Il linguaggio è una cosa artificiale; non si trova in natura, come un fiore. È una creazione dell’uomo, un’acquisizione intellettuale. Non è un impianto della natura umana poiché ogni gruppo di uomini ha la sua propria lingua speciale. Le lingue sono antiche, sono state create dalla civiltà nel corso di migliaia di anni, diventando sempre più complicate. La lingua esiste nell’ambiente, ma non è semplicemente una cosa naturale: è il risultato dell’intelligenza dell’uomo. Come può il linguaggio interessare a un neonato?


La lingua non esiste nel bambino, ma la sensibilità è presente. Siamo su un altro piano psichico. Se vogliamo diventare interpreti del neonato, dobbiamo renderci conto che stiamo studiando un fenomeno inconscio. Prima che arrivi la coscienza, c’è una grande attività e lavoro nell’inconscio. Il bambino è incosciente ma ha grandi capacità e potenzialità. È un miracolo che possa persino imparare una lingua. (Forse questa non è la parola giusta per descrivere qualcosa di inspiegabile, ma quale altra parola possiamo usare?) È un miracolo della natura umana; al mondo non c’è nulla di più meraviglioso della natura psichica dell’uomo.


Ora dobbiamo considerare il linguaggio conquistato dal bambino e la sua acquisizione. Il linguaggio si crea dalla nascita ai due anni. Poco prima di raggiungere i due anni, un bambino piccolo può conoscere molte parole, ma è dopo il compimento dei due anni che può parlare una lingua. Ha assorbito la lingua dall’ambiente, non perché è una caratteristica ereditaria ma perché il piccolo ha una predisposizione verso questa capacità e ha il potenziale per acquisirla. Per aiutarvi a capire, immaginate una nebulosa (una nebulosa non è ancora niente, sebbene sia in grado di costruire qualcosa). Per creare un linguaggio da questa nebulosa bisogna essere capaci di acquisire tutti i suoni di cui è composta la lingua, capaci di acquisirne la struttura e la grammatica, perché senza tutto ciò non si può costruire un linguaggio. Con una piccola differenza di suono le parole possono significare cose completamente diverse: i termini devono essere pronunciati chiaramente. Immaginate quanto sia difficile tutto questo, eppure nella sua fase inconscia – quando la coscienza si sta sviluppando un po’ alla volta – un neonato comprende tutto ciò.


La cosa più impressionante è che la lingua assorbita dall’ambiente è l’unica che da adulti possediamo perfettamente, mentre una lingua straniera è così difficile da imparare e ha suoni così difficili. Per quanto tempo dedichiamo allo studio della pronuncia di un’altra lingua, il nostro accento ci tradirà sempre. Quando si tratta di imparare la costruzione grammaticale di una lingua straniera, dobbiamo lavorare molto duramente, per molto tempo. Non sono che dettagli, eppure senza di essi non potremmo parlare chiaramente. La chiarezza nel linguaggio dipende da questi dettagli: le costruzioni grammaticali e la pronuncia vengono acquisite perfettamente solo nel caso della nostra madrelingua. Forse un professore di lingue può conoscere un’altra lingua quasi perfettamente come la propria, ma avrà dovuto dedicare la maggior parte della sua vita a studiarla. Mentre, anche prima di andare a scuola, parliamo bene la nostra madrelingua. Immaginate quanto sia difficile imparare una delle lingue classiche, come il latino o il sanscrito. Quanto lavoro richiede – gli studenti studiano latino per sei o sette anni e alla fine non lo sanno parlare. Eppure nell’epoca romana ogni bambino che giocava per strada parlava il latino, usando correttamente tutte le declinazioni dei sostantivi e le coniugazioni dei verbi. Il latino è facile. In confronto al sanscrito, è un gioco da ragazzi. In India, pochi uomini dotti conoscono il sanscrito, ma se qualcuno lo conosce bene, è ritenuto straordinariamente intelligente. Tra le lingue moderne, troviamo il tedesco molto difficile: la pronuncia è difficile, così come troviamo difficili le declinazioni e le strutture. Eppure ogni bambino in Germania parla bene il tedesco. I bambini tedeschi non crescono parlando italiano solo perché è una lingua più facile. Per i bambini non ci sono passaggi graduali che conducano da una lingua facile a una più difficile. Qualunque difficoltà ci sia, il piccolo acquisisce alla perfezione la lingua dell’ambiente in cui è nato. Lo fa senza un insegnante: nessun maestro dirà mai a un bambino inglese che l’aggettivo deve precedere il sostantivo o a un bambino italiano che l’aggettivo deve venire dopo il sostantivo. Tuttavia, entrambi conoscono la struttura corretta. Nessun insegnante dirà mai a un bambino tedesco che i verbi tedeschi sono divisi in due e che una parte va messa a metà della frase e l’altra va messa alla fine della frase, eppure i bambini tedeschi sono in grado di costruire correttamente la propria lingua.


Da tutto ciò dobbiamo concludere che, nel suo inconscio, il bambino possiede un potere differente da quello che possediamo noi, in quanto persone coscienti, e ha una forma mentale diversa da quella che abbiamo noi adulti. Non è come concludere che i piccoli non hanno una mente: al contrario, i poteri dei bambini sono superiori ai nostri. Sono dotati di possibilità che noi non abbiamo più.


Un altro fatto di tenere a mente è che, indipendentemente dalla parte del mondo in cui nascono, tutti i bambini imparano la lingua più o meno alla stessa età e sono in grado di farsi comprendere verso i due anni – ovunque, all’età di sei mesi, i bambini scoppiano in un’esplosione di sillabe – ma ma ma, ba ba ba, ecc. In tutto il mondo, le loro prime parole intenzionali vengono pronunciate quando compiono un anno. All’inizio pronunciano delle parole senza rendersi conto che i suoni indicano un oggetto o un’idea, e poi all’improvviso, quando compiono un anno, iniziano a usare le parole intenzionalmente. Da un anno a due anni, il piccolo, desideroso di esprimersi, sviluppa intenzionalmente un linguaggio. Capita a tutti i bambini, come se seguissero tutti lo stesso invisibile programma.


Un’altra cosa interessante è che se un bambino è nato in mezzo a persone con una lingua poco sviluppata, come ad esempio una tribù africana primitiva, all’età di due anni ne parlerà la lingua. Mentre se un bambino nasce in un paese con una lingua complicata come il cinese, la assimilerà con la stessa facilità e a due anni la parlerà.


Questa è un’altra prova che questa forma mentis è diversa dalla nostra. Non è una questione legata a quanto una lingua sia complicata o quanto desideriamo impararla. So che ci sono missionari che si recano presso certe tribù africane e si mettono a imparare la lingua della tribù durante il viaggio di andata – ci sono così poche parole che all’arrivo sono in grado di parlarla abbastanza bene da essere capiti.


Quando impariamo una lingua da bambini, la impariamo con facilità e precisione. L’unica lingua che possediamo perfettamente è quella che chiamiamo la nostra madrelingua e che abbiamo acquisito da bambini. Però, sebbene la chiamiamo la nostra madrelingua, non è la madre che insegna la lingua al figlio: se fosse morta, il bambino imparerebbe comunque a parlare. Se la madre portasse il bambino piccolo in un paese straniero, il bambino acquisirebbe perfettamente la lingua del paese, a differenza della madre. Non è la madre che impara e poi insegna al bambino. Non lo dico per sminuire la madre, ma solo per dare al bambino il riconoscimento che merita.

Questo è un fenomeno che non si può spiegare, ma lo si può osservare e ci si può rendere conto che esiste. Non lo spiegherò, ma lo metterò a confronto con altre questioni ordinarie per renderlo chiaro.


Mettiamo a confronto una macchina fotografica con un artista, un pittore. Se ci si mette di fronte alla macchina fotografica, qualcuno deve solo cliccare la fotocamera per ottenere un’immagine della persona. Se venti persone stanno di fronte alla macchina fotografica, ci vuole la stessa quantità di lavoro: basta semplicemente cliccare sulla fotocamera per mettere tutto a fuoco, a prescindere da quanto sia complicata la veduta.


È piuttosto diverso per il pittore. Non è affatto la stessa cosa per lui dipingere un individuo o venti individui, se ci sono pochi soggetti o moltissimi. La fotocamera scatta ogni immagine con la stessa facilità ma per il pittore può significare molto lavoro. Anche il grado di esattezza varia. Se desideriamo fare uno studio psicologico di una persona, vorremo averne una fotografia e non un dipinto, perché una fotografia riprodurrà esattamente l’espressione di una persona, mentre il ritratto no. Una fotocamera messa a fuoco scatta correttamente un’immagine istantanea e precisa.


Se fotografiamo una pagina con una sola parola, come ad esempio un titolo, e un’altra pagina in caratteri gotici con le maiuscole miniate, il grado di esattezza e fatica necessaria sono le stesse in entrambi i casi. Se si dovessero copiare le pagine gotiche, qualcun altro potrebbe guardarci e annotare i nostri progressi. Quando un artista dipinge è solito dire: “Non guardare ancora. Non gli assomiglia ancora. Aspetta ancora un po’, poi vedrai una somiglianza.”


Ma cosa si può vedere con la fotocamera? Cosa si può notare? Niente. Sentiamo un clic e sappiamo che all’interno della fotocamera è successo qualcosa, anche se non sappiamo cosa. Sappiamo solo che per sviluppare una fotografia la si deve tenere immersa in alcune sostanze chimiche, al buio, per un po’ di tempo, dopo di che, qualunque cosa ci sia, sarà fissata per sempre. Appena la vedremo, ogni dettaglio sarà già stato fissato permanentamene.


Possiamo paragonare la camera oscura all’inconscio. Vi accade qualcosa che permette di fissare le cose e renderle permanenti. Questa è la differenza tra la mente del bambino e la mente dell’adulto: il bambino possiede il tipo di mente fotografica, mentre quella dell’adulto è simile alla pittura. L’adulto deve impegnarsi molto per raggiungere la perfezione, e il suo progresso è visibile.


Teniamo presente questa immagine del bambino che assorbe tutto dall’ambiente, e che, nel suo misterioso inconscio, lo fissa nella sua personalità. Un giorno darà espressione a ciò che vi ha fissato, proprio come un fotografo, uscendo dalla sua camera oscura, vi mostrerà la prova della fotografia scattata.


Questi due tipi di mente devono essere chiaramente distinti. La mente di un adulto elabora, il tipo di mente del bambino assorbe tutto ciò che gli sta intorno. Per questo la chiamiamo la mente assorbente. È una mente dotata di speciali poteri psichici, che in seguito perdiamo, perché qualunque cosa noi adulti vogliamo acquisire, dobbiamo acquisirla con sforzi e fatica. Un altro fatto meraviglioso è che questa mente assorbente non si sente mai affaticata. È proprio come la fotocamera: fa clic, e tutto è lì all’improvviso, mentre un pittore a un certo punto potrebbe essere stanco di dipingere.


L’unica cosa di cui ha bisogno la mente assorbente è la vita dell’individuo: datele la vita e un ambiente e assorbirà tutto ciò che esso contiene. Ma, naturalmente, se si tiene una macchina fotografica in un cassetto non si otterrà mai una foto, per cui è necessario che questa mente assorbente esca nell’ambiente. Se considerate questa mente assorbente in relazione al linguaggio, capirete quanto sia necessario mettere un bambino piccolo in mezzo a persone che parlano in modo corretto e con grande frequenza.


Sebbene le donne possano essere rimproverate per la troppa loquacità, questa è forse uno dei doni speciali che la natura ha conferito loro a beneficio dei figli. È evidente che, affinché i bambini sviluppino il linguaggio, il piccolo deve essere introdotto in una società di adulti che parlano tra loro. Non c’è niente di più logico di questo, perché la lingua non è come un fiore o un albero e, a meno che il bambino non venga messo tra persone che lo usano, gli sarà impossibile acquisirlo.


Forse questo è il motivo per cui i bambini piccoli cominciano la vita senza la capacità di muoversi; avranno sempre bisogno di essere portati in giro dalle loro madri e quindi saranno condotti nell’ambiente. Siccome le madri sono donne e le donne sono loquaci, i bambini ascoltano molto il linguaggio e sono in grado di acquisirlo. Come vedete, c’è un vantaggio naturale in questa immobilità. Nei tempi andati nel nostro paese, e ancora oggi in paesi come l’India, le madri portano i propri figli al bazar. Il piccolo guarda tutto mentre la madre negozia – ci sono lunghe discussioni. Gli amici partecipano e conversano con la madre, dunque il bambino sente parlare molto e sente più volte le modulazioni del linguaggio. Magari è una lingua nasale, stridente, o gutturale, ma questi sono i suoni che penetrano nel suo subconscio.


Quando il bambino avrà assorbito nel subconscio tutto ciò, cercherà di riprodurre i suoni che sono l’inizio del linguaggio e ci riuscirà.


Troviamo lingue nasali, stridule e gutturali perché il bambino le ha assorbite dal suo ambiente e le ha fissate nella sua personalità. Se non fosse stato per questa sensibilità, non esisterebbero lingue nasali, stridule o gutturali.


Molte persone mi dicono: “Come puoi immaginare che il bambino sia così intelligente da essere in grado di fare tutte queste cose?” Ebbene, non è intelligente, ma nel subconscio avviene qualcosa che non è visibile dall’esterno. In quale altro modo potrebbe parlare con tale esattezza? Il fatto che dall’esterno non si veda nulla non significa che non stia accadendo qualcosa di molto importante. Ecco perché dobbiamo comprendere questa fase dello sviluppo umano; si commette un grave errore se si studia la psicologia delle reazioni esterne e dall’aspetto del bambino e ci si basa sul comportamento esterno, pensando che non stia succedendo niente all’interno.


Il più grande errore mai commesso è stato quello di isolare il bambino dalla società dell’adulto, come è accaduto in tempi moderni. Lasciamo che abbiano un proprio spazio, fino a quando non hanno una mente simile a quella degli adulti. Un bambino ha bisogno di stare con gli adulti quando è piccolissimo. È la realtà dei risultati ad averci dato una nuova fede che qualcosa stia accadendo dentro di lui in questa giovane età. Perciò dobbiamo sempre portarlo con noi, rivolgergli la parola ed evitare di relegarlo in una stanza a dormire da solo tutto il giorno. Ha tutta la notte per dormire. Deve avere l’opportunità di acquisire ciò che lo dota di facoltà umane.


Certamente, abbiamo di fronte un nuovo compito: studiare e tenere conto delle esigenze di questa mente assorbente. È per rispondere a queste esigenze che diciamo: “L’educazione deve cominciare dalla nascita”. Dobbiamo dare ai poteri psichici del bambino il nutrimento di cui hanno bisogno.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.