Perché la natura dà a un bambino una testa così grande e un cervello così grande e attivo? Perché deve studiare l’ambiente. Il bambino inizialmente ha un corpo gracile, acerbo, persino incapace di movimento. Perché gli è stata data questa intelligenza senza la capacità di muoversi? Perché, ancor prima di muoversi, è così interessato a guardare le cose? Probabilmente sta esercitando la sua intelligenza, preparandola, così in seguito, quando potrà muoversi, lo farà in modo intelligente e con uno scopo. Ma prima di tutto deve conoscere il proprio ambiente e la natura gli ha conferito la capacità di farlo.
Osservate i bambini piccoli, osservateli ovunque potete. Qui a Londra non sembrano esserci molti bambini nelle strade, ma nei paesi meno sviluppati li si può vedere ovunque. In India, ad esempio, escono in strada, per cui è facile osservare bambini di tutte le età. Nei neonati si vede la stessa cosa: gli occhi osservano intensamente e fissamente. Guardate sulle varie riviste le fotografie di persone di diversi paesi: mentre queste immagini sono pensate per mostrare gli abiti (o la mancanza di abiti) tipica dei diversi paesi, in tutti questi gruppi vedrete che le madri hanno sempre i loro bambini con sé: si tratta di un comportamento naturale per le madri, con l’eccezione dei paesi molto sviluppati. Se guardate queste fotografie noterete anche che gli occhi degli adulti sono diversi da quelli dei bambini, che sono come due stelle, fissi, intenti a guardare attentamente qualcosa. La conclusione logica è che per crescere, in questo primo periodo di vita, un neonato deve vedere molte cose. Deve guardare al mondo esterno per essere preparato per il futuro, per il momento in cui sarà in grado di muoversi. Se non gli vengono date abbastanza opportunità di fare esperienze visive, una volta che avrà iniziato a camminare sarà una di quelle persone che non sanno muoversi con movimenti precisi e corretti.
Sarà disattento, cadrà spesso e inciamperà.
Per educare il bambino fin dalla nascita dobbiamo avere una comprensione basata sull’osservazione psicologica. Non è la stessa cosa delle norme di igiene, che stabiliscono con un’esattezza innaturale per quanto tempo dovrebbe dormire un bambino e cosa dovrebbe mangiare. L’igiene non tiene conto della psicologia, ha dimenticato la mente. E guardate quali sono le conseguenze.
Il bambino deve far parte della vita degli adulti e vedere tutto: è questo il modo normale di crescere. Sappiamo con che attenzione osserva le cose, sappiamo quanto è interessato a guardare tutto ciò che succede. Dobbiamo portarlo nel mondo, per fargli immagazzinare tutte le impressioni di cui ha bisogno. Forse le assorbirà nel proprio subconscio. Non sappiamo quante ne assorbirà il piccolo, ma se lo portiamo in giro con noi sarà in grado di incamerarne di più di quante ne incamererebbe stando in un solo posto. Gli psicologi danno al bambino oggetti di colore diverso per vedere quali colori sceglierà, eppure non dobbiamo porgli dei limiti, deve vedere tutti i colori molte volte nell’ambiente. È emozionato quando vede versare acqua da una brocca dentro a un bicchiere o quando vede un altro bambino. È interessato a guardare tutto ciò che accade intorno a lui, quindi dobbiamo dargli l’opportunità di vedere tutto.
Al giorno d’oggi il pregiudizio igienico stabilisce che i bambini dovrebbero giocare in giardino. Lì il piccolo può vedere alberi e fiori, ma non è abbastanza. Deve andare per tutta la casa, deve osservare chi prepara i pasti in cucina e vedere i volti nuovi degli ospiti in salotto. Il bambino troverà tutto questo interessante, guarderà tutto e con i suoi impulsi naturali ricaverà molte impressioni e nel suo inconscio preparerà molte capacità che si dimostreranno utili in seguito. Si orienterà nel suo ambiente.
La moda di oggi impone di prestare molta attenzione all’igiene quando ci prendiamo cura dei bambini piccoli. È la scienza più recente. Le tate inglesi sono le peggiori del mondo: in qualunque altro posto sanno che il bambino deve avere l’opportunità di guardare il mondo dal miglior punto di vista possibile, per cui fin da subito sistemano il piccolo in modo tale che possa vedere tutta la propria stanza e avere una buona visuale di mobili e oggetti. Sanno che il bambino prima di compiere un anno ha bisogno di divertirsi, per cui la tata gioca con lui e lo fa ridere, incoraggiando il suo sviluppo.
Un bambino deve andare ovunque e vedere tutto. Deve guardare sua madre vestirsi, guardare persone in abito da sera… Deve vedere tutte le cose belle della vita. Ma cosa può fare un bambino confinato nella sua stanza, con una tata (anche esperta) vestita sempre allo stesso modo che si occupa di lui per tutto il tempo? Questa stanzetta con mobili bianchi e pareti pulite e chiare è conforme alle norme igieniche. La tata è accorta e ripone ogni cosa nei cassetti perché non si impolveri. Non c’è molto da vedere o da fare per il bambino: giace lì in una stanza bianca e vuota in attesa di esperienze che non stanno per succedere, il suo unico sollievo è dormire.
Ho letto che un bambino di tre mesi non deve stare sveglio per più di quattro ore al giorno, ma io non credo che i neonati debbano dormire tutto il tempo. Quando un bambino dorme, non può vedere il mondo e preparare la sua intelligenza. La psicologia moderna vede solo il corpo, ma il corpo non si irrobustisce solo dormendo, ma ha bisogno anche di esercizio fisico e quindi questa enfasi sul sonno è solo uno dei tanti pregiudizi che in realtà sono ostacoli sulla strada del progresso del bambino. Questa scienza moderna ha portato nuovi pregiudizi.
Quando il bambino va a fare una passeggiata in carrozzina, ha di fronte a sé la tata: è tutto ciò che può vedere e l’ha già vista tutto il tempo a casa, quindi come potrebbe sviluppare la propria intelligenza? Cosa stiamo facendo a questa futura generazione! Si tratta di un errore fatale per lo sviluppo psicologico dell’uomo. In quale direzione si sta evolvendo l’umanità?
Mi si potrà dire che l’umanità è esistita migliaia di anni senza psicologia, senza questa conoscenza del conscio e dell’inconscio, senza sapere quali esperienze i bambini devono avere nell’ambiente. Quand’è che la gente ha capito che il bambino doveva andare ovunque e vedere tutto? Bene, prima dell’avvento della modernità le madri portavano con sé i loro figli ovunque andassero, perché li allattavano al seno. Chi lavorava portava con sé i figli, anche se doveva percorrere lunghe distanze, perché senza latte i piccoli avrebbero avuto fame. Ogni madre portava con sé il suo bambino ed è per questo che vediamo coppie di madri e figli di tutte le etnie nei libri di geografia. Esistono diversi modi con cui il piccolo può stare attaccato alla madre: in Giappone i genitori erano soliti portare i propri figli sulla schiena, per questo che vennero chiamati la “razza con due teste”. I bambini in questa posizione erano in grado di vedere il mondo come gli adulti.
Se vivessimo dove vivono gli eschimesi terremmo i nostri figli vicino al fuoco caldo, ma lì portano i bambini con sé in un cappuccio di pelliccia, così hanno modo di abituarsi all’ambiente e quando iniziano a camminare lo trovano già familiare da un punto di vista psichico. Per loro non sarà un nuovo ambiente perché avranno già familiarità con ogni dettaglio.
È lo stesso con la lingua. I bambini eschimesi erano soliti stare sempre con gli adulti e sentirli parlare. Erano protetti da una legge di natura che faceva sì che i piccoli stessero sempre con gli adulti e dobbiamo tornare a questa idea invece di pensare che un neonato abbia bisogno di dormire per tutto il tempo.
Quindi, uscite da questa ottica. Ci deve essere una nuova forma di educazione dalla nascita. Naturalmente la vita moderna deve essere diversa: non possiamo permettere ai bambini e alle loro madri di star fuori nelle luride strade, né possiamo riportarli a uno stato di natura. Tuttavia, possiamo guardare alla realtà e cambiare il modo in cui trattiamo i neonati, imparando come favorire davvero lo sviluppo della loro vita psichica. Deve essere il primo problema da affrontare attraverso l’educazione. La soluzione è che bisogna portare il bambino nel mondo.