CAPITOLO 6

La psicologia dell’inconscio

Descrizione delle proporzioni fisiche di un bambino e l’importanza del cervello umano. La Montessori richiama l’attenzione sul potere degli occhi del bambino, in relazione alla formazione della coscienza. Il bambino passa attraverso passi successivi dall’inconscio al subconscio e così arriva alla coscienza chiara attraverso uno sviluppo graduale. Il bambino deve far parte di tutti gli ambienti e sentire il linguaggio il più spesso possibile.

13 settembre 1946


È più importante osservare i bambini piccoli che studiarli, ma prima di tutto si devono conoscere poche semplici verità che vanno in direzione opposta rispetto alle idee comunemente accettate. Per esempio: se si osserva la testa di un bimbo di tre o quattro mesi e la si paragona a quella di un adulto, si nota che è molto grossa rispetto al corpo. Se si paragona il capo di un neonato a quello di un bambino di tre mesi, si noterà una differenza impressionante.


Quando un bambino ha compiuto un anno, la sua testa misura più della metà di quella di un uomo maturo. Assomiglia alla testa di un mostro, ma nessuno se ne accorge. Tutti ammirano il bambino usando aggettivi come bello, carino, e via dicendo, ma non si curano di guardarlo con obiettività.


Se si considera questa differenza di proporzioni tra la testa di un bambino e il suo corpo, si comprenderà che la natura per prima cosa ha dato all’uomo un cervello, perché si tratta di una creatura intelligente. Il puledro fin dal principio ha arti lunghi, che sono sproporzionati rispetto al resto del corpo e fuori misura rispetto a quelli di un cavallo adulto, perché deve correre. Ogni essere vivente ha le proprie caratteristiche peculiari e l’uomo è una creatura dotata di una testa speciale, che pure alla nascita è abbastanza incompleta, tanto che l’ossificazione del cranio si completa solo dopo i sei anni. Questa è la prova che l’intelligenza deve essere soggetta a qualche sorprendente crescita nel corso di questi primi anni.


Un’altra osservazione che si può fare riguarda gli occhi di un neonato, che sono molto vivaci fin dal primo mese. Mostrano un vivo interesse e capacità di osservazione e guardano attentamente tutto il tempo. È molto interessante osservarli e studiarli. Il senso della vista è qualcosa di assolutamente reale, che si dovrebbe indagare specialmente in rapporto alla formazione della coscienza.

Al principio il bambino è inconsapevole e da questo stato inconscio emerge poi uno stato di coscienza: attraverso fasi successive, il piccolo dall’inconscio al subconscio11, e così arriva alla chiara coscienza, che si manifesta con un’attrazione per determinati oggetti, che si scelgono e si preferiscono ad altri. Quando un bambino agisce così, siamo sicuri che si tratta della conseguenza di una genuina consapevolezza; gli psicologi moderni sostengono che ciò avviene quando il bambino compie dieci mesi. Ma anche prima di allora, il piccolo era in grado di distinguere la luce e alcuni oggetti, per cui non è diventato improvvisamente consapevole, da un giorno all’altro, ma attraverso un progressivo sviluppo. Da un essere inconscio l’intelligenza emerge lentamente, come il graduale sorgere del sole la cui luce aumenta fino a mezzogiorno. Quindi la luce della coscienza emerge a poco a poco in un breve periodo di tempo. Prima della sua piena maturazione deve esserci un lavoro interno.


La psicologia del neonato è la psicologia dell’inconscio. È possibile studiarla attraverso l’osservazione diretta, mentre è difficile vedere il subconscio degli adulti. Una volta che ci si è formati un’idea chiara del passaggio dall’inconscio alla coscienza, si può aiutare lo sviluppo del bambino: per farlo, si deve acquisire chiara consapevolezza del fatto che il piccolo ha una vita psichica prima di raggiungere lo stato di coscienza. Ecco perché lo studio della psicologia infantile in questa tenera età è così importante.


Nella fase del subconscio, le attività devono essere accuratamente ponderate. Per crescere, il bambino deve avere esperienze nell’ambiente. Prima che sia capace di distinguere i colori e scegliere quelli che gli piacciono, deve averli visti molte volte. Può vedere abiti di colori diversi nel proprio ambiente, ma a meno che non abbia avuto l’opportunità di vedere i colori e fare questa operazione interiore alla veneranda età di dieci mesi non può essere in grado di fare una scelta.


È interessante studiare questo sviluppo giorno per giorno e lo è anche capire che questo subconscio esiste e che il bambino ha bisogno di restare esposto al proprio ambiente per crescere. Non dobbiamo imporre esperienze al bambino, perché la voglia di sperimentare è insita in lui a questa età. La natura stessa lo sta già sollecitando a guardare tutto ciò che lo circonda.

La parte più importante di questo studio è l’osservazione. Osservate i bambini piccoli e il loro sguardo e vedrete che tendono a fissare lo stesso oggetto per molto tempo. Il bambino cattura le immagini dall’ambiente con grande energia e potenza. L’inconscio studia l’ambiente e il piccolo introietta tutto ciò che lo circonda attraverso i sensi.

Dopo i tre mesi è ovvio che il bambino stia compiendo questo processo, tutti i bambini lo fanno, anche i vostri figli, solo che non ho molte opportunità di osservarli, perché sembra davvero che qui non ci siano bambini in strada12. Io non so dove si trovano – una prima impressione dell’Inghilterra è che abbia una popolazione di soli adulti e che non ci siano bambini – ma voi invece lo sapete, per cui potete osservarli e studiarli. Questo è il vostro compito, e lo dovete svolgere per rendervi conto della sconvolgente interazione tra le facoltà psichiche e l’ambiente in questa fase della vita del piccolo.


Il bambino è un lavoratore e un osservatore diligente. Lui guarda dritto alle cose: le fissa a lungo, è interessato a imparare tutto quello che può riguardo al suo ambiente. Forse sta fissando un fiore, assorbendo la sua immagine. È un compito che gli dà felicità e pace perché, così facendo, sta assecondando i suoi impulsi naturali.


Un bambino non può muoversi da solo. All’inizio muove solo gli occhi, poi inizia a muovere leggermente la testa. A poco a poco acquisisce la capacità di muoversi. Comincia a muovere la testa e poi, dopo circa tre mesi, cerca di sollevarla. Ci prova con molto impegno e continua a provarci. Lo sforzo può essere estenuante, ma continua a esercitarsi, perché se riesce a sollevare la testa sarà in grado di vedere meglio e quindi di preparare meglio la propria coscienza.


Una volta stavo guardando un bambino che non aveva ancora dieci mesi e osservava un cuscino con sopra un’immagine di fiori e di bambini piuttosto dozzinale. Lo vidi dare un bacio ai bambini e annusare i fiori riprodotti nel disegno, il che dimostrava che poteva percepire le immagini e ne aveva una reale comprensione. Tutti baciano i bambini e annusano i fiori, quindi il fatto che il piccolo avesse riconosciuto questo fatto e si comportasse di conseguenza era indice di un notevole sviluppo.


Forse gli psicologi non vedono queste cose perché sono troppo occupati con i test, eppure tutto ciò che occorre è osservare e studiare i bambini a partire dalla natura. Se si studiano solo libri, si studia del materiale di seconda mano, senza contare che i libri di psicologia sono molto complicati. Osservate invece cosa fa un bambino quando segue i suoi impulsi naturali.


Conoscevo un bambino di nove mesi che ogni giorno desiderava osservare un pezzo di marmo marrone, incastonato in una parete marrone. C’era poca differenza tra il marmo e il muro, ma al bambino interessava molto. Ogni giorno la tata lo portava lì vicino per farglielo guardare. Non c’era niente di attraente: era solo una pietra e molto simile al muro di mattoni in cui era incastonata, eppure il bambino ne era felice. Anche prima che raggiungesse l’età di dieci mesi gli piaceva mettersi alla prova nel difficile compito di distinguere tra due tonalità quasi uguali dello stesso colore. Non è facile rendersi conto che a un bambino possono piacere delle attività impegnative, ma lo si può scoprire solo se li si osserva senza idee preconcette, prima di mettersi sui libri o fare qualsiasi ricerca scientifica.

Oggi è venuto a casa mia un bambino di quattro mesi. La madre me lo ha portato per farmelo ammirare: voleva che vedessi quanto stesse bene fisicamente, ma tutto ciò che ho visto sono stati gli occhi di un bambino che mi guardava intensamente per così tanto tempo, che sembrava volesse conoscermi. Dopo è entrato il signor Montessori e il piccolo era entusiasta di vedere un’altra persona e continuava a fissarla. Più tardi è arrivata Miss Child e guardava anche lei allo stesso modo13. Indipendentemente da cos’altro si facesse intorno a lui, continuava a fissare le persone. C’erano molte cose da guardare nella stanza, ma nient’altro aveva importanza.

Perché la natura dà a un bambino una testa così grande e un cervello così grande e attivo? Perché deve studiare l’ambiente. Il bambino inizialmente ha un corpo gracile, acerbo, persino incapace di movimento. Perché gli è stata data questa intelligenza senza la capacità di muoversi? Perché, ancor prima di muoversi, è così interessato a guardare le cose? Probabilmente sta esercitando la sua intelligenza, preparandola, così in seguito, quando potrà muoversi, lo farà in modo intelligente e con uno scopo. Ma prima di tutto deve conoscere il proprio ambiente e la natura gli ha conferito la capacità di farlo.


Osservate i bambini piccoli, osservateli ovunque potete. Qui a Londra non sembrano esserci molti bambini nelle strade, ma nei paesi meno sviluppati li si può vedere ovunque. In India, ad esempio, escono in strada, per cui è facile osservare bambini di tutte le età. Nei neonati si vede la stessa cosa: gli occhi osservano intensamente e fissamente. Guardate sulle varie riviste le fotografie di persone di diversi paesi: mentre queste immagini sono pensate per mostrare gli abiti (o la mancanza di abiti) tipica dei diversi paesi, in tutti questi gruppi vedrete che le madri hanno sempre i loro bambini con sé: si tratta di un comportamento naturale per le madri, con l’eccezione dei paesi molto sviluppati. Se guardate queste fotografie noterete anche che gli occhi degli adulti sono diversi da quelli dei bambini, che sono come due stelle, fissi, intenti a guardare attentamente qualcosa. La conclusione logica è che per crescere, in questo primo periodo di vita, un neonato deve vedere molte cose. Deve guardare al mondo esterno per essere preparato per il futuro, per il momento in cui sarà in grado di muoversi. Se non gli vengono date abbastanza opportunità di fare esperienze visive, una volta che avrà iniziato a camminare sarà una di quelle persone che non sanno muoversi con movimenti precisi e corretti.


Sarà disattento, cadrà spesso e inciamperà.


Per educare il bambino fin dalla nascita dobbiamo avere una comprensione basata sull’osservazione psicologica. Non è la stessa cosa delle norme di igiene, che stabiliscono con un’esattezza innaturale per quanto tempo dovrebbe dormire un bambino e cosa dovrebbe mangiare. L’igiene non tiene conto della psicologia, ha dimenticato la mente. E guardate quali sono le conseguenze.


Il bambino deve far parte della vita degli adulti e vedere tutto: è questo il modo normale di crescere. Sappiamo con che attenzione osserva le cose, sappiamo quanto è interessato a guardare tutto ciò che succede. Dobbiamo portarlo nel mondo, per fargli immagazzinare tutte le impressioni di cui ha bisogno. Forse le assorbirà nel proprio subconscio. Non sappiamo quante ne assorbirà il piccolo, ma se lo portiamo in giro con noi sarà in grado di incamerarne di più di quante ne incamererebbe stando in un solo posto. Gli psicologi danno al bambino oggetti di colore diverso per vedere quali colori sceglierà, eppure non dobbiamo porgli dei limiti, deve vedere tutti i colori molte volte nell’ambiente. È emozionato quando vede versare acqua da una brocca dentro a un bicchiere o quando vede un altro bambino. È interessato a guardare tutto ciò che accade intorno a lui, quindi dobbiamo dargli l’opportunità di vedere tutto.


Al giorno d’oggi il pregiudizio igienico stabilisce che i bambini dovrebbero giocare in giardino. Lì il piccolo può vedere alberi e fiori, ma non è abbastanza. Deve andare per tutta la casa, deve osservare chi prepara i pasti in cucina e vedere i volti nuovi degli ospiti in salotto. Il bambino troverà tutto questo interessante, guarderà tutto e con i suoi impulsi naturali ricaverà molte impressioni e nel suo inconscio preparerà molte capacità che si dimostreranno utili in seguito. Si orienterà nel suo ambiente.


La moda di oggi impone di prestare molta attenzione all’igiene quando ci prendiamo cura dei bambini piccoli. È la scienza più recente. Le tate inglesi sono le peggiori del mondo: in qualunque altro posto sanno che il bambino deve avere l’opportunità di guardare il mondo dal miglior punto di vista possibile, per cui fin da subito sistemano il piccolo in modo tale che possa vedere tutta la propria stanza e avere una buona visuale di mobili e oggetti. Sanno che il bambino prima di compiere un anno ha bisogno di divertirsi, per cui la tata gioca con lui e lo fa ridere, incoraggiando il suo sviluppo.


Un bambino deve andare ovunque e vedere tutto. Deve guardare sua madre vestirsi, guardare persone in abito da sera… Deve vedere tutte le cose belle della vita. Ma cosa può fare un bambino confinato nella sua stanza, con una tata (anche esperta) vestita sempre allo stesso modo che si occupa di lui per tutto il tempo? Questa stanzetta con mobili bianchi e pareti pulite e chiare è conforme alle norme igieniche. La tata è accorta e ripone ogni cosa nei cassetti perché non si impolveri. Non c’è molto da vedere o da fare per il bambino: giace lì in una stanza bianca e vuota in attesa di esperienze che non stanno per succedere, il suo unico sollievo è dormire.


Ho letto che un bambino di tre mesi non deve stare sveglio per più di quattro ore al giorno, ma io non credo che i neonati debbano dormire tutto il tempo. Quando un bambino dorme, non può vedere il mondo e preparare la sua intelligenza. La psicologia moderna vede solo il corpo, ma il corpo non si irrobustisce solo dormendo, ma ha bisogno anche di esercizio fisico e quindi questa enfasi sul sonno è solo uno dei tanti pregiudizi che in realtà sono ostacoli sulla strada del progresso del bambino. Questa scienza moderna ha portato nuovi pregiudizi.


Quando il bambino va a fare una passeggiata in carrozzina, ha di fronte a sé la tata: è tutto ciò che può vedere e l’ha già vista tutto il tempo a casa, quindi come potrebbe sviluppare la propria intelligenza? Cosa stiamo facendo a questa futura generazione! Si tratta di un errore fatale per lo sviluppo psicologico dell’uomo. In quale direzione si sta evolvendo l’umanità?


Mi si potrà dire che l’umanità è esistita migliaia di anni senza psicologia, senza questa conoscenza del conscio e dell’inconscio, senza sapere quali esperienze i bambini devono avere nell’ambiente. Quand’è che la gente ha capito che il bambino doveva andare ovunque e vedere tutto? Bene, prima dell’avvento della modernità le madri portavano con sé i loro figli ovunque andassero, perché li allattavano al seno. Chi lavorava portava con sé i figli, anche se doveva percorrere lunghe distanze, perché senza latte i piccoli avrebbero avuto fame. Ogni madre portava con sé il suo bambino ed è per questo che vediamo coppie di madri e figli di tutte le etnie nei libri di geografia. Esistono diversi modi con cui il piccolo può stare attaccato alla madre: in Giappone i genitori erano soliti portare i propri figli sulla schiena, per questo che vennero chiamati la “razza con due teste”. I bambini in questa posizione erano in grado di vedere il mondo come gli adulti.


Se vivessimo dove vivono gli eschimesi terremmo i nostri figli vicino al fuoco caldo, ma lì portano i bambini con sé in un cappuccio di pelliccia, così hanno modo di abituarsi all’ambiente e quando iniziano a camminare lo trovano già familiare da un punto di vista psichico. Per loro non sarà un nuovo ambiente perché avranno già familiarità con ogni dettaglio.


È lo stesso con la lingua. I bambini eschimesi erano soliti stare sempre con gli adulti e sentirli parlare. Erano protetti da una legge di natura che faceva sì che i piccoli stessero sempre con gli adulti e dobbiamo tornare a questa idea invece di pensare che un neonato abbia bisogno di dormire per tutto il tempo.

Quindi, uscite da questa ottica. Ci deve essere una nuova forma di educazione dalla nascita. Naturalmente la vita moderna deve essere diversa: non possiamo permettere ai bambini e alle loro madri di star fuori nelle luride strade, né possiamo riportarli a uno stato di natura. Tuttavia, possiamo guardare alla realtà e cambiare il modo in cui trattiamo i neonati, imparando come favorire davvero lo sviluppo della loro vita psichica. Deve essere il primo problema da affrontare attraverso l’educazione. La soluzione è che bisogna portare il bambino nel mondo.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.