capitolo 63

Cultura per sostenere la vita interiore

Q

uando il bambino arriva in una delle nostre scuole possiede già una lingua, mentre non possiede alcuna conoscenza della matematica. L’insegnamento della lingua presenta quindi problemi diversi da quelli dell’insegnamento della matematica. La lingua va affrontata con un periodo di preparazione che pone una base interessante per ciò che seguirà. Intorno ai tre anni, quando il bambino che non sa leggere costruisce il suo vocabolario, quando è affamato di lingua, dobbiamo presentargli nuove parole, offrendogli così una preparazione indiretta alla lettura. In questo periodo sensibile il bambino si diverte a imparare questi nuovi nomi, ma se glieli proponessimo più tardi, a sette anni, li troverebbe terribilmente noiosi. Non c’è niente di più noioso per il bambino che fare qualcosa che è adatto a un altro periodo sensibile. Dobbiamo renderci conto della preparazione accurata che è necessaria prima che il bambino possa arrivare alla lettura. Dobbiamo quindi catturare il suo interesse e indirizzarlo attraverso i canali giusti. Al bambino piace imparare i nomi di tutte le cose diverse che ha visto e che conosce. È attratto dai nomi, dunque bisogna proporre le parole non in un ordine qualsiasi o a caso, ma classificandole in base alle varie materie, come elementi di biologia, geografia, fisica o chimica. Di solito proponiamo lo stesso materiale a tutta la classe composta da bambini di età diverse, dai tre ai sei anni. Ogni bambino vede solo ciò che gli interessa.

In una bottiglia sufficientemente grande possiamo sospendere le radici di una pianta utilizzando un pezzo di legno con una fessura al centro. Le radici non devono essere strette. Il pezzo di legno deve avere anche un foro rotondo attraverso il quale si può inserire un tubo di vetro. Ogni giorno possiamo soffiare un po’ d’aria nella bottiglia, in modo che le radici ricevano ossigeno. Dobbiamo tenere la bottiglia avvolta con cura con feltro o carta nera, in modo che non passi la luce, altrimenti l’acqua diventerà verde e le piante moriranno.

Quando il bambino toglie l’involucro e guarda le radici, gli sembra di aprire un nuovo libro. Prova grande gioia e interesse. Un bambino di tre anni può essere interessato solo alle parti121 – le radici, il fusto e le foglie.


Un bambino di cinque anni è interessato alla classificazione botanica delle piante più di ogni altra cosa. Può esaminare la radice per vedere se la pianta è monocotiledone o dicotiledone. Le dicotiledoni hanno molte radici, dette secondarie, da cui si ricavano altre piccole radici. Le monocotiledoni hanno un solo lobo del seme e un gruppo di radici. Tutte sono chiamate radici secondarie. Le radici primarie muoiono immediatamente e sotto la terra cresce un gruppo di radici della stessa dimensione e dello stesso spessore. Esistono diversi tipi di piante monocotiledoni. La pianta del riso è una di queste. Tutte le piante erbacee sono monocotiledoni. Un bambino di sette anni è interessato alla fisiologia della pianta – il come e il perché delle cose. Le piante dicotiledoni hanno radici e rami che sono proprio come i rami dell’albero, mentre le monocotiledoni non hanno rami. Le foglie delle monocotiledoni hanno vene che corrono parallele l’una all’altra, mentre le foglie delle dicotiledoni hanno una rete di vene.


In due bottiglie grandi possiamo sospendere allo stesso modo due piante dello stesso tipo. I semi di queste piante devono essere stati seminati lo stesso giorno, nelle stesse condizioni, e le piante devono essere germogliate lo stesso giorno. Le soluzioni delle due bottiglie in cui sono sospese le piante devono essere diverse: i sali necessari alla pianta devono essere assenti in una bottiglia ma presenti nell’altra. La pianta sospesa nella bottiglia senza i sali di cui ha bisogno può soffrire durante la crescita, diventare pallida o stentata, ammalarsi o ammuffire. La pianta che fiorisce è quella che ha il pieno apporto di tutti i sali. Quando la pianta viene messa in una soluzione debole o in acqua pura, le radici crescono sempre più a lungo alla ricerca di cibo. Se includiamo la dotazione completa di sali nella soluzione in cui si trovano le radici, queste crescono lateralmente in grandi grappoli per trovare quanto più cibo possibile.


Questo materiale interessa tutti i bambini della classe dai tre ai sette anni. È un materiale che ha vita. È sempre la stessa pianta che tutti i bambini studiano, ma per i bambini di età diverse presenta aspetti nuovi e ha un fascino diverso. Quando le radici delle piante sono interrate il bambino non può vederle. Per poter vedere la crescita delle radici, le piante vengono tenute in bicchieri trasparenti. Così, quando questo materiale viene mostrato al bambino piccolo, egli è molto interessato a vedere le radici delle piante che forse non aveva mai visto prima.


Presentiamo una rappresentazione diagrammatica dell’intero albero per dare al bambino i nomi delle diverse parti. Come negli altri materiali seguiamo il principio dell’isolamento del dettaglio, la materializzazione di un’idea astratta. Per isolare una parte e fare luce solo su quella dobbiamo colorarla in modo vivace e lasciare solo il contorno delle altre parti. Poi al bambino vengono dati i nomi. In un’immagine le radici sono rappresentate con colori vivaci, mentre le altre parti sono indicate con il contorno soltanto. In un’altra immagine il fusto è evidenziato con un colore vivace. Nella terza immagine c’è la foglia isolata e distinta da tutto il resto dell’immagine. Prima si parte dall’albero intero, poi si passa ai dettagli: la radice, il fusto e la foglia, ognuno isolato.


Successivamente possiamo proporre la foglia e le sue diverse parti. Anche in questo caso isoliamo la parte della foglia che vogliamo evidenziare in rosso, per attirare l’attenzione del bambino. Possiamo anche offrire il fiore e le sue diverse parti. Per prima cosa si offre l’intero fiore nel suo vero colore naturale, poi presentiamo le parti una per una, mentre le altre parti del fiore sono solo delineate: la corolla, il pistillo e il calice.


Non si tratta di uno studio di botanica, ma semplicemente di un modo per offrire al bambino nuovi nomi per arricchire il suo vocabolario. I nomi che proponiamo sono legati alla realtà, a oggetti reali che esistono. In quanto tale è un’ottima preparazione per lo studio successivo della botanica e della biologia. Oltre ai nuovi nomi, questo tipo di studio accende l’interesse del bambino per la lingua e lo prepara indirettamente alla lettura quando sarà il momento.


Possiamo anche avere immagini di animali e uccelli. Proponiamo al bambino prima una collezione di animali che gli sono familiari e poi una collezione di uccelli. Poi possiamo mescolare queste due collezioni e introdurre l’idea della classificazione chiedendo al bambino di ordinare le due categorie. Possiamo anche proporre immagini di animali sconosciuti, insieme a quelli più comuni, in modo che il bambino impari anche quei nomi.


Un materiale simile viene realizzato con gli altri oggetti dell’ambiente sociale. Possiamo avere la cucina con tutti gli utensili che vi si usano: pentole, macinacaffè, padelle e brocche. Possiamo avere la sala da pranzo con gli oggetti speciali che vi si trovano. Possiamo anche avere una fattoria con le sue caratteristiche specifiche: cani, pecore, mucche e attrezzi agricoli. In questo modo diventa possibile uno studio indiretto della vita sociale.

Possiamo offrire al bambino materiale per presentare elementi di geografia prima che sappia leggere, quando ha solo tre anni. Si possono realizzare modelli in argilla che rappresentano suoli e incollarli su una robusta base di cartone rigido o di compensato. L’argilla deve essere bagnata per poter aderire alla tavola. Si può anche usare un po’ di olio per evitare che i modelli di argilla si rompano o si asciughino rapidamente. Al bambino vengono presentati sensorialmente due modelli contrastanti: la penisola e la baia122. Sono esattamente uguali, ma con una differenza: in un modello la parte esterna è sollevata, mentre nell’altro la parte esterna è più bassa. In ogni caso, la superficie rialzata rappresenta la terra e quella inferiore l’acqua. La prima è una rappresentazione della baia, mentre la seconda è la penisola. Allo stesso modo possiamo presentare al bambino un istmo e uno stretto, spiegando che un istmo è una striscia stretta di terra che collega due grandi pezzi di terra, mentre lo stretto è una stretta striscia d’acqua che collega due grandi pezzi di acqua. Poi possiamo presentare un’isola e un lago. Presentiamo il contrasto attraverso materiale sensoriale. Mettiamo i modelli in piccole vaschette e vi versiamo dell’acqua blu intenso che andrà a riempire tutte le parti inferiori fino a distinguere l’acqua dalla terraferma. L’acqua deve essere di un blu intenso in modo che la parte che copre non sia visibile.


Abbiamo anche due serie di diagrammi, una serie con il nome scritto sotto ogni diagramma e un’altra serie dove c’è solo il diagramma senza alcun nome. Tra questi abbiamo anche la penisola e in contrapposizione la baia, lo stretto e l’istmo, l’isola e il lago. Ci sono quindi due fasi. Offriamo prima l’esperienza reale e poi la sua rappresentazione schematica. Attraverso questo materiale si accende l’interesse del bambino per le mappe e la geografia.


Abbiamo tre scatole di vetro. Nella scatola di vetro centrale c’è dell’acqua. Le scatole sono tutte chiuse. La scatola centrale è collegata a un’altra da un tubo in cui si trova una lastra di ferro arroventata. Se all’improvviso si apre il tubo di comunicazione tra queste due scatole, un getto di aria secca passa sopra l’acqua. Quest’aria calda e satura viene portata nella terza scatola, sopra la quale si trova uno spesso blocco di ghiaccio. Tutta l’aria calda diventa fredda e l’acqua cade sotto forma di pioggia. Questo esperimento spiega al bambino la ragione cosmica della pioggia e il motivo per cui esistono i deserti. Nel deserto secco l’aria calda sale verso l’alto, trasportando l’acqua dell’oceano che ha aspirato. Le montagne fungono da condensatori, così quando l’aria calda e umida raggiunge la cima dei monti, viene fermata e si ha la pioggia. Il bambino può mantenere salde nella sua mente queste idee se gliele proponiamo in modo realistico, attraverso semplici esperimenti che vede realizzati davanti ai suoi occhi.


Dobbiamo sempre ricordare che ogni elemento di cultura che entra nel programma deve stimolare l’intelletto del bambino. Ogni elemento rappresenta una cosa in più che mantiene vivo l’interesse e la vita interiore del bambino. Non dobbiamo preoccuparci dell’utilità immediata dell’elemento di conoscenza, né dobbiamo farci influenzare dai nostri pregiudizi nel decidere se un particolare elemento è troppo facile o troppo difficile per il bambino. La vera sfida sta nel trovare un dettaglio che mantenga vivo il suo interesse, che attiri la sua attenzione e richieda la sua concentrazione. Potremmo chiederci: “Perché dovremmo perdere tempo a mostrare al bambino questi oggetti poco utili? Non servono a nulla nell’immediato. In ogni caso possono essere studiate per curiosità in un secondo momento!” Invece, dobbiamo solo chiederci: “È qualcosa che suscita l’interesse del bambino?” Se sì, dobbiamo certamente offrirglielo.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.