capitolo 62

La manutenzione della Terra

S

ulla terraferma la funzione di purificazione è riservata esclusivamente alla vita vegetale. Prima di qualsiasi forma di vita animale, prima che ci fosse bisogno di respirazione, la vita vegetale era già presente in modo rigoglioso. Pertanto la purificazione dell’aria era già iniziata prima della comparsa della vita animale. Le piante non possono svolgere questo compito da sole, ma hanno bisogno dell’aiuto del sole. Ecco perché le piante svolgono il loro lavoro solo durante il giorno. L’anidride carbonica, che rende l’aria nociva, è formata da una parte di carbonio e due parti di ossigeno. Sotto l’influenza della luce solare, le piante assorbono avidamente l’anidride carbonica, la dividono in due parti, conservano il carbonio e cedono l’ossigeno. Dall’altra parte abbiamo la vita animale che fa il contrario: assorbe l’ossigeno e cede l’anidride carbonica. Così gli animali avvelenano l’aria e le piante la purificano di nuovo.


Questo fenomeno viene studiato come una relazione tra la fisiologia vegetale e quella animale. Tuttavia questa funzione non può essere compresa se la consideriamo solo come uno scambio tra le piante e gli animali. Le piante sono in quantità così enorme rispetto agli animali che il numero di questi ultimi è insignificante. Pertanto, le piante non purificano l’aria solo per gli animali. Le piante servono la Terra. Servono gli animali nella misura in cui gli animali fanno parte del mondo.


Pensiamo alla Terra stessa, che respira continuamente emettendo enormi quantità di anidride carbonica. Basti pensare ad un vulcano, l’esempio più stupendo di Terra che respira. I pesciolini che si trovano nell’acqua emettono continuamente anidride carbonica. L’acqua che va sotto terra è piena di anidride carbonica e quando esce la rilascia nell’aria, diventando anch’essa un vettore di anidride carbonica. Quindi è compito delle piante assorbire non solo ciò che gli animali emettono, ma anche ciò che tutta la Terra emette in una quantità così stupefacente. Le piante assorbono il carbonio e ne formano il proprio corpo. Quando bruciamo un albero, cosa bruciamo se non carbone? Quindi, studiando la fisiologia della vita vegetale e animale non c’è certo uno scambio. Le piante, da questo punto di vista, hanno il compito cosmico di mantenere l’aria pura e di contribuire alla creazione del terreno.


In quale parte della Terra sono inserite le radici dell’albero? Certamente non all’interno delle rocce. La parte in cui cresce la pianta è la terra nera, l’humus. Chi l’ha creata? È stata creata da qualche forma di vita. L’humus è composto dai resti di molte altre forme di vita e da tutti i tipi di batteri.

L’acqua, potremmo dire, è sempre la stessa. Rimane sempre la stessa. I pesci continuano a smuovere l’acqua. Questo è necessario anche sulla Terra. Esiste quindi una certa forma primitiva di vita vegetale che prepara il terreno per la crescita di una forma più evoluta. Oltre all’immenso compito di mantenere l’aria pura, le piante hanno anche il compito di preparare la terra stessa su cui crescono. Questo si può vedere molto chiaramente in alcune parti del mondo dove ci sono regioni non ancora formate. Per esempio, in Olanda il mare forma enormi masse di sabbia chiamate dune116. Il vento disperderebbe queste dune in breve tempo se i semi di una pianta graminacea117 non si diffondessero su di esse e non mettessero subito radici. Le radici di queste piante formano una rete, diffondendosi e moltiplicandosi in modo da impedire che la sabbia venga dispersa dai venti. Quando queste piante muoiono formano una sorta di copertura, un guscio per la sabbia, in modo che il vento non possa raggiungerla. Sopra di esse iniziano a crescere altre forme di piante. Poco dopo spunta l’erba. Questo rende l’intera duna solida, creando un prato verde. È straordinariamente interessante. Dobbiamo sempre avere un pezzo di prato da mostrare ai bambini. Come crescevano e vivevano gli alberi ad alto fusto? Chi ha creato il cibo per loro? Sono state queste forme di vita consecutive a rendere possibile la vita degli alberi. Noi diciamo che il seme cade nella terra e la pianta cresce e si nutre. Tuttavia non è così semplice. Le piante lavorano per costruire la terra stessa su cui ogni pianta dovrà vivere.

L’energia, che è vita, lavora per costruire il mondo. Non è la vita che vive a spese della Terra, ma è la Terra che vive a spese della vita. Molti animali fanno questo lavoro. Per esempio, un numero enorme di piccoli animali lunghi e sottili chiamati vermi118 abitano il terreno. Non possiamo scavare un po’ di terra nera senza trovarne almeno dieci o quindici! Senza questi vermi non ci sarebbe terra fertile. Questi animali sono dei divoratori, dei golosi assoluti. Niente può impedire loro di nutrirsi. Mangiano in continuazione. Hanno una digestione molto rapida, altrimenti non potrebbero continuare a mangiare. Curiosamente, non mangiano altro che terra comune. Come fanno a mangiare avidamente così tanta terra secca? Questi poveri vermi non sono dei golosi, ma dei semplici lavoratori che operano continuamente con il proprio corpo per rendere fertile la terra. Ora i teorici spiegano che questi animali si sono adattati al loro ambiente, si sono adattati a mangiare la terra. Il mondo è pieno di tante altre cose che potrebbero mangiare! Perché dovrebbero mangiare proprio questo e in così grande quantità?


L’adattamento di alcuni insetti per venire in aiuto delle piante è di grande interesse. Per esempio, le api e molti altri insetti119 sono attratti dal dolce nettare che si trova all’interno dei fiori. L’ape è una grande lavoratrice. È ricoperta da una bella pelliccia colorata (tutto in natura è bello!) che non le serve. Quando l’ape entra nel fiore per succhiare il miele, cattura il polline dei fiori e lo trasporta in un altro fiore che visita in cerca di nettare. In questo modo aiuta il fiore a svilupparsi in un frutto. Perché l’ape dovrebbe essere ricoperta da una pelliccia di cui non è nemmeno consapevole? È solo per svolgere il suo compito cosmico. L’adattamento e le modifiche nella forma di un animale possono avvenire solo se l’animale ha bisogno di adattarsi al suo ambiente. Per l’ape non esiste questa necessità. Non sa che sta aiutando lo sviluppo dei fiori e la riproduzione delle piante, quindi questo adattamento è stato al servizio di un’altra forma di vita, un adattamento di cui l’ape stessa non era consapevole.

Sulla Terra ci sono ovunque animali che muoiono ogni minuto. Questi cadaveri devono essere distrutti o sepolti, quindi ci sono alcuni animali che si sono assunti questo compito. Alcuni esseri umani seppelliscono i morti e altri li bruciano. Noi per fare ciò usiamo le mani. Gli animali non hanno le mani, eppure si tratta di un compito che deve essere necessariamente portato a termine. Esaminiamo quindi come questi animali svolgono questo incarico che si sono assunti. C’è un uccello molto, molto grande120, più grande dell’aquila, che ha un lungo collo. Questo collo è completamente nudo. Alla base del collo c’è un bel collare di piume bianche e soffici. I teorici dicono che questi uccelli hanno sviluppato un collo lungo perché devono infilare la testa in profondità nelle viscere degli animali morti per poterle strappare. È molto curioso che gli uomini che imbalsamano i cadaveri tolgano prima le interiora. Questi uccelli fanno proprio questo. Dopo aver fatto il lavoro, ci sono altri animali che vengono a mangiare la carne. Possiamo sempre individuare un animale morto perché vediamo questi uccelli che si librano nel cielo, in alto sopra il corpo. Nonostante ciò che dicono i teorici, possiamo chiederci: “Questo uccello è molto forte. Può sollevare una mucca morta e trasportarla da un luogo all’altro. Ha un becco così enorme che con un solo colpo può tagliare la pelle di un animale morto da una parte all’altra. Perché non mangia qualcosa di diverso da questa roba marcia?” Certamente questo lavoro non viene fatto da questo uccello per il proprio piacere. Dopo tutto, è un uccello forte, un combattente feroce!


Non si considera generalmente che i diversi esseri viventi non vivono per sé stessi, ma per un compito così enorme che, anche se fossero dotati di coscienza, non sarebbero in grado di afferrarlo. Se potessimo comunicare con un corallo potremmo chiedere: “Qual è il tuo più grande desiderio nella vita?” Probabilmente risponderebbe: “Vorrei avere acque calme e calde e pace in cui vivere. Vorrei moltiplicarmi. Vorrei che la mia famiglia crescesse.” A questi coralli piace vivere bene, piace avere i lussi della vita. Amano i servitori, altri esseri che per simbiosi preparano il loro cibo. Se chiedessimo loro: “Siete soddisfatti?” Risponderebbero: “Oh, sono perfettamente soddisfatto! La mia famiglia è sempre unita. Abbiamo cibo in abbondanza e un ambiente bellissimo. Siamo assolutamente felici.” Potremmo chiedere: “Non sospettate nemmeno di avere il grande compito di rendere l’acqua priva di veleni e che per sostenere il mondo intero state costruendo dei continenti?” Il corallo ci guarderebbe a bocca aperta e si addormenterebbe. Non sarebbe in grado di capire cosa stiamo dicendo.

Potremmo dire ai crostacei: “Che grande sacrificio state facendo! Bevete questa enorme quantità d’acqua e cadete morti sul fondo dell’oceano!” Loro risponderebbero: “Non parlare di noi come di grandi eroi! A noi piace bere. È il nostro piacere.” Così vediamo che ogni essere vivente ha una funzione di cui è consapevole e che lo soddisfa. È necessario che le condizioni di vita richieste da ogni tipo di essere vivente siano soddisfatte affinché possa svolgere l’immenso compito di cui è inconsapevole. È quando ogni essere vivente è al culmine del suo piacere, al culmine della sua soddisfazione, quando tutte le sue ambizioni nella vita sono state raggiunte, che svolge il suo compito cosmico.

Abbiamo l’impressione che gli animali vivano a spese dell’ambiente. Così si dice di solito. È vero. Questi animali creano la Terra. Da questo punto di vista, ogni animale che vive a spese dell’ambiente ha un altro compito più grande. È uno degli agenti attivi della creazione. Pertanto, la vita è energia, un’energia necessaria per il mantenimento della natura e del mondo. L’idea che l’acqua sia destinata ai pesci perché ci vivono, e che la terra sia destinata agli animali perché gli animali la abitano, che il loro compito più grande sia quello di trovare il cibo per il mantenimento della loro specie e che, per farlo, devono adattarsi al loro ambiente è solo un piccolo dettaglio, parte di un quadro più ampio.

È evidente che il lavoro semplice è il mezzo di tutti gli esseri viventi per svolgere il loro compito, ma non è il compito stesso o il fine. Se la vita viene considerata in sé, come separata dal compito cosmico, appare diversa da quando viene considerata come parte dell’universo, come parte del tutto. Non sarebbe interessante studiare di nuovo la biologia, sia le forme animali che quelle vegetali, per cercare di interpretare ciascuna di esse in base al suo compito di mantenere in vita il resto della vita?

Se tutte queste forme di vita hanno un’altra funzione oltre a quella di nutrirsi e riprodursi, una funzione che porta al mantenimento dell’equilibrio del mondo, allora potremmo chiederci: “L’uomo ha una funzione cosmica in questo mondo? L’uomo è l’essere più intelligente e tra tutte le forme di vita è quello meglio dotato. Il suo compito dovrebbe essere solo quello di camminare su e giù per la Terra senza fare nulla?” Esaminando la vita umana nel passato e nel presente, non si può certo dire che il compito dell’uomo sulla Terra sia solo quello di camminare su e giù e godersela. Povero uomo! Deve lottare così tanto nel mondo! L’uomo lavora così duramente solo perché deve nutrirsi e provvedere alla sua famiglia? Il suo unico compito è il mantenimento della sua famiglia e della sua razza? Nemmeno i crostacei lavorano solo per questo!

Se ci limitiamo a studiare le forme di vita dal punto di vista della loro complessità o della costruzione dei loro corpi, non possiamo capire nulla della vita. Ogni forma di vita ha il suo compito cosmico. Ognuna è legata al compito dell’altra. L’obiettivo comune è la manutenzione della Terra, la manutenzione del nostro mondo.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.