capitolo 37

Imparare a scrivere

I

n molti luoghi dove il metodo Montessori non è conosciuto, il bambino deve imparare a scrivere come tutti gli altri. In uno di questi villaggi l’insegnante aveva solo una penna, uno strumento adatto, con un piccolo taglio circolare a ciascuna estremità. C’era una sola penna e circa trenta o quaranta bambini. Il bambino doveva tenere la penna con le due dita all’interno e scrivere. Quindi l’insegnante non poteva guardare se tutti i bambini tenevano la penna nella posizione insegnata. Ogni bambino afferrava la penna a modo suo così da facilitare il movimento. L’insegnante doveva usare metodi persuasivi. All’inizio legava le dita del bambino alla penna. Dopo qualche giorno la punta della penna si schiacciava, perché il bambino la inclinava in diverse direzioni e usava una mano pesante. Quando il bambino aveva imparato a tenere bene la penna le dita venivano lasciate libere, slegate. Quando il bambino scriveva, le sue dita non erano più come quando erano legate alla penna. Quando la maestra, che arrivava silenziosamente da dietro, vedeva le dita piegate, cercava di rimetterle a posto picchiettando le nocche. Non appena il bambino capiva di aver fatto qualcosa di sbagliato, cercava di rimediare33. Questo era il modo in cui si insegnava a scrivere! A nessuno piacevano le lezioni di scrittura. Non c’è da stupirsi se diciamo che “la via della conoscenza è cosparsa di lacrime.”

Per insegnare al bambino a scrivere l’insegnante gli fa disegnare piccole linee dritte o oblique, rette parallele e uncini. Se proviamo a disegnare tante linee parallele capiamo subito quanto sia difficile. Gli insegnanti si aspettano che il bambino sia in grado di impugnare la penna e di eseguire subito alla perfezione l’impresa calligrafica più difficile!


La cultura, che è cibo per l’intelligenza, deve essere un aiuto alla crescita. Il bambino tra i cinque e i sei anni ha un’intelligenza molto sviluppata. Provate a immaginare l’intelligenza del bambino legata a questi piccoli tratti noiosi e poco importanti che non lo interessano minimamente, solo per acquisire la padronanza di un meccanismo che potrà usare in seguito, per esempio quando l’insegnante gli dirà di scrivere di una passeggiata in giardino. Quando il meccanismo è pronto, l’intelligenza è stanca.


Nel nostro sistema vengono proposti esercizi diversi a seconda dell’età, e ognuno di questi è uno strumento per l’intelligenza. Ecco perché nelle nostre scuole il bambino fa enormi progressi. Sono preparati, hanno studiato ogni minimo dettaglio. Gli esercizi sono fatti in modo tale che sembrano corrispondere alle esigenze del momento. Quando il bambino è nell’età sensoriale, ha bisogno di una certa organizzazione degli esercizi. Sta costruendo qualcosa che si rivelerà un tesoro quando arriverà il momento giusto.


Quando il bambino impara a scrivere deve affrontare molte difficoltà. Una di queste è afferrare correttamente la matita. Per afferrarla è importante esercitare il primo, il secondo e il terzo dito. Il bambino è ancora nella fase di acquisizione della coordinazione, e trae grande piacere dal muoversi intorno al contorno della forma geometrica. È quasi come se gli piacesse accarezzare le figure geometriche. Anche se il bambino è in grado di muovere la mano intorno al contorno chiuso fissato su un foglio di carta, non è ancora in grado di tracciare figure definite. Pertanto attraverso questi esercizi le mani del bambino acquisiscono più o meno quel controllo che permette di tracciare il contorno di uno spazio fisso anche con un dito, il che è fondamentale per la scrittura.

Il materiale per questo esercizio consiste in cornici metalliche contenenti figure geometriche di colori diversi34. Le figure hanno una relazione di misura comune. Quadrati di carta nel maggior numero possibile di colori diversi sono messi a disposizione del bambino che può scegliere quello che desidera. Ogni quadrato di carta ha esattamente le stesse dimensioni della cornice che contiene gli inserti metallici. I cinque inserti metallici poggiano su un supporto dal quale il bambino può sceglierne uno e portarlo in tavola insieme a una collezione di matite colorate. Queste matite sono del maggior numero possibile di colori e rappresentano l’intera gradazione di ciascun colore: blu, giallo e rosso. Di solito offriamo i colori di Ostwald se è possibile averli, ma la gradazione è importante. Le matite sono disposte ordinatamente su un apposito supporto. Il bambino, che già̀ conosce i colori, sceglie quelli che vuole rappresentare nella colorazione della forma.


La gente dice che queste matite sono molto costose. Non è strano che troviamo le cose costose solo quando compriamo cose interessanti per i bambini? Una volta ho incontrato un padre, economista politico e sottosegretario del Ministro dell’Economia in Italia. Mi disse: “Non comprerò queste matite colorate per i miei figli. Sono troppo costose, troppo care. Ne consumerebbero una scatola al mese. È uno spreco!” Non ho discusso con il signore. Sembrava che la sua argomentazione mi avesse convinto. Quando lo rividi la settimana successiva, gli chiesi: “Quante automobili ha?” Mi rispose: “Ne ho una per me, mia moglie ne ha una per uso personale e ne abbiamo una grande per andare in giro.” Oltre a questo, aveva una stanza speciale a suo uso esclusivo in casa, aveva un’altra casa in campagna dove poteva andare a riposare per via di tutto il duro lavoro che svolgeva. Gli chiesi: “Non considera queste cose costose?” Mi rispose: “Oh no! Le considero assolutamente necessarie!” Gli chiesi: “Trova costosa una scatola di matite, quando ha cinque costose macchine da scrivere che considera necessarie. In fondo non lo sono affatto!” L’esempio lo colpì. Ci rifletté su e disse: “Sì, abbiamo la tendenza a risparmiare solo quando si tratta del bambino.”


È vero che in tutto il mondo, quando c’è bisogno di risparmiare, la spesa per l’istruzione è la prima ad essere tagliata. Se si cerca di ridurre gli stipendi delle persone, queste protestano e gridano. La voce del bambino viene ignorata. Se prova ad alzare la voce e a chiedere qualcosa, viene immediatamente messo a tacere. Chi ascolta la voce del povero bambino?


Pensiamo che per un bambino che ha sperimentato la sensibilità muscolare della forma geometrica, l’esercizio sia facile. In fondo anche per noi è facile. Sappiamo come tenere la matita e come percorrere un contorno chiuso. Questo ragionamento è sbagliato. Sappiamo camminare, ma se ci mettiamo dei trampoli ai piedi, riusciamo a camminare? Allo stesso modo, se cerchiamo di seguire un contorno con uno strumento di scrittura attaccato al dito, è difficile. Il bambino deve acquisire la capacità di farlo, e ha bisogno di un certo esercizio per acquisire l’elasticità della mano.


Come sempre offriamo al bambino alcuni punti di interesse. Nella prima presentazione gli offriamo solo tre matite colorate, ognuna di un colore diverso e contrastante, forse possiamo tirare fuori i tre colori abituali: rosso, blu e giallo. Queste tre matite vengono messe in una scatola. Sul tavolo con questi materiali c’è anche una lavagna (di cartone o nera).

La prima figura che viene proposta al bambino è il cerchio35, perché non avendo angoli la mano non incontra alcuna difficoltà a girarci intorno. In corrispondenza degli angoli la mano richiede un maggiore controllo dei movimenti. Se il bambino fa grandi tratti è molto facile che esca dall’inserto. La cornice viene prima posizionata sulla carta che poggia sulla lavagna. Spingendo la punta della matita contro il lato della cornice si traccia una linea. Quando si toglie la cornice si vede sulla carta il contorno del cerchio.


L’inserto viene poi posizionato sul contorno visto sulla carta e un’altra linea viene tracciata con un’altra matita colorata. È necessario posizionare l’inserto sul foglio in modo che il primo contorno scompaia. Quando si disegna intorno alla cornice, si disegna un cerchio più piccolo della cornice. Quando si disegna intorno all’inserto, il cerchio disegnato è più grande dell’inserto. I cerchi devono essere concentrici, le due circonferenze devono essere parallele. Ciò richiede una grande attenzione da parte del bambino ai lati delle figure. Deve tenere la matita con la stessa angolazione per tutta la durata dell’esercizio. Se la tiene inclinata, le linee che risultano sul foglio non saranno parallele tra loro. La terza fase dell’esercizio consiste nel riempire l’interno della figura utilizzando la terza matita colorata.


Avere tre matite colorate per questo esercizio è un rituale psicologico che conferisce un ulteriore interesse all’esercizio stesso. Se diamo al bambino molte matite e gli chiediamo di prenderne una qualsiasi non sa cosa fare. Quindi all’inizio offriamo solo tre colori e diciamo esattamente come usarli: uno per disegnare intorno all’inserto, uno per disegnare intorno alla cornice e il terzo per riempire la forma. Dopo tutto, la libertà può essere esercitata solo quando abbiamo acquisito la capacità di essere liberi. La libertà ha i suoi limiti. Se ci perdiamo nel deserto, siamo liberi di andare dove vogliamo. Tuttavia, se ci fosse un piccolo sentiero stretto da seguire nel deserto, questo limite ci porterebbe ad agire in modo da arrivare in un luogo definito. Questi limiti sono necessari. Il sentiero nel deserto è una guida. Ci aiuta a scegliere se andare a sud o a nord. Così all’inizio offriamo al bambino un aiuto.


Nel riempire il contorno dell’inserto usando anche la terza matita al bambino viene proposta una tecnica e alcuni limiti. Gli si dice di fare tratti leggeri, il più leggeri possibile, e di non uscire dai limiti del cerchio interno finché non si acquisisce il controllo della leggerezza. L’idea è quella di dare al bambino la capacità di tenere la matita e di acquisire un’elasticità nel tenerla, in modo che all’inizio non debba fare linee orizzontali parallele. All’inizio il bambino fa linee enormi e pesanti, ma dopo una o due settimane acquisisce il tocco leggero. Gli viene anche detto che quando riempie il contorno con linee parallele deve partire da un’estremità e andare verso l’altra, e all’inizio trova un po’ di difficoltà. Possiamo solo insegnargli la tecnica esatta, non dobbiamo costringerlo a seguirla. A poco a poco acquisisce leggerezza di tocco e il segno della matita diventa appena visibile. Ogni linea è sottile come quella di una penna leggera.


Il bambino ama fare questo esercizio. Vuole farlo tutto il giorno. All’inizio gli diamo solo una figura. In seguito, tutte le figure vengono lasciate a sua disposizione. Il bambino comincia a creare combinazioni così armoniose che gli psicologi le chiamano arte. Questa speciale arte decorativa, una preparazione alla scrittura, è stata definita da molti come disegno Montessori. Ha l’aspetto del disegno, ma si limita alle figure geometriche. Con le combinazioni armoniose di figure, lo spazio da riempire diventa più piccolo e le mani del bambino si abituano a riempire i piccoli spazi, a fare grandi tratti e a riempire i grandi spazi girando precisamente intorno alle linee.


Così vediamo il bambino fare facilmente i piccoli uncini che trovava difficili da fare sui quaderni di scuola. Vediamo anche con quale facilità impugna lo strumento di scrittura e quale padronanza ha raggiunto nella leggerezza del tocco, tanto che il colore della matita è leggero come quello della penna! Quando una mano del genere si avvicina al lavoro di scrittura, può seguire la volontà dell’individuo. Quando il bambino conosce le lettere, tutto diventa facile. Impugna la matita alla perfezione e scrive. Questa capacità di scrittura è il risultato di una preparazione separata e accurata attraverso questo esercizio che chiamiamo disegno con inserti.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.