capitolo 38

Prepararsi a obbedire

I

l bambino di età compresa tra i tre e i sei anni presenta caratteristiche così particolari da poter essere inserito in un gruppo psicologico speciale. È necessario elaborare un piano educativo speciale che corrisponda a questa psicologia.


Una volta, in un giardino annesso a una delle nostre scuole avevamo una capretta. Ogni giorno raccoglievo alcune foglie che piacevano a questa capra e le davo da mangiare tenendo le foglie basse a un’altezza tale che la capra si alzava sulle zampe posteriori, con le zampe anteriori ripiegate per sgranocchiare le foglie. Dato che servivo ogni giorno le foglie a questo animaletto, credevo di volergli molto bene. Un giorno, un bambino che mi stava osservando mentre facevo quest’azione si avvicinò all’animale e unì le braccia sotto il corpo della capra per sostenerne il peso. Il visino del bambino era molto serio, come se stesse portando a termine il compito di aiutare un essere umano bisognoso. Quindi, potremmo dire, questo bambino aveva una forma di amore superiore per l’animale e un senso di giustizia superiore. Cercava di evitare che l’animaletto facesse il lavoro inutile che io lo costringevo a fare.


I vermi suscitano un certo tipo di avversione nella maggior parte delle persone adulte, che non amano toccarli. I bambini non condividono questa repulsione. Spesso vediamo un bambino che porta in giro un verme, tenendolo in mano senza alcun orrore o paura. Spesso possiamo vedere un bambino in contemplazione davanti a un fiore. Possiamo trovare un anello di bambini intorno a una pianta su cui è sbocciata una rosa durante la notte. Possiamo vedere la grande cura con cui il bambino innaffia le piante del giardino. È quindi sufficiente mettere un bambino normalizzato a contatto con la natura. Non è necessario che un adulto gli insegni il rispetto per la vita, perché un adulto è meno sensibile e meno rispettoso di queste forme di vita rispetto ai bambini.


Se al mondo c’è un bambino che è crudele con gli animali, che li perseguita o li uccide, o un bambino che rompe i fiori, è vittima di un errore di trattamento. Ci sono azioni che sono il risultato di un disordine interiore, di un problema interiore. Quando questi disturbi sono stati eliminati, quando ciò che mancava è stato sostituito e quando ciò che era sbagliato è stato corretto, vediamo scomparire queste difficoltà. Ci può essere un bambino che per una causa particolare conserva queste difficoltà, ma in generale, quando il bambino è catturato da oggetti che fissano la sua attenzione e si normalizza, sviluppa ed esprime i sentimenti alti e nobili che ci piace vedere.


Non possiamo essere insegnanti d’amore, tuttavia possiamo fare qualcosa per aiutare il bambino a sviluppare questi sentimenti. Possiamo offrirgli una conoscenza più approfondita: quanto più profonda è la conoscenza di un oggetto, tanto più cresce il suo rispetto per esso. Egli desidera quindi mantenere al sicuro l’oggetto che conosce così bene.


Quando il bambino è stato iniziato all’uso del materiale e vi si è abituato gli viene data la libertà di scelta. Può usarlo quando vuole. Questa libera scelta è una delle basi fondamentali per raggiungere la calma nell’anima del bambino. È di grande importanza perché richiede iniziativa. Se il bambino usa il materiale perché glielo ordina l’insegnante, non è libero. Se ha la libertà di scegliere è davvero indipendente, perché dipende dalla sua volontà e non da quella di un altro. Offrire al bambino la libertà di scelta è uno dei modi di organizzare e sviluppare la sua personalità. Il bambino può scegliere solo gli oggetti che sa usare. Una volta che il materiale è stato presentato e il bambino è stato avviato, può utilizzarlo per tutto il tempo che vuole.


Quando abbiamo un gruppo di bambini, ognuno dei quali è libero di scegliere qualsiasi materiale, e un solo set di materiali per ogni esercizio, ci troviamo di fronte al fatto che la libera scelta è limitata. Se un bambino usa un set di materiali, un altro bambino che desidera lavorare con lo stesso oggetto deve avere la pazienza di aspettare. Questo il bambino lo capisce, perché c’è la regola che il materiale deve essere preso dal suo posto e non da un altro bambino. Deve quindi aspettare che il materiale venga rimesso a posto e se non vuole aspettare deve scegliere qualcos’altro. Spesso si vede che il bambino sceglie un altro materiale, non solo quello speciale con cui voleva lavorare. In questo modo, grazie alla libera scelta, il bambino si sviluppa come essere sociale. Uno dei fattori più importanti in questo periodo di sviluppo, tra i tre e i sei anni, è l’esperienza sociale. Nell’ambiente ci sono possibilità e limiti attraverso i quali il bambino acquisisce un atteggiamento particolare nei confronti di queste esperienze che si ripetono continuamente. Dobbiamo riflettere sul fatto che la strada verso la più alta forma di adattamento sociale viene preparata gradualmente da semplici esperienze sociali.

Il bambino ha bisogno di muoversi e di controllare i suoi movimenti per lavorare con questi materiali. Gradualmente padroneggia i movimenti e diventa un individuo equilibrato. Per acquisire questo equilibrio, la volontà e i movimenti raffinati devono crescere fianco a fianco. L’equilibrio deve essere una conquista graduale, una conquista ottenuta con l’esercizio. Per esempio, i meravigliosi danzatori indiani36 che muovono le braccia in modo straordinario sono padroni dei loro movimenti. La capacità di muoversi in questo modo speciale richiede un precedente esercizio. Questi esercizi mettono in relazione un gran numero di muscoli con la volontà. Quando facciamo un movimento veloce, non è la rapidità a mettere in gioco i muscoli. Anzi, molti muscoli non sono affatto in gioco. Immaginiamo nella nostra mente la volontà dell’uomo che diventa gradualmente padrona dei suoi movimenti. Immaginiamo anche tutti i movimenti che il bambino esegue nell’ambiente preparato, per esempio camminare sul filo, portare un bicchiere d’acqua senza rovesciarlo, muoversi nella stanza senza rovesciare i materiali. 


Questi dimostrano che siamo in grado di obbedire a noi stessi, ma non tutti siamo in grado di obbedire alla nostra volontà. Vorremmo fare tante cose che non siamo in grado di fare. Vorrei suonare il tamburo indiano37 che richiede rapidità di dita. Il mio desiderio di farlo non mi permette di farlo. Vorrei essere in grado di camminare in una stanza affollata di oggetti senza sbattere contro le cose, ma con tutta la mia buona volontà non ci riesco. Vado sempre a sbattere contro qualcosa. Se vedo una persona che cammina con un’andatura maestosa, vorrei camminare anch’io come lei, ma non ci riesco. Non basta quindi avere una volontà che comanda, bisogna anche essere pronti a obbedire.

Anche se possiamo riuscire a non fare qualcosa, non possiamo fare tutto al mondo. Per fare qualcosa, dobbiamo essere in grado di farlo. Quando vogliamo fare qualcosa ma non ci riusciamo diventiamo arrabbiati, irritabili e proviamo agitazione interiore. Quando abbiamo la capacità di fare le cose sentiamo una calma interiore. Se non riusciamo a fare qualcosa da soli e abbiamo bisogno che qualcun altro lo faccia per noi sperimentiamo una serie di emozioni (rabbia, impazienza, ribellione) che sono collegate all’incapacità di fare, che sorgono quando c’è impotenza. Queste scompaiono quando un’azione scelta dalla nostra volontà viene portata a termine con gioia e serenità fino in fondo. Questo ci fa crescere la gioia di vivere e anche la tanto ammirata virtù della costanza. Porta gioia, calma e pazienza. Costruisce la personalità del bambino, perché attraverso l’esercizio egli diventa capace di pianificare e realizzare le proprie azioni. Quando il bambino è in grado di fare qualcosa, quando diventa padrone dei propri movimenti, è considerato adatto a vivere nella società.


In genere, il bambino è disobbediente quando gli si dice di fare qualcosa. Eppure abbiamo visto più volte che un bambino che è padrone delle proprie azioni e che riesce a controllare i propri movimenti diventa improvvisamente molto obbediente ai comandi dell’insegnante. Questo è davvero un fatto logico. È una legge naturale quella di obbedire ai comandi della propria volontà, mentre obbedire alla volontà di un altro individuo è difficile, perché la volontà appartiene ad una persona e i movimenti a un’altra. Non esiste quindi un canale nervoso che metta in relazione la volontà con gli organi di movimento. Pertanto, affinché il bambino obbedisca alla volontà di un altro individuo, deve esistere un legame psichico tra i due. Anche se c’è un legame psichico, se il comando richiede che il bambino abbia la padronanza dei suoi movimenti e lui non l’ha acquisita, non può obbedire. Ne consegue che l’obbedienza è una caratteristica superiore che richiede una preparazione precedente. Il lavoro svolto dalla libera scelta del bambino è una parte della preparazione che lo eleva a un livello superiore dove diventa capace di obbedire a una volontà che non è la sua.


Abbiamo studiato questi fatti e identificato tre gradi di obbedienza. Il primo è quello in cui il bambino a volte obbedisce e a volte no. Nel secondo grado il bambino obbedisce sempre. C’è poi il terzo grado in cui il bambino sembra essere ansioso di poter obbedire. In questo stadio è pieno di orgoglio e della soddisfazione di poter dire: “Chiedimi di fare qualcosa! Posso certamente farlo!” In questa fase vediamo nel bambino un entusiasmo, un desiderio di obbedire con esattezza e la gioia di essere in grado di eseguire correttamente in ogni dettaglio qualcosa che gli è stato chiesto di fare. Si tratta quindi di un ciclo di attività con i suoi gradi e le sue azioni progressive.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.