capitolo 36

Le chiavi dell’ambiente

Perché è necessario fare questi esercizi così presto nella vita del bambino? Non sarebbe meglio proporli più tardi, quando l’intelligenza è più sviluppata? Quando un bambino ha fame diciamo: “Diamo il cibo a un bambino più intelligente, perché un bambino intelligente apprezzerà il cibo!” No, non lo diremmo, perché è una questione di fame. I periodi sensibili non hanno nulla a che fare con l’intelligenza. Sono il risultato di un impulso interiore, che è dentro l’uomo affinché acquisisca certe qualità in certi periodi indipendentemente da tutte le altre cose. Quando affidiamo a un bambino più grande il lavoro di un bambino più piccolo gli chiediamo di svolgere un compito molto difficile. Non c’è niente di più difficile che tornare indietro su un periodo sensibile. Sembra logico che alcuni aspetti della matematica siano più facilmente comprensibili per un bambino di dieci anni, ma molte cose che un bambino di dieci anni non può capire suscitano gioia ed entusiasmo in un bambino di sei. Quindi questi periodi sensibili sono di enorme importanza per la costruzione dell’intelligenza umana.


La mente umana non deve avere una certa età per poter imparare certe cose, ma deve seguire le leggi di Dio. Perché il cibo si mangia solo in certi momenti? Quando abbiamo fame, il cibo suscita piacere. Dopo aver mangiato bene (molto), non vogliamo più cibo. Se siamo costretti a mangiare possiamo persino provare nausea! Allo stesso modo, quando gli esercizi corrispondono ai periodi sensibili del bambino e al suo stato psicologico, li trova assolutamente piacevoli. Odia gli esercizi quando non coincidono con le sue esigenze.


C’è un’altra parte del nostro metodo che non è stata chiaramente compresa. È importante offrire al bambino materiale realizzato secondo specifiche esatte. Perché un triangolo deve essere esattamente di dieci centimetri e non di nove o otto? Perché un oggetto non dovrebbe essere di colore giallo scuro o chiaro, ma di un preciso colore giallo puro? Perché il bambino, attraverso l’esattezza del materiale, forma dentro di sé una pietra di paragone. Per costruire un tale sistema deve avere un’unità di misura, qualcosa di esatto con cui misurare le altre cose. Questa pietra di paragone deve essere data al bambino, perché non può giudicare la misura se una volta usa un piede e un’altra volta una iarda o un metro. Se invece prende un piede come unità di misura può dire che questo tavolo è tre volte più lungo di quello.


Possiamo paragonare questo mezzo sicuro che offriamo al bambino per giudicare la misura a un tipo speciale di chiave con certe zigrinature, certe curve che si adatta esattamente alla toppa e apre una porta speciale. Senza questa chiave speciale la porta non si apre. Lo stesso vale per le chiavi sensoriali. Devono essere esatte perché il bambino possa esplorare la parte dell’ambiente che queste chiavi aprono.


Per calcolare la temperatura corporea si fa un segno su un recipiente contenente mercurio per annotarne il livello. Il recipiente viene poi posto in acqua gelata. L’acqua viene poi portata a ebollizione. Il mercurio sale fino a un certo punto. Lo spazio tra il punto di congelamento e il punto di ebollizione viene diviso in gradi.


A differenza degli animali a sangue freddo, la cui temperatura varia a seconda che si trovino al sole o al freddo, grazie a un semplice meccanismo la nostra temperatura corporea rimane sempre la stessa: 36,5 gradi centigradi. Se il nostro corpo non viene attaccato da malattie la nostra temperatura rimane sempre costante, indipendentemente dal fatto che ci si trovi in condizioni fredde o in luoghi tropicali.


Dobbiamo far capire al bambino, a livello sensoriale, che la temperatura è una convenzione. Cosa è freddo e cosa è caldo? Siamo noi a testarlo secondo il nostro giudizio, perché non esiste il freddo assoluto o il caldo assoluto. Sono solo relativi. Confrontiamo le temperature delle cose con noi stessi, perché la nostra temperatura rimane costante. Quando tocchiamo qualcosa che ha la nostra stessa temperatura, non abbiamo alcun senso della temperatura, quindi sensorialmente lo zero da cui partiamo è 36,5 gradi centigradi.


Il materiale per le impronte termiche consiste in una scatoletta contenente bottigliette di latta o alluminio. Ciascuna di queste bottiglie ha un tappo e viene riempita con acqua a temperature diverse. Anche in questo caso la presentazione offre un mezzo di accoppiamento e contrasto. Un elemento di ogni coppia di bottiglie è di colore diverso, proprio per distinguere gli insiemi. La temperatura dell’acqua varia da 10 a 60 gradi. Al di sopra di questa temperatura l’acqua sarà troppo calda per il bambino. La difficoltà di questa attività è ovviamente quella di mantenere l’acqua a una temperatura costante. Ogni volta che portiamo una bottiglia fuori per essere toccata, le bottiglie fredde diventano poco a poco calde come l’ambiente, e le bottiglie più calde perdono il loro calore verso l’ambiente e diventano calde come l’ambiente stesso. Alla fine tutte le bottiglie hanno la stessa temperatura. Dobbiamo quindi prendere delle precauzioni. La scatola deve essere rivestita di cotone e ogni bottiglia deve essere coperta singolarmente, poiché il cotone contiene molta aria. Naturalmente questo esercizio può essere fatto una sola volta, perché quando il bambino prende in mano le bottiglie, il calore tende a uniformarsi. I fondi delle bottiglie sono contrassegnati da punti in gradazione di un singolo colore, la coppia più fredda con i punti più scuri. Questi punti costituiscono il controllo dell’errore per la gradazione della temperatura.


L’attività è semplice. Le bottiglie sono tutte mescolate. Il bambino ne tasta due qualsiasi per verificare se hanno la stessa temperatura. Se non hanno la stessa temperatura, prende la terza e la tasta. Quando ne trova una uguale alla prima, le mette insieme come una coppia, una accanto all’altra. Infine, il bambino verifica la gradazione di temperatura con la corrispondente gradazione di colore.


Se il bambino cerca di trovare le coppie osservando le macchie invece di tastare le bottiglie è perché non trova l’esercizio interessante. Quindi dobbiamo prima suscitare il suo interesse, altrimenti l’esercizio non serve a nulla. Non riceve né un premio né un rimprovero per aver eseguito questo esercizio. Dobbiamo ricordare che il bambino a cui viene dato questo esercizio è già normalizzato. Finché il bambino non è deviato, possiamo fargli fare qualsiasi esercizio, non farà scherzi!


L’età sensoriale è al massimo tra i tre e i quattro anni, ma prosegue fino ai sei anni (varia a seconda del bambino) diminuendo di intensità. Questo esercizio può essere proposto anche a tre anni e mezzo se il bambino è normalizzato. Una deviazione dalla normalità è causata da qualche azione estranea e contraria alla normalità. In un ambiente naturale non si verificano questo tipo di deviazioni.


In Europa molte donne hanno le dita dei piedi distorte. Le dita dei piedi si distorcono a causa dell’uso di scarpe strette, e la natura ci avverte attraverso il dolore. Quando c’è un dolore sanno che qualcosa non va. Tuttavia, la voglia di essere belle è così grande che il dolore viene ignorato. Poi accade qualcosa di strano. Dopo un po’ non sentono più il dolore, ma le dita dei piedi si deformano. Invece di essere dritte, sono ad angolo.


Per riportare un bambino deviato alla normalità dobbiamo iniziare a fare qualcosa che gli procuri nuovamente dolore. La marcia di ritorno alla normalità rende il bambino molto infelice e gli causa molta fatica. È importante ricordare che possiamo correggere una deviazione solo durante il periodo sensibile, dopodiché diventa permanente.


Un esempio è il cosiddetto piede cinese. Le donne cinesi indossano scarpe così piccole che i loro piedi si deformano. Alcuni medici americani si sono offerti di ripristinare il normale sviluppo, trattando in particolare i piedi delle bambine cinesi di età inferiore ai sei anni con acqua calda e massaggi. Il trattamento era molto doloroso. Il piede deviato acquisì gradualmente la posizione normale e le dita, che erano state rese dritte, iniziarono a svilupparsi naturalmente. Tuttavia, dopo che le bambine avevano raggiunto una certa età il trattamento non era più possibile, perché non erano più nel periodo di sviluppo.


È lo stesso per molti dei difetti che acquisiamo durante il periodo della prima infanzia, come difesa contro il trattamento che riceviamo dalle circostanze del nostro ambiente o perché siamo fraintesi da chi ci circonda. Acquisiamo questi difetti come carattere fisso, con il quale non possiamo fare nulla. Come malati ci rendiamo conto di sbagliare, ma una volta che l’abitudine si è formata non possiamo correggerla, anche se abbiamo la forza e la volontà di farlo. Fa parte della nostra costruzione morale come i piedini cinesi fanno parte del corpo fisico. L’educazione è una responsabilità enorme in questo periodo. In seguito gli errori che commettiamo sono meno importanti, perché non possono fare molto male. Il bambino piccolo, tuttavia, è come cera morbida. Se ci mettiamo sopra qualcosa quando è morbida lascia un’impronta che non può essere cancellata, che rimane anche dopo la rimozione dell’oggetto.


Dopo che il bambino ha lavorato con il materiale per le impressioni termiche gli si apre un nuovo mondo. Inizia a esplorare gli oggetti che lo circondano dal punto di vista della temperatura. Ogni corpo ha un proprio grado di temperatura, è più freddo o più caldo a seconda della sua costituzione. Questo calore o questa freddezza hanno a che fare con la quantità di aria che circonda l’oggetto e la quantità di spazio tra le molecole. I materiali pesanti (densi) sono più freddi al tatto, mentre quelli leggeri (meno densi) sono più caldi. Anche i materiali che brillano sono più caldi di quelli opachi.


Ora possiamo offrire al bambino oggetti di diversa composizione da tastare: un pezzo di sughero, un pezzo di feltro spesso (circa dello stesso spessore del sughero), un pezzo di legno leggero, un pezzo di ferro. Dobbiamo cercare di offrire al bambino il maggior numero possibile di differenze, quindi possiamo offrire anche pezzi di marmo, terracotta, vetro e pietra. Questi pezzi possono essere disposti in modo graduale.


Dopo aver acquisito queste chiavi per l’esplorazione dell’ambiente, il bambino non potrà mai rimanere fermo. Cresce non solo fisicamente ma anche mentalmente. La sua crescita non è unilaterale, ma procede in ogni direzione. Ci sono certe regole, un certo calendario stabilito da Dio, che il bambino deve seguire. Dobbiamo permettergli di seguire questo calendario con benevolenza. Non può smettere di crescere anche se lo torturiamo. Può diventare bugiardo, può diventare distorto, ma continuerà a crescere. Solo la morte può fermare ogni ulteriore crescita da parte sua! Quando ha raggiunto un potere, continua a ripetere gli esercizi fino a raggiungere un certo punto di maturità. Poi lo abbandona e passa ad altro. Questo è il meccanismo della crescita.


Quando abbiamo una capacità crediamo che anche il bambino debba averla. Da bambini acquisiamo queste capacità ma ci dimentichiamo di tutto quello che ci vuole per acquisirle. Non avvertiamo il cambiamento. Il periodo sensibile è qualcosa di cui non siamo consapevoli come lo siamo della fame. La fame è localizzata. Dura pochi minuti e poi viene soddisfatta. Il periodo sensibile dura a lungo. I cambiamenti sono così graduali che non ricordiamo di aver acquisito capacità. L’adulto non sente questi periodi sensibili perché ha raggiunto la maturità, e pertanto non può capire le azioni del bambino e gli impulsi che eccitano la sua sensibilità. L’adulto può capire il bambino che ha fame, perché anche l’adulto sente la fame.


Anche a livello culturale, l’adulto ritiene che il proprio figlio debba essere in grado di fare tutto ciò che lui sa fare! Se il bambino potesse riprodurre l’azione dell’adulto non ci sarebbe alcuna difficoltà. Quando vediamo un panorama, perché non siamo in grado di riprodurlo? Il potere di dipingere un quadro richiede una preparazione. Anche quando vediamo una riproduzione e cerchiamo di copiarla non ci riusciamo. Anche se i nostri occhi recepiscono l’impressione in generale, le nostre mani non hanno la preparazione per dipingere ciò che i nostri occhi vedono.


Il nostro approccio fornisce un rimedio semplice. Ogni azione complessa viene analizzata nei suoi elementi formativi. Ogni elemento viene staccato e isolato. Intorno a ogni elemento si forma un esercizio che viene collegato al periodo sensibile corrispondente. Così ogni elemento diventa un motivo di piacere per il bambino, una pietra con cui costruire l’edificio della sua intelligenza sotto la guida dell’impulso a crescere.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.