capitolo 35

I piani di sviluppo

sorprendente che anche un bambino molto piccolo sia in grado di imparare così tante cose diverse. La sua mente sembra una calamita che attrae le cose che lo circondano. Il bambino, come un uccello, raccoglie tutto ciò che trova in giro e lo deposita nel suo nido. Questa è la sua vera natura. Il bambino piccolo recepisce le immagini delle cose che vede. Il bambino più grande assimila la conoscenza delle cose, non solo le loro immagini. Vuole sapere ed è pronto a conoscere molte cose. Quanto dobbiamo offrire al bambino piccolo? Gli si può offrire qualsiasi materiale, tenendo conto dell’ambiente preparato in cui lo lasciamo libero di prendere ciò di cui ha bisogno. Ci limitiamo a osservare ciò che il bambino recepisce e lasciamo stare la parte di conoscenza che rifiuta. Se tra le cose che gli diamo c’è qualcosa di troppo difficile, semplicemente non lo assimila e non c’è alcun danno. Tuttavia, spesso vediamo che il bambino va anche oltre quello che cerchiamo di dargli. Lo abbiamo visto in molti paesi.


Nelle nostre scuole i bambini sono in stretta comunicazione tra loro. Non ci sono muri. Molto spesso, il bambino piccolo va nella classe del bambino più grande, quindi va anche oltre i limiti che gli poniamo. Va in giro a cercare la conoscenza, dicendo: “Voglio saperne di più!” E tutto ciò che è alla portata della sua intelligenza, lo prende. Cerca anche di fare tutto ciò che può. Il bambino nel primo anno di vita si guarda intorno e ha il potere di riconoscere tutto ciò che vede. Tra i tre e i cinque anni, quando va in giro a cercare la conoscenza, recepisce ciò che trova o accetta ciò che gli viene detto ed è molto felice. Non c’è limite ai fatti, alle conoscenze che recepisce. Ha dentro di sé il potere di afferrare la conoscenza e di conservarla. Tuttavia, non è ancora sviluppata quella parte della mente umana che mette in discussione un fatto, che assume una visione critica di ciò che apprende. In seguito il bambino si interessa alla ragione delle cose. Questa differenza si nota soprattutto nelle reazioni di bambini diversi a uno stesso fatto.


Per quanto possibile, è bene mettere i bambini a contatto con la realtà della vita in forma animale. Per introdurre i bambini più grandi al campo della biologia abbiamo deciso di allestire un acquario. Per avviare un acquario non basta prendere una vaschetta d’acqua e inserirvi una coppia di pesci vivi. Per mantenerlo è necessario capire le condizioni in cui vivono i pesci e preparare un ambiente per loro. L’acqua da sola non è sufficiente. L’acquario deve contenere un certo numero di piante e un certo numero di insetti acquatici, che devono essere mantenuti in una proporzione molto precisa. L’acquario deve essere coperto in modo che polvere e sostanze velenose non finiscano nell’acqua, e bisogna lasciare un po’ di spazio come passaggio d’aria per le piante, in modo che i pesci non consumino tutta l’aria assorbita dall’acqua. L’insegnante non era molto interessata al nuovo esperimento, ma i bambini lo erano molto. I più grandi lavoravano ad altro, ma i piccoli venivano a guardare con grande attenzione.


Un giorno, di buon’ora, i bambini videro che tutti i pesci erano morti. Furono tutti profondamente colpiti da questo fatto. Ogni volta che vedevano una persona nuova, le correvano incontro e dicevano: “Lo sai che i pesci sono morti?” Questa era la loro reazione chiunque arrivasse, un visitatore conosciuto o una persona sconosciuta.


Hanno ripetuto più volte le stesse cose con interesse e sentimento. I bambini più piccoli – non sappiamo con certezza quanto abbiano capito – hanno certamente compreso che sono necessarie determinate condizioni perché i pesci dell’acquario vivano bene. I bambini più grandi, che avevano sette anni, hanno guardato i pesci morti e hanno chiesto: “Perché questi pesci sono morti?”


Così vediamo la differenza di psicologia tra i due! Il bambino piccolo accetta i fatti così come sono. Accetta la conoscenza e la recepisce. Si entusiasma per il pesce morto e poi si agita perché il pesce è morto. Il fatto ha suscitato in lui emozione e attività, ma lo ha preso semplicemente come un fatto e lo ha ripetuto. I bambini più grandi hanno invece riflettuto sul motivo della morte del pesce. Si sono chiesti: “Perché questi pesci sono morti quando il loro ambiente era stato così ben preparato?” Qui la mente cerca le ragioni dell’evento.


Il bambino tra i tre e i sei anni ha una caratteristica psicologica speciale: la mente assorbente. Sta preparando la mente ad adattarsi, quindi accoglie tutto ciò che gli viene presentato senza critiche, a differenza del bambino più grande che ha iniziato a ragionare e a cercare il perché delle cose. Questo bambino costruisce la mente perché tutte le idee che lo circondano sono incarnate nella sua mente. Possiamo dargli qualsiasi cosa e lui l’accetterà. Quando era piccolo, era sensibile ai suoni del linguaggio. Li assimilava e li produceva incarnando così la sua lingua madre. Così, se una madre italiana dice al bambino che è circondato da angeli e che ha un angelo che lo protegge, questa idea si incarna nella psicologia del bambino.


Tutte queste diverse fasi della psicologia del bambino sono estremamente interessanti dal punto di vista del bambino nel suo compito di costruttore, di edificatore dell’uomo. In ogni periodo egli recepisce qualcosa. Non prende tutto in massa, ma con una certa forza, attraverso i diversi periodi di sviluppo. Costruisce sempre cose nuove con ciò che assimila.


Durante questo primo periodo, qualcosa dell’ambiente si radica profondamente nella mente dell’uomo. Questo diventa una parte tipica di lui, una caratteristica radicata nella profondità della sua anima. I tratti e le credenze della sua razza, tutte le cose prese dall’ambiente, dalle persone che lo circondano, si costruiscono in questo periodo. Queste cose attirano il suo entusiasmo e penetrano nella sua mente, nella sua anima.


Il bambino di sette anni ha un compito completamente diverso. Non ha più il potere di intensa ricettività del bambino piccolo. La sua mentalità è diversa. Quando riceve delle impressioni cerca la causa che le sottende. Pone i problemi davanti alla propria mente. Ci sono cose particolari che lo interessano e che non interessano al bambino piccolo.


Un padre dice al figlio piccolo: “Sei cattivo!” Il bambino crede al padre e si addolora per il fatto di essere cattivo. Tuttavia, di per sé il fatto non risveglia alcun problema nella mente del bambino. Ricordo una bambina piccola il cui padre, in un momento di malumore, l’aveva accusata di essere birbante. Era un’accusa ingiusta, non aveva alcun motivo, ma la bambina accettò il fatto. Si mise a piangere, si gettò tra le sue braccia e gli chiese di perdonarla. Eppure non aveva fatto nulla. Il bambino piccolo accetta i fatti così come sono. Allora il padre la consolò dicendo: “Sei pazza a piangere!” La bambina recepì anche questo e lo credette un dato di fatto. Questo è il tipo di mentalità di questo periodo.


Il bambino di sette anni inizia a chiedersi cosa è bene e cosa è male. La sua mente inizia a porsi dei problemi. Molte persone lo hanno riconosciuto in campo psichico. Dal punto di vista dell’apprendimento si osservano diversi tipi di mentalità nei vari periodi della vita di un bambino. Molti hanno notato che un bambino di cinque anni inizia a mostrare certi cambiamenti nella sua mentalità e che a sette anni è abbastanza maturo per ricevere certi altri tipi di conoscenza. Tutti questi diversi stadi della mentalità del bambino devono essere studiati. Le differenze in ogni stadio sono complesse. Non c’è solo una differenza nella capacità del bambino di assorbire le cose, ma anche una netta differenza nel modo in cui mostra affetto verso le altre persone. C’è una differenza nel suo comportamento sociale, nel modo in cui vive con i suoi piccoli compagni. C’è una differenza nei bisogni del bambino rispetto all’ampiezza dell’ambiente in cui vive. Emerge così il quadro di una vita complessa, che cambia ad ogni periodo successivo.


Il nostro metodo dovrebbe corrispondere a queste diverse fasi della vita del bambino, trovando un ambiente diverso e un modo diverso di relazionarsi con lui in ogni fase. Ad esempio, un bambino piccolo è molto felice in un ambiente chiuso, come la sua casa. Per lui non è una reclusione essere relegato a vivere la sua vita entro questo piccolo limite. Tuttavia, per un bambino di sette anni questi limiti sono troppo stretti, cercherà di uscire, di scappare, perché vuole aumentare il numero di persone che sono in reale relazione con lui. L’educazione deve quindi rispondere a questi cambiamenti. Per ogni fase deve essere predisposto un piano educativo.


Distinguiamo quattro fasi diverse nella vita di un bambino. Queste diverse fasi della vita psichica corrispondono anche a quelle che potremmo definire vere e proprie trasformazioni della vita fisica. Il bambino che siamo abituati a vedere ogni giorno non cambia sotto i nostri occhi. Eppure, se lo si osserva in periodi diversi, subisce trasformazioni ben visibili.


Le trasformazioni della vita che avvengono nei primi due anni non fanno parte della vita scolastica. In questa fase il bambino si mostra pronto all’indipendenza, inizia a camminare da solo, sa parlare, ha i denti. È un bambino tenero dalla forma rotonda, che afferra con affetto la mano o la gonna della mamma. È difficile resistere alla tentazione di accarezzarlo. Ha la tendenza a stare sempre vicino alla persona che gli piace. La sua dolce mente, così innocente, crede a tutto, ripete tutto con grande fede, è come un perfetto uomo spirituale che crede a tutto ciò che gli viene detto, tanto che quando qualcuno gli dice che è cattivo lui ci crede. Con i suoi capelli morbidi e ricci, i suoi piccoli denti perlati, ognuno così piccolo eppure così completo, le sue manine grasse con le fossette e il viso arrotondato, è così dolce.


Poi arriva il momento in cui uno di quei dentini inizia a dondolare. Appaiono anche altri cambiamenti. Dobbiamo scattare molte foto a questo dolce bambino prima di questo momento e dire: “Addio, mio piccolo bambino! Addio!” Il dolce bambino che aveva tutte queste caratteristiche scompare. Possiamo mostrare queste foto a una persona che viene a trovarci dicendo: “Vedi questo bel bambino, non c’è più!” Il visitatore potrebbe chiedere: “È morto?” Possiamo solo rispondere: “No, ora è grande!” Il bambino è ora un essere completamente diverso. Il suo visino tondeggiante sembra più vecchio, i denti cadono uno dopo l’altro e al posto di quelli minuscoli spuntano denti di dimensioni enormi, assolutamente sproporzionati rispetto alle dimensioni della testa, tanto che sembra più un cavallo che un bambino. Da piccolo e paffuto diventa più magro, i capelli diventano folti, spessi e lisci e i riccioli scompaiono. Poi i piedi diventano molto grandi e le gambe molto lunghe. Anche psicologicamente cambia. Non è più un piccolo essere tranquillo. Diventa scontroso e risponde alle domande in modo brusco. Vuole uscire sempre. La madre, la casa e persino la scuola non sembrano soddisfarlo. È come se la natura gli avesse dato gambe lunghe per uscire nel mondo. Vuole sapere il perché, il percome e il cosa di tutto. I genitori di solito non sanno come rispondere a queste domande, oppure non vogliono rispondere. Emerge così un tipo di bambino completamente diverso. Il bambino è diventato un ragazzo.

Questa fase corrisponde al periodo della scuola primaria. Questo cambiamento psicologico non avviene all’improvviso. I denti del bambino non cadono tutti lo stesso giorno, ma uno alla volta, nell’arco di un periodo di tempo. Il cambiamento è così graduale che i genitori non si rendono conto delle differenze. Se lasciamo il bambino per due anni e poi torniamo, noteremo tutti i suoi cambiamenti. A sette anni il bambino ha una mente potente. Non è più passivo. Riceve ancora le impressioni ma diventa un investigatore. Non vuole essere legato a nessuno. Mentre prima era molto contento quando la madre gli metteva un vestito nuovo, ora non vuole indossare qualcosa di nuovo, non gli piace essere vestito. Vuole diventare un uomo forte. Prima voleva che la balia lo accompagnasse a scuola, ora si vergogna di essere accompagnato da lei. Prima le sue relazioni sociali si limitavano alla famiglia, conosceva solo i fratelli, le sorelle, i genitori e gli zii. Ora ha in sé lo spirito di avventura. Vuole vedere di più del mondo. Questo spiega il grande successo che il movimento dei Boy Scout32 ha avuto. Ha dato una nuova dignità, una nuova responsabilità a questi bambini tra i sei e gli undici anni.


A quest’età il bambino può assimilare un’enorme quantità di cultura. Tutti gli studi che richiedono precisione possono essere iniziati in questo momento. Il bambino scopre di poter usare la mente per problemi matematici e per lo studio esatto e preciso delle lingue. Si forma l’individualità mentale del bambino. L’esperienza ci insegna che in questo periodo il programma di studio deve essere ampliato, e arrivare a contenere non solo le cose insegnate nel periodo primario, ma anche molte cose insegnate nel periodo successivo della scuola secondaria.


La vita dell’uomo durante il periodo dello sviluppo è divisa in fasi molto chiare. Oggi queste metamorfosi della vita sono state riconosciute in tutta la loro importanza, in tutta la loro profondità e in tutta l’efficacia della loro estensione.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.