capitolo 19

Apprendere attraverso l’osservazione

I

l progresso umano è iniziato quando l’uomo ha imparato a osservare. È solo quando guardiamo un oggetto con precisione che lo osserviamo. Possiamo guardare qualsiasi cosa in modo inconsapevole, senza attenzione, e poi possiamo guardarla con grande preparazione. Si è parlato molto della scienza dell’osservazione. Osservare non significa vedere. Per osservare non indossiamo occhiali speciali. Il progresso e l’avanzamento della scienza non dipendevano semplicemente dal vedere le cose, ma dal vederle armati di una preparazione speciale, di uno speciale allenamento mentale. L’osservazione stessa è diventata una questione di metodo (un metodo limitato in modo preciso) grazie al quale l’oggetto di studio diventa più nitido, più acuto e più facile da penetrare.


Un uomo che ha una vista scarsa ha bisogno di aiuto per vedere. Un uomo che desidera osservare, studiare con precisione, ha bisogno dell’aiuto del meraviglioso strumento che gli è stato dato: l’intelligenza. La scienza dell’osservazione è una scienza sperimentale e anche una scienza esatta. Quando si compiono progressi, si raggiunge la conoscenza. Conoscere a fondo qualcosa significa perfezionare la raccolta delle sensazioni attraverso la vista, che è il senso più intellettuale, cioè raccoglie il maggior numero di sensazioni intellettuali. Di questi sensi intellettuali ce ne sono moltissimi. Gli scienziati, gli studenti che si mettono sul sentiero dell’osservazione scientifica, iniziano ad amare le cose che osservano. È sorprendente che l’uomo che impara a osservare scientificamente si lega a ciò che osserva non per mezzo dei sensi, ma per mezzo di uno speciale tipo di amore. Come chiamare diversamente il grande interesse, il grande entusiasmo dell’uomo che ha iniziato a osservare e a cogliere la realtà in modo esatto, se non con il nome di amore?


Quando parliamo di una persona interessante, di una persona per la quale proviamo un interesse particolare, intendiamo dire che l’abbiamo vista davvero. Cosa succede quando c’è qualcuno che ci interessa in modo particolare? La vediamo chiaramente, con tutti i particolari, in tutti i dettagli. Tanti dettagli che sfuggono agli occhi degli altri non sfuggono alla nostra osservazione. Quando cominciamo a provare questo affetto, non sono solo i dettagli esteriori che desideriamo conoscere, ma sentiamo la brama di sapere tutto di questa persona. Tutto ciò che udiamo su questa persona ci interessa. Quindi la scienza non solo ha trovato un modo esatto di osservare, ma ha trovato un modo di osservare con dedizione, con amore, con passione! Come definire altrimenti questo interesse che cambia la vita di uno scienziato, a cui non preme più uscire per divertirsi, a cui non importa più del divertimento, il cui unico interesse è quello di andare sempre più a fondo nello studio a cui ha dedicato la sua vita?


Vedo in questo fatto la realizzazione del progresso. Il progresso è possibile solo grazie a un nuovo tipo di amore che entra nel cuore dell’uomo, che lo spinge a osservare un qualcosa, a penetrare in esso e a compiere i suoi studi. Le scoperte che sono nate da questo sentimento d’amore non sono per lo scienziato stesso, affinché possa dormire tranquillo o mangiare meglio di quanto facesse prima della scoperta, ma per il servizio dell’intera umanità. Gli uomini che volevano sapere qualcosa, che amavano i loro studi, la cui vita non è durata fino alla scoperta, non sono forse stati chiamati martiri della scienza? Come si può allora definire la scoperta come un perfezionamento materiale? Il fatto è che non dobbiamo escludere il mondo materiale, ma penetrarlo.


Uno sguardo superficiale ci aiuta a riconoscere che il bambino è per natura un recensore del suo ambiente. È molto curioso e gli piace osservare tutto. Nel nostro metodo diciamo che il bambino ama il suo ambiente. Prende dall’ambiente immagini e impressioni nei periodi sensibili. Non guarda le cose in modo distante, ma le assimila alla sua personalità, e dopo questa osservazione avviene un cambiamento dentro di lui. Ora, se ci proponiamo di aiutare il bambino a cogliere queste impressioni dall’ambiente, dobbiamo prepararlo in modo adeguato ad osservare in modo preciso. Questo gli permetterà di dare un ordine scientifico alle astrazioni che è riuscito a elevare dal mondo esterno al livello astratto della sua mente.


L’educazione sensoriale offre al bambino un metodo scientifico di osservazione per mezzo di materiali che hanno lo scopo di isolare uno stimolo sensoriale particolare dagli altri. Se prepariamo questo apparato in modo metodico e lo offriamo al bambino con una tecnica speciale, il bambino sarà in grado di risolvere da solo molti problemi.


Se vogliamo offrire al bambino la sensazione visiva del colore o della forma geometrica dobbiamo dargli un oggetto. Offrire al bambino un colore non è facile, perché il colore è un’astrazione. Come possiamo dargli un oggetto e un’astrazione insieme? È quasi impossibile trovare una soluzione perfetta a questo problema. Se gli diamo un oggetto, questo ha tante qualità oltre a quella del colore: il peso, la sensazione tattile di morbidezza o ruvidità, la sensazione termica e tutte le altre qualità di un oggetto materiale. Se vogliamo dare al bambino due colori, il rosso e il giallo, dobbiamo dargli due oggetti uguali in ogni dettaglio, in ogni qualità, che differiscono solo per un elemento: il colore. Poiché gli oggetti sono della stessa dimensione, dello stesso peso, uguali in tutte le altre qualità, l’unica che risalterà sarà quella in cui differiscono. Pertanto, gli oggetti danno al bambino l’impressione dell’unica cosa per cui si possono distinguere l’uno dall’altro.

Per dare al bambino un’impressione del suono dell’ottava, dobbiamo preparare il materiale tenendo conto di una serie di dettagli. Per offrire impressioni di suoni non possiamo usare barre metalliche di lunghezza diversa13 che producono suoni diversi, poiché vediamo una gradazione di lunghezza nelle barre più lunghe o più corte di quelle successive. Esse differiscono non solo nel suono, ma anche nelle dimensioni. Dobbiamo invece trovare delle campane che producano suoni diversi, anche se sono tutte della stessa dimensione, dello stesso colore, ognuna con un supporto di legno su cui poggiare, in modo che sembrino del tutto simili. È solo quando le tocchiamo con un percussore che possiamo isolare la qualità del suono, poiché tutte le altre caratteristiche sono identiche.


Allo stesso modo, se vogliamo offrire al bambino l’impressione del rumore, possiamo dargli delle grosse pietre che, se lasciate cadere, producono un suono particolare, poi delle pietre più piccole che producono un suono più morbido e della sabbia che non produce alcun suono. Ognuno di essi, però, ha un aspetto diverso, una qualità particolare, per cui il rumore non si distinguerà da solo. Dobbiamo quindi trovare oggetti che si assomiglino in ogni dettaglio, ma che producano suoni diversi quando vengono scossi.


Un fatto molto interessante è che tutte le cose che sembrano assolutamente simili, hanno qualcosa di nascosto che le rende diverse l’una dall’altra. Questo è forse il modo più naturale per isolare una qualità speciale. Dobbiamo quindi sforzarci di produrre oggetti assolutamente simili tra loro, e allo stesso tempo isolare una qualità, adatti a essere maneggiati dal bambino. Poi vediamo il bambino che studia, studia davvero, osservando di volta in volta questi oggetti che hanno questa qualità nascosta.


Possiamo aiutare il bambino a osservare in modo più acuto tutto ciò che lo circonda attraverso un metodo psicologico. Se due oggetti sono simili, riconoscere l’identità tra loro è la cosa più semplice. In effetti, lo facciamo quasi istintivamente. Se mettiamo due colori che si assomigliano, istintivamente cerchiamo di capire se sono simili o meno. Quindi il primo passo è il riconoscimento delle identità. C’è un’altra cosa che ci aiuta a percepire le cose: il contrasto. Le note contrastanti in una canzone, una nota molto alta e una molto bassa, si distinguono molto facilmente. Il secondo passo consiste nel notare i contrasti. Il terzo passo è riconoscere le differenze più sottili tra due oggetti, tra le identità e i contrasti. È molto difficile vedere la differenza tra due oggetti che si assomigliano. In una serie di oggetti classificati isolando una qualità speciale, ogni oggetto è molto vicino in quella qualità al successivo. Il riconoscimento di cose molto simili tra loro si può ottenere solo esercitandosi, attraverso l’osservazione ravvicinata.


Se andiamo in un paese straniero abitato da un’etnia diversa dalla nostra, tutte le persone si assomigliano. Ci vuole un po’ di tempo per distinguere un individuo dall’altro. Vivendo in mezzo a loro giorno dopo giorno, guardandoli da vicino, a poco a poco cominciamo a distinguerli, fino a che non li confondiamo più. Se all’improvviso ci trovassimo di fronte a due gemelli completamente uguali, saremmo immediatamente colpiti dall’identità. Quando andiamo in un altro paese non siamo in grado di distinguere le persone perché si assomigliano. Tuttavia, sappiamo che non sono identiche e che ogni volto è diverso. Per noi è difficile vedere la differenza, perché notiamo facilmente le caratteristiche simili. Tra le persone di oggi abbiamo persone possenti, persone snelle, persone con i capelli neri, persone grasse, persone con la carnagione chiara e così via. Queste cose ci colpiscono immediatamente e c’è una sorta di lavoro interiore nella nostra mente che porta a distinguere le cose.

Quindi, quando prepariamo questi oggetti, non dobbiamo solo cercare di isolare la sensazione, ma anche tenere presente, per quanto possibile, queste abitudini naturali di riconoscimento delle cose. Perciò possiamo anche proporre due oggetti che sono identici nella qualità che vogliamo isolare, insieme ad altri due oggetti anch’essi identici, ma che contrastano con la prima coppia in quella qualità. Per esempio, possiamo offrire al bambino quattro rocchetti, di cui due rossi e due blu14. In questo modo gli forniamo un metodo di osservazione. Ora, il bambino sarà in grado di applicare questo metodo di osservazione al mondo esterno per distinguere tra le uguaglianze o i contrasti. Non possiamo offrire questo metodo a un bambino piccolo attraverso una spiegazione, ma possiamo dargli alcuni oggetti che includono questo metodo in sé. Possiamo presentargli coppie di oggetti identici in contrasto, a due a due. Questo si può chiamare procedimento con metodo.


C’è un altro fatto particolarmente interessante. Quando uno dei sensi diventa difettoso, quasi per compensazione un altro dei sensi diventa più acuto, più efficace e più capace di osservazione. È esperienza comune che se davanti agli occhi ci sono troppe sensazioni visive, colori e forme brillanti, è più difficile percepire la raffinatezza di un concerto, apprezzare pienamente la musica. Così, dopo un concerto di un artista famoso, quando si accendono le luci, ci guardiamo intorno e osserviamo i vestiti che indossano le altre persone, l’aspetto del teatro e così via. Dopo la fine del concerto, è come se l’occhio dicesse all’orecchio: “Ora posso percepire meglio le cose!” Spesso si dice che i ciechi sentono con le mani. Ciò significa che il loro tatto è molto più sviluppato rispetto al resto dell’umanità. 


Le persone sorde vedono molte più cose di noi, possono capire ciò che una persona dice senza sentire il suono delle parole, semplicemente con la vista, osservando il movimento delle labbra. Ai tempi del cinema muto, quando non esisteva il parlato, gli attori muovevano le labbra per dare l’impressione di parlare. In una scena, gli attori usavano tutti i tipi di parole impertinenti, terribili e persino sgradevoli, perché sentivano di poter dire qualsiasi cosa, dato che in ogni caso il pubblico non sentiva quello che dicevano. Tuttavia, alcuni sordi del pubblico capivano le parole attraverso il movimento delle labbra e dicevano: “Che vergogna! Parole così terribili in un film così altamente religioso e morale!” I sordi potevano vedere le parole uscire dalle labbra degli attori. Esistono quindi delle compensazioni per cogliere le immagini dell’ambiente quando un senso fa difetto.


Quando ci occupiamo dell’educazione sensoriale dei bambini dobbiamo anche considerare che sopprimendo la funzione di un senso l’altro diventa più acuto, più raffinato. Per esempio, se dobbiamo studiare una sensazione tattile, possiamo percepire meglio questo senso chiudendo gli occhi. Lo stesso vale per la vista e l’udito. Possiamo rendere più acuto un senso eliminando più o meno l’altro.


Una volta mi trovavo in un teatro di Londra, dove un’attrice molto famosa cantava con una voce deliziosa, ma che non arrivava chiaramente alle mie orecchie. Chiusi gli occhi perché sentii che non c’era speranza di udirla. Con gli occhi chiusi la voce mi arrivava, ma da aperti non riuscivo a distinguere le parole!


Con questo ho fatto esperimenti di proposito. Abbiamo iniziato un bambino convincendolo a chiudere gli occhi mentre percepiva altre sensazioni, non per renderlo più attento, ma per offrirgli l’opportunità di percepire meglio il materiale a disposizione. Se tocchiamo leggermente una superficie liscia, poi chiudiamo gli occhi e la tastiamo, percepiamo la consistenza in modo diverso, la sensazione è più forte.


Infine, c’è un altro aspetto dell’educazione sensoriale che chiamiamo preparazione degli organi. Per organi intendiamo gli organi dei sensi, gli occhi, la pelle e così via. Nel mio paese, dove fa molto freddo, a volte la mano si intorpidisce ed è molto difficile percepire qualsiasi sensazione di ruvidità o di morbidezza. Quindi, prima di toccare qualcosa, iniziamo a strofinare le mani per riattivare la circolazione e renderle sensibili. Strofinando le mani in modo vivace possiamo percepire meglio le sensazioni del tatto. Utilizziamo questa tecnica ogni volta che desideriamo percepire le differenze tra le superfici. Questi dettagli servono anche a portare variazioni e quindi un crescente interesse negli esercizi, e insegnano al bambino a entrare più a fondo nel particolare. Il bambino può avere questo bisogno di preparazione scientifica e di osservazione entro i limiti dell’infanzia, e così trattato acquisisce una maggiore capacità di vedere. Inizia davvero a osservare.


Anche se la tecnica è racchiusa nel materiale, il bambino non si limita al materiale che dà alla sua mente un metodo di osservazione. Quando una persona con problemi di vista non possiede gli occhiali, non si interessa alle cose che vede ma passa oltre. Con gli occhiali vede meglio e si interessa a ciò che lo circonda. Quando vuole prendere un paio di occhiali, l’oculista gli presenta una tabella su cui sono scritte diverse cose, gli indica una linea, gli dà un paio di occhiali e gli chiede se vede bene. Se la risposta è negativa, gli dà un altro paio di occhiali e gli chiede se vede meglio. Infine, non rimane all’interno del locale dell’oculista, ma prende gli occhiali ed esce. È allora che vede balzare davanti ai suoi occhi tutte le cose che prima non vedeva. La preparazione della mente del bambino con questo metodo è come gli occhiali che hanno aiutato l’uomo a vedere. Così come gli occhiali vengono portati con sé dall’uomo con la vista difettosa, il bambino non lascia a casa le sue nuove percezioni, ma le porta con sé nel mondo.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.