capitolo 18

Isolamento: materializzare le astrazioni

S

e ci fossimo fatti l’idea che questo metodo è gioioso e semplice e rende felici i bambini, saremmo un po’ disillusi. Per i bambini è piacevole e sono felici con gli oggetti. Non è gioioso o semplice per gli adulti. Lo stretto sentiero che studiamo è sempre un sentiero verso la perfezione, e ad ogni passo si trova un’ulteriore perfezione. In questo cammino i bambini trovano la gioia. Se la cerchiamo tra i fiori, le cose belle o le persone ben vestite, non la troveremo. I bambini hanno dimostrato che la loro gioia si trova nel lavoro continuo necessario per raggiungere l’auto-perfezionamento. Questo vale anche per gli adulti. Ci deve essere un compito speciale, un modo speciale di procedere verso la perfezione, e solo in questo si trova la felicità. Tutti questi particolari ci portano a credere che abbiamo bisogno di una base più scientifica di quella che abbiamo avuto finora per l’educazione.


Come è stato condotto lo studio delle cellule? Le abbiamo cercate per vedere da vicino come sono costituiti tutti gli esseri viventi. Ci siamo serviti del microscopio. Per osservare le complessità della vita, è necessario studiarne i dettagli più minuti e intimi.


Questo si trova nel campo psichico e il bambino ci conduce ad esso. Per approfondire la costruzione psichica dell’essere umano è necessario entrare in questi piccoli dettagli. Le diverse divisioni delle sensazioni hanno delle ulteriori suddivisioni. Alcuni dei nostri materiali aiutano una parte di uno di questi gruppi di sensazioni, le distinzioni visive di dimensione, colore e forma. Esistono anche materiali per gli altri gruppi di sensazioni percepite dai nostri sensi, come il senso termico, il senso barico, il senso dell’udito, il senso del gusto e il senso dell’olfatto. Vedrete che in ognuno di questi materiali abbiamo delle sensazioni. E tutte queste divisioni separate, questi gruppi isolati servono a favorire quella che noi chiamiamo educazione sensoriale.


In natura ciò che il bambino vede è l’oggetto. Questo oggetto ha in sé più o meno tutte le forme di stimoli sensoriali. Se il bambino vede un fiore può percepire molte cose: il suo colore, il suo profumo, la sua forma. In natura tutte queste qualità si trovano nello stesso oggetto e nello stesso momento. Non sarebbe quindi molto più naturale dare ai bambini una serie di oggetti in modo che possano toccarli e vederli? Sì, in effetti si potrebbe fare, ma pensate a tutti gli oggetti di cui avremmo bisogno nella scuola! Potremmo portare il bambino a fare una passeggiata in giardino per fargli vedere un albero o un fiore, oppure potremmo portarlo per strada, al mercato, per fargli vedere tanti oggetti. Se gli dessimo solo questi oggetti, faremmo vivere al bambino un’esperienza molto triste. I bambini di tre anni osservano la natura semplicemente muovendosi o uscendo in giardino. In fondo non sono ciechi. Credete che se un bambino sente della musica quando passa per la città, si tappi le orecchie? Se quando va in giardino c’è un profumo di fiori, credete che si tappi il naso perché lo scopo dei fiori non era offrirgli questo odore?


Quella che chiamiamo educazione dei sensi è in realtà un aiuto alla costruzione dell’intelligenza, e le sensazioni dell’udito e della vista ne contribuiscono alla formazione. Tutte queste sensazioni sono ricevute dal bambino dall’ambiente esterno. Egli non le riceve come se fosse una lente che riflette ciò che ha davanti che contiene solo un’impressione degli oggetti che lo circondano in quel momento. È nella natura della mente umana, e quindi anche della mente del bambino, estrarre dall’oggetto le qualità che vede e considerarle a parte. Questo fa parte della natura dell’uomo. È così naturale che a volte non ce ne accorgiamo.


La mente umana non solo recepisce le immagini degli oggetti dall’ambiente, ma ne forma un’astrazione. Da molti oggetti rossi si riceve una certa idea del colore che è isolata da qualsiasi oggetto. Sentiamo molti gradi di calore e di freddo, in base al clima del luogo in cui viviamo, in base alle stagioni dell’anno o in base agli oggetti che tocchiamo. A poco a poco non pensiamo alle stagioni o al clima, ma ci limitiamo a sentire caldo o freddo. Anche questa è un’astrazione. Nella vita veniamo a contatto con molte cose, alcune lisce e altre ruvide al tatto, e a poco a poco ci formiamo un’idea di morbidezza o ruvidità che non è legata all’oggetto. Mangiamo molte cose dolci o salate e a poco a poco ci formiamo un’idea di sapidità o di dolcezza che non è legata ad alcun cibo in particolare. Sentiamo le campane delle mucche che tornano a casa o il nostro inno nazionale o forse un canto religioso, e presto iniziamo ad astrarre da questi canti (religiosi o popolari) l’idea di musica. Sentiamo una madre che parla al suo bambino, sentiamo un padre che rimprovera il figlio, sentiamo un’insegnante che fa lezione. Tutti questi sono casi determinati di parola. Eppure, dopo un po’ parliamo di linguaggio. Anche questa è un’astrazione.


Che cos’è questa astrazione? È semplicemente che dai milioni di cose che possiamo vedere intorno a noi, astraiamo una qualità da molti oggetti che la possiedono, un’unità comune a tutte le cose che viene presa per formare un’idea. La qualità non esiste in natura. Esiste solo nella mente dell’uomo. È il potere della mente dell’uomo che può fare questo tipo di sintesi, che può distinguere una cosa prendendola da milioni di altre.


Tenere a mente tutti i milioni di oggetti che abbiamo visto, così come uno specchio riflette milioni di oggetti da un ambiente passivo e meccanico, è diverso dal ricavare un’idea, un’immagine da questi milioni di sensazioni. È un’elevazione, un’ascensione. In basso, nel campo della sensazione, ci sono tutti questi milioni di oggetti materiali dai quali la mente dell’uomo eleva la differenza e crea qualcosa di nuovo.


Anche il bambino possiede questo potere, solo che fa astrazione senza saperlo, che è comunque è un gran bel risultato. Ci sono parole che esprimono astrazioni – verde, rosso, giallo, grande, piccolo, liscio, ruvido – che pronunciamo senza avere un oggetto specifico. Questo potere è dato solo all’uomo ed è una delle caratteristiche dell’intelligenza umana. È forse una delle cose che distingue l’uomo dalle altre forme di vita. Anche se gli animali possono distinguere tra gli oggetti (il cane può riconoscere il suo padrone dagli altri esseri umani), il potere di astrazione appartiene solo all’uomo.


C’era un famoso educatore francese che prese in cura un bambino con poteri mentali molto bassi. L’educatore riuscì a fargli riconoscere degli oggetti: un paio di forbici, un libro. Una volta gli chiese di andare a prendere un libro in una stanza vicina, ma il bambino tornò dopo molto tempo e disse che lì non c’era nessun libro. L’insegnante, che sapeva che c’erano molti libri, andò nella stanza accanto dove questi erano conservati. Scoprì che il libro specifico che aveva mostrato al bambino non c’era. Allora l’insegnante cercò di mostrare al bambino che anche tutti gli altri erano libri, in modo che il bambino afferrasse l’idea dell’astrazione, ma il bambino non poteva né generalizzare né astrarre. Questa fu la difficoltà che l’educatore dovette affrontare e che non riuscì mai a superare.


Il bambino normodotato, invece, recepisce queste cose in modo naturale e mentre capisce le immagini e le parole che le rappresentano, individua anche quella qualità astratta che può applicare ad altri oggetti.


Se ci fermiamo a riflettere, quando noi adulti parliamo, parliamo di idee, di astrazioni che nemmeno vediamo o immaginiamo. Immaginiamo continuamente. Raramente parliamo di cose che vediamo. Quando vi dico che vengo dall’Italia mi capite perfettamente, eppure non l’avete mai vista né avete la misura della distanza che ho percorso per venire qui. Una parola, un’idea astratta che vi do è sufficiente perché non parliamo di cose che esistono, ma di cose che abbiamo nella nostra mente, che sono a un livello molto al di sopra delle cose materiali.


Quando si parla dei bisogni del popolo indiano12 e dei suoi diritti, conosciamo il popolo per il quale stiamo combattendo, per il quale diamo tanta energia? Anche se potessimo vederli, potremmo tenere a mente un centinaio di volti o anche cinquecento. Dopodiché il nostro potere sarebbe molto limitato e saremmo in grado di ricordare solo alcuni dei volti. Per questo parliamo della realtà in modo astratto. Quando parliamo del popolo indiano, parliamo di persone realmente esistenti, di uomini veri che vivono in un paese chiamato India, che ha le sue pianure, i suoi fiumi e le sue montagne. Dobbiamo concludere che l’uomo, con la sua mente, può coprire una distanza immensa, addirittura il mondo intero, ma solo nel campo dell’astrazione. Quando parliamo dell’America, della Nuova Zelanda, del Polo Nord e del Polo Sud, ne parliamo come se la nostra mano li avesse toccati, come se sapessimo tutto di quei luoghi. Parliamo delle cose reali che esistono lì perché esistono nella nostra mente, grazie allo sforzo della nostra intelligenza. Questa intelligenza è aiutata dalle parole: delle astrazioni in sé che parlano di altre astrazioni. Io posso dire montagne nella mia lingua, ma voi non capite la mia lingua. Per voi è una mera accozzaglia di suoni. Se aveste visto una montagna, l’avreste riconosciuta. Così viviamo nel mondo della mente, che è un mondo al di sopra di quello reale. Questo forma la correttezza della mente individuale. Se dovessimo parlare solo delle cose che abbiamo realmente visto con gli occhi o toccato con le dita, quale scarsa intelligenza avremmo! Ecco perché il bambino è avido subito dopo la nascita, e la sua avidità cresce con tutti i cinque sensi, fino ad acquisire il potere dell’astrazione.


La mente umana comprende le diverse grandezze e quantità percependo gli oggetti, e separa l’una o l’altra sensazione fino a quando non ha fatto tutte queste astrazioni, portando così una classificazione del mondo che ci circonda. Se questa classificazione non esistesse, tra gli uomini ci sarebbe un perenne caos. Tutte queste classificazioni di astrazioni sono una costruzione mentale. Quale grande aiuto deve essere per il bambino che ha abbondanti forze naturali vedere i materiali in una serie di oggetti, e poi metterli in un ordine sistematico. Questa possibilità deve essere di enorme aiuto nell’organizzazione dell’intelligenza. Perciò diamo al bambino questi oggetti che vengono chiamati astrazioni materializzate.


Il bambino porta in questo esercizio anche uno studio di sé, uno studio delle proprie possibilità. Possiamo distinguere chiaramente le forme dai colori e dai suoni. Essendo una realizzazione del sé, è anche un ulteriore aiuto allo sviluppo. Tutte queste classificazioni che abbiamo formato ci aiutano a vedere il mondo esterno. Non vediamo con i nostri occhi materiali, ma con gli occhi della nostra intelligenza. Se per qualche motivo particolare mi sono interessata al colore viola, allora vedrò il viola molto più chiaramente nell’ambiente che mi circonda. Se mi sono dedicata allo studio dei colori, i colori mi interessano di più. Se approfondisco la conoscenza musicale, tanto da riconoscere e capire certi suoni, la musica mi interessa molto di più. Sento note musicali che prima non sentivo. Il bambino, dopo aver seguito un’educazione sensoriale, ha l’impressione di capire molto meglio il mondo esterno. Un bambino, dopo aver fatto tutti questi esercizi sensoriali, ha detto: “So tutto!”


È con le impressioni mentali che vediamo il mondo, non solo con i sensi. Se un botanico attraversa una foresta, ogni passo che fa è pieno di interesse per lui. Tutto ciò che vede suscita il suo entusiasmo: nota tanti dettagli, tante ombre, persino i peli delle foglie. La stessa foresta non interessa un uomo che non è uno studente di botanica, ma la attraversa senza vederla. Entrambi hanno gli occhi; uno vede, l’altro no. Ad un concerto di musica ci sono persone che hanno un interesse particolare per la musica e altre che non la capiscono affatto. Le persone interessate distingueranno tutte le sue belle note, mentre coloro che non la capiscono non saranno in grado di apprezzarla nemmeno un po’. Possiamo quindi avere occhi ed essere ciechi per molte cose; possiamo avere orecchie ed essere sordi per molte cose. La nostra correttezza non è data dal nostro senso materiale, ma dall’estensione della nostra costruzione mentale.


Affinché la mente possa immaginare con dettagli reali, è necessario che l’individuo inizi a esplorare il mondo per mezzo di questi sensi. Ecco perché l’educazione sensoriale rappresenta un aiuto essenziale per la costruzione mentale del bambino.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.