CAPITOLO 10

Liberare l’intelligenza

Descrizione di materiali sensoriali che aiutano il bambino ad acquisire impressioni chiare dall’ambiente. Con l’aiuto dell’introduzione degli opposti e della gradazione si affinano sia l’osservazione che l’intelligenza, per esempio se si misura la gradazione, la chiarezza della percezione migliora. Isolamento dei sensi.

24 settembre 1946


Nella nostra ultima conferenza ho illustrato alcuni dei mezzi con cui possiamo aiutare i bambini ad acquisire impressioni chiare dall’ambiente. Ho parlato del metodo di osservazione psicologico. Per gli esseri umani, le somiglianze sono più notevolmente visibili delle differenze. Ad esempio, la nostra attenzione è attirata facilmente dai gemelli. Anche i contrasti attirano l’attenzione. Ecco perché quando presentiamo i materiali, partiamo dagli estremi. Una volta che l’attenzione si focalizza e l’esperienza risveglia l’interesse, con le progressioni possiamo aiutare il bambino ad arrivare a un affinamento dell’osservazione e dell’intelligenza. Questa progressione permette all’individuo di apprezzare le piccole differenze.


Se si misura la progressione, se le distanze fra ogni oggetto diverso sono simili, l’osservazione diventa metodica, scientifica, chiara e costruttiva per la mente, e la chiarezza della percezione aumenta.


Un altro fattore importante è l’isolamento del senso. Abbiamo parlato dell’isolamento della qualità; l’isolamento del senso è un problema diverso. Se un senso è isolato, il suo potere di percezione sembra aumentare. La possibilità della percezione è più profonda. È la concentrazione della mente cosciente su quel senso. La mente cosciente riceve in continuazione impressioni attraverso tutte le porte dei sensi. Se improvvisamente vedete qualcosa di interessante mentre ascoltate qualcuno che parla, la vostra attenzione divaga: l’orecchio può benissimo sentire, ma la mente cosciente non riceverà l’impressione. A un concerto, si abbassano le luci, si chiede silenzio alle persone e nessuno può entrare nella sala per paura di disturbare l’attenzione. Scoprirete che se chiudete gli occhi potete sentire più facilmente il suono di una voce indistinta.


Prendiamo nota di tutti questi fatti per aiutare i bambini a ricevere impressioni chiare. Se un senso viene meno, gli altri sembrano essere acuiti. I ciechi sono educati attraverso il senso tattile e stereognostico. La natura ci ha conferito un grande potenziale, che non è completamente sviluppato: è sviluppato in una certa misura, appena sufficiente per farci vivere e comprendere il mondo che ci circonda.


Se c’è la mancanza di un senso, l’interesse dell’individuo si concentra sui sensi che rimangono, e utilizzandoli, può raggiungere quasi lo stesso grado di percezione: a volte questo può anche essere superato. Un mio amico era sordo e abbiamo camminato insieme sulle colline sopra la nostra casa, che allora era ancora incompleta. I falegnami erano al lavoro. Avevamo portato con noi un binocolo potente, in modo da poter guardare la casa dall’alto. Il mio amico ha guardato attraverso il binocolo e si è molto arrabbiato. Quando ho chiesto perché, mi ha detto che il falegname aveva offeso sua madre. Lo sapeva perché, da quella distanza, poteva leggere le labbra del falegname e poteva quindi capire la conversazione.


Dunque, possiamo convenire che l’isolamento dei sensi è di grande aiuto per la chiarezza della percezione delle impressioni. Se vogliamo essere di aiuto ai bambini, dobbiamo aiutarli a realizzare qualcosa che da soli non possono realizzare, come la teoria del colore, o le tre dimensioni della relatività del calore. Tutti questi fatti non si potrebbero spiegare a parole. Tuttavia, si può spianare la strada a esperienze attraverso cui la mente subconscia si permei di questi fatti. I bambini arriveranno a riconoscerli consapevolmente e quindi apprezzeranno le differenze attraverso il confronto con le loro proprie esperienze. Potranno imparare da soli qualcosa che noi non potremmo trasmettere solamente con le parole. Noi diamo un’astrazione, i piccoli imparano a comprendere questo concetto astratto usando il materiale. Chiamiamo questo meccanismo l’astrazione materializzata.


Passiamo all’aiuto pratico che possiamo dare. È attraverso gli occhi che riceviamo impressioni in merito a colore, dimensione e forma.

I cilindri

I cilindri danno un’impressione della forma. I corpi possono essere diversi in tre dimensioni. Se in un set di oggetti due dimensioni sono simili, spicca la dimensione che è diversa. È isolata.

I set di cilindri si differenziano in:

  • Una dimensione
  • Due dimensioni
  • Tre dimensioni

Un set può differire in tre dimensioni, ma la differenza non è in armonia. Oppure le differenze sono tali che si aumentano a vicenda, e in tal caso si tratta di una differenza armoniosa.


Sarebbe molto difficile far capire questo concetto a un bambino se gli parlassi come sto parlando con voi: non sarebbe interessato a una spiegazione simile. Ma a due anni e mezzo, i bambini sono impazienti di acquisire esperienze motorie lungo certe linee; sono entusiasti anche quando hanno un anno e mezzo o due anni. Dovete introdurre delle progressioni. Imparare a riconoscere le identità è un compito facile e attraente. L’identità è mostrata dalla corrispondenza tra le dimensioni delle cavità e dei cilindri che vi si inseriscono. Si può riconoscere più facilmente l’identità delle due estremità. È più facile percepire le identità tra i contrasti. Percepire le identità tra oggetti quasi uguali richiede una maggiore raffinatezza dell’occhio. Le differenze sono misurate esattamente nei cilindri: la differenza tra il primo e il secondo è simile a quella tra il secondo e il terzo. I diametri dei cilindri sono pari a un centimetro, un centimetro e mezzo, due centimetri, e così via, perciò l’unità di misura della progressione è di mezzo centimetro. È una progressione organizzata. È una progressione ordinata, metodica, misurata. Se avete tre set di oggetti che differiscono in una, due, o tre dimensioni, scoprirete che quelli che variano in tre dimensioni hanno differenze maggiori, dunque le differenze sono più facili da percepire. Da un punto di vista logico, si dovrebbe prima presentare il set di cilindri che varia in tre dimensioni, tuttavia per ragioni psicologiche non lo facciamo: se si dovesse dare al bambino il set che varia in tre dimensioni, si scoprirebbe che lui può mettere un cilindro nella cavità sbagliata e successivamente non sarà più in grado di tirarlo fuori. Questa difficoltà manipolativa conduce a ribaltare il blocco o colpirlo e così via per provare a rimuovere il cilindro: si rischierebbe la perdita dell’interesse costruttivo.


Quindi, è meglio iniziare dando al piccolo il set in cui la differenza è in due dimensioni. Poiché tutti i cilindri nel set hanno la stessa altezza, il pomello è sempre facile da tenere in mano, anche se i cilindri dovessero essere messi fuori posto. Questo consentirà al bambino di correggersi.


L’attenzione viene mantenuta attraverso l’occhio, che percepisce appieno la differenza. Ci può essere un movimento con poca attenzione, ma con questi strumenti esatti la mente del bambino è costretta a restare all’erta. Esercitandosi a controllare l’errore quando si lavora con lo strumento, la mente del bambino si focalizza su questo elemento. Se il piccolo rimette a posto i cilindri in maniera errata e rimane un cilindro senza cavità, sarà incline a chiedersi il motivo. Anche se non ragiona esattamente come faremmo noi, lo realizza inconsciamente attraverso le sue azioni. Allora, la sua intelligenza, e non solo il suo sguardo, comincia a percepire.

La presentazione

L’insegnante non deve dare una spiegazione: tira fuori tutti i cilindri dal blocco dove le differenze sono in due dimensioni. Dovrebbe liberare tutto lo spazio sul tavolo prima di presentare qualsiasi strumento, per creare un senso di ordine e fissare l’attenzione sull’attività da svolgere.


Tirate fuori i cilindri uno per uno. Usate le prime due dita e il pollice. Mescolateli mentre li tirate fuori, o successivamente, cambiando le loro posizioni da quelle originali. Iniziate a sostituirli. Prendete il più grande. Cercate quello successivo e confrontate le dimensioni; prendete quello che, a occhio, vi sembra corrispondere.


È molto probabile che il bambino vorrà aiutarvi, ma lasciate che finisca l’insegnante, così farete aumentare l’interesse. A questo punto lasciate fare a lui: correggetelo se non tiene bene il pomello. Poi, lasciate che il bambino ripeta l’esercizio venti o trenta volte. Ho sentito che in alcuni casi, i piccoli possono persino ripeterlo duecento volte. Accadrà oggi, la settimana prossima, o il mese prossimo. Il piccolo ha solo due anni, dategli tempo.


Osserverà nuovamente e poi ripeterà l’esercizio tenendo i cilindri nello stesso modo in cui l’ha visto fare. Le differenze vengono assorbite nel suo subconscio. Una volta che ha acquisito la capacità di osservare e distinguere, potete dargli gli altri set: presentategliene una delle due, ma non fatelo nello stesso giorno. Molto probabilmente, non dovrete insegnargli nulla. Avrà visto altri bambini che usano questi strumenti. In ogni caso, tutto quello che dovrete fare è dargli il blocco: sa già come tenere il pomello e conosce bene la procedura di tirare fuori i cilindri, mescolarli e sostituirli. Non importa in quale ordine si mette al lavoro.


Poi date:

  • Due set insieme
  • Tre set insieme
  • Tutti i set insieme

Questi stessi strumenti vengono utilizzati anche nei test di psicologia dedicati a osservare alcune differenze individuali negli adulti. Quando viene chiesto loro di fare questo esercizio, alcuni sono agitati e altri sono metodici. Alcuni sostituiscono prima tutti i cilindri più grandi e poi continuano con tutti i cilindri più piccoli; altri lavorano a casaccio. Ma per i bambini non è un test di intelligenza.


L’obiettivo diretto: Distinzione visiva delle dimensioni.


L’obiettivo indiretto: Preparazione alla scrittura, presa della matita.


Controllo degli errori: Nel materiale stesso (se si commette un errore,

lo si nota dal blocco)


Età: Dai due anni e mezzo ai tre anni. Ovviamente, i bambini di cinque o sei anni lo possono anche fare, ma è un dato di fatto che più tardi va perso il valore costruttivo dell’esercizio.

La torre rosa, la scala dei prismi, le aste lunghe

L’obiettivo di questo strumento è lo stesso: aiutare la distinzione visiva delle dimensioni. I set di strumenti sono colorati diversamente e sono attraenti, ma le differenze tra loro sono la parte saliente.

  • Le aste lunghe – differiscono in una dimensione
  • La scala dei prismi – differisce in due dimensioni
  • La torre rosa – differisce in tre dimensioni

Non importa quale strumento si presenta per primo, ma i bambini devono aver acquisito un senso di precisione prima di mettersi al lavoro. Se sono in grado di distinguere tra le differenze nei cilindri, come le differenze di un centimetro e mezzo, una differenza di dieci centimetri nelle aste dovrebbe essere molto visibile. Non è necessario ritardare la presentazione delle aste finché non il piccolo ha terminato tutti i cilindri: può cominciare a giocarci spontaneamente, dopo aver visto gli altri bambini usarli. Ma l’insegnante deve insistere perché i bambini non prendano lo strumento direttamente l’uno dall’altro. Infatti lo strumento deve essere sempre rimesso a posto dal bambino che lo usa, e poi viene ripreso dall’armadio dal bambino successivo. Dopo essere stati normalizzati, i bambini diventeranno obbedienti e accetteranno ciò che direte loro: se non avessero questa tendenza naturale, non sarebbero in grado di crescere. I bambini accettano: le chiamano aste lunghe solo perché lo diciamo noi, perché si potrebbero chiamare in qualsiasi altro modo. Se non accettano quello che dite, se si ribellano, è perché sono in guerra con gli adulti, per cui consigliamo di non proporre questo esercizio – che deve essere svolto con grande precisione – prima che i bambini siano stati normalizzati dalle attività della vita pratica. Prima di tutto ci deve essere la normalizzazione: le attività della vita pratica riportano la mente alla normalità.

Le aste lunghe

Datele al bambino. Farà questo esercizio sul pavimento – il tavolo è troppo piccolo. Posizionate le aste su un tappeto di colore contrastante (non cercare un’armonizzazione artistica dei colori: le aste devono spiccare). Mescolate tutte le aste.


Allora, un adulto mi ha mostrato che le aste possono essere portate mettendo una mano su ciascuna estremità, ma non fatelo. Fate attenzione a come maneggiate questo strumento, perché scoprirete che i bambini, ammirandovi, imiteranno quello che fate, per cui siate naturali. Iniziate con l’asta più lunga o quella più corta. Se il bambino ha dei deficit o è molto debole, dategli solo tre o quattro delle aste che contrastano di più, per esempio le due aste ai due estremi e le due intermedie: solo dopo aumentatene il numero.


È più difficile per i bambini manipolarle se prendete prima l’asta più corta – quindi prendete quella più lunga. Mettetela da un lato. Scegliete quella un po’ più lunga e posizionatela accanto alla prima. Assicuratevi che, a un’estremità, le aste siano allo stesso livello; in questo modo la differenza di lunghezza spiccherà chiaramente, così le due aste sono sistemate esattamente l’una contro l’altra. Passate le dita lungo l’ultima, premendole insieme. Prendete l’asta immediatamente successiva per lunghezza e così via. Se ogni volta eseguite questo movimento scorrendo le dita dall’alto verso il basso dell’asta, avrete un’impressione muscolare della lunghezza di ogni asta. Questo senso muscolare è molto importante nei bambini. Se un bambino commette un errore, non potete fare niente, perché sicuramente potrà essere in grado di vedere le differenze. Se il bambino ha dei deficit, potete attirare la sua attenzione sull’errore attraverso il suo senso motorio. Lasciate che tocchi le estremità delle aste e se ne accorgerà sicuramente.

Questo strumento può essere usato per insegnare qualcosa di preciso a un bambino che presenta dei deficit, ma fornirà anche ai bambini sani l’opportunità di compiere un movimento accompagnato da un’osservazione intelligente.

La scala dei prismi

Mescolate i prismi.


Devono essere posizionati con grande precisione perché tutto risulti chiaro e per un altro motivo che spiegherò più tardi. Prendete in mano il prisma più grande, poi quello successivo, assicurandovi che siano posizionati uno accanto l’altro. I prismi devono essere messi sullo stesso livello: assicuratevi che sia così. Il vostro interesse, la serietà e l’attenzione che dedicate a questa operazione faranno capire al bambino che si tratta di un’attività importante. La differenza tra i prismi è in due dimensioni, quindi teneteli per tutto il loro spessore, così che la mano intera possa ricevere questa impressione.


L’obiettivo diretto: La distinzione visiva delle dimensioni.


L’obiettivo indiretto: L’istruzione muscolare del concetto di presa e preparazione della mente matematica.


Sebbene ci possano essere prismi che il bambino non riesce a stringere usando una sola mano, mostrategli come farlo, anche se avesse bisogno di usare due mani.


Controllo degli errori: La sistemazione dei prismi manca di armonia. In caso di errore, cosa si può fare? Se il bambino capisce cosa deve fare, significa che non ha visto le differenze. Spesso i bambini sbagliano sistemando i due prismi più grandi. Il contrasto tra i due più piccoli è maggiore di quello tra i due più grandi, per esempio 4:1 e 100:81. Lasciateli provare di nuovo. L’esperienza li aiuterà ad acquisire una percezione ai dettagli più minuti. Non dite loro che hanno sbagliato, poiché questo li farà sentire insicuri delle loro capacità. Nel caso di bambini che presentano qualche deficit, mostrate loro l’errore facendo finta di “salire” i gradini con le dita. Il movimento deve essere sempre ascendente.

La torre rosa

Vedete questo piccolo cubo – osservatelo – perché è una grande tentazione per i bambini e scompare. Prendete in mano il cubo grande: le differenze tra i cubi sono in tre dimensioni. Quando prendete il cubo successivo, evidenziate il grado di esattezza che serve per posizionare i cubi, altrimenti il piccolo non ripeterà l’esercizio abbastanza frequentemente. Prendete il cubo dall’alto – tenendo il gomito lontano dal corpo – e posizionatelo esattamente al centro del cubo precedente. Mettetelo lì, senza sistemarlo. Il piccolo potrebbe sbagliare e non potete aspettarvi che nel giro di un giorno raggiunga la perfezione.


Quando posizionate i cubi con precisione, scoprirete che le mani vi cominciano a tremare, soprattutto quando posizionate il cubo più piccolo. Il suo peso non vi aiuta, potete lasciarvi guidare solo dalla vostra volontà e dal vostro controllo muscolare.


L’obiettivo diretto: La distinzione visiva


L’obiettivo indiretto: L’uso dei muscoli volontari. La preparazione delle mani e della mente matematica.


Età: Da due anni e mezzo a tre anni.


Controllo dell’errore: L’occhio del bambino, che vede l’armonia nella costruzione.


Una volta che il bambino ha costruito la torre, di solito la smonterà e ricomincerà.

La preparazione indiretta

Cosa intendiamo esattamente con questa espressione? Ne ho parlato in un’altra occasione quando ho detto che è il modo in cui natura e crescita preparano l’intelligenza per il passo successivo, che si basa su mezzi indiretti. In ogni azione c’è un motivo di interesse attraverso cui gli organi si preparano per qualcosa di futuro.


Supponiamo che un bambino di un anno e mezzo sia interessato a portare una ciotola d’acqua da una stanza all’altra. È l’interesse immediato (portare qualcosa di molto complicato) che gli permette di acquisire la coordinazione dei muscoli necessari per questo movimento. Questa stessa coordinazione sarà utilizzata per altri movimenti che l’intelligenza potrebbe richiedergli in età più avanzata.


L’interesse cosciente di voler portare la ciotola prepara gli organi per ciò che l’intelligenza gli richiederà più tardi, per cui questa preparazione indiretta approfitta dell’interesse tipico di questa giovane età. Getta le basi per il coordinamento, che sarebbe un compito noioso se dovesse essere preparato più tardi consapevolmente, e fa sì che possa soddisfare un interesse proprio di uno sviluppo maggiore. Tenere il pomello dei cilindri con le prime due dita e il pollice è una forma di preparazione della coordinazione della mano all’attività della scrittura. Più avanti, sarà l’intelligenza del bambino a spingerlo a scrivere e gli verrà difficile se gli organi non saranno preparati. La sua mancanza di preparazione sarà quindi un ostacolo per l’intelligenza: lo respingerà, e porrà un freno al suo interesse per l’espressione intellettuale. La natura prepara nel subconscio l’intelligenza e gli organi che eseguiranno i suoi movimenti.


La mente matematica è una mente particolarmente interessata alla matematica. Invece di trovare questa dimensione stupida e assurda, la trova interessante e avvincente. È un dato di fatto che la maggior parte dei bambini nelle nostre scuole Montessori si entusiasma molto facendo matematica. È la preparazione delle loro menti che consente loro di trarre questo piacere.

Nelle scuole tradizionali invece il novantanove per cento degli studenti, se può scegliere, predilige sceglie materie umanistiche, per cui si dice che una persona ha una mente letteraria quando, in realtà, la base di ogni mente umana è quella di una mente matematica.


C’entra il subconscio, poiché non si può essere interessati a nulla che sia del tutto nuovo: si diventa interessati solo quando si conosce qualcosa già incoscientemente. Se si è avuta un’esperienza precedente e successivamente viene data una guida, si realizza consapevolmente ciò che era già nel subconscio. Se vi do una spiegazione di qualcosa che non avete mai sentito o visto, la troverete molto difficile da capire. Le parole e gli oggetti associati a ciò che sto spiegando sono assenti dal subconscio. Nella vita quotidiana non parliamo di matematica – ci mancano esperienze matematiche. Per acquisire una mente matematica ci devono essere state prima delle esperienze esatte che devono essere immagazzinate nel subconscio, così da stimolare un interesse nel momento in cui viene coinvolta la mente cosciente.


Le aste lunghe variano da un metro a un decimetro. Sono in una progressione lineare.


La progressione della scala dei prismi è:

  • Il primo prisma moltiplicato per quattro forma il secondo prisma, cioè 22.


Nella Torre rosa:

  • Il primo cubo moltiplicato per otto forma il secondo cubo, cioè 23.


Non bisogna spiegarlo al bambino, lo sperimenterà con i propri occhi, il movimento e il senso muscolare.

Il subconscio immagazzina le differenze osservate.

In seguito potrebbero sentire:

  • 1 grammo d’acqua a 4°C = 1 tazzina d’acqua
  • 1 litro d’acqua a 4°C = 1 dm3
  • 1 litro d’acqua a 4°C = 1000 grammi


I bambini hanno visto queste dimensioni: devono solo unire la loro mente cosciente ai fatti che già possiedono.


Il segreto dell’intelligenza è che non si possono trasferire le informazioni direttamente alla dimensione conscia, prima si devono trasferire le informazioni al subconscio. Una volta che il subconscio ha acquisto l’esperienza, l’intelligenza l’accetterà. Se a qualcuno venisse spiegato come funziona il motore di un’automobile (supponendo che sia stato inventato di recente) sarebbe immediatamente in grado di capirlo, poiché saprebbe cos’è un cilindro, cos’è un pistone, cosa sono scintille e esplosioni e cos’è il movimento rotativo. Ma se si dovessero spiegare le stesse cose a qualcuno che vive nella giungla e non ha mai avuto nessuna esperienza precedente con queste cose, questa persona sarebbe costretta semplicemente a memorizzare quanto le diciamo, ma mostrerebbe pochissimo interesse e non riuscirebbe a tenere a mente nulla.


Il conscio può essere imposto, ma il subconscio rifiuta di essere imposto, e il conscio immagazzina solo ciò che è incorporato nel subconscio. Se si cerca di imporre al subconscio attraverso il conscio, è probabile che si crei una barriera mentale. Se ciò accade, non importa quanto sia logica o eloquente la vostra spiegazione, non sarà di alcun aiuto. Il subconscio dirà: “Non subirò imposizioni.”


In ogni essere umano c’è una forza vitale che lo porta a compiere sforzi sempre più grandi per la realizzazione delle potenzialità individuali. Abbiamo la tendenza a realizzarle: la gioia e l’interesse arriveranno quando realizzeremo le potenzialità che sono dentro di noi. Se non fosse per questo bisogno di realizzare il nostro potenziale, resteremmo fermi. Quando l’élan vital è bloccato, si raccoglie ribellione e noia. Prendiamo l’esempio di un uomo il cui lavoro consiste nello stringere dadi. Lo trova difficile e noioso perché questo è il limite dato alle sue potenzialità. Lotterà per una riduzione del lavoro e per avere più soldi, che rappresentano l’apice delle sue aspirazioni e la sua felicità. Se, tuttavia, all’improvviso diventasse cosciente di uno strumento che potrebbe aiutarlo a rendere il lavoro più facile, potrebbe lavorare giorno e notte per perfezionarlo così da diventare più ricco. Si potrebbe pensare che non c’è niente di meglio della vita di un portiere: sta seduto lì tutto il giorno, al caldo e all’asciutto, e ha un ruolo importante. Eppure, potrebbe trovare la propria vita difficile e monotona, tanto magari da concepire qualcosa che non gli sarebbe di alcun vantaggio. Spenderà soldi e lavorerà a lungo per perfezionare questo aggeggio, senza sprecare neanche un istante a riposarsi o dormire. Ma ha realizzato qualcosa dentro di sé. Le potenzialità possono essere attribuite al benessere materiale o spirituale. Nello stesso modo, i bambini si impegnano alacremente in qualcosa di difficile. Logicamente, si può solo essere dispiaciuti per queste persone perché lavorano tutto il loro tempo e si sperpera del denaro. Ma per l’individuo, è giusto, perché fa parte della sua vita. Se il bambino non ha la possibilità di realizzare queste potenzialità, è un ostacolo per la vita e ne risulterà una creatura timida e silenziosa, invece di questa forza enorme.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.