CAPITOLO 9

In armonia con la natura

Dopo due anni, una sorta di interesse interiore per il linguaggio è soddisfatto e l’interesse principale del bambino si sposta sull’ambiente. In questa fase il bambino ha bisogno di aiuto nell’ambiente e di incoraggiamento.

24 settembre 1946


Quando sostengo che dopo i due anni un bambino parla una lingua con precisione, non sto asserendo che da un giorno all’altro sia in grado di arricchire di due o trecento parole il suo vocabolario. Il linguaggio del bambino inizia a modificarsi nel periodo precedente (cioè prima dei due anni). Non c’è più balbettio che si sforza di farsi parola, sillabazione imitativa o ripetizione di suoni inventati dal bambino stesso. Al contrario, inizia a possedere una grande quantità di parole – prima sostantivi, a mano a mano che la sua capacità espressiva si fa sempre più esatta, con l’introduzione di prefissi, suffissi, congiunzioni, poi qualche aggettivo, ma un minor numero di verbi. Quando il bambino ha quasi due anni, arrivano i verbi con la loro coniugazione completa e anche questi iniziano a essere usati con sempre maggior appropriatezza. Subito dopo i due anni, il discorso del bambino contiene anche frasi ben costruite, perfino sintagmi verbali con congiuntivi e così via. Con l’avvento della sintassi, il bambino possiede infine un vero linguaggio grammaticalizzato.


Tutto ciò ha del prodigioso. Come devo aiutare questo bambino? Ha raggiunto così tanti risultati in tre mesi. Cosa farà di più adesso? Quando il linguaggio è completamente organizzato arriva una battuta d’arresto, un periodo di riposo, una pausa, non c’è più entusiasmo. Lo sviluppo non è continuo e uniforme: avviene all’improvviso, come un’esplosione. Ciò non significa che lo sviluppo del bambino si ferma, ma che il centro di interesse cambia. Il bambino, che era stato così attento al suono della voce umana, apparentemente non lo è più. Invece gioca. Cerca oggetti da toccare – poiché ora esiste un altro fulcro di interesse.


Quando diciamo che lo sviluppo del linguaggio è completo, intendiamo che un interesse interiore è stato appagato e che tutte le forze della vita adesso convergono su un interesse diverso. Naturalmente il suo linguaggio diverrà più complesso di quando aveva solo due anni, ma l’interesse vitale non è più concentrato sulla dimensione linguistica. Nella vita psichica lo sviluppo avviene in modo del tutto indipendente da ciò che accade nella vita fisica. All’inizio la lingua è l’unico interesse, proprio come nella fase embrionale vengono sviluppati separatamente i polmoni, il cuore, il fegato, e così via, e alla nascita il tutto è diventato un organismo unico, un’unità. Lo stesso accade nella vita psichica: è necessario uno sviluppo indipendente. Ci sono speciali periodi in cui si verificano diversi sviluppi, con le giuste condizioni. Una volta sviluppatosi anche questo aspetto, le condizioni cambieranno di nuovo e qualche altra attività diventerà il centro di interesse del bambino, perché per lui sarà tempo di acquisire un’altra capacità. In una fase successiva non riuscirebbe ad acquisire questa capacità alla perfezione, mancherebbe qualcosa. Ecco perché questo primo periodo è così importante.


Lo sviluppo del linguaggio non viene automaticamente: il linguaggio deve essere nell’ambiente. Molte madri dicono: “Ho un bimbo di due anni che non parla. Devo portarlo da un medico per vedere se ha qualche difetto fisico, un deficit uditivo o alla lingua”. Il dottore non trova nulla che non vada, quindi perché il bambino non parla? Forse le persone che lo circondano parlano così piano che non riesce a sentire bene i suoni; forse non ha avuto abbastanza opportunità di ascoltare le persone parlare. Forse non ha avuto le opportunità di esercitarsi in quei primi movimenti che consentiranno l’acquisizione successiva di una buona pronuncia. Al bambino manca qualcosa non dal punto di vista organico, ma nel modo in cui è stato trattato.


In famiglia il figlio maggiore è spesso quello che si esprime in modo meno articolato: il secondo figlio parla meglio del primo, perché il primo aveva solo sua madre, ma il secondo aveva un fratello o una sorella maggiore in grado di capirlo e aiutare così il suo sviluppo. In una famiglia numerosa il bambino più piccolo ha migliori chance di affinare il proprio linguaggio non perché abbia in se stesso maggiori capacità, o perché con la pratica sua madre genera bambini migliori, ma perché sente molti bambini che parlano intorno a lui.


In questo periodo ci sono alcune condizioni che negli altri mancano: la natura crea queste condizioni perfette. Vorrei usare di nuovo l’immagine della nebulosa. È come un rullino di pellicola che si srotola un po’ per volta. La macchina fotografica scatta la foto. La fotocamera è perfetta, la pellicola si svolge normalmente, ma viene scattata una fotografia se c’è qualcosa da fotografare nell’ambiente. Ma se la l’illuminazione è scarsa, l’immagine non sarà di qualità. Se non c’è niente da immortalare o non c’è luce, la pellicola rimarrà vuota. Non possiamo ottenere una bella immagine con un’illuminazione scadente: otteniamo una bella foto solo se le condizioni sono giuste, a prescindere dal fatto che l’apparecchio per scattare la foto sia perfetto. È lo stesso con la natura: questo meraviglioso sviluppo si verifica se le condizioni sono buone. Abbiamo la possibilità in natura di catturare queste immagini e fissarle, per cui se non abbiamo nulla, la fotografia sarà povera. È lo stesso con il linguaggio, che può aiutarci a comprendere la mentalità del bambino e il suo sviluppo. Non è la sola natura, ma l’insieme di natura e ambiente a darci il miracolo del bambino in grado di parlare. Qualcosa di misterioso accade dentro di lui e la perfezione del linguaggio rimane, fissata per sempre, come caratteristica peculiare dell’individuo.


Questo succede a poco a poco – un piano accompagna questo sviluppo interiore – l’inconscio diventa subconscio quando affiora la coscienza. E quando inizia la coscienza, il bambino fa piccole scoperte che lo animano, così da essere incoraggiato a progredire. La coscienza si sviluppa a poco a poco a partire dall’inizio: comincia come una minuscola membrana che cresce nel tempo. Allo stesso modo la consapevolezza cosciente si sviluppa e il bambino capisce le cose sempre meglio. Ma le energie vitali che dirigono tutti questi processi sono sempre più sepolte sotto il potere della mente cosciente in via di sviluppo. Occorre ricordarsi di ciò, perché quando le persone parlano di educazione si riferiscono all’educazione della parte cosciente dell’individuo. Si inizia a educare i bambini quando sono in grado di capire, si educa solo la mente cosciente. Si dice che i bambini sotto i cinque anni non sono in grado di trarre profitto dall’azione dell’educazione perché non capiscono abbastanza.


Quando c’è attività motoria e fisica, si può osservare un ben più importante genere di educazione che prende in considerazione le energie vitali. Questa educazione non è guidata da una propria filosofia, ma da un’altra saggezza superiore che stabilisce la legge in forza della quale, se non prendiamo in considerazione le energie vitali, perdiamo la parte migliore dell’educazione. Se non prendiamo in considerazione le energie vitali, rischiamo di porre in atto un’azione artificiale, mentre le energie vitali si affievoliscono e il dinamismo scompare. Successivamente l’unico aiuto che un insegnante può dare è correggere i difetti di un bambino, insegnargli la pronuncia corretta, e così via. Questa è l’educazione così come oggi la si concepisce.


Gli attuali metodi educativi sono pericolosi perché hanno esclusivamente a che fare con la componente meccanica. La natura, ovviamente, prepara il meccanismo ma il ruolo principale è giocato dalla creatività interiore. C’è un grande sviluppo interiore che deve trovare un’espressione esteriore. Questo costituisce quel contributo meraviglioso, miracoloso e potente che noi non possiamo offrire. Dobbiamo coltivare questa forza dall’inizio in modo che non si indebolisca: non possiamo animare la vita dello spirito. E senza questo innesco non possono esserci progressi spontanei o facili, ma solo sforzo meccanico, stancante e noioso. Ecco perché l’educazione che accompagna l’inizio stesso della vita è tanto importante.


Ricordatevi di queste energie vitali, di questa parte vivente. Possiamo essere d’aiuto, ma l’aiuto che possiamo dare è limitato e indiretto: per esempio, possiamo predisporre il giusto ambiente. Un bambino deve andare dove può sentire la gente parlare. Ma è più fortunato se ha altri bambini che parlano intorno a lui perché avrà modo di ascoltare molto di più. Noi possiamo aiutarlo fornendogli la pronuncia esatta nel periodo del balbettio. Possiamo infondergli coraggio sostenendo i suoi sforzi, dal momento che tutti gli sforzi necessitano di incoraggiamento. Se lo ignoriamo, si scoraggerà, perderà l’entusiasmo e si intorpidirà. Il suo linguaggio non diventa quindi un possesso individuale, ma qualcosa che dipende dagli altri. La timidezza inizia in questo periodo. Dobbiamo sempre incoraggiarlo perché si tratta di un aiuto diretto all’espressione delle energie vitali.


Questo è ciò che possiamo fare:

  1. Possiamo dare aiuto nell’ambiente.
  2. Possiamo agire sulle emozioni del bambino, infondergli coraggio. Stare attenti a non frustrare i suoi sforzi e non diminuire il suo entusiasmo.


Spesso noi adulti non siamo inclini ad aiutare un neonato come farebbe un bambino più grande, magari uno di quattro anni, che è pieno di amore, di voglia di aiutare e di ammirazione per il piccolo. Questa ammirazione e approvazione aiutano enormemente l’anima del bambino. Invece di prestare il suo aiuto paziente l’adulto spesso parla rapidamente e senza scandire chiaramente le parole, cosicché il bambino non ricava una chiara percezione delle parole e non può perfezionare il proprio linguaggio. Questo è un aspetto che dobbiamo prendere in considerazione, perché a tre anni e mezzo il linguaggio inizia di nuovo a subire uno sviluppo attivo. Se il bambino possiede già un linguaggio completo, questa fase successiva sarà più semplice, ma se il suo linguaggio è scarno, sarà tutta un’altra cosa. Gli insegnanti di oggi gli forniranno un aiuto diretto per correggere la sua pronuncia e il bambino diventerà timido, perché verrà costantemente reso consapevole dei propri difetti.


Lo sviluppo spontaneo del linguaggio a questa età è molto misterioso e sorprendente. Ci sono molti misteri in natura: i fiori crescono spontaneamente, ma la scienza può fornire il suo supporto e l’uomo può cooperare con la natura. La natura ci dà un semplice fiore e l’uomo lo coltiva, producendo fiori meravigliosi. L’aiuto dell’uomo può essere grande e può dare possibilità sempre maggiori alla natura, che grazie all’aiuto dell’uomo diventa più produttiva. L’uomo le dà una piccola mano e ciò produce un rinvigorimento del suo potere. Questa è la cooperazione che l’uomo può fornire. Deve esserci cooperazione tra la natura e l’aiuto scientifico fornito da persone colte e intelligenti. Gli adulti devono “coltivare” in questo senso, ma non si può dare aiuto senza conoscenza – tutto in natura è miracoloso. Vediamo che sta per succedere qualcosa, ma non riusciamo a capire il perché. Possiamo solo constatarne l’evidenza: una bellissima farfalla che emerge improvvisamente da un bozzolo, per esempio, è meravigliosa. Vi basta guardare le sue ali: hanno un colore e un design precisi. Sono splendide – che creatura meravigliosa verrà da un bozzolo. Il linguaggio è analogo al bozzolo, che al suo interno racchiude tutti i particolari delle parole, tutta l’esattezza della composizione e le differenze nei suoni, proprio come la farfalla dentro il bozzolo. Ma questa bella farfalla non emergerà se il bruco non ha vissuto la propria vita, se non è rimasto nascosto, non si è nutrito e non ha compiuto tutto questo lavoro, inconsapevole di ciò che era chiamato a essere. La farfalla fa tutto questo per eredità, non fa nulla da sé. Ciò è analogo alla vita nascosta del bambino, ignaro dell’uomo che deve diventare, solo che il bambino deve costruire se stesso in ogni dettaglio.


Dobbiamo renderci conto che se vogliamo avere una seta bella, dobbiamo occuparci del bruco e nutrirlo. Altrimenti ci sarà solo seta artificiale. Quindi per raggiungere la meraviglia dell’umanità, occorre guardare la misteriosa costruzione del bambino.


In natura ci sono fatti impressionanti che pesano più delle opinioni, delle filosofie, delle interpretazioni o delle conclusioni. C’è un insetto che ha delle ali che sono esattamente come le foglie di un albero, un altro che ha un corpo esattamente uguale a un bastoncino di legno secco, tanto da essere definito una delle meraviglie della natura. Una perfetta imitazione, un grande fenomeno di natura. È un’espressione del potere della vita, che può prendere qualcosa dall’ambiente e dare al proprio corpo il suo esatto aspetto.


Gli orsi polari che vivono nell’Artico – quella terra grande, ampia, bianca, così bella e incontaminata e candida – sono anch’essi bianchi e anche il loro aspetto è stato misteriosamente assunto dall’ambiente, diventando una caratteristica dell’animale.


Possiamo vedere questo stesso potere della natura nel bambino quando acquisisce il linguaggio dall’ambiente. Non è che ammiri l’eloquenza degli adulti o la storia dell’evoluzione del linguaggio, ma possiede le energie vitali che gli consentono di interiorizzare la lingua con tutte le sue regole. Un cosiddetto insetto foglia ha tutte le particolarità ma non l’intelligenza: è un fenomeno naturale che possa riprodurre sul suo corpo in modo così perfetto qualcosa dall’ambiente. Ma qualcosa accade davvero nel bambino: assorbe tutto in se stesso. La lingua è una delle caratteristiche umane assorbite più sorprendenti, ma in seguito assorbe tutto. Diviene un rappresentante dell’umanità vivente.


Essere in grado di costruire un linguaggio in se stessi richiede più che il potere di mimesi. Ogni uomo ha una lingua madre: può imparare bene e senza fatica mentale solo la sua lingua materna, perché la acquisisce prima di avere intelligenza, nella prima infanzia, per un processo imitativo. È un dono della natura.


È molto importante aiutare il potere della vita ma non con i soliti metodi di educazione. Quando diciamo che non possiamo capire l’intero sviluppo della vita, abbiamo ragione. Possiamo solo vederlo come un mistero. Non possiamo capire l’inconscio, possiamo solo capire la parte esterna del meccanismo.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.