Primi mesi

La gravidanza dura nove mesi perché, se fosse più lunga, la testa del bambino non potrebbe più passare attraverso il bacino della madre; poi occorrono altri lunghi mesi affinché il bambino riesca ad acquisire un minimo di autonomia, come compiere azioni finalizzate, manifestare i propri gusti, tentare le prime forme di comunicazione.
Questi mesi di lenta maturazione richiedono l’intervento attivo e paziente di un adulto disponibile e sono definiti di esogestazione per distinguerli dai mesi di gravidanza vera e propria che rappresentano invece l’endogestazione.

Un neonato non parla e dunque si ritiene che comunicare con lui sia particolarmente difficile.

In realtà il linguaggio di un bambino piccolo è piuttosto semplice perché non prevede molte sfumature ed è regolato sull’on/off: se sono soddisfatto e sto bene dormo o sono tranquillo, se qualcosa mi disturba o non funziona piango e mi lamento. È difficile sbagliare.

Seguire il ritmo del bambino, assecondando le sue richieste, non significa fare ciò che vuole lui, perché un bambino nel primo anno di vita non riesce a esprimere una vera e propria volontà; regolarsi sulle sue richieste significa aiutarlo a soddisfare i suoi bisogni, e nei primi mesi bisogni e desideri sono sempre coincidenti.
Ma un maschio è in grado di prendersi cura di un bambino piccolo? Oppure si tratta di un compito esclusivamente femminile? Gli studi di neuroscienze degli ultimi anni dimostrano che anche i maschi posseggono gli stessi meccanismi ormonali che regolano i comportamenti di cura.
I papà che si lasciano coinvolgere nell’accudimento e nella relazione con il bambino presentano alti tassi di ormoni simili a quelli materni: la prolattina, che nelle femmine induce la produzione di latte dal seno, nei maschi determina comportamenti di cura e di protezione della prole.
Mentre la mamma è, per così dire, sempre ‘accesa’, per il papà occorre un’attivazione, è necessaria cioè la presenza e l’interazione con il bambino.
Nelle settimane successive al parto, oltre a recuperare energie e prendere un nuovo ritmo, è necessario procedere ad una nuova ‘taratura’ del rapporto di coppia. Il corpo della mamma ha generato e il suo seno ha nutrito, ma amore e intimità fisica restano un collante prezioso per ogni coppia.
Il bambino ha bisogno di genitori che stiano bene insieme, e l’amore che mamma e papà rivolgono a lui non può e non deve sostituire il sentimento e il piacere che li hanno legati prima che lui nascesse.

Neopapà è facile!
Neopapà è facile!
Alessandro Volta
Suggerimenti per vivere con serenità l’attesa, la nascita e i primi mesi con il bambino.Una piccola guida che unisce il rigore dell’informazione scientifica all’immediatezza di brevi testi e simpatiche vignette: una formula originale per informare, sostenere, ma anche, perché no­, regalare un sorriso a chi la riceve. Se stai per diventare papà e hai le idee poco chiare su quello che ti aspetta.Se sei appena diventato papà e quello che tieni in braccio ti sembra venuto da un altro pianeta.Se ti hanno detto che un bambino piccolo ha bisogno solo della mamma, ma tu credi invece che un papà non tolga nulla e aggiunga molto.Se la nascita di un figlio ti sembra un’esperienza tra le più profonde e sconvolgenti della vita.Se per te crescere un figlio richiede la stretta collaborazione di due persone che si amano. Se sei uno di questi uomini, questo Neopapà è facile! è stato scritto per te, per aiutarti a riflettere e sostenere il tuo cammino nell’avventura della paternità. Con tanti consigli pratici firmati dal pediatra e neonatologo Alessandro Volta e simpatiche vignette. Conosci l’autore Alessandro Volta, pediatra e neonatologo, è padre di tre ragazzi e di una bambina in affido.È responsabile dell’assistenza neonatale negli ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia e membro della Commissione Nascita dell’Emilia Romagna.Cura il sito www.vocidibimbi.it.