terza parte - capitolo v

Il tocco magico

Quando incontro una persona tendo la mano e la offro per farla stringere a mia volta, un gesto molto comune, compiuto tutti i giorni da molti milioni di uomini e donne, un gesto che esprime spesso semplicemente un saluto, un riconoscimento, a volte anche un augurio o la comprensione per un dolore. Un gesto molto semplice e di breve durata, talvolta addirittura istantaneo, ma che ha la capacità, se prestiamo attenzione, di imprimere nella nostra mente un ricordo che può rimanere molto a lungo.


Circa 20 anni fa, in occasione di un incontro di aggiornamento pediatrico nell’ospedale dove tuttora lavoro, venni incuriosito dall’invito a partecipare a un corso di formazione per insegnanti di massaggio infantile: la mia fantasia volò subito alla possibilità, per i genitori dei bambini prematuri, di meglio, subito alla nascita, “salutare” i loro piccoli.


Al corso andai e mi portai a casa tanta voglia di scoprire cosa c’era dietro, dentro, sotto, sopra …la pelle, fu una vera scoperta di un organo di senso, il tatto, fino allora poco studiato sui testi nonostante i miei tanti anni di studi di medicina. Con grande sincerità devo riconoscere che la prima e più grande curiosità fu rivolta allora alla scoperta della “mia pelle”, poi della pelle degli altri ed in particolare della pelle dei bambini, anche quelli nati molto piccoli per peso o nati prima del tempo.


Sono scoperte che a volte sono state apparentemente facili, nel senso che scientificamente non hanno richiesto ricerche approfondite: nessuno studio in doppio cieco o complicati calcoli statistici, solo molta attenzione quando ad esempio salutavo un genitore al suo ingresso in reparto, toccavo un bambino durante la visita, appoggiavo un lattante sulla bilancia, tenevo la mano a un bambino un po’ più grande durante un prelievo di sangue, spogliavo un neonato per la sua prima visita, consolavo una madre perché il suo allattamento era doloroso, ascoltavo la fatica di genitori con un figlio con coliche gassose. Questo tipo di esperienze mi ha reso più sensibile e soprattutto più consapevole delle potenzialità della comunicazione tattile.


Le esperienze personali non rimasero isolate, infatti proprio agli inizi degli anni ’90, sull’onda dell’umanizzazione delle cure in ospedale, prese avvio anche in Italia il gruppo della “care” della società italiana di neonatologia formato da personale sanitario che lavorava a vario titolo nei reparti di cure intensive; nello specifico grande attenzione fu posta nella lettura dei segnali di stress dei nati prematuri e di conseguenza nell’introduzione delle cure posturali, dell’assistenza globale al neonato e alla sua famiglia con l’accesso facilitato, senza orari di visita, per i genitori. Ancora una volta il tatto era l’elemento di centralità di questo nuovo modo di fare assistenza: infatti valorizzare la presenza dei genitori significa permettere un contatto precoce quando ancora il loro bambino è in termoculla, significa preparare il personale perché le mamme e i papà possano fare la “marsupioterapia”, significa che il ruolo dei genitori è di presenza attiva a fianco del bambino pur essendo ancora bisognoso di molte cure, in una parola possiamo affermare che il contatto pelle a pelle è fondamentale per la costruzione del legame di attaccamento.


Se guardiamo alla pelle, come sede del tatto e più in generale a tutta la sensorialità, la grande novità è stata in questi anni, oltre a riconoscere la sensibilità del neonato, l’attenzione alla lettura dei segnali di affaticamento e la valorizzazione delle sue capacità contestualizzandole alla età gestazionale. Ad esempio rispetto al dolore, sia la consapevolezza che anche un bambino molto piccolo può esprimere benessere e malessere sia la maggior capacità di valutazione dei segnali di espressione del suo stato, ha determinato la possibilità di risposte concrete e specifiche per le diverse procedure (assistenziali, farmacologiche) da parte del personale.


Le esperienze personali e anche quelle del bambino ospedalizzato di cui vi ho raccontato vi hanno quindi fatto comprendere come la parola “massaggio” vada tradotta come “comunicazione tattile”; è all’interno di questa comunicazione non verbale, così importante nel primo anno di vita, che i genitori potranno crescere nella qualità di ciò che ricevono e trasmettono al loro bambino, sviluppando anche modalità di tocco, il massaggio, che in alcune culture è già pratica quotidiana, un modo di dire al bambino tutti i giorni “ti riconosco”, “sei importante per me”, “va bene che tu cresca prendendoti il tempo necessario per mangiare”, “va bene che tu sia maschio o che sia femmina”, ecc. ecc., in breve “ti voglio bene”. È questa comunicazione affettiva dell’amore, dal genitore al bambino, fondamentale per una sua crescita sana. È solo dal riconoscimento di questa base sicura interna di amore che il bambino potrà partire per svilupparsi e divenire adulto.


Una stretta di mano, come una goccia d’acqua che, data e ricevuta ogni giorno, mi farà crescere!


Roberto Rossini, neonatologo, formatore AIMI (Bologna)

Sono qui con te - Seconda edizione
Sono qui con te - Seconda edizione
Elena Balsamo
L’arte del maternage.Uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita perinatale, per affrontare gravidanza, parto e primi mesi con il bambino con serenità e consapevolezza. Elena Balsamo offre uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita prenatale e sulla nascita.Nella prima parte l’autrice mira a esplorare le pratiche di maternage nelle diverse culture, mentre nella seconda offre al lettore un vero e proprio strumento terapeutico per rivedere la propria vita alla luce dell’esperienza intrauterina e del parto.Basato su un’accurata documentazione scientifica, Sono qui con te si rivolge ai genitori, nonché agli operatori socio-sanitari che desiderano comprendere meglio l’universo del maternage. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.