prima parte - capitolo viii

Conclusioni

Lascia che il tempo scorra, l’amore è per sempre.

Quando ho iniziato a lavorare a questo libro, la mia intenzione era quella di parlare delle gravidanze che si interrompono nelle prime settimane dell’attesa. Questa era stata la mia esperienza e quindi pensavo di raccogliere testimonianze e riflessioni relative a questo tema. Poi però, il progetto di partenza, quasi per caso, è cresciuto, si è trasformato, è diventato qualcosa di più ampio e, credo, più ricco.


Tutto è iniziato con la prima mamma che ha chiesto se la sua storia poteva essere accolta in queste pagine, anche se aveva perso il suo bimbo in un’epoca più avanzata dell’attesa.


La sua esperienza era un po’ diversa, ma anche tanto simile a quelle raccontate dalle altre mamme. La solitudine, l’incomprensione, il senso di vuoto e il bisogno di sentirsi accolte e ascoltate, erano comuni. Ma soprattutto… il dolore. Il dolore di una mamma che non ha potuto abbracciare il suo bambino. Era lo stesso dolore.


E il libro ha cominciato a crescere.

Poi è stata la volta della morte perinatale, il lutto di quei genitori che hanno perso il loro piccino quando mancava tanto poco, quando una manciata di giorni, forse ore, li separava da quell’abbraccio. Mi sembrava un argomento terribilmente difficile e complesso da trattare, ma non avevo dubbi sul fatto che doveva trovare spazio in queste pagine.


E, infine, i bimbi che sono venuti alla luce, hanno accarezzato con lo sguardo i loro genitori, gli occhi negli occhi. Si sono sfiorati per un attimo, ma è stato un attimo solo, una manciata di giorni, forse ore, e hanno dovuto separarsi.


Eravamo sempre più lontani dal punto di partenza, dal progetto iniziale di questo libro, ma allo stesso tempo sentivo che eravamo al punto giusto.


Era lo stesso sogno quello che si infrangeva all’inizio della gravidanza, al suo culmine, subito dopo la sua conclusione.


Ed era lo stesso amore che legava – e lega – quelle madri e quei figli.

Ora che questo libro è terminato, mi accorgo che non è più il libro ‘sull’aborto spontaneo’ o ‘sulla morte perinatale’, ma è un libro dedicato a quell’amore.


Un amore esclusivo, unico. Doloroso, a tratti straziante, e forse incomprensibile. Ma anche un amore che non teme la separazione ed è pronto a sfidare la morte per conquistare l’eterno.


Alle mamme ‘speciali’ che leggeranno questo libro, rivolgo il mio abbraccio.

Quando l'attesa si interrompe
Quando l'attesa si interrompe
Giorgia Cozza
Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale.La perdita di un bambino durante la gravidanza è sempre una tragedia, vissuta spesso da sole e senza l’adeguata vicinanza emotiva. Ma si può superare. Quando si perde un bambino non si può dimenticare lo smarrimento, la solitudine e l’angoscia che una donna prova. Un aborto spontaneo è un dolore grande, è una promessa di gioia senza fine che si infrange all’improvviso, lasciando nel cuore amarezza, delusione, incredulità. I dati clinici sono allarmanti: il 15-25% circa delle gravidanze si interrompe spontaneamente nel primo trimestre, e ogni anno in Italia circa 2 gravidanze su 100 si concludono con una morte perinatale. Perché mai è successo?Capiterà ancora?Ce la farò a diventare madre?Dovrei fare ulteriori controlli e accertamenti?Perché gli altri non capiscono questo dolore?E il futuro padre? Cosa prova un uomo che perde un figlio?Molte domande, poche risposte. Esistono centinaia di titoli su gravidanza, nascita, accudimento dei figli, ma mancava un libro che parlasse dell’aborto spontaneo, un’esperienza che, purtroppo, riguarda tante donne.Perché parlarne è un modo di riconoscerne l’importanza. Raccontare la propria storia, rivivere certi momenti per alcune donne è difficile e doloroso, mentre per altre è un’opportunità per comprendere meglio le proprie emozioni e riconciliarsi col passato. Quando l’attesa si interrompe si propone di offrire una risposta agli interrogativi più comuni quando si perde un bimbo nell’attesa o subito dopo la nascita. È difficile parlare di questo dolore, perché al dispiacere si aggiunge anche la devastante consapevolezza di non essere comprese. Uscire dal silenzio che molto spesso avvolge questi argomenti, rendendoli quasi dei tabù, può essere di grande aiuto non solo per la donna, ma anche per chi le sta accanto (partner, familiari, amici, operatori sanitari) e vorrebbe offrirle il proprio sostegno emotivo. Grazie ai contributi di numerosi esperti (ostetriche, psicologi, ginecologi, neonatologi) l’autrice Giorgia Cozza offre una chiave di lettura delle reazioni fisiche ed emotive della donna (e della coppia), riflettendo sulle tappe e sui tempi di elaborazione del lutto.Le testimonianze, intense e commoventi, di tanti genitori che hanno perso il proprio figlio vogliono essere una mano tesa verso ogni donna che sta soffrendo e ha bisogno di sapere che non è sola. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.