capitolo xxiii

Mindfulness e tecnologia
nell'era del digitale

I nostri bambini imparano fin da piccoli a utilizzare tablet e computer. Secondo l’OMS questi dovrebbero essere assolutamente evitati nei primi due anni di vita e utilizzati con estrema parsimonia in quelli successivi. Anche in seguito, sarà bene fare in modo che questi strumenti non sostituiscano la lettura approfondita e la scrittura a mano. Sui loro schermi sono infatti presenti mille stimoli che, come sirene, attirano la nostra attenzione in direzioni diverse, impedendoci di concentrarci su un solo contenuto. Se questa dovesse diventare la nostra principale modalità di lettura (come probabilmente sta già accadendo), gli effetti a medio e lungo termine sulla nostra mente sarebbero prevedibili: la nostra capacità di concentrazione continuerebbe a diminuire. Sono già numerosi i casi di ADT, ovvero Attention Deficit Trait. Contrariamente all’ADD (Attention Deficit Disorder, Disturbo da Deficit dell’Attenzione) e all’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), che sembrano avere cause genetiche, l’ADT ha cause ambientali, il che significa che è provocato dal nostro modo di vivere.


Alcuni studi condotti da Microsoft dimostrano che la soglia media di attenzione è scesa negli ultimi anni da 12 a 8 secondi: siamo stati superati dal pesce rosso, che è in grado di restare concentrato per 9 secondi. La causa di questo declino sarebbe da imputare al nostro nuovo modo di vivere, in cui siamo costantemente interrotti da stimoli, notifiche, notizie imperdibili, novità che dobbiamo scoprire immediatamente o saranno già vecchie tra qualche ora.


Immaginate la vostra mente come un giocoliere in grado di gestire tranquillamente tre palline allo stesso tempo. Oggi si ritrova a doverne far giocolare dieci contemporaneamente. Magari per qualche secondo ci riesce anche. Poi finiscono tutte a terra e, immancabilmente, ci sentiamo degli incapaci. Se questo accade ogni giorno iniziamo a dubitare delle nostre capacità, diventiamo facilmente irritabili e ci passa completamente la voglia di farlo.

Sovraccaricando in questo modo la nostra mente andiamo incontro a:

  • una sempre minore capacità di concentrazione e una durata sempre più breve della stessa;

  • comportamenti compulsivi (andare in giro per casa con il telefono in mano o addosso, controllare ossessivamente e-mail, messaggi e social network...);

  • una diminuzione della produttività e della qualitàdel lavoro svolto, spesso accompagnato dall’allungamento dei tempi necessari per portarlo a termine;

  • affaticamento mentale;

  • frustrazione, causata dall’impressione di non riuscire a concludere un granché;

  • stress, dovuto al fatto che finiamo con il ritenerci incapaci;

  • ADT (Attention Deficit Trait) o, nei casi più gravi, alla sindrome da burnout1.

Autori ed editori iniziano ad adeguarsi a questo stile di lettura, proponendo opere scritte apposta per un pubblico abituato a saltare da un’informazione all’altra senza soffermarsi sull’esperienza. È il caso di molte opere di manualistica, anche cartacee: si pensi per esempio alle numerose, utilissime, guide “per negati” e alla loro impostazione di facile (e veloce) consultazione con titoli, sottotitoli, grassetti e riassunti.


Nicholas Carr afferma che “la rete può essere considerata l’ultimo di una serie di strumenti che hanno contribuito a sgretolare la mente umana”2.

Ma davvero non esiste alternativa? Davvero siamo destinati a lasciare che la nostra mente si arrugginisca? Io credo di no. Il segreto sta nella giusta misura.

Come sfruttare tutte le potenzialità della rete senza mettere a rischio il nostro cervello, senza impigrire i flussi nelle nostre sinapsi, senza atrofizzare la nostra mente? La risposta è semplice: continuando a utilizzarla in modo da bilanciare gli effetti collaterali di quella che è senza dubbio una grandissima innovazione.


Secondo Jon Kabat-Zinn, l’onnipresenza della tecnologia nelle nostre vite e l’invasione delle notifiche che ci interrompono in qualunque momento fanno sì che la nostra attenzione sia quasi sempre parziale. Per questo è necessario coltivare la calma e la presenza mentale e portarle nelle nostre case per farne un’oasi di pace.


Per via del modo in cui viviamo, la nostra capacità di concentrazione è compromessa. Questo probabilmente fa parte dell’evoluzione e le future generazioni se la caveranno benissimo anche con il nuovo schema neuronale modificato. Ma per noi che siamo a cavallo tra il vecchio e il nuovo mondo non è piacevole essere l’anello debole, quello che non possiede più le capacità degli antenati e non ancora quelle dei discendenti. Cerchiamo quindi di destreggiarci come meglio possiamo per affrontare il cambiamento che avviene non solo nella società intorno a noi, ma anche nelle nostre case, nelle nostre menti, nei nostri cervelli.

L’ADT non è un disturbo da pigri. Colpisce chi ha voglia di fare, scrive Joe Robinson, giornalista e autore del libro Work to Live3. E colpisce maggiormente chi ha più voglia di fare. Se soffri di questo disturbo, quindi, la buona notizia è che sei una persona attiva, ambiziosa e volenterosa. Non ti resta che trovare il modo per far fruttare quelli che sono pregi e non dovrebbero trasformarsi in ostacoli alla tua crescita personale e professionale.

Mindfulness per genitori
Mindfulness per genitori
Claudia Porta
Suggerimenti ed esercizi per praticare la consapevolezza in famiglia.Una guida per allenare la consapevolezza e vivere con maggiore serenità, lucidità ed equilibrio il rapporto con i propri figli. Essere un genitore consapevole è la chiave per vivere relazioni autentiche e appaganti con i propri figli.In Mindfulness per genitori, l’autrice Claudia Porta vuole fornire un aiuto concreto a tutti i genitori che desiderano rafforzare questa consapevolezza, senza dedicare necessariamente tanto tempo alla meditazione: ogni occasione, infatti, è buona per praticare la mindfulness e sviluppare quell’atteggiamento che consente di vivere il quotidiano con serenità, lucidità ed equilibrio.Uno strumento utile per affrontare quelle situazioni che sembrano sfuggire al controllo, come i capricci dei bambini piccoli, gli attriti con i figli più grandi, le difficili relazioni in famiglia, e ritrovare la pace e lo stato di grazia nel quale si sente di non avere bisogno di un motivo per essere felici.Un libro scorrevole e di facile lettura, che suggerisce esercizi da fare da soli o con i bambini, per godere appieno degli innumerevoli benefici che questa pratica riesce a dare. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.