capitolo iv

Da 0 a 12 mesi

Parlami tanto!

Ciò che più meraviglia chi ascolta una madre che parla al suo bambino di pochi mesi è come gli parla piuttosto che quello che dice.

Daniel Stern


Dei libri e della lettura ci si innamora e il colpo di fulmine avviene, più spesso di quanto non si creda, nei primi folgoranti incontri con la parola, prima ancora che questa si faccia racconto.

Rita Valentino Merletti

Sin da piccolissimo, il bimbo comunica e cerca la comunicazione. La sua mente si nutre della voce e delle parole dei genitori, ne ha bisogno per stare bene e per crescere. Il primo suggerimento, per i primi mesi di vita (e anche dopo, naturalmente!), è dunque quello molto semplice di… parlare tanto con il nostro bambino!


È vero che il bimbo non può comprendere il significato delle varie parole, ma capisce perfettamente che la mamma gli sta parlando con amore, gli piace ascoltare la sua voce e ne distingue le diverse intonazioni.

Steve Biddulph, terapista familiare, raccomanda di continuare a parlare, cantare ed ascoltare musica con i neonati: “Cullarli o trasportarli procura loro sensazioni piacevoli e migliora il loro senso del ritmo, che è una componente essenziale dell’espressione verbale”69.


Alcuni esperimenti hanno inoltre dimostrato la netta preferenza dei neonati per il “maternese”70, il linguaggio che le mamme istintivamente adottano quando si rivolgono al bambino. La tendenza ai toni alti e ai frequenti cambiamenti di intonazione, l’uso di frasi corte e di ripetizioni, i toni interrogativi ed esclamativi, conferiscono al ‘maternese’ un tipico ritmo a cantilena che stimola l’attenzione del bimbo e ne aiuta la comprensione, non tanto del significato delle parole, quanto degli stati d’animo e delle intenzioni materne. A questo proposito, il pediatra Pasquale Causa scriveva: “La vocalizzazione sembra servire più come consolidamento del rapporto che come scambio di informazioni. Come per le espressioni facciali si verificano delle esagerazioni espressive, è come se la madre preparasse il bambino a compiere adeguate esperienze su tutti i possibili e più significativi tipi di suono che altri potranno esprimere”71.

Abbiamo parlato di voce materna, poiché il neonato la conosce e la ama più di ogni altra, ma il bambino ha bisogno anche delle parole del papà, della sua voce dal timbro e dai toni tanto diversi. Il bimbo impara presto a conoscere questa voce e a emozionarsi quando la sente!


  • Ninnananne e filastrocche

Ne abbiamo già parlato nel capitolo precedente, qui facciamo solo un accenno per ricordare che il bimbo gradisce molto le ninnananne e le filastrocche. Le gradisce, prima di tutto, perché a recitarle o cantarle sono la mamma e il papà e poi perché la ripetizione, la rima, la melodia, la cantilena che caratterizzano questi semplici testi hanno un effetto rassicurante.


Per i genitori possono rappresentare un valido alleato: una canzoncina può servire per tranquillizzare il pianto, per accompagnare il bimbo nel sonno, per rendere più piacevole (o più accettabile per i bimbi che non amano viaggiare) uno spostamento in auto, per intrattenere il piccolo con la voce, mentre ci si sta dedicando a un’altra attività.


Le filastrocche possono inoltre accompagnare il momento del cambio di pannolino o delle coccole: ci sono testi molto simpatici dedicati alle parti del corpo che offrono lo spunto per indicare, accarezzare, solleticare il pancino, i piedini, le dita del bimbo… Quella che si crea è una situazione emozionante per il piccolo, fatta di contatto fisico, voce, sorrisi. E a proposito di sorrisi, ben presto il bambino inizia a ridere di gusto quando la mamma o il papà giocano con lui in questo modo: un bacio o una pernacchia sul pancino e il divertimento è assicurato!


Non solo. Questa consuetudine che da secoli accompagna l’accudimento del bambino favorisce anche lo sviluppo del linguaggio. Le rime, la ripetizione, la musicalità dei versi, il sorriso della mamma stimolano il bimbo a cimentarsi lui stesso con la parola, lo incoraggiano a ripetere suoni e lettere, per partecipare attivamente all’intenso scambio comunicativo ed emotivo che caratterizza questi momenti.


  • Diamo un nome alla realtà

Con il trascorrere dei mesi crescono anche la curiosità e l’interesse del bambino per la realtà che lo circonda. Mamma e papà potranno dare un nome a questa realtà, pronunciando il nome degli oggetti che entrano nel campo visivo del piccolo o che il bimbo comincia ad afferrare con le manine e portare alla bocca, e spiegando con semplicità gesti e azioni che si compiono quotidianamente.

Primi passi alla scoperta dei libri

Il bambino si costruisce un modello interno di se stesso in base a come ci si è preso cura di lui.

John Bowlby


Nella più tenera età, appena non ci viene più cantata la canzone che fa sorridere e addormentare il neonato, si apre l’era dei racconti.
Il bambino li beve come prima beveva il latte.

Paul Valéry

La mamma accudisce, culla, allatta il suo bambino. Spesso lo tiene in braccio72 e lo ‘porta addosso’, con fasce e marsupi, per averlo vicino, per saziare il suo bisogno di contatto. Per il bambino la mamma è vita, amore, gioia. Lei rappresenta la base sicura da cui lui può partire per scoprire se stesso e la realtà che lo circonda.


È normale, dunque, che la mamma – e con lei, il papà – siano il tramite per scoprire anche la bellezza della lettura.


La consuetudine di leggere, sfogliare, osservare un libretto insieme entra a buon diritto tra le pratiche di accudimento del bambino. Perché come abbiamo già detto, il latte della mamma nutre il corpo, la sua voce e le sue parole nutrono la mente e il cuore.


Gli esperti del progetto nazionale “Nati per Leggere” sottolineano che “la lettura è anche un mezzo per rafforzare l’esito di un attaccamento sicuro nei primi anni di vita che è essenziale per la crescita delle competenze del bambino in tutti i campi, perché influisce sulla maturazione cerebrale, sulle connessioni neurologiche e sui processi mentali”73. Secondo John Bowlby, che ha formulato la teoria dell’attaccamento, le esperienze precoci, ovvero vissute nei primissimi anni di vita, e le prime relazioni formano la personalità e influenzano le esperienze successive, persino dell’età adulta74.


Il Carniage Corporation Report afferma che “già sul finire del primo anno di vita, il bambino ha raccolto un significativo numero di ricordi legati a episodi particolarmente importanti e significativi”75.

Ed ecco perché non vale la pena aspettare, ecco perché già dal sesto mese di vita del bambino, chi un po’ prima, chi un po’ dopo (le relazioni tra persone non possono avere scadenze prestabilite da rispettare rigidamente!), si può dare il via a questa nuova danza, non più a due, ma a tre: perché ora c’è il libro con il genitore e il suo bambino. Il libro che offre nuove opportunità di stare insieme e rafforza il legame tra genitori e figli, e a sua volta diventa parte di quel legame e ne trae giovamento: l’amore che vibra tra la mamma (e il papà) e il bambino si riflette infatti nelle sue pagine e le rende preziose e speciali.


Il libro che un giorno sarà soglia da varcare, porta d’ingresso di un mondo di avventure incredibili e infinite da vivere insieme, ora è coccola, tenerezza, espressione di amore.

  • Sei mesi, si comincia!
Sei mesi già ho e son pronto a giocare
coi libri che tu saprai farmi sfogliare.
Tu leggimi un libro e sai che ti dico?
Un libro sarà per sempre mio amico.

Alberto Pellai


Il progetto nazionale “Nati per Leggere” che promuove la pratica della lettura condivisa sin dai primi mesi di vita, indica il sesto mese come un buon momento per un primo approccio con l’oggetto libro.

Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, scrive: “Stimolare i nostri bambini con libri, musica, attività creative significa aiutarli a capire i propri talenti e a coltivarli. I bambini, già dai sei mesi, amano avere tra le mani libri e giornali e amano stare con adulti che sfogliano loro le pagine, mostrando immagini e colori. (…) Serve a stimolare la loro mente, soprattutto nelle prime fasi della vita, in cui le reti neuronali sono attivate in funzione degli stimoli ambientali. Quanto interessati e incuriositi saranno da ciò che succede loro intorno, così come quanto desiderosi di apprendere e creare, dipende anche da queste esperienze precoci che i genitori condividono con loro”76.

Come si comincia? Molto semplicemente mettendo a disposizione del bambino dei libretti di materiale resistente e atossico, di dimensioni non ingombranti, con poche pagine e immagini dai colori vivaci. È fondamentale che i materiali siano atossici perché – per cominciare a fare conoscenza – il bimbo li assaggerà!


Le illustrazioni dovranno rappresentare volti e figure umane e/o oggetti che gli sono familiari perché fanno parte della sua esperienza quotidiana (una palla, un cappellino, il sole, ecc.). Lo stile dovrà essere semplice e realistico in modo da permettere un immediato riconoscimento dell’oggetto rappresentato; ed è meglio che non ci siano troppe immagini nella stessa pagina.


In questa fase si possono scegliere libri privi di testo o con solo due o tre parole sotto la figura. La lettura, quando il bimbo è così piccino, consiste infatti nel pronunciare e ripetere il nome degli oggetti rappresentati e/o nel raccontare delle brevi storielle utilizzando le immagini (ad esempio: il bimbo cerca la sua palla, ecco la palla! Ora ha fame e mangia la pappa. Ora arriva il gatto, è il gatto del bimbo, ecc.).


Poiché a rendere interessante e piacevole questa esperienza dapprima è la sua valenza affettiva, è importante che la mamma o il papà tengano in braccio il loro bimbo mentre gli mostrano le immagini del libro.


Per prendere confidenza e giocare con i libri sono indicati anche i libri ‘morbidi’, come quelli in stoffa, e i libri che permettono un’esperienza tattile e sonora grazie agli inserti in materiali diversi (ruvidi o lisci al tatto) che toccati o stropicciati producono dei suoni particolari.


Attenzione, è normale che il bambino di sei mesi (e oltre) sia più interessato ad assaggiare, mordere, manipolare il libro. È il suo modo per conoscere e prendere confidenza con l’oggetto libro.

  • Nove mesi: un lettore ‘a tutto sensi’

I libri devono ancora avere le caratteristiche già indicate, ovvero essere resistenti e in materiali atossici, poiché il bimbo è un lettore ‘plurisensoriale’: osserva, assaggia, tocca, mordicchia, manipola…


Se il libro non è troppo grande e quindi riesce a maneggiarlo agevolmente, il piccolo lo passa da una mano all’altra, lo apre, prova a voltare le pagine (usando tutta la manina, poiché non è ancora in grado di usare l’indice) e indica con il dito le immagini.


Le illustrazioni e le foto che lo attraggono sono quelle dai colori decisi e vivaci, che riproducono volti, bimbi, oggetti conosciuti, animali.

  • Dodici mesi: giro le pagine!

Ormai il libro è un elemento noto e caro. Il bimbo lo tiene in mano e, con un po’ di aiuto da parte di mamma e papà, riesce a voltare le pagine. Quando desidera che il genitore legga, prende il libro e glielo porta.


I libri ora possono avere qualche pagina in più, ma devono continuare a essere realizzati in materiale resistente e avere un formato maneggevole.


Le figure preferite dal bimbo sono quelle che riproducono semplici azioni quotidiane (mangiare, dormire, giocare). In genere gli piacciono molto anche le immagini di animali. Verso l’anno, il bimbo comincia a rendersi conto se un volto o una figura umana sono capovolti.


Per quanto riguarda i testi dovranno essere molto semplici, poche parole che ‘raccontano’ le immagini o la sequenza delle azioni che vengono rappresentate. Particolarmente apprezzati sono i testi in rima: filastrocche o brevi storie composte da frasi in rima.

Immagini di famiglia: le fotografie

Abbiamo visto che ai bimbi, sin da piccolissimi, piacciono molto i volti. Un’idea simpatica è quella di scattare una foto in primo piano della mamma, del papà, di eventuali fratellini e sorelline maggiori, dei nonni (anche del cagnolino o del gatto di casa, se in famiglia ci sono animali domestici); una volta riprodotti i volti che il bimbo conosce e ama, si inseriscono le foto (un primo piano per ogni soggetto) in un album, di quelli semplici e maneggevoli, in formato piccolo, giusto la dimensione della foto.


Il bimbo potrà sfogliare l’album e osservare i volti di famiglia, indicarli e, verso l’anno, provare a pronunciare i loro nomi.


Per i piccolissimi, si potranno inserire le foto di mamma e papà in singole custodie di plastica e lasciare che il bimbo possa prenderle in mano e osservarle una alla volta.

Le mamme raccontano

Giulia, mamma di Stefano (5 mesi): Leggo per Stefanino storie brevi e filastrocche e gli canticchio davvero tanto quando lo tengo in braccio, quando andiamo a passeggio (secondo me le persone che ci vedono mi prendono per matta!), oltre a parlargli moltissimo… Chissà che tutte queste attenzioni non gli consentano di immagazzinare tanti termini da tirare fuori quando sarà più grande. Da quasi tre mesi emette suoni, lettere… Va a periodi, ci sono dei giorni in cui dice poco o nulla e poi il giorno dopo è un’esplosione di suoni e vocalizzi. È una meraviglia.


Loretta, mamma di Nicolò (6 mesi): Ho cominciato qualche giorno fa leggendo Io e la mia mamma e Solo per amore. A volte sembra quasi che Nicolò guardi le parole invece delle immagini… E poi gioca sempre con un libricino di stoffa molto carino che gli hanno regalato e che fa rumore di carta.


Alessandra, mamma di Marta (6 mesi): Leggo molto per Marta. Per lei scelgo libri che contengono filastrocche e immagini più nitide possibili. Se il libro non ha un testo in rima, invento io le frasi e le scrivo per poi leggerle a Marta. Lei mangiucchia i suoi tre libri di stoffa e i libri cartonati che le offro.


Valeria, mamma di Manuel (7 mesi): Ho cominciato da tempo a leggere per Manuel. Lo tengo in braccio mentre leggo e lui vuole assaggiare il libro, tastarlo e rigirarlo…


Invento una storia sfogliando il libro morbido in stoffa, mentre sfogliando i libretti con figure quotidiane dalle forme definite dico: “Quando andiamo qui vediamo questo…” e così via. A volte leggiamo anche qualche libro con storie semplici e brevi e illustrazioni colorate.


Forse non comprenderà ancora le varie storielle ma credo che sia comunque un momento di intimità importante e che la voce di mamma abbinata al libro poi potrà far venire ‘voglia di lettura’ anche da più grandi, be’ almeno lo spero!


Rossella, mamma di Maya (10 mesi): Io adoro leggere per la mia bimba. Cerco di recitare le storie piuttosto che leggerle in modo statico, in modo che siano più coinvolgenti e questo funziona, infatti, lei mi segue con molto interesse fino alla fine del racconto. Leggo spesso storie che parlano di animali perché vorrei tanto che si appassionasse alla natura, e storie in cui vengono nominate le parti del corpo, perché impari a conoscerle e a distinguere sensazioni diverse (ad esempio il solletico ai piedini offre una sensazione molto diversa da una carezza sul pancino).


Quella della lettura è una consuetudine che consiglio a tutti i genitori: sia perché è un’attività semplice e divertente da proporre al proprio bimbo, sia perché così creiamo le basi per l’amore per la lettura, stimoliamo la loro fantasia e con le storie possiamo anche dargli degli insegnamenti di vita in un modo a loro comprensibile.


Ilaria, mamma di Filippo (14 mesi): Da quando Filippo ha sei mesi leggo un libro che si intitola Bacini, bacini di Selma Mandine. Lo leggo e lo riempio di baci!

Me lo leggi?
Me lo leggi?
Giorgia Cozza
Racconti, fiabe e filastrocche per un dialogo d’amore con il nostro bambino.Idee e suggerimenti per favorire la pratica della lettura condivisa, strumento prezioso per rafforzare il legame con il bambino nei primi anni di vita. La voce della mamma è capace di produrre effetti significativi già durante la gravidanza: il bambino nella pancia si sviluppa immerso nel liquido, ma anche nei suoni, che dopo la nascita sono fortemente ricercati. La parola che diventa voce è la base della comunicazione e della relazione umana, e per il bambino rappresenta un’esperienza che dà ordine e senso alla realtà. Leggere è anche il migliore antidoto alla televisione, principale fonte di “comunicazione” passiva e unidirezionale della nostra epoca. Me lo leggi? parla di fiabe, filastrocche, storie e leggende, lette e rilette migliaia di volte o inventate sul momento, raccontate, intonate, sognate, cantate, con la voce e con il cuore per narrare a nostro figlio la storia più importante, quella del nostro amore per lui. Gli articoli scientifici, i pareri degli esperti (psicologi, pediatri, pedagogisti) e i tantissimi suggerimenti pratici proposti da Giorgia Cozza rispondono a tutti quegli interrogativi che spesso i futuri e i neo-genitori si pongono: cosa sente il bimbo nel pancione? perché è importante leggere e raccontare storie sin dai primi mesi di vita? possiamo favorire l’amore per la lettura in età scolare? Le coppie di genitori intervistati raccontano l’importanza che le storie e i racconti hanno avuto nella crescita serena e felice dei propri figli, perché quando un papà o una mamma legge o racconta, quella che si crea è una situazione di intenso benessere: il bambino, infatti, non assapora solo la storia narrata, ma anche l’attenzione esclusiva che in quei frangenti gli riserva il genitore.Inoltre, le fiabe e i racconti lo aiutano a comprendere meglio la realtà che lo circonda e i suoi stessi sentimenti, le sue emozioni e le sue paure. Questi momenti di lettura e di racconto non dovrebbero avere alcuno scopo didattico, ma semplicemente quello di vivere momenti felici insieme con i nostri figli e di tessere legami forti con loro.La lettura condivisa è parte integrante di uno stile di accudimento basato sul contatto e sulla prossimità, in grado di favorire serenità e sicurezza nei complessi e delicati primi anni di vita. Una ricca raccolta di filastrocche e ninne-nanne rende questo libro uno strumento ancor più completo e prezioso per tutti i genitori per mettere a fuoco importanti concetti che riguardano la relazione con il bambino, il suo sviluppo emotivo e cognitivo, la costruzione della sua personalità e di conseguenza del suo futuro. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.