“Dapprima il bambino esercita l’ascolto, compiendo un lavoro attentissimo di discriminazione e organizzazione dei suoni (…) – spiega Elena Balsamo –. È sensibile soprattutto all’intonazione, alla musica della voce umana, la voce della mamma che gli parla o gli canta la ninnananna. Poi inizia egli stesso a emettere dei suoni”63.
Con il trascorrere dei mesi, cresce anche la voglia di sperimentare e giocare con la voce e il ‘repertorio vocale’ del bebè, costituito in prevalenza dai suoni più semplici da pronunciare, cresce e si diversifica sempre più velocemente.
Quando scopre le strutture sillabiche, comincia a ripetere una sequenza di semplici sillabe, solitamente ‘ma’, ‘pa’, ‘ba’ (le consonanti labiali sono le più semplici da pronunciare). Nella fase della lallazione, in cui il bimbo ‘gioca’ con la voce e ne sperimenta le possibilità, sono la risposta di mamma e papà e l’entusiasmo con cui accolgono questi suoni e con cui li ripetono, che lo stimolano a continuare sul cammino intrapreso, perfezionando sempre di più la sua capacità di ‘mettere insieme’ vocali e consonanti e, a poco a poco, di creare nuovi suoni64.
Le dinamiche che accompagnano il passaggio da semplice esercitazione linguistica a parola vera e propria (e in particolare la ‘nascita’ della parola mamma) sono state così spiegate dal pediatra Marcello Bernardi: “Ciò che conta di più agli effetti della conquista del linguaggio non è l’imitazione della mamma fatta dal bambino, bensì il contrario, e cioè l’imitazione che la mamma fa del bambino. Supponiamo che un piccino sia impegnato nella ripetizione del monosillabo MA: naturalmente la madre sarà portata a ‘tagliare’ la sequenza dopo la seconda sillaba, in modo da ottenere un semplice raddoppiamento della sillaba MA, e precisamente: MA-MA. E cioè MAMMA”65.
A proposito dell’importanza della ‘risposta’ dei genitori, lo psichiatra inglese John Bowlby scrive: “(…) quando il suo bambino sorride e balbetta, la madre gli risponde col sorriso, gli ‘parla’, lo accarezza, ed eventualmente lo prende in braccio. In questo scambio ogni partner sembra esprimere gioia per la presenza dell’altro, con la conseguenza sicura di prolungare la reciproca interazione sociale. Non è facile trovare un termine per descrivere questa componente tanto importante del comportamento materno: forse sarebbe appropriato il termine ‘comportamento materno amoroso’”66.
Verso l’ottavo mese il bimbo distingue e comprende diversi termini, tra cui il suo nome, e quando viene chiamato interrompe l’attività a cui si sta dedicando e si volta in direzione della voce che ha catturato la sua attenzione. È in atto un importante processo di comprensione linguistica che è indipendente dai tentativi di parlare, e che gli permette di interpretare correttamente un numero sempre crescente di parole ed espressioni.
“Proprio come una spugna immersa nell’acqua – spiega Elena Balsamo – il bambino è immerso in un bagno linguistico: quando ancora non parla sta già lavorando per costruire il linguaggio, che assorbe dall’ambiente insieme a tutte le altre caratteristiche della cultura a cui appartiene”67.
Quando lo sviluppo motorio è tale da permettere al bimbo di conquistare la posizione eretta, quindi intorno al primo compleanno, ecco che giunge per lui il momento di dedicare le sue energie al linguaggio68. Si comincia con la parola e con l’entusiasmante scoperta che c’è un nome per ogni cosa e che ogni cosa ha un nome, per arrivare in un secondo tempo alla costruzione della frase, dapprima frasi brevissime e via via sempre più ricche e articolate.
In tutto questo i genitori hanno un ruolo importante: parlando spesso al bambino, cantando e leggendo per lui, soddisfano la sua spontanea sete di relazione, il suo bisogno di parole che lo porterà dall’ascolto all’espressione.