seconda parte - capitolo v

Energia e legame44

Come mai una madre comprende facilmente, in modo intuitivo, il linguaggio corporeo del figlio, e reagisce senza problemi in modo adeguato, mentre un’altra è totalmente disperata perché quei messaggi non le dicono nulla e non è in grado di decifrarli? Cos’è che fa la differenza? Perché per qualcuno il contatto fisico è piacevole e rassicurante, mentre a qualcun altro sembra freddo, meccanico e superficiale? In questo capitolo vogliamo approfondire queste domande e descrivere le forze e le leggi energetiche alla base del primo processo di legame tra genitori e neonato. Il concetto di energia adottato nel Pronto Soccorso Emozionale è noto da tempo ed è profondamente radicato nella storia della psicoterapia corporea. Dato che molti termini e metodi del PSE derivano da esso, nel seguente capitolo lo presentiamo più in dettaglio.

Ponti energetici

Alcuni amici vi hanno invitato a cena e, non appena arrivate nel loro appartamento, percepite immediatamente una strana sensazione al petto. Ne prendete atto con stupore, dato che fino a quel momento eravate totalmente rilassati. Vi basta un rapido sguardo alla tavolata per rendervi conto subito della tensione nell’aria. Senza sapere cosa sia successo, intuitivamente capite che poco prima del vostro arrivo deve esserci stato un litigio. I visi sono tesi e, guardando meglio, notate che la padrona di casa si soffia il naso e cerca di nascondere le lacrime.


La capacità di cogliere intuitivamente lo stato d’animo e le emozioni altrui assume grande importanza quando si tratta di comunicare con un neonato. Solo se i genitori sono in grado di decifrare il suo linguaggio corporeo riescono a gettare un “ponte” verso il suo mondo interiore. Ci sono molti esempi dell’istintiva sintonizzazione con le più svariate manifestazioni del neonato. Se piange perché gli stanno spuntando i denti, ci viene spontaneo dare voce al suo disagio imitando la tipica espressione di dolore, ahi! Se, invece, mentre gli cambiamo il pannolino ci guarda sprizzando gioia da tutti i pori, non possiamo far altro che ridere di gusto anche noi.

Altri esempi di imitazione espressiva sono aprire la bocca quando lo imbocchiamo o sentirci stanchi quando si abbandona placidamente al sonnellino pomeridiano tra le nostre braccia. In psicoterapia corporea queste manifestazioni spontanee di sintonizzazione e coordinazione, tipiche tra genitori e bambino, sono considerate l’espressione di un profondo processo energetico. Wilhelm Reich parlava di “contatto tra campi bioenergetici” per descrivere ciò che accade quando due organismi, a un livello di funzionamento basale, sono connessi con un ponte energetico45.

Secondo questo modello, il flusso di bioenergia si riconosce da vari aspetti psicosomatici sul piano emotivo, intellettuale e corporeo. Quest’energia non soltanto pulsa all’interno dell’organismo, ma viene irradiata anche verso l’esterno. Il campo energetico di ogni persona è soggetto a continue oscillazioni. Dopo aver superato un esame sprizziamo gioia da tutti i pori e abbiamo voglia di abbracciare tutti, mentre al contrario quando siamo stressati, spaventati o abbacchiati, il nostro campo energetico si riduce e sembriamo piuttosto chiusi e “invisibili”.


Un bambino che fa salti di gioia ha un effetto contagioso sulle persone vicine a lui e, secondo il modello energetico, il contagio emozionale dipende dalla sovrapposizione dei campi energetici di due o più persone. La profonda connessione che madre e bambino percepiscono quando si guardano, o il famoso colpo di fulmine tra due adulti, sono tipici esempi di questo contatto energetico, in cui si crea una forte attrazione reciproca e avviene un incontro emozionalmente intenso senza che debba esserci per forza contatto fisico.


Con la formazione del campo energetico - da adesso in poi lo chiamiamo campo di contatto energetico - nelle varie forme di dialogo avviene una sintonizzazione a livello emotivo, vegetativo, neuro-ormonale e comportamentale. Quindi la connessione energetica viene considerata una base fondamentale della “danza” tra genitori e figlio.

In quest’ottica, dipende quindi da un fattore energetico se il contatto fisico o visivo ha l’effetto di connettere e nutrire genitori e bambino o meno. Una madre può ben portare in braccio per ore il bambino, ma, se nel suo corpo è attivata la modalità di risposta allo stress, tra di loro non può venirsi a creare un campo di contatto energetico solido. Di fatto, i suoi gesti restano meccanici, come se lei non fosse coinvolta emotivamente, e prevale un senso di alienazione e distanza nonostante sia in contatto corporeo con il bambino.

Il contatto energetico è, dunque, indispensabile per la sintonizzazione emozionale e vegetativa, grazie alla quale per esempio la madre intuisce se il bambino cerca ancora sollecitazioni o, viceversa, è “sazio” e gli serve una pausa. Come due surfisti che stanno entrambi sulla stessa tavola, i partner di legame cavalcano assieme i diversi livelli, le onde, della loro interazione. Fasi calme, caratterizzate da scarsa eccitazione, come al termine di una poppata, si alternano a vitalizzanti contatti ad alta tensione, come l’intenso scambio tra madre e bambino durante un massaggio o al cambio del pannolino.

Legame e trasferimento di informazioni

Ma sintonizzarsi allo stesso livello di eccitazione del neonato spesso non basta, ed è indispensabile comprendere il suo linguaggio espressivo. Nella maggior parte dei casi, nell’interazione quotidiana la sintonizzazione con le reazioni del neonato avviene spontaneamente. Sarebbe troppo impegnativo e richiederebbe molto tempo ogni volta doversi fermare a riflettere sul successivo passo di danza “giusto”. L’evidente benessere del neonato basta a segnalare una relazione sufficientemente sicura. Ma cosa succede se il bambino manifesta disagio? In tal caso è importante che il genitore sia in grado di immedesimarsi con il suo vissuto soggettivo.


Secondo la psicoterapia corporea, la coordinazione bioenergetica tra madre e neonato è imprescindibile per il trasferimento completo di informazioni all’interno della relazione. Il campo bioenergetico funziona come un cavo di trasmissione dati ad alta velocità, attraverso il quale vengono trasmessi i rispettivi stati emozionali e il coinvolgimento verso l’altro. È esclusivamente grazie al campo energetico che l’adulto riesce a imitare l’effettivo stato emozionale del neonato. Così Maria, la madre del nostro esempio, durante la visita in ospedale può percepire nel suo corpo il senso di abbandono vissuto dal figlio, che poi esprimerà con il pianto.

A questo proposito parliamo di un processo di risonanza psicosomatica tra il neonato e chi è accanto a lui46. La condivisione delle reazioni vegetative ed emozionali e delle loro fluttuazioni crea uno spazio intersoggettivo tra adulto e bambino. Detto altrimenti, grazie alla risonanza psicosomatica, la madre nel suo cuore sa perché il bambino piange così forte. Mio figlio adesso ha otto anni e non gli risulta sempre facile stare assieme al fratello di quattro anni più grande. Nei suoi continui tentativi di misurarsi con lui, il più delle volte deve arrendersi e il fratello maggiore non nasconde la soddisfazione nel fargli sentire la sua superiorità, anche fisica. Succede per esempio quando vengono a trovarlo i compagni di scuola e lo caccia fuori dalla stanza. Il piccolo Joshua vive tutto ciò come una grande ingiustizia e non sa far altro che cercare sostegno da un adulto. Piange disperato di fronte a me e, balbettando, cerca di spiegarmi cosa il fratello gli ha fatto, per l’ennesima volta. Dato che non ho visto con i miei occhi quel che è successo, in un primo momento mi limito ad ascoltarlo, e nel mentre percepisco fisicamente quant’è disperato e teso.
Adesso riesco a capire che si sia sentito impotente, e a reagire con empatia di fronte al suo pianto. Un sì di approvazione, annuire ripetutamente e uno sguardo comprensivo sono sufficienti perché venga nelle mie braccia e lasci scorrere liberamente le lacrime. Tuttavia in questo caso non gli basta e vuole che lo accompagni per aiutarlo a chiarirsi con il fratello. Grazie al campo energetico, l’adulto può riconoscere nel proprio corpo i singoli movimenti espressivi del neonato, o del bambino più grandicello, e rispecchiarli. La risonanza emozionale gli permette di immedesimarsi e comprendere il vissuto altrui. In una relazione, quindi, siamo in grado di immedesimarci con un’altra persona solo se entriamo in risonanza con lei. In psicoterapia corporea si parla di identificazione vegetativa. Per potermi immedesimare con mio figlio sono necessarie due cose: una connessione emozionale ed energetica stabile, che garantisca un trasferimento di informazioni tra di noi, e una relazione corporea con me stesso, che mi permetta di comprendere come sta chi ho di fronte.

Disturbi energetici nel legame tra genitori e figli

Quando una madre si trova in una condizione acuta o cronica di paura e stress, il campo di contatto energetico si indebolisce e, di conseguenza, pure il trasferimento di informazioni tra lei e il bambino47. In tale situazione diventa sempre più difficile per i genitori decifrare il linguaggio corporeo del bambino e reagire in modo adeguato al suo stato emozionale e al suo comportamento. Secondo il modello energetico, il collasso, acuto o duraturo che sia, della coordinazione bioenergetica tra il neonato e le sue persone di riferimento più importanti, porta all’accumulo e al dirottamento delle forze di legame che, altrimenti, verrebbero impiegate per sostenere la relazione. Tali considerazioni energetiche sul legame possono essere paragonate alla regolazione naturale di un corso d’acqua.


Sbarrando il fiume con una diga, si accumula una massa d’acqua che, prima o poi, straripa con conseguenze devastanti. L’inondazione dipende da un disturbo della regolazione naturale del fiume, e i sintomi si manifestano a causa del dirottamento della massa d’acqua accumulata. Anche se ora il suo effetto è distruttivo, si tratta della stessa acqua che prima scorreva tranquilla nel letto del fiume. Riferito all’energia del legame, un disturbo della connessione tra genitori e neonato crea un ambiente favorevole al manifestarsi di sintomi psichici e psicosomatici. Da una prospettiva energetica, sia il pianto eccessivo, l’ipermotricità e i disturbi del sonno nel bambino, sia l’attività frenetica nei genitori sono soltanto il disperato tentativo dell’organismo di scaricare forze di legame inutilizzate48.

La perdita di contatto empatico tra il neonato e la persona di riferimento principale ha tuttavia ulteriori conseguenze per tutti i coinvolti. L’indebolimento del campo energetico di legame, infatti, apre la strada a dinamiche di conflitto inconsce nei genitori. La presenza di energie di legame inutilizzate facilita il riemergere di esperienze traumatiche non ancora rielaborate, di emozioni represse e della mancanza di legame sofferta in passato. Non sorprende, pertanto, che all’acme della crisi si osservano nei genitori forme di nevrosi e forti emozioni correlate a traumi passati. Molte madri di neonati che piangono eccessivamente raccontano come, proprio nei momenti di intenso stress, dove si sentono con le spalle al muro, improvvisamente e violentemente vengono alla superficie esperienze passate di perdita, come un aborto spontaneo, o eventi traumatici accaduti durante il parto.

Quindi, con la perdita della vicinanza con il bambino, per l’adulto in questione c’è sempre il rischio che si risveglino le parti oscure e rimosse della personalità. Secondo il PSE, i comportamenti irrazionali e le reazioni emotive dei genitori dipendono proprio dal fatto che le naturali forze di legame non trovano il giusto sfogo. Se con misure mirate si riesce a eliminare la fonte di disturbo della relazione di legame, viene tolto il terreno sotto i piedi ai sintomi e nel giro di poco tempo la paura si trasforma in senso di sicurezza e contenimento.

La forza del legame
La forza del legame
Thomas Harms
Il pronto soccorso emozionale nelle situazioni di crisi con i bambini.Un prontuario per genitori, psicoterapeuti e professionisti della salute del periodo perinatale per conoscere e gestire i momenti di crisi del bambino. Il Pronto Soccorso Emozionale offre ai genitori che si trovano in difficoltà con i propri figli l’opportunità, fin dai primi momenti dopo la nascita, di (ri)trovare e rafforzare il filo emozionale che li unisce. La descrizione del Pronto Soccorso Emozionale che Thomas Harms svolge nel libro La forza del legame è rivolta agli psicoterapeuti, ai genitori e a tutti i professionisti della nascita, della prevenzione, dello sviluppo o della consulenza nel periodo primale. Conosci l’autore Thomas Harms, psicologo, offre da più di 25 anni consulenza e psicoterapia corporea orientata al legame a neonati, bambini e adulti.Dal 1997 è direttore del Zentrum für Primäre Prävention und Körperpsychotherapie (Centro per la Prevenzione Primaria e la Psicoterapia Corporea) a Brema.