Con questo cambio di approccio divenne palese la sofferenza personale che risale già al periodo preverbale. In pratica, con l’inclusione del corpo nella psicoterapia, si aprì un varco nelle emozioni vissute dal neonato, o dal bambino piccolo, prima che sia in grado di esprimerle a parole. Tutto ad un tratto era il corpo a raccontare le difficoltà, il senso di abbandono, la mancanza di calore e sicurezza vissuti nel primo periodo dopo la nascita. L’immagine del neonato che si delineò con questi processi di regressione era in aperta contraddizione con quella che veniva presentata al tempo dalle costruzioni metapsicologiche della psicanalisi, ovvero una sorta di “immagine autistica del neonato”. Si pensava che fosse insensibile agli stimoli, asociale, ripiegato su se stesso e che potesse sopravvivere solo ritirandosi nel suo mondo psichico interiore, per sfuggire all’ambiente circostante minaccioso, che lo sovraffaticava.
Al contrario Reich, in base alle sue ricerche psicosomatiche e alle prime osservazioni dirette di neonati e bambini piccoli, proponeva l’immagine di un neonato interessato fin dalla nascita al suo ambiente sociale e capace di relazionarsi in modo emozionalmente complesso con le persone accanto a lui. Le ricerche bioenergetiche sul neonato di Reich non erano rivolte specificatamente alle sue capacità e competenze9, quanto piuttosto alla verifica delle condizioni emozionali ed energetiche che permettono il processo di relazione precoce, o che al contrario lo inibiscono.
A Reich interessava esplorare le condizioni psicosociali in cui il bambino appena nato perde la capacità di esprimere le sue emozioni ed aprirsi. In altre parole, a Reich interessava individuare quali accorgimenti terapeutici bisognasse adottare per ripristinare il prima possibile la disponibilità al contatto. Il Pronto Soccorso Emozionale, nelle sue basi sia pratiche sia teoriche, è influenzato dal modello energetico di Wilhelm Reich, in quanto anche noi partiamo dal presupposto che specifiche funzioni energetiche entrino in gioco all’inizio della relazione tra genitori e bambino. Secondo questa teoria energetica, i “rumorosi” sintomi tipici del disturbo della prima relazione tra genitori e figlio dipendono dal blocco o dalla deviazione dell’espressione dell’energia vitale. Inoltre nel PSE abbracciamo le teorie originarie di Reich anche perché crediamo che la bio-energia universale sia alla base delle funzioni psichiche e corporee dell’organismo umano, e allo stesso tempo del processo di legame e della relazione tra genitori e figlio. Visto dalla prospettiva del modello energetico, il Pronto Soccorso Emozionale è un approccio sistemico per rimuovere il prima possibile ciò che ostacola il naturale fluire delle energie biologiche nell’organismo umano e per sostenere alla base una relazione di legame stabile ed empatica tra genitori e bambino10.
Purtroppo in seguito Reich adottò un linguaggio e una terminologia ostici, che rendono praticamente impossibile approfondire l’argomento ai non addetti ai lavori. Forse questo è uno dei motivi per cui, fino ad oggi, non sono stati portati avanti i suoi studi bioenergetici sul neonato. È proprio un peccato, dato che già negli anni Quaranta - contemporaneamente quindi agli studi pionieristici sulla prima relazione tra madre e bambino dello psicanalista Réné Spitz11 - Reich aveva abbozzato un metodo terapeutico per rimuovere rapidamente i disturbi precoci della capacità di regolazione e, pertanto, va annoverato tra i pionieri della terapia psicosomatica nel neonato.
Anche se il mio lavoro pratico con genitori e neonato è stato fortemente influenzato dal modello energetico e psicosomatico della psicoterapia corporea, si nota subito che i metodi corporei di uso corrente - come le tecniche di respirazione, espressione e contatto - vanno applicati diversamente in caso di disturbo precoce della regolazione del legame tra genitori e figlio. Finora gli approcci terapeutici ispirati a Reich si sono concentrati sui processi di espressione emozionale e sul rilassamento di muscoli e tessuti. Nell’elaborazione del PSE ci siamo invece concentrati molto di più sul riconoscimento e l’esplorazione delle percezioni corporee, sulla creazione di una sicurezza interiore e sull’incoraggiamento ad aprirsi e rendersi disponibili al legame, sia nei genitori sia nel bambino. Accanto alla psicoterapia corporea, la moderna ricerca sull’attaccamento è un’ulteriore colonna portante del Pronto Soccorso Emozionale. In questo caso rimando soprattutto al contributo fondamentale di John Bowlby, Mary Ainsworth, Marshall Klaus e Daniel Stern12.