prima parte - capitolo iii
Fenomenologia delle crisi di
pianto del neonato
Sintomatologia delle crisi dei genitori
In tutti i casi di disturbo precoce della regolazione e del legame si osserva un vero e proprio fuoco d’artificio di sensazioni sgradevoli. La perdita della connessione emozionale tra genitori e bambino sfocia in stress e disagio. Ai genitori risulta particolarmente difficile non riuscire a stare accanto al figlio che piange tanto e, infatti, si sentono impotenti, disorientati e disperati. Quelli che pretendono da se stessi la perfezione e grandi prestazioni sono molti critici verso il loro comportamento con il bambino.
Oggettivamente parlando, la loro sensibilità per le necessità e le emozioni del bambino quando piange agitato è davvero molto ridotta. Lo stress in cui si trova l’intero organismo riduce drasticamente la loro disponibilità al legame, e la continua tensione corporea impedisce loro di aprirsi per cogliere i segnali del bambino. Molti genitori descrivono questo stato spiegando che è come se loro e il bambino si trovassero su due pianeti differenti, le cui orbite magari a volte si incrociano, ma non si incontrano mai veramente.
Quest’immagine corrisponde molto bene alla realtà: per quanto si sforzino, i genitori non riescono a trovare il ponte emozionale con il figlio, quel filo che li unisce. Uno strano vuoto avvolge la relazione, come se mancasse il cuore. A questo punto desidero segnalare un altro aspetto, che quasi sempre va di pari passo: i genitori di bambini che piangono tanto hanno perso la rotta! Come se fossero privi di navigatore, immersi nella nebbia, non riescono a distinguere più ciò che accade al bambino né le sue richieste di relazione.
Molti genitori compensano la perdita di orientamento interno cambiando continuamente strategia per calmare il bambino: prima lo portano a pancia in giù sul braccio, poi provano per qualche giorno il massaggio per il neonato, infine sono fermamente convinti che alcune modifiche della dieta della madre porteranno alla calma agognata. Visti dal di fuori, i loro sforzi ricordano il goffo procedere a tentoni nel buio alla ricerca dell’interruttore salvavita del contatore dopo che è saltata la corrente. Con una differenza fondamentale: chi è rimasto senza luce sa che c’è il contatore, mentre i genitori disorientati non sanno neppure cosa stanno cercando e avanzano alla cieca, per tentativi. La perdita di orientamento è sempre accompagnata da un’incapacità ad agire. Di fronte al pianto del bambino, il corpo libera una gran quantità di energia per risolvere il problema. La capacità di reagire a situazioni di pericolo è innata. Ma cosa fare se, a causa della mancanza di una rotta interna, quest’energia non viene usata e i genitori sono incapaci di passare all’azione? Per loro è insopportabile e preferiscono di gran lunga lanciarsi in qualunque attività piuttosto che non fare niente. In tal modo, cercano di contenere la grande agitazione e, quindi, di ridurre paura, rabbia e altre emozioni sgradevoli.
La forza del legame
Thomas Harms
Il pronto soccorso emozionale nelle situazioni di crisi con i bambini.Un prontuario per genitori, psicoterapeuti e professionisti della salute del periodo perinatale per conoscere e gestire i momenti di crisi del bambino.
Il Pronto Soccorso Emozionale offre ai genitori che si trovano in difficoltà con i propri figli l’opportunità, fin dai primi momenti dopo la nascita, di (ri)trovare e rafforzare il filo emozionale che li unisce.
La descrizione del Pronto Soccorso Emozionale che Thomas Harms svolge nel libro La forza del legame è rivolta agli psicoterapeuti, ai genitori e a tutti i professionisti della nascita, della prevenzione, dello sviluppo o della consulenza nel periodo primale.
Conosci l’autore
Thomas Harms, psicologo, offre da più di 25 anni consulenza e psicoterapia corporea orientata al legame a neonati, bambini e adulti.Dal 1997 è direttore del Zentrum für Primäre Prävention und Körperpsychotherapie (Centro per la Prevenzione Primaria e la Psicoterapia Corporea) a Brema.