Appendice i

Iniziare un gruppo di studio di
disciplina positiva

Nel 1965 arrancavo. Volevo essere una buona madre, ma non mi veniva naturale. Ero molto grata di aver imparato i concetti affrontati in questo libro, ma mi rendevo conto di tornare spesso alle vecchie abitudini. Condurre gruppi di studio per genitori mi ha tenuta in pista e ha notevolmente migliorato la mia comprensione e applicazione pratica delle competenze.


Fin dalla prima edizione di Disciplina Positiva, Lynn Lott ed io abbiamo sviluppato un modello pratico per i corsi di educazione genitoriale. Il manuale di questo modello è intitolato Teaching Parenting the Positive Discipline Way. È pieno di attività pratiche, molto più efficaci delle lezioni per insegnare princìpi e competenze. Offriamo sessioni di training di due giorni per mediatori di corsi dell’educazione genitoriale.


Siccome ora per le classi di genitori preferisco il modello pratico, ero incerta se includere questa parte nella presente edizione. Ad ogni modo ho avuto riscontri da molti genitori, che hanno riferito di aver tratto grandi vantaggi dal programma e dalle informazioni che seguono.

Iniziare

Potete iniziare solo con qualche amico e vicino di casa, o potreste preferire immergervi subito ed esercitarvi con un gruppo più esteso. I direttori delle scuole spesso sono desiderosi di collaborare e sarebbero felici di far avere ai genitori il volantino di pagina 300. Ricordate, non dovete essere degli esperti. Fate sapere ai membri del vostro gruppo che siete tutti sulla stessa barca e che, anche se siete un mediatore, avete da imparare tanto quanto loro. Se vi è possibile, trovate una persona con cui condividere la guida del gruppo. Poi seguite semplicemente il programma, che inizia a pagina 301.

Il modulo per la risoluzione dei problemi

Convincere i genitori dei gruppi di studio ad aiutarsi l’un l’altro nel trovare idee per risolvere un problema è molto efficace. Quando siamo obiettivi con le preoccupazioni di qualcun altro ci rendiamo conto di quanto abbiamo imparato.


A pagina 319 c’è un modulo per la risoluzione dei problemi da usare come guida per discutere situazioni specifiche. Chi guida il gruppo potrebbe trovare utile farne diverse copie, da distribuire a ogni partecipante durante il primo incontro. Quando a qualcuno viene in mente un problema specifico, può segnarlo e tenerlo da parte per condividerlo con gli altri al momento appropriato. Sapere che in seguito saranno in grado di affrontare situazioni specifiche incoraggerà chi partecipa a restare concentrato anche quando si affrontano altre questioni.


La cosa più bella del guidare un gruppo di studio genitoriale è che voi imparerete più di chiunque altro. L’aspetto entusiasmante è che si impara per tutta la vita. Non vi scoraggiate. Continuate a condurre gruppi di studio e continuate a imparare.

ESEMPIO DI VOLANTINO

Come ottenere una Disciplina Positiva a casa e a scuola

Partecipate a un Gruppo di Studio Genitoriale

Imparate come aiutare i bambini a sviluppare:


Autodisciplina

  • Competenze per la risoluzione dei problemi

  • Responsabilità

  • Autostima

Se avete difficoltà con i bambini su questioni come:

  • Conflitti

  • Compiti

  • Condivisione

  • Pasti

  • Rispondere male

  • Lavori domestici

  • Andare a letto

  • Responsabilità

  • Svegliarsi e andare a scuola senza brontolare


Imparerete a capire perché i bambini si comportano male. Imparerete anche metodi specifici e non punitivi che vi saranno d’aiuto nel risolvere questi problemi.


Quando: Giovedì sera dalle 19:00 alle 21:00 per sei settimane, inizia il ______________


Dove: Biblioteca della scuola ______________


Tagliare e riportare a scuola:

☐ Sì, vorrei partecipare.

☐ Non riesco a venire il giovedì, ma contattatemi per un altro giorno.


Nome ______________


Numero di telefono ______________

Programma del gruppo di studio

Prima Settimana

Introduzione: Dibattito sui princìpi del gruppo spiegati nell’Introduzione e nelle Sfide della Partecipazione di Gruppo, alle pagine 303-304.


Esercizio sull’ordine di nascita: questo esercizio, che potete trovare alla fine del terzo capitolo, è un’ottima attività per iniziare a prendere confidenza.


Modulo per la risoluzione dei problemi (vedi pagina 305): Passate il modulo a tutti i componenti del gruppo in modo che tengano a mente situazioni sulle quali vogliono lavorare durante la quarta settimana. (Leggete “Usare il Modulo per la risoluzione dei problemi” a pagina 306 per prenderne dimestichezza).


Letture da fare: stabilite capitoli e domande da discutere la settimana seguente. (Ogni settimana bisognerebbe assegnare una lettura corrispondente a quanto in programma per la settimana successiva).

Assegnate i compiti: capitoli uno, due e tre.


Seconda Settimana

Esercizio: Fate sì che i membri del gruppo scelgano un compagno e descrivano un episodio in cui hanno sperimentato una delle Quattro R delle Punizioni descritte nel primo capitolo. Poi invitateli a condividere con tutto il gruppo.


Esercizio: Prendetevi qualche minuto per pensare a una situazione con un bambino che avrebbe potuto svolgersi diversamente se aveste iniziato con un messaggio di amore. Condividete con un compagno. Invitate a condividere con tutto il gruppo.


Discutete strumenti e domande alla fine dei capitoli uno, due e tre. Chiedete ai partecipanti di raccontare una situazione in cui avrebbero potuto usare uno degli strument visti.


Assegnate i compiti: capitoli quattro, cinque e sei.

Modulo per la risoluzione dei problemi (vedi pagina 319): passatene delle copie a ogni partecipante. Fate sapere loro che ogni settimana chiederete un volontario che usi il modulo per trovare soluzioni a un problema specifico. (Impareranno molto dal problema, anche se non viene scelto il loro).


Terza Settimana

Discutete di domande e strumenti dei capitoli quattro, cinque e sei.


Modulo per la risoluzione dei problemi (vedi pagina 319): chiedete volontari desiderosi di lavorare su sfide specifiche che hanno segnato sul loro modulo. Potreste avere il tempo di affrontare più di un problema.


Assegnate i compiti: capitoli sette, otto e nove.


Quarta Settimana

Discutete di domande e strumenti dei capitoli sette, otto e nove.

Modulo per la risoluzione dei problemi: chiedete volontari desiderosi di lavorare su sfide specifiche che hanno segnato sul loro modulo. Potreste avere il tempo di affrontare più di un problema.


Assegnate i compiti: chiedete a tutti di provare a tenere una riunione di famiglia per riferire com’è andata la settimana successiva.

Assegnate i compiti: capitolo dieci.


Quinta Settimana

Discutete di domande e strumenti del capitolo dieci.

Chiedete a ognuno di individuare la propria priorità di stile di vita e in che modo questa influenza il loro metodo educativo – punti di forza e di debolezza.


Modulo per la risoluzione dei problemi: chiedete volontari desiderosi di lavorare su sfide specifiche che hanno segnato sul loro modulo. Potreste avere il tempo di affrontare più di un problema.

Assegnate i compiti: capitoli undici e dodici.


Sesta Settimana

Discutete di domande e strumenti dei capitoli undici e dodici.

Modulo per la risoluzione dei problemi: chiedete volontari desiderosi di lavorare su sfide specifiche che hanno segnato sul loro modulo. Potreste avere il tempo di affrontare più di un problema.


Attività finale: chiedete ai partecipanti di chiudere gli occhi e di pensare ai tre concetti più importanti che hanno imparato e in che modo li hanno usati o li useranno con i loro figli. Chiedete loro di prendersi un paio di minuti per raccogliere i pensieri su un foglio. Poi invitate ogni partecipante a condividere l’aspetto più importante che portano a casa alla fine del percorso. Lasciate che il gruppo decida se vuole mantenere gli incontri per lavorare su problemi specifici usando il modulo per la risoluzione dei problemi.

Sfide della partecipazione di gruppo

Nell’introduzione è stato presentato il valore dei gruppi di studio e alcuni suggerimenti per lavorare in gruppo. A maggior ragione, suggeriamo che presentiate i concetti che seguono durante il primo incontro.


Le personalità potenzialmente problematiche all’interno di un gruppo sono varie. I problemi si possono evitare quando ogni partecipante è consapevole di queste situazioni e si prende la responsabilità di collaborare con il gruppo. Discutere dei problemi più ricorrenti prima che si presentino è più efficace, in modo che le persone non si sentano prese di mira.

Il Monopolizzatore

Sono certa che vi sia già capitato di trovarvi in un gruppo in cui c’è un monopolizzatore. Per tutto il resto del gruppo può essere letale.

  • Contate fino a cinque prima di parlare. Questo dà agli altri la possibilità di esprimersi.

  • Limitate i commenti a quelli che pensate possano interessare anche gli altri, oltre a voi.

  • Fate commenti brevi e arrivate al dunque. La maggior parte dei monopolizzatori si ripete molto e riassume molte volte.

  • Assicuratevi che il vostro intervento sia pertinente all’argomento discusso.

  • Siate consapevoli che gli altri componenti del gruppo possono non essere assertivi quanto voi. Aiutateli a partecipare alla discussione. (Vedi i segnali da notare nel silenzioso).

Il Silenzioso

Dopo aver letto del monopolizzatore, non pensate di non dover parlare in un gruppo di studio. Un gruppo di studio non funziona senza la partecipazione di tutti. Ci sono molte ragioni per le quali un individuo può essere un partecipante silenzioso del gruppo. Le due di cui dovremmo essere più consapevoli sono (a) la persona che non riesce a proferire neanche una parola a causa dei monopolizzatori e (b) la persona che preferisce restare in silenzio perché questo è il suo modo di imparare.


La differenza si nota dal linguaggio del corpo. Chi vorrebbe dire qualcosa di solito si piega in avanti e inizia a parlare, prima di essere sovrastato da qualcun altro. È possibile che alzi solo la mano, mentre gli altri iniziano direttamente a parlare. I membri più assertivi del gruppo possono aiutarli dicendo: «Mary, c’era qualcosa che volevi dire?».


Nell’altro caso, non mettete in imbarazzo chi preferisce restare tranquillo, chiamando qualcuno che preferirebbe non parlare.

Il Polemico

Ricordate che lo scopo di un gruppo di studio di Disciplina Positiva è imparare a capire ed esercitare questi concetti. Non significa che questo sia l’unico modo. È tuttavia un modo molto efficace di lavorare con i bambini. Se si passa il tempo a discutere di altre teorie, non ci sarà tempo a sufficienza per affrontare il metodo con una completa comprensione e applicazione pratica.

Il Convinto di avere sempre ragione

Alcune persone si entusiasmano così tanto per questi princìpi che vogliono subito convertire tutti. Per esempio, una donna torna a casa dopo un gruppo di studio e dice al marito: «Questo è il metodo che adotteremo d’ora in avanti». Un coniuge può sentirsi attratto dal provare alcune di queste tecniche dopo aver avuto la possibilità di osservarne l’efficacia tramite il vostro esempio, ma sicuramente resisterà alla pressione di cambiare.


Certo, fa piacere che due adulti collaborino usando lo stesso approccio, ma non è fondamentale. I bambini sono così intelligenti che riescono ad adattare i loro comportamenti a seconda dell’approccio dell’adulto con il quale interagiscono. Sperimentare diversi approcci da adulti diversi non farà loro del male.


L’unica persona che potete cambiare siete voi stessi. Usate l’approccio che vi si addice di più.

Il Dubbioso (“Sì, Ma…”)

Tutte le tecniche suggerite in questo libro sono state usate con successo da molti genitori e insegnanti. Mettere le mani avanti dicendo che qualcosa potrebbe non funzionare è spesso una buona scusa per evitare di provarci.

Mentre studiate, scegliete solo le proposte che siete disposti a provare. Non bisogna comprare l’intero pacchetto per raggiungere molti dei benefici.

MODULO PER LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI

  • Descrivete nel dettaglio il problema d’interazione (Quand’è stata l’ultima volta che è successo?).

  • Come vi siete sentiti? (Irritati, minacciati, feriti o inadeguati?).

  • Cosa avete fatto in risposta al comportamento del bambino?

  • Quale pensate sia l’obiettivo sbagliato del bambino?

  • Quali soluzioni alternative potreste provare ad applicare la prossima volta che il problema si ripresenta? (Raccogliete qui le proposte del gruppo).

Usare il modulo per la risoluzione dei problemi

Fare diverse copie del modulo per la risoluzione dei problemi, per ogni membro del gruppo, è una buona idea. Durante le prime settimane sarà utile ai membri del gruppo per tenere a mente le situazioni di cui vorrebbero discutere dopo aver imparato i concetti di base illustrati nei primi sei capitoli di questo libro.


Al momento di discutere di queste situazioni, chiedete al gruppo di indovinare l’obiettivo sbagliato. I partecipanti dovrebbero riuscire ad arrivare al sentimento primario dell’adulto. Ascoltate il tono di voce e le contraddizioni. L’adulto sostiene di aver provato un leggero fastidio o inadeguatezza, ma il suo tono di voce e la descrizione del problema indicano potere – desiderio di costringere il bambino a fare ciò che vuole lui? La rabbia e la frustrazione stanno coprendo una sensazione di essere minacciati o feriti?


Una volta individuato l’obiettivo sbagliato, il gruppo dovrebbe proporre diversi suggerimenti che il genitore o l’insegnante possano provare. Tra questi il maggior numero possibile di concetti e strumenti, comprese alcune idee specifiche per l’incoraggiamento. Chi ha il problema può scegliere una o più di queste proposte.


La riunione di gruppo successiva dovrebbe iniziare con un resoconto sull’efficacia dei suggerimenti. Se i suggerimenti non sono stati efficaci, di solito il gruppo dovrebbe essere in grado di aiutare la persona a capirne il motivo. Per esempio, potrebbe aver dimenticato di usare un tono di voce rispettoso, o potrebbe non aver aspettato un intervallo di tempo per ritrovare la calma.


Di seguito alcuni esempi di situazioni che sono state presentate a un gruppo e le proposte suggerite.


Matt, di sei anni, pensa sempre che le cose siano ingiuste. Una mattina mentre la mamma chiacchierava con lui, si è chinata per sistemare il copriletto del suo fratellino. Matt ha detto: «non è giusto. Aiuti sempre lui e non me». La madre ha condiviso con il gruppo che si era sentita infastidita. Qualche altra domanda del gruppo ha svelato che si sentiva ferita. Si sforzava così tanto di essere giusta, e Matt l’accusava di essere ingiusta. Il gruppo ha pensato che anche Matt si sentisse ferito a causa della percezione che la mamma preferisse il fratellino, e ha proposto due suggerimenti:

  1. Usa i Quattro Passi per Conquistare la Collaborazione. Esprimi come pensi che si senta. Racconta un’esperienza in cui anche tu hai sentito che qualcosa fosse ingiusto. Fagli capire che ha la tua comprensione. Spiegagli che desideri essere giusta perché ami entrambi allo stesso modo. Trova una soluzione, con l’aiuto di Matt, su cosa si può fare.

  2. Dedica del tempo per stare con Matt. Questo potrebbe far parte della soluzione.


La maestra James ha raccontato di essere preoccupata perché un suo alunno di prima, Scott, aveva preso l’abitudine di non completare il suo lavoro. All’inizio pensava che l’obiettivo sbagliato potesse essere l’attenzione ingiustificata, o il potere, perché dai suoi trascorsi sapeva che era un bambino molto capace. Una delle proposte del gruppo è stata di rivelare l’obiettivocon Scott, in modo che la maestra potesse avere più indizi su quale potesse essere il suo obiettivo. La James desiderava fare pratica di questa tecnica, così ha interpretato Scott in un gioco di ruolo, mentre un altro membro del gruppo rivelava l’obiettivo. Mettendosi nei panni di Scott, si è stupita di scoprire che probabilmente il suo obiettivo era la vendetta. Infatti era anche molto amica della famiglia di Scott, e si è resa conto che il problema era iniziato dopo che si era presa un periodo di pausa per una vacanza. Scott aveva rivelato ai genitori di essere molto preoccupato che la maestra potesse non tornare. Siccome era rimasto molto ferito, quando la maestra è tornata ha avuto paura di riavvicinarsi troppo. Il suo comportamento tradiva vendetta passiva. La maestra era impaziente di provare a rivelare l’obiettivo con Scott in modo da poter poi affrontare la questione e cercarne una soluzione – dopo i passi per conquistare la collaborazione.


Roberts, una maestra dell’asilo, ha riportato il suo problema con Steven, che giocava sempre nella zona delle costruzioni ma poi non aiutava a rimetterle a posto. All’inizio la maestra si sentiva semplicemente frustrata, poi si era resa conto di essere arrabbiata perché non riusciva a fargli fare quello che voleva lei. Dopo aver individuato l’obiettivo del potere, il gruppo ha proposto i suggerimenti che seguono:

  1. Prenditi il tempo per la formazione. Assicurati che sappia esattamente cosa deve fare.

  2. Poni le domande: «Ti piace giocare con le costruzioni? Cosa dovresti fare dopo? Quanti blocchi credi di riuscire a raccogliere al momento del riordino?».

  3. Dài una scelta che comprenda una conseguenza logica: «Preferisci raccogliere i blocchi ora o durante il momento della storia? Preferisci raccogliere le costruzioni o rinunciare al privilegio di giocarci?».

  4. Riorienta il comportamento del potere. Lascia che sia lui il responsabile del riordino.


La maestra Roberts ha pensato che la quarta alternativa potesse essere quella che sarebbe piaciuta di più a Steven e avrebbe risolto il problema.


La signora Sedgewick si lamentava del fatto che Scott, di sei anni, non rispettava i suoi giocattoli e non li metteva in ordine. Al gruppo era chiaro che la sua voce esprimeva potere che si stava trasformando in vendetta. Il gruppo ha suggerito le possibilità che seguono:

  1. “Prendi il controllo” del problema. Spiega quanto ti disturba vedere i giocattoli che ingombrano tutta la casa. Ammetti che potresti aver comprato più giochi di quanti desidera o di cui ha bisogno.

  2. Chiedi aiuto e soluzioni per il problema.

  3. Prenditi il tempo per formazione e organizzazione. Fai delle borse sacco o prendi scatole di cartone per riordinare i vari giocattoli. Raggiungi un accordo con Scott sul fatto che può aprire una sola borsa o un solo cartone alla volta, che deve essere rimesso a posto prima di usarne un altro.

  4. Offri una scelta. Può decidere di tirare su lui i giocattoli o che sia tu a farlo. Se li metti in ordine tu, rimarranno al loro posto finché non mostra abbastanza interesse e responsabilità. Se questo non succede, significa che ha decisamente troppi giocattoli.

La Disciplina Positiva
La Disciplina Positiva
Jane Nelsen
Crescere bambini responsabili, indipendenti e collaborativi, in famiglia e a scuola, con rispetto, fermezza e gentilezza.Un metodo efficace per crescere bambini autonomi, responsabili e collaborativi, senza il bisogno di ricorrere a premi e punizioni. La psicologa Jane Nelsen spiega come mettere in pratica la “Positive Discipline”: un metodo efficace per aiutare genitori e insegnanti a mantenersi fermi e gentili con i bambini, senza bisogno di ricorrere alle punizioni, e incoraggiando nello stesso tempo il bambino a sviluppare l’indipendenza, il senso di responsabilità, la collaborazione e la capacità di trovare soluzioni in autonomia.La Disciplina Positiva è stato tradotto in 19 paesi. Conosci l’autore Jane Nelsen, psicologa ed educatrice di fama mondiale, è autrice di numerosi libri su accudimento e Disciplina Positiva, rivolti a genitori e insegnanti.