capitolo xiii

Allattamento e sessualità

Caro Andrea,

credo che già il titolo di questo capitolo ti abbia acceso un po’ di idee e di curiosità. Cosa c’entra la sessualità con l’allattamento? C’entra moltissimo se consideri che per secoli la pratica del baliatico (cioè del lasciare allattare e accudire ad altri il proprio bambino) aveva come scopo principale quello di rendere la madre libera e quindi di nuovo “sessualmente disponibile” per il marito, ovviamente solo per le classi sociali che potevano permettersi la balia. In quegli anni c’era la convinzione che in allattamento non si dovessero avere rapporti sessuali perché il latte si sarebbe “guastato” e al bambino avrebbe fatto male. La bella notizia è che non c’è nulla di vero in queste credenze e nelle conseguenti pratiche del passato: si può tranquillamente allattare e mantenere una vita di coppia affettuosa e sessualmente appagante. La notizia meno bella è che la gravidanza, il parto e l’allattamento rappresentano un’esperienza così coinvolgente, con modificazioni ormonali tanto profonde, da condizionare pesantemente l’intimità di coppia.


Il titolo che ho messo per incuriosirti è un po’ scorretto, perché il vero tema su cui vorrei riflettere è la vita di coppia dopo la nascita di un bambino; la sessualità ne rappresenta solo un aspetto, anche se molto importante, e occorre fare attenzione a non confondere le cause con l’effetto, evitando pregiudizi e confusione. Se ci pensi bene, il tuo Federico è l’espressione, bellissima e molto concreta, del vostro amore e della vostra sessualità. Quando scrivo “sessualità” intendo sia l’atto fisico in sé, sia l’insieme delle emozioni e delle passioni che vi legano da quando vivete insieme. La componente mentale della sessualità, in particolare dopo un parto, è molto importante, perché la mamma è così “occupata” dal suo bambino da non riuscire a pensare ad altro, da non avere più spazio per altro. Nelle prime settimane e mesi il cervello di Luisa è pieno, completo, non ha più “RAM” per pensare a te. Tutto questo è normale, e non sono i punti che “tirano”, gli estrogeni calati, o il sonno interrotto dalle numerose poppate notturne (anche questo, certo); la situazione di Luisa potrebbe essere definita dall’avviso che recita: “sono occupata, sto lavorando per te, torna più tardi”. Lei tutto questo non te lo dice, anche perché non lo ha ben chiaro; sta vivendo un’esperienza nuova e coinvolgente, che comprende gradualmente giorno dopo giorno. Anche per te c’è emozione, orgoglio ed entusiasmo, soprattutto nei primi giorni, ma dopo un paio di mesi stai ritornando ai tuoi livelli ormonali basali, mentre lei è ancora nell’altro mondo. Tu vieni periodicamente acceso da Federico che ti porta a vivere sentimenti mai neppure immaginati, ma in altri momenti senti tornare la passione e il desiderio di quando Federico era solo una vaga e nebulosa idea.


Tieni presente che a volte, in allattamento, il desiderio sessuale della donna può anche non calare e in certi casi addirittura aumentare; e può succedere che il papà sia così catturato dall’esperienza della paternità da dimenticarsi del desiderio sessuale. Quindi non c’è una regola che vale per tutti, e occorre sgombrare il campo da inutili e fuorvianti luoghi comuni. Quello che conta è il piacere di stare assieme, la soddisfazione reciproca, il progetto condiviso che vincola a camminare fianco a fianco. Federico per ora riesce a soddisfare i suoi bisogni semplicemente poppando in braccio a Luisa, ma ben presto avrà necessità di avere una coppia che lo ama e lo aiuta a crescere. Nei prossimi anni non sarà più una questione di accudimento, ma di rapporto con voi: Federico “relazionerà con una relazione”, la vostra; nel bene come nel male, perché vivrà anche le vostre momentanee incomprensioni, i vostri possibili conflitti e delusioni. La vostra relazione è anche la sua, compromettere il vostro rapporto trascina con voi anche lui.


A questo punto credo che sia chiaro che non è un banale problema di sesso sì o sesso no. Occorre invece procedere con gradualità e riflessione comune per trovare assieme un nuovo modo di essere coppia, cercando assieme un nuovo equilibrio dopo il big bang della nascita di un bambino. La chiave di lettura che vi deve guidare è nella parola “assieme”, che ho usato intenzionalmente in modo ridondante. Questo non è un cammino che si può fare da soli. L’impresa singola rischia il fallimento e può essere molto pericolosa; purtroppo non sono poche le coppie che “scoppiano” dopo la nascita di un figlio (anche del terzo!) e in questi casi di solito è mancato un dialogo franco e una condivisione profonda. Il silenzio nella coppia è sempre il nemico numero uno, ma dopo l’esperienza della nascita è davvero quello da battere. Ciò che poi non si riesce a dire con le parole, può essere detto con i gesti o gli oggetti: regalare un biglietto per il teatro o per una cena intima è un messaggio molto chiaro e può aiutare a comprendersi meglio. Sarete poi voi due insieme a decidere se ritenete sufficiente un po’ di intimità e di affetto o se avvertite il bisogno di qualcosa di più fisico e intenso; valuterete voi due insieme se preferite tenere con voi Federico e andare con lui in pizzeria (con tutto quello che la scelta comporta) oppure se lasciarlo qualche ora ai nonni e andare in quel locale elegante frequentato quando eravate fidanzati.

Mi dirai che la sto facendo troppo facile, che è difficile essere così affiatati. Hai ragione, ho un po’ idealizzato. Allora diciamo che nei primi sei mesi decide Luisa e tu ti adatti, nel secondo semestre dal parto invertite i ruoli. Sto esagerando ancora, perché anche così non funziona; però è vero che inizialmente è giusto che sia lei a guidare, a fare da capocordata, mentre in seguito potrai aiutarla a capire quando è giunto il momento di procedere “a comando alternato”, dove entrambi abbiamo lo stesso valore e importanza l’uno per l’altro. Vorrei concludere segnalandoti che durante focus group con coppie nel dopo parto, alcune mamme hanno dichiarato di aver trovato “eccitante” il loro uomo che puliva in casa e dava una mano a gestire il piccolo. Tienilo presente. A Luisa invece fai sapere (il modo giusto lo conosci solo tu) che lei adesso è una splendida mamma, ma che per te resta una splendida donna; puoi anche farle capire che il giorno nel quale Federico non avrà più alcun interesse per il suo seno, tu invece ti dimostrerai molto più fedele di lui.

L'allattamento spiegato ai papà
L'allattamento spiegato ai papà
Alessandro Volta, Ciro Capuano
Il sostegno essenziale per mamma e bambino.Tutto quello che un papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio durante l’allattamento. In questi ultimi tempi, moltissime mamme si sono riappropriate dell’allattamento al seno, dopo decenni di oblio. Talora però resta da persuadere uno degli attori più importanti affinché si stabilisca e prosegua un buon allattamento: il papà. L’allattamento spiegato ai papà è un agile e simpatico volumetto in cui i pediatri Alessandro Volta e Ciro Capuano raccontano a un immaginario padre tutte le cose che ogni papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio. La prefazione è firmata dal famoso dottor Sergio Conti Nibali, direttore della rivista UPPA (Un Pediatra Per Amico). Conosci l’autore Alessandro Volta, pediatra e neonatologo, è padre dei tre ragazzi e di una bambina in affido. È responsabile dell'assistenza neonatale negli ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia e membro della Commissione Nascita dell'Emilia Romagna. Cura il sito www.vocidibimbi.it Ciro Capuano, nato a Napoli nel 1967, lavora come pediatra presso il Nido dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Montecchio Emilia ed è formatore per il personale sanitario sull'allattamento al seno secondo le linee guida OMS/Unicef. Si interessa di medicina integrata e delle tematiche inerenti il microbioma materno-infantile in epoca perinatale.