Risultati
“Con l’impiego di diete sperimentali controllate siamo riusciti a indurre alterazioni nello sviluppo strutturale e funzionale dei gatti. Abbiamo verificato che manifestazioni allergiche e alterazioni dentali paragonabili a quelle che presentano gli esseri umani si producono mediante la manipolazione della preparazione dei cibi”.
I gatti randagi vivono di topi, uccelli, rettili, insetti, pesci e alcuni vegetali, mantenendo intatte la loro struttura e le loro capacità funzionali, generazione dopo generazione. Anche i gatti domestici, se vivono comunque all’aperto e sono allo stato semiselvatico, mantengono le loro caratteristiche peculiari di generazione in generazione.
Al contrario, i gatti a cui viene impedito di cacciare liberamente, abituati a una vita “facile” con cibi precotti a disposizione, tendono a sviluppare alterazioni corporee e funzionali.
In uno studio si confrontano due gruppi di gatti, nutriti a base di latte crudo e olio di fegato di merluzzo; unica differenza, in un gruppo mangiano carne cruda, nell’altro cotta. La carne è per tutti costituita da interiora, muscoli e ossa.
- I gatti che mangiano carne cruda presentano un ottimo sviluppo maxillofacciale e una dentizione normale (ciò nonostante, non risultano perfetti come quelli randagi che si procurano il cibo da soli); il ricambio dei denti da latte avviene senza problemi e senza ritardi. Tali caratteristiche si mantengono costanti di generazione in generazione. Il tono dei tessuti molli è eccellente, così come la qualità del pelo; il contenuto di calcio e fosforo nelle ossa è normale; sono resistenti alle infezioni e ai parassiti; non mostrano segni di allergie; in generale si dimostrano giocherelloni, curiosi, il loro comportamento è predicibile; se lanciati da un’altezza di 6 piedi per testarne la coordinazione, atterrano sempre sulle zampe e tornano per giocare ancora; si riproducono in modo normale, senza difficoltà durante il parto; la mamma partorisce in genere 5 gattini di circa 119 grammi di peso medio, che allatta regolarmente.
- I gatti che mangiano carne cotta, al contrario, sviluppano ogni tipo di malformazioni della faccia, delle mascelle e dei denti. Anzitutto, generano gattini tutti diversi fra loro per taglia e conformazione scheletrica (le caratteristiche fisiche non si mantengono costanti di generazione in generazione; esistono tante differenze morfologiche quanti sono i gatti, e nessun gatto risulta simile all’altro); perdono tutti i denti incisivi e la maggior parte dei molari nel giro di 3-5 anni di vita, per rammollimento delle ossa alveolari; mostrano crani allungati e ristretti, che si riducono dalla seconda alla terza generazione; per questo, anche la mandibola e la mascella si restringono, cosicché molti denti si ritrovano affollati o non riescono ad erompere; sono molto frequenti le malocclusioni da retrusione o protrusione mandibolare; i seni frontali e gli archi zigomatici sono sottosviluppati; spesso vi sono ritardi nel ricambio dei denti; l’eruzione dei denti permanenti è spesso accompagnata da gengive sanguinanti, rinorrea, febbri e stato di prostrazione generale; i denti permanenti si presentano più piccoli e di forma più irregolare; per riduzione della crescita in lunghezza delle ossa mascellari, i molari possono rimanere inclusi nel ramo mandibolare; la corona di questi denti risulta perpendicolare alla superficie masticatoria anziché parallela (come i denti del giudizio inclusi degli esseri umani); l’agenesia (assenza), soprattutto dei denti incisivi, è molto comune; le alterazioni morfologiche sono così evidenti che basta poco anche al non esperto per riconoscere un gatto di questi da uno nutrito con cibi crudi; le ossa lunghe tendono ad allungarsi, a ridursi di diametro, e possono curvarsi, con gli arti posteriori più lunghi di quelli anteriori; alla terza generazione si osserva una palese condizione di osteogenesi imperfetta.
Questi gatti poi sono affetti con più frequenza da problemi di cuore; miopia e presbiopia; distiroidismi; infezioni a reni, fegato, testicoli, ovaie, e vescica; artriti; infiammazioni del sistema nervoso con paralisi e meningiti. In essi si osserva una riduzione del volume viscerale; uno studio microscopico dei loro polmoni mostra tessuti respiratori anormali; in molti casi si ha ipotiroidismo. Le gatte sono molto irritabili e inclini alla litigiosità, danno morsi e graffi con facilità e non fanno le fusa; i gatti maschi, invece, sono troppo docili e presentano disinteresse all’accoppiamento quando non un interesse invertito; è evidente un pervertimento comportamentale, con le femmine che aggrediscono maschi piuttosto passivi: tali deviazioni non si osservano fra i gatti che si cibano di alimenti crudi.
Sono molto diffusi parassitosi e vermi intestinali; molto frequenti allergie e disturbi dermatologici che peggiorano da una generazione all’altra, con un’incidenza del 100 % alla terza generazione; le allergie più comuni sono nei confronti del latte; in questi gatti allergici, l’autopsia rivela una lunghezza del tubo digerente, che si presenta atonico e ipoelastico, in media da 72 a 80 pollici, contro i 48 dei gatti normali; gli aborti sono comuni, andando dal 25% delle gravidanze della prima generazione degenerata, fino al 70% della seconda; i parti risultano difficili, e molte femmine ne muoiono subito o dopo 3 mesi, per esaurimento; le gatte gravide mostrano infiammazioni e infezioni gengivali; le femmine manifestano crescenti difficoltà al concepimento, quando non addirittura sterilità; la mortalità fra i gattini neonati è alta, perché a volte nascono morti, altre volte sono troppo deboli per cercare il seno materno; il peso medio alla nascita è di 100 grammi.
Soprattutto, arrivati alla terza generazione, i gatti degenerati sono così instabili dal punto di vista metabolico che nessuno sopravvive oltre il sesto mese di vita, ponendo fine così alla linea riproduttiva.
Se gatti già adulti, che hanno trascorso la vita a cacciare prede vive, iniziano a essere nutriti con carne cotta, non mostrano quasi alcuna alterazione della morfologia cranica; la loro prole, però, presenterà crani anomali.
Quando i gatti della prima o seconda generazione degenerata vengono nutriti di nuovo con carne cruda, si definiscono gatti rigenerati: i loro discendenti continuano a essere nutriti con carne cruda, per misurare quanto tempo ci vuole per farli tornare animali con funzioni e morfologia fisiologiche. Ci vogliono circa 4 generazioni per ristabilire uno stato di salute normale; tuttavia, a causa delle difficoltà riproduttive, pochissimi animali riescono a riguadagnare uno stato di salute normale;le manifestazioni allergiche e le malformazioni scheletriche e dei tessuti molli persistono fino alla terza generazione di gatti rigenerati; alla quarta generazione la maggioranza dei sintomi e segni di disfunzione metabolica sono scomparsi, anche se quasi mai in modo completo.
I risultati degenerativi sono i medesimi se alla dieta di carne cotta e latte crudo si sostituisce una dieta di latte denaturato (ossia pastorizzato, oppure liofilizzato, oppure condensato e zuccherato) e carne cruda. I maggiori danni degenerativi si inducono con il latte condensato e zuccherato, seguito dal latte in polvere e infine dal latte pastorizzato.
La dieta influisce senza alcun dubbio anche sul grado di mineralizzazione delle ossa. I contenuti di calcio e fosforo diminuiscono in proporzione al grado di degenerazione dei gatti. Le loro ossa possono essere morbide, spugnose e porose. I disturbi della mineralizzazione vengono trasmessi da una mamma degenerata ai cuccioli, ma in forma aggravata. Anche l’anemia è un’altra delle patologie che possono affliggere i gatti di Pottenger.
La degenerazione sperimentale che può essere prodotta in un gattino nato da genitori di genealogia sana non raggiunge il grado di gravità di quella indotta in un gattino nato da una gatta già degenerata. Il latte prodotto da una gatta degenerata manca infatti dei nutrienti indispensabili alla crescita e allo sviluppo della prole; inoltre, l’assenza di tali nutrienti aggrava lo stato di degenerazione già presente in questi gattini sin dalla nascita. D’altro canto, se ai gattini degenerati vengono forniti adeguati nutrienti durante il periodo dell’allattamento, si può fare molto per migliorare il loro metabolismo.
“La nostra esperienza ci ha dimostrato che sia le gatte che non hanno latte, sia quelle che ne hanno troppo, risultano avere problemi metabolico ormonali”.
I nutrienti presenti nei cibi crudi, efficaci nel promuovere la crescita e lo sviluppo fisiologici nei gatti, sono termolabili, ossia vengono alterati o distrutti con facilità dal calore e dall’ossidazione (contatto con l’aria). Sappiamo con certezza che la normale cottura denatura le proteine, rendendole più difficili da digerire. Tutti gli enzimi tissutali vengono inattivati. La vitamina C e altre del complesso B vengono anch’esse danneggiate, e i minerali vengono resi meno solubili per alterazione del loro stato fisico-chimico.
È molto probabile, pertanto, che l’induzione sperimentale della degenerazione metabolica nei gatti sia riproducibile semplicemente alterando lo stato fisico-chimico dei cibi presenti nella loro dieta.