capitolo viii

Creatività e tempo libero
in famiglia

La terra è dove sono le nostre radici.
I bambini devono imparare a sentire e vivere in armonia con la Terra.

Maria Montessori

Riprendiamoci la creatività

Da quando sono nate le bambine credo di poter contare sulle dita di una mano le nostre visite e i relativi acquisti presso negozi di giocattoli, eppure ne abbiamo in grandi quantità e abbiamo la necessità di fare periodicamente delle accurate selezioni, per “eliminare” dalla vista alcuni dei giochi che sono arrivati in casa, per lo più regalati, alcuni nuovi, molti usati.


Nell'economia dell'abbondanza avvengono anche questi paradossi, ma credo di poter affermare tranquillamente che il gioco o, ancor meglio il giocattolo, sia stato eccessivamente industrializzato, almeno quanto lo è stato il cibo, e che i bambini starebbero meglio a giocare all'aria aperta il più possibile con materiali naturali oppure in camerette o piccoli angoli creativi più semplici e razionali di quelli che in genere finiscono per avere. Ci provo, nel mio piccolo, ma non è semplice perché, soprattutto da quando i bambini entrano alla scuola dell'infanzia, l'impatto sociale li condiziona moltissimo: così come smettono di mangiare il passato di verdura (chi più, chi meno) iniziano anche ad appassionarsi a personaggi, figurine, gadget vari che – chissà per quale motivo – hanno un incredibile potere di attrazione.

Perché i bambini giocano? Che cosa rappresenta per loro il giocare?1

Se partiamo da queste semplici domande constatiamo che non hanno bisogno di molte cose e che la loro creatività (e forse anche la nostra) è molto più stimolata se possiedono pochi oggetti, realizzati con materiali semplici, naturali e resistenti. Il gioco per i bambini, fin dalle prime settimane di vita, è esplorazione e scoperta, è il misurare le proprie capacità, è autoformazione, crescita, movimento, simulazione. Il gioco è fondamentale per lo sviluppo della creatività, il gioco è ri-creatività, condivisione, divertimento, casualità, piacere.

Credo che ogni genitore abbia osservato con stupore i propri figli giocare con la scatola di un giocattolo, e non considerare affatto l'oggetto acquistato, oppure appassionati a preparare il caffè nella loro cucinetta, a giocare con un filo e un bastoncino, a inventare storie e fantasticare come a volte anche noi adulti sogneremmo di fare.


Riappropriarsi dell'essenza pura del gioco, a casa come in tutte le agenzie educative al servizio dei nostri figli, significa far vivere liberamente ai bambini l'aspetto ludico e affrancarli dal giogo dei personaggi proposti dai cartoni animati o dalla pubblicità, che li utilizza per promuovere giocattoli industriali. Significa anche avere una maggiore consapevolezza e spirito critico rispetto a ciò che entra nelle nostre case.


I giocattoli acquistati sono una realtà così scontata che ormai non ci rendiamo nemmeno conto di quanto rappresentino un paradosso. Il gioco dovrebbe nascere dal desiderio creativo, essere sviluppato dal bambino grazie all'aiuto dell'adulto, mentre nella maggior parte delle famiglie ci sono soltanto giochi industriali. Certo, ce ne sono di bellissimi, fatti in ottimi materiali, creativi e interessanti: non sto sostenendo che dobbiamo smettere di comprarne o regalarne, ma che possiamo anche dedicare un minimo di tempo per autoprodurne alcuni, per provare a variare in ciò che proponiamo ai bambini, per incoraggiarli a comprendere il valore del lavoro umano, la qualità e la versatilità di un gioco autoprodotto piuttosto che l'esperienza consumistica di possederne in quantità.


Il gioco è un ponte verso la libertà, è piacere, è fantasia, è finzione. In molti casi è anche estetica e non a caso i giochi “belli”, quelli di qualità, o quelli semplicemente più divertenti, sono instancabili e resistono per anni, consolidando la loro funzione o modificandola in base alle esigenze dei nostri figli. Ci sono molti giocattoli che costano pochissimo, che si trovano al supermercato, dal tabaccaio, praticamente ovunque: molti oggetti di plastica o prodotti con materiali scadenti, spesso inquinanti per i materiali con cui sono realizzati, per la produzione e il trasporto. Scambiarsi questi beni (e non buttarli) se sono ancora in buono stato è una cosa positiva e nel capitolo dedicato al riuso ho tessuto le lodi di questa pratica; tuttavia la sovrabbondanza di piccoli gadget di scarsa qualità, peluche, pupazzini di plastica di tutte le dimensioni non sono d'aiuto al pianeta né qualificano il tempo libero dei nostri bambini.

Amanda Blake Soule, autrice del popolare blog SouleMama2 e di alcuni libri sulla creatività in famiglia, afferma che il fattore più importante per lo sviluppo della creatività nei bambini risiede nel vivere noi stessi in modo creativo3. Spesso questo termine è male interpretato e si pensa che la creatività sia esclusivo appannaggio di pittori, scultori o in generale grandi artisti ed è sempre associata al fare e al produrre qualcosa. Al contrario la creatività è qualcosa che tutti noi possediamo e possiamo sviluppare, è popolare4 perché a disposizione di ciascuno di noi ed è il centro della vita dei bambini i quali, soprattutto in età prescolare, si concentrano nei loro pensieri creativi, inventano storie, danno vita a personaggi e simulazioni, amano costruire, destrutturare, modulare oggetti di qualunque tipo. La creatività è loro e nostra ed è giusto riappropriarsene e favorirla perché fa parte della nostra natura.
Vi propongo un esperimento: se avete bambini che hanno più di tre anni, provate a contare tutti i loro giochi, tutto ciò che normalmente riponete in cesti o scaffali, senza escludere nulla. Rimarrete esterrefatti dalla quantità indescrivibile di oggetti che possiedono i vostri figli. E vi renderete conto in fretta che non hanno molto tempo a disposizione per utilizzare tutti i giochi che possiedono e che si concentrano sempre sugli stessi.

Quali sono i giochi migliori?

A questo punto c'è da chiedersi come stimolare la creatività dei bambini anche in famiglia, senza forzature, senza che questo diventi un altro obiettivo pressante, ma liberando la fantasia e creando occasioni di ispirazione. È possibile rendere ecologico lo spirito creativo dei nostri bambini? Possiamo fare in modo che fin dai primi giochi che iniziano a manipolare e a utilizzare possano familiarizzare con materiali ecocompatibili, naturali e per questo più adeguati alle loro esperienze sensoriali?

Esplorare la natura

Credo che il primo passo da fare sia quello di sperimentare con i nostri figli il mondo naturale. Tutte le volte che possiamo cerchiamo di passare del tempo all'aria aperta, ancora meglio se assieme ad altre famiglie e altri bambini: i luoghi organizzati come i parchi o i giardini pubblici sono spazi che i più piccoli amano molto, ma spesso gli spazi aperti, privi di giochi preconfezionati offrono molti spunti in più. L'esplorazione della natura, il poter toccare, sporcarsi, giocare indisturbati in spazi aperti è un'esperienza impagabile che i bambini di oggi vivono davvero di rado. Se abitiamo in città possiamo organizzarci nei fine settimana, se invece abbiamo campagne o colline a portata di mano possiamo portare i bambini più spesso, ad esempio dopo la scuola, a fare brevi escursioni per conoscere il territorio, per raccogliere foglie e sassi, per scoprire piante e fiori. La loro inesauribile fantasia farà il resto: non avremo bisogno di organizzare alcunché.


Non c'è fonte di ispirazione più grande del pianeta su cui viviamo: la terra è bellezza, energia e colore e portare i bambini a sperimentare e misurarsi con se stessi negli spazi aperti e privi di costrizione è il modo più semplice per realizzare la tanto decantata educazione ambientale. Solo vivendo e conoscendo in prima persona la bellezza della natura i bambini potranno amarla e di conseguenza sperimentare e ricercare – quando saranno adulti – gli strumenti per rispettarla.


Sentire il profumo dell'erba o delle foglie in un bosco, riconoscere gli alberi, ascoltare il rumore di un ruscello in montagna, osservare le stelle, anche dal terrazzo: fin da piccolissimi i bambini hanno la capacità di assorbire quella bellezza e di interiorizzarla, oggettivandola nei loro giochi.


Quando camminiamo in collina (e, a volte, anche lungo i viali della nostra città) le nostre bimbe non riescono a trattenersi: il loro desiderio di raccogliere foglie, sassolini e rametti è irrefrenabile. Le lascio fare perché ciò che raccolgono rappresenta per loro un piccolo tesoro, che si trasforma poi nella base materiale per i nostri lavoretti.


Hanno scoperto così molto facilmente, attorno ai tre-quattro anni, la ricchezza e la diversità delle stagioni e i colori che le caratterizzano. Portare a casa un po' di natura è un modo per comprenderla e per apprezzarla, senza danneggiarla mai.

Si possono fare moltissime attività creative insieme ai bambini, soprattutto dopo i tre anni, con i materiali raccolti all'aperto: semplici collage o disegni con la tecnica del frottage5, collezioni di sassi, foglie o legnetti dipinti, bastoncini decorati con fili di lana, l'angolo della stagione, coroncine di fiori, nidi in miniatura, ecc.6. È il modo migliore per impegnare i pomeriggi di pioggia, così frequenti nei cambi di stagione, le ore più calde in estate, o fredde in inverno, quando uscire è più difficile.
Scegliere i giochi

Le cose che entrano nella nostra casa e che ogni giorno vediamo attorno a noi rappresentano, in un certo senso, ciò da cui possiamo trarre ispirazione, noi e i nostri bambini, nella quotidianità. Ci danno o ci tolgono energia, stimolano la nostra ispirazione e la nostra creatività.


Amanda Blake7 incoraggia i genitori a farsi alcune domande e prima che un gioco entri nella loro casa, oppure a riflettere pensando ai giochi che i bambini già possiedono.


È bello? È semplice? Di che cosa è fatto? Quali sensi stimola? Come lo possiamo gestire in casa? Dove lo mettiamo? È di troppo in casa nostra?

Un effetto davvero devastante del nostro modo di consumare risiede nella facilità e velocità con cui i bambini sono sommersi di oggetti, fin dalle prime settimane di vita, e dal desiderio, quando sono poco più grandi, di averne ancora, di comprare, di possedere. Quando ci sono troppe cose attorno a noi, si limita fortemente la possibilità di immaginare e di giocare in modo creativo. Per questo stare all'aperto è un'esperienza così ricca per i bambini, perché lo spazio della natura è semplice, puro, attraente.

Bellezza

Portare in casa oggetti belli e funzionali è un primo passo da fare: quando possibile, cerchiamo di scegliere giochi fatti a mano (o realizzarli noi stessi), per valorizzare anche il lavoro umano, l'amore e la dedizione di chi li ha prodotti.


Osservare certi negozi di giocattoli o i reparti dei supermercati a volte è desolante. Internet è diventata invece una fonte privilegiata per scovare negozi che vendono giochi fatti a mano, che riprendono vecchie tradizioni e che rispettano determinati criteri di bellezza, intesa come funzionalità e piacevolezza al tatto.

Semplicità

Alcuni giochi, anche quelli per i neonati, come le palestrine o i sonaglini, a volte sono sofisticati, complicati, luminescenti. Per i più grandicelli la cosa non cambia molto, mentre la semplicità dovrebbe essere la caratteristica essenziale per i giocattoli e per gli spazi di casa in cui utilizzarli.


I giochi semplici crescono con i nostri bambini, come vedremo in seguito, che li utilizzeranno in modo sempre differente, anno dopo anno.

Materiali

Legno, carta, cartone, cotone, lana: le materie prime che si trovano in natura hanno un impatto ambientale decisamente inferiore rispetto a quelle di origine petrolifera come plastica e gomma. Quando scegliamo un giocattolo teniamolo presente. Possiamo anche considerare oggetti in materiali riciclati, come la plastica post consumo.


I materiali naturali sono migliori anche perché richiamano l'esperienza che i nostri figli fanno della natura e possiamo applicare lo stesso paragone che facevamo nel terzo capitolo tra il cibo non confezionato, non industriale, non trattato, a confronto con il cosiddetto cibo spazzatura.

Sensazioni

Sperimentare attraverso i sensi è un modo per scoprire, conoscere, percepire il mondo. Avere in casa giochi che stimolino i cinque sensi incoraggia i bambini a mantenere viva la loro capacità di utilizzarli e di non focalizzarsi solo su alcuni di essi.

Organizzazione

I giochi, come qualsiasi oggetto nella nostra casa, dovrebbero essere accessibili, facili da trovare e da usare, sempre a disposizione dei più piccoli. Ceste, scatole, armadi o cassetti ben organizzati rendono tutto più facile e offrono ai bambini la possibilità di essere autonomi nella scelta del giocattolo o del materiale da prendere.

Less is more (meno è meglio)

Non dobbiamo avere timore di togliere, eliminare, regalare i giochi che riteniamo non congrui al nostro spazio: facciamolo con intelligenza e buon senso, cerchiamo di aggiustare ciò che è rotto, e puntiamo a semplificare lo spazio creativo dei nostri figli. Le nostre bambine, ora che sono un po' più grandi, amano scambiare i giochi con gli amichetti o regalarli. Quando qualcuno ci viene a trovare, prima di andare via offriamo sempre un gioco in prestito, da usare fino al prossimo incontro. Di recente nella nostra città ha aperto una piccola comunità diurna per bambini di famiglie in difficoltà: contribuire alla creazione dello spazio gioco di questa comunità con qualche bambolina e qualche attrezzo per la cucina giocattolo è stato un modo per far capire alle nostre bimbe che hanno tanti, forse anche troppi giochi, e che regalarli è un vero piacere anche per chi dona, non solo per chi riceve.


Il modo migliore per fare un'eco-pulizia dello spazio gioco dei nostri bambini è far ruotare periodicamente i giocattoli, eliminando temporaneamente dalla vista quelli che utilizzano meno, alternandoli dopo qualche mese con gli altri. Un modo per vedere in modo nuovo anche un vecchio giocattolo.

Alcuni giochi ecologici e creativi

Cestino dei tesori (dai 6 ai 10 mesi circa)

È un gioco semplice che si può realizzare in casa, senza acquistare nulla: è sufficiente mettere in una cesta di vimini, o in una scatola con i bordi arrotondati, oggetti di vario genere, di preferenza in materiali naturali, facendo sempre attenzione che non ci siano oggetti appuntiti o con piccole parti staccabili. L'idea è di stimolare i cinque sensi, attraverso la differente consistenza, forma e peso degli oggetti, varietà di odori e di rumori, colori, lucentezza, ecc.


Qualche esempio: pigne, castagne, conchiglie grandi, pezzi di legno ben levigato, mestoli da cucina, coperchi di pentole o di vasetti, barattoli in latta con i bordi arrotondati, anelli da tende, mollette da bucato, scatole di varie misure, pezzi di stoffa, pompom di lana, mazzi di chiavi, spazzolini da denti, pentolini, sacchettini cuciti con lavanda, timo, chiodi di garofano, ecc.

Kapla (dai 3 mesi)

Il Kapla è un gioco bellissimo perché semplice. È costituito da un numero variabile di blocchetti di legno, tutti della stessa misura, che si possono usare per realizzare costruzioni di tutti i tipi: animali, creature incredibili, ma anche stradine e semplici torri. Il tutto senza alcun tipo di fissaggio, perché Kapla è un gioco di equilibrio. I legnetti si possono anche mordere e far suonare e per i più piccoli è un bel divertimento. Con Kapla si creano occasioni per giocare coi bambini e per stimolare la fantasia, per rilassarsi e concentrarsi.


I Kapla si possono anche dipingere con i colori a tempera per poi fare piccoli quadretti e composizioni artistiche.

Un mix di armonia, equilibrio, fantasia, divertimento.


Kapla è stato inventato dall'olandese Tom Van Der Bruggen, un restauratore di mobili antichi. In Italia si può acquistare sul sito di Marco Faramelli8 e su qualche negozio online. È probabilmente uno dei giochi più semplici e versatili che esistono: in fondo cosa c'è di più banale di un blocchetto di legno?


Qualcosa di simile al Kapla si può anche realizzare artigianalmente in casa con qualche pezzo di legno inutilizzato.

Iotobo

Questo gioco, per bambini di almeno 3 anni (esistono differenti versioni a seconda dell'età), permette la realizzazione di mosaici a partire da tre semplici forme di magneti, gli iotobo, appunto, che si attaccano ad una lavagna. Iotobo sviluppa immaginazione, creatività, senso dei colori, aiuta i più piccoli a esercitare la motricità fine e la precisione del gesto. Con Iotobo si possono creare forme geometriche o figure di vario genere. Un ottimo supporto è anche il frigorifero. Attraverso la tecnica del frottage si possono poi ricalcare i disegni prodotti con le forme magnetiche.


Cubi, bambole, mostri di pezza

Utilizzando un po' di ovatta e dei quadrati di feltro, da assemblare con del filo di lana, è molto semplice creare dei cubi di pezza colorati, con cui i bambini possono giocare fin dai primi mesi di vita.


Navigando in rete si incontrano mamme eccezionali che creano bambole meravigliose, come le bambole Waldorf, tipiche del metodo steineriano9.

Ma per chi, come me, non ha grande manualità, e al tempo stesso non rinuncia a provare a realizzare cose semplici, ci sono altre ottime soluzioni.

Barbara Dal Piaz, mamma blogger nota in rete come Mamma Fatta Così10, ha dato una speranza anche a chi non sa da che parte prendere ago, filo e macchina da cucire. Purtroppo nel tempo si stanno perdendo moltissime abilità e, nonostante la riscoperta dell'handmade oggi sono senz'altro più numerose le persone che non sanno cucire o fare a maglia che quelle che sanno farlo.


Barbara è una grande appassionata di cucito e ha dato il via a varie iniziative per far condividere alle mamme che la seguono in rete le loro realizzazioni e il desiderio e l'impegno nel creare qualche semplice pupazzo per i loro bambini. L'idea essenziale è che debba essere un piacere, un'occasione per divertirsi e per creare qualcosa per i propri figli.

Ecco cosa scrive Barbara:

Pensi di essere negata per il cucito e quindi non ci provi nemmeno?
Da oggi prova a cambiare atteggiamento!
Non sei negata, sei un'ASTUTA PRINCIPIANTE!

Barbara ha coinvolto molte mamme in un'iniziativa denominata “Lo strano concorso”. Senza saper cucire le partecipanti hanno realizzato dei giochi di pezza per i loro bambini, tutti autoprodotti con vecchie stoffe, calzini e altri materiali di riciclo11.


Forse il miglior modo per cominciare, in questo ambito e in tutti gli altri, è proprio quello di cambiare atteggiamento, di provare a dare una svolta, anche se il risultato potrà non essere subito eccelso. Anche un “mostro di pezza” può diventare un ottimo gioco per i nostri bambini, soprattutto se abbiamo permesso loro di aiutarci a realizzarlo.

Pasta da modellare fatta in casa

La pasta da modellare, ottima per la manipolazione, si può realizzare facilmente a casa, con pochi semplici ingredienti di facile reperibilità.

  • 200 gr. di farina bianca

  • 100 gr. di sale fino

  • 1 cucchiaino di olio

  • 300 ml. di acqua

  • 2 cucchiaini di cremor tartaro o bicarbonato di sodio

  • coloranti alimentari a scelta (oppure un pizzico di zafferano per fare il giallo, un po' di cacao per il marrone, ecc.)

Il procedimento è semplicissimo: dopo aver unito farina, sale, cremor tartaro e colore, si aggiungono lentamente l'acqua e il cucchiaino di olio finché non si ottiene una crema. Il tutto va poi messo in una pentola antiaderente e riscaldata a fuoco medio. Mescolare di continuo finché non solidifica, conservare in contenitori ermetici.

Giocare con gli scatoloni

Gli scatoloni da imballaggio e, in generale, le scatole vuote, come quelle delle scarpe, sono un'ottima base per creare giochi divertenti e coinvolgenti per i bambini. In uno scatolone un bambino si può nascondere, lo può dipingere, lo può far diventare una casetta con tanto di finestre e di stanze, magari impilando o accostando più elementi. Gli scatoloni possono trasformarsi in castelli, in caverne, in macchinine o piccole scene per teatri. Usando la fantasia o aiutandosi con qualche libro si possono facilmente realizzare giocattoli di cartone, resistenti e a basso impatto ambientale12.

Il gioco dei profumi

La memoria olfattiva dei bambini può essere stimolata attraverso il gioco dei profumi: si possono raccogliere erbe aromatiche e poi altre spezie profumate, ma anche qualche alimento da mettere in barattolini riciclati. Il gioco consiste nel riconoscere il profumo bendati.

Giochi di simulazione

Le attività di simulazione sono molto amate dai bambini, fin da piccolissimi. Con una piccola cucina, un tavolino e delle sedie, piatti, posate e bicchieri i bambini si intrattengono per ore. Per loro è un modo per rivivere e rielaborare quanto fanno i genitori, è rassicurante e divertente. Ci sono moltissime cucine per bambini, nuove e usate, in legno o in plastica. Ma si possono anche ricavare da vecchi mobiletti o pensili da cucina o assemblando degli scatoloni13.


Altri giochi di simulazioni semplici da reperire o da realizzare: uno stendino per i panni con le mollette, un tavolino per stirare (ad esempio i fazzoletti, con un ferro da stiro da viaggio), un cesto di vimini con qualche scampolo di tessuto può diventare la culla per una bambola, da vestire e cambiare, con un… pannolino ecologico.

Angolo creativo

Quando i bambini sono molto piccoli possiamo creare per loro un angolo morbido, realizzato con un tappetone in gomma piuma rifoderato o un vecchio materasso o semplicemente delle coperte e dei cuscini. Già attorno ai due anni dare ai bambini l'opportunità di avere un loro spazio creativo come un tavolo dove disegnare, dipingere o fare dei lavoretti in modo indipendente o assieme ai genitori offre loro la possibilità di vivere uno spazio in cui sono più autonomi e liberi di esprimersi.

Lettura

Leggere ai bambini è una delle attività più interessanti, piacevoli e decisamente a basso impatto ambientale che possiamo fare. Fin dai primi mesi di vita fiabe, storie, filastrocche lette da mamma e papà sono un potente strumento di relazione, avvicinano i bambini al piacere della lettura, stimolano la fantasia, il desiderio di conoscenza, la voglia di inventare, a propria volta, storie e racconti. E poi i libri, se li trattiamo bene, passano di mano in mano, di famiglia in famiglia, e possono durare decenni. Le fiabe e i racconti aiutano i bambini a comprendere la realtà, le loro paure, le loro gioie, i loro sentimenti: il tempo speso leggendo ai bambini è un tempo di altissima qualità14.

Testimonianza:

Angela e il gioco fai da te
Angela è la mamma di due bambini di sette e tre anni, è medico e ha fatto da sempre della sobrietà uno stile di vita. Assieme a suo marito ha organizzato la casa in modo da dedicare la stanza più grande (il soggiorno) a chi ha più bisogno di spazio, cioè i bambini. Le sue soluzioni fai da te, di riciclo creativo e di eccezionale risparmio, sono illuminanti.

Lo scorso Natale mia figlia di quasi tre anni ha chiesto a Babbo Natale di regalarle dei vestitini per i suoi “animaletti” – come li chiama lei –, i suoi peluche. Allora Babbo Natale, prendendosi per tempo, ha recuperato vari pezzi di stoffa: ritagli di gonne accorciate e di camicie, vecchi vestiti e tende e quanto più possibile ci fosse nel baule della nonna; poi vecchi gomitoli di lana avanzati da qualche lavoro a maglia finito o disfatto… Ha tirato fuori macchina da cucire e ferri da calza ed è riuscito a confezionare senza grandi pretese né conoscenze di taglio e cucito piccole camiciole, gonnelline e graziosi maglioncini di vari formati e misure, adattabili ai vari esemplari di amici che popolano il cassettone di uno scaffale del salotto. Certo, il lavoro ha richiesto un po' di pazienza e qualche ora di sonno in meno, ma il risultato è stato gradito oltre che di grande soddisfazione!


Non possiedo grandi doti di fantasia e di abilità manuale, ma fin da quando è nato il mio primo figlio, che ora ha quasi sette anni, ho sentito l'esigenza per i bambini di non avere in casa tanti giochi preconfezionati, quanto piuttosto di sfruttare i materiali a disposizione per realizzare soluzioni creative, pratiche ed economiche, nonché soddisfacenti.


Ho sempre fatto fatica ad accettare di avere molti giocattoli preconfezionati per tre motivi principali: per prima cosa non so fisicamente dove mettere le cose (tutto richiede spazio! E i miei figli vogliono sempre conservare tutto!); secondo, penso che sia uno spreco di denaro, di energia e un danno per l'ambiente; terzo, ho sempre notato che i miei figli tendono ad accogliere in un primo momento positivamente ogni nuovo gioco o giocattolo, soprattutto se attraente; poi però dopo pochi giorni se ne dimenticano e preferiscono tornare ai soliti giochi e a divertirsi con cose molto semplici: bastoni di legno (ne abbiamo una collezione a casa, provenienti da tutti i parchi della città!), sassi, materiali di scarto, tavole di legno da levigare, pezzi di cartone o anche di plastica che possono assumere varie sembianze, un mazzo di vecchie chiavi, un cellulare rotto.


Anche prima di arrivare alla maternità, ho sempre cercato di mantenere uno stile di vita sobrio e così mi sono trovata a educare di conseguenza i miei figli, a insegnare loro a non pretendere di circondarsi di troppe cose – anche se belle, divertenti, colorate, affascinanti – e ad accontentarsi di ciò che si ha, dandogli valore e senza sprecare.


Inoltre, abbiamo sentito l'esigenza fin da subito di non tenere mai in casa giocattoli che producano artificialmente rumori o suoni, per l'eccitazione e anche l'irritabilità che questi inducono. Se si guarda bene, tutto ciò ha anche un risvolto ecologico, perché questo tipo di giocattoli richiede spesso l'uso di pile che poi devono essere opportunamente smaltite… se non giochi con questi oggetti, non usi né butti né ricompri le pile.


Ovviamente abbiamo dovuto e dobbiamo continuamente istruire in modo opportuno i familiari sui criteri di scelta dei regali.


La prima soluzione creativa che ho realizzato in casa – con l'aiuto della nonna – con l'arrivo del primo figlio è stato un tappetone di gomma piuma con fodera di stoffa dotata di comodo velcro per poterla agevolmente togliere, lavare e rimettere. Utile per i bambini fin da piccolissimi come morbido e sicuro punto di appoggio e base per i primi movimenti, quel tappeto, insieme ad altri in seguito realizzati, rimane tuttora la sede privilegiata di gioco e di attività (per fare lavoretti, per rotolarsi, fare capriole e salti o stendersi per un rilassante massaggio, per leggere, raccontare, inventare e animare storie, per ascoltare musica e cantare, per stendersi o sedersi a disegnare, per giocare con gli amici), facilmente spostabile e comodo in molte situazioni.


Ancora, quando mio figlio era molto piccolo, avevo sentito parlare di psicomotricità e dell'uso di grossi blocchi o cubi di materiale morbido su cui i bambini possono arrampicarsi e così praticare svariati tipi di movimento sviluppando diverse competenze motorie e relazionali. Allora ho pensato: perché non costruire da me dei “cubi” con cui giocare e muoversi? Ho preso insieme a mio figlio degli scatoloni di diverse dimensioni, li abbiamo riempiti di carta di giornale e altra da buttare che abbiamo pressato con cura; poi abbiamo chiuso tutto con nastro adesivo da pacchi e alla fine abbiamo rivestito le scatole con disegni o figure che ci piacevano, ritagliate da giornali. Risultato: tre scatole robuste su cui arrampicarsi, con cui fare delle scale da risalire e da cui poi saltare per ricadere sui morbidi tappetoni, da spingere, trascinare (ottimo esercizio per bambini che stanno imparando a camminare per rafforzare la muscolatura), e anche da usare come tavolini, come panche, come pareti per una casetta, come piano d'appoggio per raggiungere posti alti dove prendere qualcosa (il tutto sotto opportuna supervisione dell'adulto!!). Inoltre possono essere riposte, alla fine di qualsiasi gioco, sotto al divano o sotto un qualsiasi tavolo o tavolino del salotto scomparendo alla vista e non sottraendo spazio.


Molti altri sono gli oggetti, grandi o piccoli, semplici o complessi, che si possono realizzare in casa: a questo scopo anche Internet è una grandissima fonte di ispirazione e di suggerimenti (abbiamo, ad esempio, costruito un bel caleidoscopio cercando le istruzioni per realizzarlo). Si possono anche creare dei giochi di società: un gioco dell'oca su base di cartone, con disegni colorati e con penalità divertenti che si inventano insieme; anche i dadi si possono fare in casa; domino, tombola, memory, ecc. Non è sempre facile trovare il tempo e la sintonia per fare le cose insieme ai propri figli, ma quando si riesce a trovare la strada giusta ci si può divertire parecchio e alla fine essere molto soddisfatti.


Per chi ama lavorare a maglia è possibile creare pupazzi. Ho realizzato in questo modo un piccolo omino e un elefante rosa, prendendo spunto per le sembianze e le misure da altri pupazzi che avevo in casa.


Tra le varie altre nostre creazioni posso ricordare: libretti realizzati con cartone e rilegati con spago, corredati di disegni e testo; raccolte di figure ritagliate o di figurine messe in album inutilizzati per le foto; puzzle e giochi a incastro fatti con pezzi di cartone ritagliati e disegni applicati; sagome o figure varie ritagliate e applicate a sostegni di cartoncino e rivestite di nastro adesivo che si possono usare per inventare e animare storie.


Abbiamo poi raccolto e messo in scatole e contenitori adeguati materiali vari, adattabili a diverse esperienze di gioco creativo (materiali base per lavoretti) o anche solo di manipolazione: oggetti o pezzi di legno, di gomma, di plastica, di vetro, di metallo, di carta; mattoncini di legno; cera, stoffa, lana, bottoni, perline, mollette e mezze mollette, pongo, creta, das, matite colorate, pennarelli, colori a cera, colori a tempera e a dita, legumi secchi (fagioli, ceci, soia), chicchi di mais (anche pannocchie da sgranare), pasta, farina gialla e bianca, terra e sabbia (in terrazza o giardino), foglie secche, gusci di noci, castagne, pigne, ramoscelli, sassi, conchiglie…


Altre scatole sono a tema: la scatola “delle pentoline” contiene piatti e bicchieri di plastica, vecchie pentoline di metallo, posate di cartone e di vari servizi scompagnati, mestoli, scatole di metallo con coperchio, barattoli di plastica e vasetti di yogurt vuoti, coperchi, vaschette di plastica, contenitori di polistirolo del gelato da asporto, cannucce, tovagliette e tovaglioli, grembiuli; la scatola “dell'ufficio” contiene una vecchia tastiera di computer, schermo fatto con una scatola di camicia trasparente, mouse, tappetino per mouse, telefoni vari, montature di vecchi occhiali,…; la scatola “dei lavoretti” contiene forbici, graffettatrice, scotch, penne, gomme, matite, temperini,…; la scatola “del dottore” contiene siringhe senza ago, tubetti vuoti di farmaci, cerotti, cotone, garze, boccette di collirio vuote.


C'è infine un gioco che i miei figli amano fare e che ha il vantaggio di essere a costo zero e a impatto zero sull'ambiente: è l'uso della fantasia. Con essa inventano viaggi e situazioni diversissime e sempre entusiasmanti, che loro ti raccontano facendoti partecipare in modo interattivo. Questo tipo di gioco richiede solo due semplici cose: un po' di glucosio per far funzionare bene il cervello e qualcuno disposto ad ascoltare e assecondare l'avventura proposta. Purtroppo questo gioco ha anche un inconveniente: non funzionando con pile che si scarichino e che si possano togliere, né avendo interruttori per poterlo spegnere, non si riesce la maggior parte delle volte a farlo smettere…

Sport e tempo libero: sceglierli a basso impatto

Siamo così abituati al paradosso dello sfruttamento del pianeta, del territorio e delle risorse che quando decidiamo dove andare in vacanza o quale sport praticare o far fare ai nostri figli non ci poniamo immediatamente la domanda sull'impatto che il nostro tempo libero ha sull'ambiente.


Le vacanze sono dei momenti di svago importanti, ci aiutano a riprendere le forze e la forma, a pensare ad altro che non sia il lavoro e a estraniarci dagli impegni quotidiani: sono un momento privilegiato per la famiglia, per godersi i propri bambini, per riprendere fiato e ristabilire l'equilibrio. Per questo motivo non dovrebbero destabilizzare l'equilibrio del pianeta, né essere causa di cementificazione o di usurpazione del territorio. Lo stesso vale per lo sport: mantenere la forma fisica, stare bene e coltivarsi anche dal punto di vista fisico attraverso la pratica di uno sport non dovrebbe avvenire a scapito dell'ambiente in cui lo pratichiamo.


A quale modello di tempo libero può dunque ispirarsi una famiglia che voglia essere profondamente rispettosa dell'equilibrio ecologico?

Vacanze sostenibili

Nella scelta del luogo in cui passare le vacanze o qualche week-end possiamo optare per soggiorni in cui godere della bellezza dell'ambiente naturale, visitare città, ma anche borghi e comunità cercando di conoscere le loro tradizioni, di assaporare cibo e vino locale, sostenendo realmente l'economia del luogo che ci ospita attraverso l'acquisto di prodotti tipici della cucina o dell'artigianato locale.


Si sta espandendo a macchia d'olio il concetto di albergo diffuso, un modo differente di concepire l'ospitalità, che cresce in orizzontale e non in verticale, senza consumare territorio, senza cementificare, senza costruire grandi strutture a più piani che assomigliano a dei condomini, come si faceva (e ahimè ancora si fa) in molte zone quando aumenta la domanda turistica. L'albergo diffuso è una nuova forma di ospitalità che si sviluppa in orizzontale e che nasce mettendo in rete più edifici già preesistenti, vicini tra loro, riqualificando stabili dismessi e permettendo agli ospiti di vivere nello stesso contesto degli abitanti del luogo, scoprendone l'ambiente autentico e vivendo quindi un soggiorno integrato nel territorio e nella sua cultura. L'albergo diffuso risponde ottimamente alla richiesta di servizi (alloggio, ristorante, ecc.) ed evita la realizzazione di nuove costruzioni15.


In generale una vacanza all'insegna dell'ecoturismo punta alla leggerezza, alla lentezza, ed è davvero a misura di famiglie con bambini perché coniuga il rispetto dell'ambiente, della cultura e della società del luogo, lo sviluppo economico locale e la soddisfazione del turista stesso. L'ecoturismo si contrappone al turismo cosiddetto “predatorio”, fatto di luoghi costruiti ad hoc, che causa degrado locale, cementificazione e cambiamento dei costumi e del modo di vivere delle popolazioni locali.


Sono sempre più diffusi inoltre gli operatori che organizzano vacanze ecologiche con mezzi leggeri come la bicicletta, la barca a vela o anche a piedi, con buoni standard e prezzi contenuti: vacanze che rispecchiano un modo nuovo di concepire la relazione con gli altri e con l'ambiente, che hanno tra i loro obiettivi anche la creazione di amicizie tra i partecipanti16.


Piccoli alberghi, campeggi, country house, agriturismi: sono molte le possibilità di scelta per chi desidera passare una vacanza a contatto con la natura e gli animali, senza invadere l'ambiente, cercando soluzioni a misura di famiglia meno commerciali e più sane da tutti i punti di vista.

Sport

Il valore dello sport dal punto di vista educativo è enorme: aiuta i bambini a conoscere e rispettare delle regole, a fare squadra, a riconoscere il valore della sana competizione, della relazione, del rispetto dell'avversario. Permette di godere delle vittorie ma anche di misurarsi con le sconfitte, in modo costruttivo, ed è anche una validissima alternativa per occupare il tempo libero speso male, quello passato annoiandosi davanti alla televisione o a una console.


La forma fisica dovrebbe rispettare anche il nostro pianeta, essere replicabile in diversi luoghi senza utilizzare (o quasi) energia diversa dalla nostra. Il motore dobbiamo essere noi!


Sono molti gli sport e le pratiche che rispondono a questo criterio, che non consumano territorio, che possono essere praticati anche senza l'utilizzo di attrezzatura complessa.


Se ci piace la montagna è sicuramente più leggero l'impatto dello sci da fondo o dello sci alpinismo che quello di snowboard e sci da discesa. Per correre, pattinare, andare in bicicletta, praticare nordic walking o yoga non servono palestre o impianti sofisticati. Lo stesso vale per molti sport di squadra, che non usurpano il territorio, ma lo preservano o ne occupano piccole porzioni ben organizzate e fruibili da molte persone. Molti sport purtroppo hanno perso la loro livrea perché l'agonismo è diventato fine a se stesso e a volte purtroppo sono i genitori stessi a concentrarsi sul successo o sull'agonismo anziché valorizzare gli effetti benefici dell'attività sportiva praticata dai figli e la conseguente positività delle relazioni che si instaurano quando si partecipa.

Testimonianza:

Raffaella e il viaggiare sostenibile
Raffaella Caso ha concentrato la sua esperienza professionale sulla cultura del turismo e dello sviluppo sostenibile. Ha lavorato molti anni al Touring Club Italiano, prima come ricercatore presso il centro studi, poi come coordinatore dei programmi territoriali e di certificazione, tra i quali il programma Bandiere Arancioni. Oggi è consulente e autore nel settore delle scienze turistiche ed è docente all'Università Iulm di Milano. In rete Raffaella cura il blog www.babygreen.it, dove condivide il suo percorso da single ad alto impatto a mamma (quasi) green.

Il turismo è un fenomeno mondiale inarrestabile, che va incoraggiato e sostenuto, perché porta cultura, pace e benessere, ma che comporta un fortissimo impatto sulle mete turistiche visitate ogni anno da migliaia di persone.


Viaggiare responsabilmente significa rispettare e amare il pianeta, le altre culture e le persone. Quando visitiamo una meta turistica dobbiamo ricordarci che la stiamo prendendo “in prestito” dai nostri figli e dai nostri nipoti: abbiamo il dovere di restituirla così come l'abbiamo trovata, magari anche migliore!


“Viaggiare leggeri” non significa solo “con pochi bagagli”, ma anche senza danneggiare l'ambiente e la cultura locale.


Ecco qualche spunto per organizzare e intraprendere un viaggio in modo più responsabile e sostenibile:

  • viaggiare “fai da te”, oppure scegliere il tour operator anche in base alla sua policy ambientale ed etica;

  • studiare: più si conosce la destinazione all'arrivo e più rapidamente ci si immergerà nella cultura locale;

  • portare sempre una borsa per gli acquisti: aiuteremo a evitare il problema della plastica in molti paesi del mondo;

  • rispettare le comunità e l'ambiente che visitiamo;

  • cercare di non creare eccessivi rifiuti e di limitare il consumo di bottiglie di plastica;

  • ridurre il consumo di energia: non lasciare attaccato alla presa il carica-cellulare, spegnere sempre le luci in hotel!

  • non sprecare acqua: in media un ospite d'hotel consuma oltre 300 litri di acqua per notte (e in un hotel di lusso circa 1.800 litri!);

  • chiedere il permesso prima di scattare fotografie. Se qualcuno non accetta, rispettiamo la sua volontà!

  • rispettare le differenze culturali e cercare di imparare da esse;

  • rispettare i codici di abbigliamento locali;

  • non acquistare oggetti e non mangiare alimenti provenienti da specie a rischio;

  • sostenere l'economia locale: acquistare solo souvenir prodotti localmente, mangiare in ristoranti a gestione locale;

  • non donare soldi, caramelle o altri regali ai bambini del posto: in questo modo incoraggiamo l'economia dell'elemosina. Se vogliamo portare dei doni possiamo contattare un tour operator o una scuola del luogo che possa assicurarsi che i regali vengano distribuiti equamente e correttamente;

  • usare i mezzi pubblici; se è necessario affittare un'auto possiamo provare una ibrida o una elettrica!

  • dare la preferenza a hotel ecologici.


Ma i veri viaggiatori di famiglia sono i nostri figli: i viaggiatori del futuro. È quindi nostra responsabilità aiutarli a diventare, a loro volta, dei “buoni” viaggiatori. Condividere con loro un approccio più responsabile al viaggio significa anche divertirsi di più, avere ricordi più autentici e condividere emozioni forti e vicine al luogo che si visita. Esistono mille modi per insegnare ai nostri bambini a viaggiare responsabilmente, eccone alcuni:

  • leggiamo insieme prima di partire: procuriamoci una mappa e una guida dei luoghi che visiteremo. Per “studiare” la cultura del luogo possiamo anche affidarci ad un personaggio della zona… in Svezia c'è Pippi Calzelunghe, a Collodi c'è Pinocchio;

  • utilizziamo, per quanto possibile, i mezzi pubblici: i bambini si divertiranno, impareranno a muoversi per il mondo e conosceranno tante persone interessanti. Inoltre, in questo modo, inquineremo molto meno;

  • dotiamoci di una borraccia: impareranno a gestire le “scorte” e non lasceremo bottiglie di plastica in giro per il mondo;

  • controlliamo, insieme ai bambini, la provenienza dei souvenir (niente “made in China”, a meno che non siamo effettivamente in Cina!): impareranno a valorizzare e sostenere l'economia e la cultura del luogo;

  • dotiamo i bimbi della loro macchina fotografica e chiediamo loro di fotografare le cose belle e le cose brutte: impareranno ad apprezzare e tutelare il paesaggio;

  • prepariamo con i bambini un diario di viaggio, con mappe, appunti, immagini, biglietti, scontrini: apprezzeranno il turismo fai-da-te, fuori dai luoghi comuni;

  • ricordiamoci che l'esempio nel mettersi in relazione positiva con luoghi e persone è il migliore degli insegnamenti.

Eco-famiglie
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Elisa Artuso
Riflessioni, esperienze, idee per una maggiore consapevolezza e un orientamento più sostenibile.Suggerimenti e proposte concrete per essere più ecologici e per insegnare ai nostri figli il valore dell’eco-sostenibilità. Eco-famiglie di Elisa Artuso raccoglie proposte concrete per essere più ecologici senza spendere una follia, per ridurre i consumi inutili e per insegnare ai bambini il valore dell’eco-sostenibilità, consigli pratici per organizzare gli acquisti, ricette di autoproduzione, proposte creative per giocare, andare in vacanza e gestire i rifiuti. Ogni capitolo è corredato da testimonianze di chi sta sperimentando un’ecologia nuova e concreta, senza estremismi: il vero cambiamento parte dalle piccole cose, se si pensa solo in grande si rischia di non iniziare mai.Un cambiamento concreto che ci consenta di consegnare alle generazioni future un ambiente salutare e pulito non è solo necessario, ma improcrastinabile, e può avvenire solo se le famiglie imparano a costruire relazioni virtuose tra di loro, che aiutino a modificare gradualmente le abitudini all’insegna del consumo critico e responsabile, della mobilità sostenibile, di un nuovo modo di vedere la pulizia e la propria cura personale, di costruire le nostre case e di gestire il nostro denaro. Conosci l’autore Elisa Artuso, libera professionista e blogger, si occupa di comunicazione digitale e scrive di ambiente ed infanzia.È socia fondatrice di un gruppo d’acquisto solidale e autrice di Mestiere di mamma, un blog-magazine per famiglie amiche dell’ambiente. Vive a Bassano del Grappa.