Ognuna delle seguenti affermazioni non corrisponde a verità. Sono tutti pregiudizi appartenenti alla nostra cultura, smentiti ripetutamente dall’indagine scientifica. Leggendoli e riconoscendoli per averli sentiti dire – anche se non si è allattato – risulta chiaro quanto la nostra cultura non sia amica dell’allattamento e quanto sia difficile per le mamme non cedere a tali pregiudizi.
- Il colostro è insufficiente per saziare un neonato e può essere addirittura dannoso.
Il colostro è un liquido giallo sieroso, molto ricco di immunoglobuline, secreto dalle ghiandole mammarie in quantità di gocce durante la gravidanza e i primi giorni dopo il parto, composto principalmente da acqua, leucociti, proteine, grassi e carboidrati.
Con il colostro la mamma trasmette al figlio le proprie difese immunitarie che lo proteggeranno nei primi mesi di vita. Perciò è vero il contrario, l’assunzione di colostro è preziosa ed è necessario che il neonato possa poppare frequentemente per assumerne una giusta quantità. In tali condizioni, il colostro è del tutto sufficiente a soddisfare il neonato.
- La mamma che allatta deve seguire una dieta particolare ed eliminare alcuni cibi.
La produzione del latte non è influenzata da ciò che mangia la mamma. Infatti anche madri malnutrite sono in grado di produrre latte sufficiente e di ottima qualità per i propri bambini. Naturalmente, come in ogni momento della vita, è consigliata una dieta varia e bilanciata con alimenti sani e di sicura provenienza. Inoltre, tanto più variata sarà la dieta della nutrice e tanti più sapori diversi passeranno nel latte abituando il bambino al cibo di casa.
- La mamma deve assumere una certa quantità predeterminata di liquidi, fra cui tisane che l’aiuteranno ad avere più latte.
La produzione di latte non è influenzata da tisane, birra o bevande particolari, ma dalla suzione del bambino. È sufficiente che la mamma segua il suo naturale istinto di bere quando ne sente il bisogno, avendo sempre a portata di mano acqua fresca.
- La mamma che allatta non può fare sport.
Una moderata attività sportiva non interferisce né con la composizione, né con la quantità di latte prodotto dalla mamma.
- I capezzoli devono essere puliti o idratati prima e dopo la poppata.
Non è necessario preparare il capezzolo prima della poppata né pulirlo dopo. In caso di arrossamento basta spremere qualche goccia di latte e lasciarla sul capezzolo fino a completo assorbimento. Eventuali ragadi sono, di norma, la conseguenza di un attacco scorretto del bambino.
- Se la mamma ha la febbre o un’infezione deve smettere di allattare.
In caso di febbre o di infezione materna, di solito, non è necessario smettere di allattare perché il latte materno non rappresenta una via di contagio. Se il bambino dovesse ammalarsi dello stesso disturbo, il latte materno può aiutarlo a guarire poiché contiene anticorpi materni specifici per quella malattia. Se la mamma assume farmaci, può informarsi da un medico o da una consulente di fiducia e consultare la lista di farmaci compatibili con l’allattamento. Esiste anche un numero verde nazionale 800.883.30029 attivo 24 ore su 24, al quale rivolgersi circa la compatibilità tra farmaci, gravidanza e allattamento.
- L’allattamento sfibra le mamme.
Come se pulire, sterilizzare, preparare il biberon fosse rilassante! Certo allattare al seno richiede una buona dose di energie e di disponibilità da parte della mamma. Nella nostra cultura non si comprende facilmente l’impegno necessario a una mamma che allatta. Basta poco per aiutarla! Un piccolo aiuto nelle faccende domestiche, la possibilità di farsi una doccia, un massaggio rilassante o un invito a pranzo già possono fare una grande differenza! E la notte avere il bambino vicino non renderà necessario alzarsi e svegliarsi del tutto, così mamma e piccolo potranno riposare meglio.
- Le mamme che fanno una vaccinazione dovrebbero smettere di allattare per 24 ore.
La maggioranza delle vaccinazioni materne è compatibile con l’allattamento al seno. Per qualsiasi dubbio consultare una consulente in allattamento o il numero verde indicato al punto 6.
- Le mamme che hanno subìto un’anestesia dal dentista devono aspettare ore prima di allattare.
L’anestesia locale non è affatto dannosa per il bambino. Potete allattare anche pochi minuti dopo l’intervento del dentista.
- La mamma che allatta non può tingersi i capelli.
Tutti i trattamenti per il corpo della mamma possono essere effettuati con tranquillità durante l’allattamento, comprese permanenti, lampade abbronzanti e massaggi. Tuttavia alcuni tipi di trattamenti chimici possono essere dannosi per la salute della mamma, indipendentemente dall’allattamento. È preferibile, quindi, utilizzare sempre prodotti di origine naturale e non tossici.
- Se perdi sangue dai capezzoli non devi allattare.
Questa non è una ragione per smettere di allattare. La mamma deve valutare con la sua ostetrica o consulente di fiducia come trattare eventuali ragadi o spaccature del capezzolo.
- Non produrrai abbastanza latte se i tuoi seni sono piccoli e non si sono ingranditi durante la gravidanza.
Le dimensioni del seno, come la forma, variano molto da donna a donna, ma ciò non influisce sulla capacità di produrre latte. Tali differenze sono dovute a maggiore o minore presenza di tessuto adiposo e non ghiandolare.
- I dottori sanno tutto sull’allattamento al seno.
Purtroppo non sempre è così, quindi il consiglio è di cercare prima del parto un’ostetrica esperta o una consulente di allattamento in grado di assistervi durante l’allattamento: le ostetriche, le IBCLC, le volontarie de La Leche League e le peer counselor qualificate sono le vere conoscitrici di questo campo e sono ben pochi i pediatri con formazione ed esperienza equiparabile.
- Il latte materno può essere contaminato da sostanze tossiche come i pesticidi e quindi è preferibile dare latte artificiale.
Alcuni contaminanti come il DDT, la diossina o i PCB (Policlorobifenili) si accumulano nel tessuto grasso e quindi anche nel latte materno che è ricco di grassi. La loro rilevazione nel latte materno è nota da decenni e riflette le condizioni ambientali e atmosferiche in cui vive la madre. Tuttavia, questa non è una ragione sufficiente per non allattare i bambini al seno. Infatti, gli studi dimostrano che il latte materno, anche se presenta tracce di tali sostanze, è sempre di gran lunga migliore di quello artificiale. Inoltre, anche se il bambino allattato al seno ricevesse maggiori concentrazioni di sostanze inquinanti rispetto a quello alimentato con latte artificiale, in quest’ultimo caso gli effetti deleteri dovuti all’eventuale esposizione a queste sostanze sarebbero più evidenti. Ricordiamo che il latte formulato è un derivato del latte vaccino. Anche le mucche vivono in aree inquinate e respirano la stessa nostra aria, quindi non è pensabile che il latte artificiale non sia almeno nella stessa misura contaminato all’origine. Se poi pensiamo alle sue modalità di confezionamento e di trasporto, risulta ovvio che gli agenti potenzialmente inquinanti sono di gran lunga superiori. Inoltre, PCB e diossina passano anche attraverso la placenta ed è stato dimostrato come l’allattamento al seno ne riduce le concentrazioni dopo la nascita del bambino. Sono ben più gravi gli effetti degli inquinanti sul feto che quelli dovuti al latte materno, ma nessuno ne parla. Quindi, è giusto e normale che i genitori si preoccupino dell’inquinamento del latte materno, ma le conoscenze attuali suggeriscono che anche in caso di ambiente inquinato l’allattamento al seno sia sempre da preferire rispetto a quello artificiale.
- Le mamme che allattano non devono bere alcolici.
L’alcool passa facilmente e rapidamente dal sangue della madre al suo latte e i suoi effetti sul bambino allattato al seno sono direttamente proporzionali alle quantità ingerite dalla madre. È consigliato limitare l’assunzione di vino o birra a un bicchiere a pasto.
- Le mamme che allattano non devono bere caffè.
La caffeina passa nel latte ma in minima quantità. Anche altre bevande contengono caffeina: cola, tè e cioccolato. È stato provato che mamme che bevono 5 tazze di caffè il giorno, assumendo circa 100 mg di caffeina a tazza, passano nel latte meno di un mg di caffeina per chilo del bambino. Perciò non ci sono pericoli nell’assumere caffeina in dosi moderate.
- Le mamme che fumano non possono allattare al seno.
Fumare non fa bene alla salute, questo è certo. Un eccessivo consumo di tabacco può interferire nella secrezione di prolattina e quindi nella produzione di latte. Il fumo passivo inoltre risulta, senza alcun dubbio, dannoso per il bambino che lo respira. Il fumo fa male, ma non in modo tale da far diventare il latte materno peggiore di quello artificiale. Se la mamma proprio non riesce a smettere, può cercare di ridurre il numero di sigarette restando al di sotto delle 5/10 unità al giorno.
- Non c’è abbastanza ferro per il bambino nel latte della mamma.
Il bambino sano e nato a termine non ha bisogno di integrazioni di ferro fino all’età in cui sarà pronto per l’alimentazione complementare, in genere intorno al sesto mese compiuto. Inoltre, il ferro contenuto nel latte materno è molto più assimilabile di quello fornito dagli integratori industriali e dal latte vaccino o formulato. Diverso è il discorso per i bambini nati prematuri.
- Smetti di allattare se il tuo bambino ha la diarrea.
La cura ideale contro i virus intestinali del bambino è proprio il latte materno, poiché contiene fattori che proteggono il suo sistema gastrointestinale. Il bimbo, di norma, non ha bisogno di altro fluido per evitare la disidratazione finché viene allattato frequentemente.
- Un giorno potresti svegliarti e aver perso il latte.
La produzione del latte materno segue la legge della domanda e dell’offerta. Più il bambino ciuccia e più latte viene prodotto. Perciò l’unico modo di avere una abbondante formazione di latte è quello di allattare il bambino a richiesta giorno e notte. Può succedere che la sera la mamma abbia l’impressione di avere meno latte: questo accade frequentemente e non è indice di latte che se ne va ma di seni drenati a sufficienza!
- Allattare a richiesta, giorno e notte riduce la produzione di latte e il riflesso di emissione.
Allattare a richiesta sia di giorno sia di notte è proprio ciò che fa produrre alla mamma la quantità ottimale di latte. Il latte non finisce se dato a richiesta, piuttosto sarà sempre disponibile nella giusta quantità.
- Alcuni giorni i seni sono più sgonfi e il bambino sta sempre attaccato: sta andando via il latte?
Allattando a richiesta con poppate frequenti i seni sono “sgonfi”: questo significa che vengono drenati in modo efficace. Quindi, se non ci sono cause organiche, se l’attacco e la posizione sono corretti, se non ci sono grosse variazioni nella routine familiare e il bambino si mostra molto più desideroso del solito di stare attaccato al seno si potrebbe trattare del cosiddetto “scatto di crescita”. I bambini infatti non crescono linearmente ma attraversano periodi in cui hanno bisogno di più latte e quindi reagiscono stando più attaccati per qualche giorno, al fine di aumentarne la produzione materna. La frequente stimolazione, infatti, porta a un aumento della quantità di latte disponibile.
- Si deve allattare ogni tot ore, al massimo 5/6 volte al giorno.
È stato dimostrato che la produzione di latte è legata alla frequenza delle poppate e che la quantità di latte diminuisce se le poppate sono poco frequenti, limitate o se si dà al bambino qualsiasi altro liquido che non sia latte materno.
- I bambini ottengono tutto il latte di cui necessitano nei primi minuti della poppata.
Ci sono bambini che succhiano molto velocemente e bambini più lenti. Anche la composizione del latte cambia all’interno della stessa poppata, all’inizio più acquoso e alla fine più grasso. In ogni caso conviene aspettare che il bambino si stacchi da solo, soltanto così potremo essere certi che sia sazio. Per allattare non serve guardare l’orologio, ma soltanto il bambino!
- La mamma deve distanziare le poppate per dar tempo ai seni di riempirsi.
Nella nostra cultura si pensa che il seno sia soltanto un contenitore di latte, come un biberon che appena è vuoto va riempito. Il corpo di una donna che allatta, invece, produce latte in continuazione. Più il seno è vuoto, più velocemente lavora per riempirsi; più il seno è pieno, più lenta è la produzione di latte. Se una mamma aspetta sempre di avere i seni gonfi prima di allattare, il suo corpo può ricevere il messaggio che sta producendo troppo latte, e può ridurne la produzione complessiva.
- Il latte artificiale e quello materno sono digeriti allo stesso modo.
I bambini allattati al seno svuotano lo stomaco con più rapidità rispetto a quelli alimentati artificialmente a causa della minor dimensione delle proteine del latte materno. Se la quantità ingerita influisce sulla frequenza delle poppate, il tipo di latte è un fattore di pari importanza. I neonati umani sono stati predisposti per poppare sovente, e così hanno fatto nel corso di gran parte della storia.
- Il bambino ha un metabolismo disorganizzato alla nascita ed è necessario seguire abitudini e orari prestabiliti per aiutarlo a stabilizzarsi.
Il bambino alla nascita è di norma in grado di segnalare i propri bisogni e non ha necessità di essere guidato nella frequenza di allattamento e di sonno. Alcuni bambini sono un po’ più sonnolenti del normale e in questo caso potrebbe essere necessario svegliarli per garantirgli un sufficiente apporto di latte. Col passare del tempo madre e bambino, stando vicini, riusciranno a stabilire piccole e proprie regolarità e a conoscersi sempre meglio. Ogni coppia madre/bambino è unica!
- Le mamme devono sempre usare entrambi i seni a ogni poppata.
Questo non è sempre vero: una volta che l’allattamento è avviato in maniera regolare, è importante che il bambino si stacchi da solo dal primo seno che gli si offre per assumere anche l’ultima parte del latte, che è più calorica. Se un bambino viene staccato da un seno per dargli l’altro rischia di assumere solo il primo latte (il primo latte che esce dal seno è più acquoso e meno ricco di grassi) e di non essere nutrito a sufficienza.
Nei primi giorni, invece, ciò può essere utile perché se il bambino si attacca a ogni poppata a entrambi i seni stimolerà una maggiore produzione di latte e questi non si riempiranno troppo.
- Se un bambino non aumenta bene di peso può essere causa della bassa qualità del latte di mamma.
Anche donne malnutrite sono in grado di produrre latte ottimo per qualità come per quantità. Le cause di uno scarso aumento di peso sono da ricercare in una scarsa assunzione di latte, magari non effettuata a richiesta, o a stati di salute alterati del bambino, o anche a problemi di suzione (bambini che stanno sempre al seno ma non crescono bene perché non ingoiano latte).
- La suzione al seno ha valore soltanto nutritivo.
È stato ampiamente dimostrato che la suzione al seno materno soddisfa anche altri bisogni. I bambini possono cercare il seno per consolazione, per bisogno di contatto e per molti altri motivi, diversi da bambino a bambino. Allattare un bimbo ha un grande valore relazionale e affettivo sia per la madre sia per il bambino.
- I bambini scambiano la mamma per un ciuccio.
Casomai è il ciuccio che viene scambiato per il seno!
- Non esiste confusione fra tettarella e capezzolo.
Ciucciare dal seno della propria madre o dal biberon richiede tecniche di suzione completamente diverse. Usare il biberon può influire negativamente sulla capacità del bambino di succhiare al seno in maniera corretta.
- Il ciuccio non interferisce con la suzione al seno e non sostituisce le poppate.
Anche il ciuccio può interferire nel meccanismo di domanda e offerta del seno materno. Il ciuccio rappresenta di fatto un sostituto del seno materno e può determinare una diminuzione della disponibilità di latte.
- Allattare a richiesta favorisce la depressione post-partum.
La depressione post-partum non è una creazione della gravidanza e del parto. Il più delle volte capita a donne che avevano avuto già problemi psicologici prima della gravidanza. Non esistono conferme scientifiche che rilevino una correlazione positiva fra allattamento al seno e incidenza di depressione post-partum. Anzi, coloro che hanno una produzione ormonale fisiologica e che allattano al seno hanno meno probabilità di soffrire di sindromi psicologiche. Piuttosto che etichettare le donne, riflettiamo su quanto la nostra società offre come sostegno alla mamma che allatta e che desidera stare il più possibile insieme al suo bambino.
- Offrire il seno a richiesta non facilita il legame madre/bambino perché fa stancare la madre, le toglie le energie.
Rispondere ai bisogni del proprio bambino attraverso le cure prossimali, fra cui l’allattamento al seno, aiuta la madre a instaurare con lui un legame forte e soddisfacente per entrambi, grazie agli ormoni coinvolti nell’allattamento. Inoltre si può approfittare della poppata per prendersi una pausa dalle mille attività quotidiane e godersi il proprio bambino. Non è l’allattamento in sé che stanca, ma i ritmi della nostra società e il mancato riconoscimento dei bisogni dei bambini e della mamma.
- Le mamme che tengono troppo in braccio i loro bambini li viziano.
I bambini allevati ad “alto contatto” piangono molto meno e sono più sicuri da adulti dei bambini educati a “basso contatto”.
- È importante che anche altri membri della famiglia nutrano il bambino per poter stabilire anch’essi un legame.
Il legame che c’è tra il bambino e gli altri membri della famiglia non dipende esclusivamente dalla sua alimentazione. Il ruolo materno è per natura diverso da quello degli altri familiari che, a loro volta, possono trovare molti modi di entrare in contatto col neonato. Tenerlo in braccio, cullarlo, fargli in bagnetto e molto altro ancora darà un po’ di riposo alla mamma e farà sperimentare al bambino altre modalità di relazione con persone diverse.
- L’allattamento a richiesta ha un effetto negativo sul rapporto tra madre e padre.
I ruoli genitoriali sono molto diversi ed è necessario informarsi bene in gravidanza sull’impegno necessario per allattare un bimbo. Parlare e confrontarsi su tutti i cambiamenti di coppia che l’arrivo di un neonato in casa porta con sé, aiuta i genitori ad affrontare meglio le tappe di crescita e l’armonia di tutta la famiglia.
- Alcuni bambini sono allergici al latte della propria mamma.
Il latte materno è l’unico alimento naturale che si possa assumere alla nascita. Se il bambino ha reazioni allergiche cutanee ciò può essere dovuto a particolari alimenti ingeriti dalla madre in ingenti quantità, a medicinali, a prodotti di igiene personale o a detersivi/ammorbidenti troppo aggressivi e non al latte in sé.
- Allattare fa abbassare la vista della mamma.
I trattati di oftalmologia non fanno alcun riferimento a una relazione tra l’allattamento e la miopia. Tra l’altro, è curioso come questa strana credenza, tutta italiana, non esista negli altri Paesi.
- È necessario pesare il bambino prima e dopo la poppata per vedere quan to latte ha
assunto.
La doppia pesata, cioè l’usanza di pesare il bambino prima e dopo la poppata per vedere quanto latte ha assunto, è da effettuarsi solo in casi particolari e motivati e non di routine, poiché può creare ansie ingiustificate e perché l’assunzione di latte non è uguale in ogni poppata.
- Allattare sciupa il seno.
Ci sono mamme che hanno allattato anni di seguito e non hanno né smagliature, né seni cadenti. Ciò è determinato dall’elasticità della pelle, che dipende dalla costituzione personale e dalle abitudini alimentari e di esercizio fisico della madre, più che dall’allattamento.
- Dopo ogni poppata il bambino deve fare il ruttino.
È una buona pratica dopo aver allattato il bimbo tenerlo un po’ in braccio in posizione verticale. Se espellerà aria, bene; sennò vorrà dire che non ne ha ingerita o che non gli dà noia e non c’è ragione alcuna di insistere con pacche sulla schiena o colpetti vari.
- Alcuni alimenti aumentano la produzione di latte.
Non esistono alimenti capaci di aumentare la produzione di latte. Soltanto il bambino che succhia può far aumentare la quantità di latte disponibile.
- È necessario far riposare l’apparato digestivo del bambino fra una poppata e l’altra, soprattutto di notte.
Quale altro organo interno si riposa nel nostro corpo? Cuore, cervello, polmoni, reni, intestino non hanno mai pause. Perché lo stomaco di un neonato dovrebbe averne? Il latte materno, inoltre, è molto digeribile perciò non resta mai a lungo nello stomaco, al contrario di quello artificiale.
- Se una donna ha i capezzoli introflessi o piatti non potrà allattare.
I capezzoli sono di forme e dimensioni diverse. Anche una stessa donna può avere capezzoli differenti fra loro. Tutti i capezzoli sono buoni per allattare in quanto il bambino che poppa introduce in bocca anche gran parte dell’areola intorno al capezzolo. Tuttavia, in alcuni casi potrà esserci bisogno di qualche giorno e di un aiuto specifico perché il bambino si attacchi correttamente.
- Allattare rende i capelli fragili.
Ogni capello ha un ciclo di vita: nasce, cresce, resta attaccato (fase di riposo) e cade. In gravidanza molti capelli entrano simultaneamente in fase di riposo e non cadono. Fra il primo mese e il quinto dopo il parto, questi capelli cadono insieme e la mamma nota una perdita particolarmente copiosa. In realtà è un processo fisiologico e in un tempo compreso fra i sei e i dodici mesi tutto tornerà come prima della gravidanza. Non c’è differenza alcuna di caduta di capelli fra mamme che allattano al seno e mamme che danno il biberon. Le modificazioni avvengono in gravidanza e non nel periodo dell’allattamento.
- Appena il bambino mette i denti è pronto per essere staccato dal seno di sua madre.
La dentizione del bambino non c’entra nulla con la fine dell’allattamento. Difatti, benché molto rari, vi sono bambini che presentano denti visibili già alla nascita.
- A un certo punto bisogna smettere di allattare altrimenti il bambino risulterà troppo dipendente dalla madre e non acquisterà autonomia.
Al contrario, illustri autori hanno evidenziato che allattare a lungo, come tutte le cure prossimali (quelle che prevedono la vicinanza della madre e del bambino sia di giorno sia di notte), contribuisce a rendere il bambino più sicuro di sé e aumenta la sua autostima. Anche il legame madre/ bambino sarà fortificato grazie alla produzione ormonale legata all’allattamento. L’indipendenza nasce dalla fisiologica dipendenza che serve al bambino almeno fino ai tre anni di età. Nella nostra cultura è difficile portare avanti modelli educativi ad alto contatto poiché per una certa consuetudine sembrano “normali” le pratiche a basso contatto; queste ultime però non trovano alcuna conferma scientifica.
- Con il tempo il latte della mamma diventa acqua, non nutre più.
Il latte della mamma è sempre perfetto e bilanciato per il bambino che lo assume. Anzi, la sua composizione cambia via via nel tempo per adattarsi alla crescita del bambino. Per esempio è noto come nel secondo anno di vita 500 ml di latte materno contengano circa il 30% del suo fabbisogno giornaliero di calorie, il 38% delle proteine, il 45% di vitamina A e ben il 95% di vitamina C.
- I risvegli notturni del bambino sono indice di scarsa produzione di latte materno.
I risvegli notturni dei bambini sono fisiologici almeno fino al compimento del terzo anno di vita e sono dovuti perlopiù all’alternarsi delle varie fasi del sonno e all’evoluzione delle connessioni fra neuroni. I bambini allattati al seno si svegliano di norma più spesso di quelli alimentati artificialmente, poiché i tempi di digestione del latte materno sono più brevi di quelli del latte artificiale.
- Bisogna distinguere fra poppate che indicano fame e poppate che soddisfano altri bisogni.
Allattare è un gesto d’amore che implica una relazione fra due persone e non soltanto un fatto alimentare. Non ha senso distinguere tra fame di cibo e fame d’amore, di coccole o di rassicurazione. Tutti questi aspetti insieme contribuiscono a una crescita sana e rispettosa dei bisogni affettivi e relazionali di ogni bambino.
- Se la sera la mamma ha meno latte è necessaria l’aggiunta di latte artificiale.
Alcune volte si ha l’impressione di avere più latte la mattina e meno la sera. Ciò è dovuto alla prolattina, un ormone coinvolto nella lattazione che funziona meglio in assenza di luce; ecco perché è necessario allattare a richiesta anche di notte per mantenere una produzione di latte ottimale nell’arco delle 24 ore.
- Si può iniziare la proposta di alimenti diversi dal latte al quarto mese.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di iniziare l’introduzione di alimenti complementari all’allattamento non prima del sesto mese compiuto.
- D’estate bisogna dare acqua o altre bevande ai bambini perché con il caldo rischiano la disidratazione.
Il latte materno soddisfa appieno la sete del bambino in ogni stagione. Poiché il primo latte della poppata è più acquoso, è possibile che il bambino stia attaccato solo pochi attimi per placare la sua sete. Somministrare altri liquidi è del tutto superfluo e interferisce con la produzione di latte materno.
- La peridurale o la perfusione di ossitocina sintetica nel parto non hanno ripercussioni sull’allattamento.
In realtà, queste pratiche piuttosto comuni nel parto possono influenzare il buon avvio dell’allattamento. È necessario informarsi adeguatamente prima di decidere di sottoporsi ad anestesia peridurale o di dare il consenso per una perfusione di ossitocina30 sintetica durante il travaglio.
- La mamma che allatta non deve parlare altrimenti il bambino ingerisce aria e avrà le coliche.
Falso! È casomai possibile che il bambino incuriosito si stacchi dal seno per vedere con chi sta parlando la madre. Ogni bambino è a sé e ogni mamma sa come comportarsi durante la poppata.
- Se il bambino piange dopo o durante la poppata vuol dire che non c’è abbastanza latte o che non è abbastanza nutriente.
Questi comportamenti del bambino possono essere dovuti a molti motivi ma non sono certamente causati da una composizione sbagliata del latte materno. Può essere un problema di posizione, di temperatura ambientale, di dentizione, di bisogno di contatto o si può essere in presenza di uno scatto di crescita. Il pianto è sempre un segnale del bambino e non va mai ignorato. Con il tempo la mamma imparerà a riconoscere i motivi di inquietudine del proprio bambino e quasi sempre l’allattamento al seno la aiuterà a consolarlo.
- Se la nonna materna non ha avuto latte anche la figlia non lo avrà.
Circa 30/40 anni fa alle donne veniva detto che non avevano abbastanza latte soltanto per disinformazione dei pediatri e per il largo (ab)uso di latte artificiale che in quel periodo ha rappresentato un vero e proprio boom commerciale.
- Tra latte materno e formula artificiale non ci sono differenze.
Il latte materno è un tessuto vivo, chiamato anche “sangue bianco”, che modula la sua composizione in base a tantissimi fattori. Il suo gusto ha variazioni dovute a ciò che la mamma mangia e dà al bambino la possibilità di conoscere il gusto del cibo di casa ancora prima di assumerlo, preparandolo all’introduzione dei cibi solidi complementari. In più il latte materno è sempre pronto, alla giusta temperatura, non c’è pericolo di contaminazione, è a costo zero sia per la famiglia sia per l’ambiente ed è l’unico alimento la cui filiera produttiva è centimetri zero! Quello artificiale è un sostituto del latte materno, un prodotto industriale certamente valido ma sempre uguale a se stesso, né lontanamente paragonabile a quello della mamma.
- Se il bambino è allattato troppo a lungo avrà da adulto problemi di orientamento sessuale.
Non esistono evidenze scientifiche che confermino questo assurdo pregiudizio. Tale equivoco riflette l’errore di considerare il seno materno soltanto come oggetto di attrazione sessuale senza considerarne la funzione primaria: quella di produrre latte come norma biologica dell’essere umano.
- Se si resta incinta si deve smettere di allattare.
I rischi di aborto o di nascita prematura non aumentano se si allatta in gravidanza. La produzione di ossitocina durante l’allattamento non è sufficiente per indurre contrazioni capaci di provocare un travaglio.
- Allattano a lungo le madri iperprotettive che tengono legati a sé i figli e non riescono a lasciarli andare.
Molte madri allattano i loro figli oltre i primi mesi con gioia e soddisfazione. Non c’è ragione per interrompere una relazione basata sulla fiducia e sulla comunicazione reciproca che dà sicurezza a entrambi. Anche l’OMS non fornisce limiti superiori di durata dell’allattamento. Le mamme possono sentirsi libere di allattare quanto desiderano.
- La madre che allatta a lungo ha problemi di natura sessuale e/o difficoltà nel ritornare al suo ruolo di moglie.
Allattare a lungo il proprio bambino è per molte mamme un’esperienza del tutto positiva e gratificante. L’allattamento favorisce un saldo legame con il figlio e crea uno spazio privilegiato di comunicazione e di relazione. Nella nostra cultura poche mamme fanno questa scelta e sembrano mamme strane e alternative. Mancano gli esempi pubblici di tale pratica nonostante sia del tutto normale e fisiologica. Allattare un bambino fa parte della vita sessuale di una donna come ciclo mestruale, concepimento, gravidanza e parto. Nella nostra società i ruoli di mamma e di moglie sembrano essere in competizione fra loro quando, in realtà, sono ruoli che si possono integrare e completare reciprocamente. Una mamma che allatta il suo bambino lo fa anche per l’amore che prova per il suo compagno, con il quale ha deciso di generare, dare alla luce e nutrire di latte e di amore una nuova vita!
- Il bambino che si svezza da solo senza che la madre lo abbia staccato definitivamente dal seno non sperimenta la frustrazione e non impara ad autoconsolarsi.
I bambini sperimentano la frustrazione fin dalla nascita poiché questa fa parte della vita. Il bimbo che si stacca dal seno materno quando si sente pronto, avrà acquisito un grado sufficiente di sicurezza in sé e di autonomia che di certo lo aiuterà nell’affrontare le mille frustrazioni a cui andrà incontro nel corso della sua esistenza.
- Se la mamma deve tornare a lavorare è necessario che smetta di allattare.
Per molte mamme il ritorno al lavoro rappresenta un momento di crisi. Sentono, a ragione, che è troppo presto per lasciare il proprio bimbo. Le leggi italiane non sempre tutelano a sufficienza una madre che lavora e che, al massimo entro l’anno del bimbo, è costretta a riprendere l’attività. A molte mamme sembra incredibile poter lavorare e allattare contemporaneamente. Invece è possibile! Il problema è come sempre culturale. Continuare ad allattare dopo il rientro al lavoro permette di recuperare il tempo perduto e godere dei benefici dell’allattamento da un punto di vista nutrizionale e affettivo. Sembra un paradosso, ma le statistiche indicano che molte mamme che allattano a lungo sono proprio mamme che lavorano. Anche in questo caso può essere necessario rivolgersi a un consulente di fiducia per gestire l’assenza della madre in maniera che la produzione di latte non ne risenta.
- Non si possono allattare i gemelli.
È possibile allattare due bambini insieme, siano essi gemelli o bambini di diverse età (in questo caso si parla di “allattamento in tandem”). È consigliabile informarsi bene prima della nascita dei gemelli individuando un’ostetrica o una consulente di fiducia a cui rivolgersi in caso di necessità.
- Se hai subìto un cesareo non avrai abbastanza latte.
Non ci sono differenze significative nella produzione di latte tra mamme che hanno partorito per via vaginale o con il cesareo. È importante che il bambino si attacchi al seno prima possibile, come raccomanda l’OMS, per stimolare l’inizio della produzione di latte. È possibile che la ferita del cesareo, i postumi dell’anestesia, i medicinali, la difficoltà nei movimenti e l’atteggiamento dell’ambiente che circonda la mamma possano influenzare l’avvio dell’allattamento, ma con un adeguato sostegno professionale e familiare le difficoltà possono essere ridotte al minimo.
- Non si deve permettere al bambino di addormentarsi al seno sennò diventerà viziato.
Il latte materno contiene preziose endorfine naturali che aiutano il bambino ad addormentarsi facilmente a qualsiasi età. Il caldo abbraccio della mamma che allatta rappresenta una sicurezza fondamentale per tutti i bambini.
- Allattare favorisce la carie.
La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che l’allattamento in sé non provoca la carie dentale. Nelle popolazioni dove i bambini vengono allattati a lungo (più di due anni) non si notano tassi di carie più elevati di quelle dove i bambini vengono allattati artificialmente. Il latte materno, al contrario di quello artificiale, abbassa di poco il Ph della bocca. Il batterio che causa la carie, lo Streptococco mutans, prolifera con un Ph particolarmente basso. Sembra che la predisposizione alla carie abbia anche a che vedere con il periodo fetale, con una scarsa igiene dentale soprattutto serale, o con l’eccessivo consumo di bibite zuccherate e alimenti industriali ricchi di zucchero o dolcificanti.
- Se la mamma è troppo magra non può allattare.
Il peso della mamma non influisce in alcun modo sulla produzione di latte.