La teoria delle risonanze
Dicesi risonanza l’amplificazione dell’ampiezza delle oscillazioni di un sistema e il fenomeno per cui un sistema oscillante è in grado di assorbire energia da una sorgente esterna in modo particolarmente efficiente solo ad una (o più) frequenze ben precise
Quand’ero piccola mio papà mi faceva fare un gioco che mi piaceva tantissimo: gettava un sasso piatto in una pozza d’acqua o un ruscello e lo faceva saltare sulla superficie che si increspava in cerchi concentrici.
Ecco, questa immagine illustra quanto avviene anche nella vita dell’uomo: le esperienze più recenti risuonano con quelle più remote e queste a loro volta con altre ancora più antiche, generando innumerevoli “cerchi” che espandono sempre più la coscienza.
In questo senso, come abbiamo visto, le coliche gassose non sarebbero quindi che “risonanze” di altri eventi che riguardano soprattutto la sfera della vita prenatale o della nascita.
Ma facciamo ancora un esempio per comprendere meglio, uno dei tanti presi dalla mia casistica clinica di pediatra.
Un giorno arriva nel mio studio una giovane mamma il cui bimbo presenta molti, frequenti, risvegli notturni ma non sembra avere problemi di alcun tipo. Una situazione piuttosto comune per i piccoli allattati al seno… La madre invece è terribilmente infastidita e mi dice “Sono distrutta, non ce la faccio più ad andare avanti così”. È visibilmente tesa, arrabbiata, al limite. La sua reazione però appare sproporzionata alla situazione. Investigando attentamente scopro che i risvegli notturni frequenti le ricordano inconsciamente un periodo di crisi con il partner: è da lì che il suo sonno ha cominciato a rovinarsi. Il bambino non c’entra niente: è solo uno specchio che costringe la madre a guardarsi e a prendere in esame un aspetto della sua vita che vorrebbe invece evitare di affrontare ma che preme per essere visto. Con cosa risuonerà a sua volta la crisi con il partner? Con quale esperienza dolorosa della sua infanzia? Non ho avuto modo di scoprirlo perché la signora in questione non è più tornata… Evidentemente si aspettava che le prescrivessi un farmaco, cioè un rimedio sintomatico, per far dormire il suo bambino, mentre la risoluzione duratura della situazione spiacevole avrebbe richiesto come minimo un altro colloquio e incontro di approfondimento…
Ecco come, in base alla mia esperienza personale e a quella dei pazienti che in tutti questi anni ho avuto modo di conoscere e di aiutare, sono giunta ad elaborare quella che io chiamo la “teoria delle risonanze”.
Ho poi avuto conferma a posteriori della affidabilità delle mie intuizioni leggendo autori come Arthur Janov, Alice Miller, Peter Levine, Bruce Lipton, Robin Norwood e Alexander Loyd, medici e psicoterapeuti che hanno espresso in modo forse un po’ diverso dal mio concetti sostanzialmente simili. Io cerco di presentarveli e riassumerveli in modo molto semplice e facilmente comprensibile anche per i non addetti ai lavori.
Ciò di cui mi sono convinta in tanti anni di ricerca e di studio è che ognuno di noi rivive nella sua vita molte volte esperienze simili che servono a fargli riaprire la sua ferita primaria per poterla poi guarire una volta per tutte.
Per tornare all’esempio del film sopracitato “Io ti salverò”, il protagonista scopre di essere stato testimone di un delitto su una pista da sci, in cui ha visto morire un collega medico: questo evento però gli ha ricordato la morte di un suo fratellino, scivolato da un cornicione, a cui lui aveva assistito impotente. Il ricordo gli ha scatenato un senso di colpa che lo ha fatto sentire colpevole dell’omicidio di cui è stato invece solo uno spettatore. L’amnesia che lo ha colpito è stata una misura di protezione messa in atto dal suo inconscio per impedirgli di rivivere questa esperienza terrificante. (A proposito di film, vi suggerisco di prestare attenzione a quelli da cui vi sentite più attratti perché possono darvi indizi importanti per indagare sulle tematiche che maggiormente vi affliggono).
Le situazioni di dolore e sofferenza che ci troviamo a dover attraversare sono riconducibili ad alcune esperienze-base, che sono più o meno le stesse per tutti (vedi capitolo sul maternage interiore) e sono anche limitate come numero, per esempio l’esperienza del rifiuto e dell’abbandono, tra le più arcaiche, o del tradimento o dell’ingiustizia, della violenza e dell’abuso, cioè dell’invasione di territorio. Si tratta di una sorta di pattern, che, proprio come i frattali, continuano a replicarsi all’infinito.
A loro volta queste esperienze risuonano con altre della storia familiare (madre, padre, nonni, bisnonni ecc.) in una sorta di eco, come a rinforzare il messaggio.
Si può parlare di “memorie transgenerazionali”, di cui oggi si occupa la psicogenealogia, o più scientificamente di patrimonio ereditario legato al DNA, o di vite precedenti per chi crede nel karma e nella reincarnazione. Oppure, ancora più semplicemente come piace fare a me, di un patrimonio di storie e miti che ognuno di noi si porta dietro nel suo fagottino quando viene al mondo. Che siano storie realmente vissute oppure no non mi pare abbia alla fine nessuna importanza: l’essenziale è utilizzarle come simboli, come “favole di potere” che sono potenti strumenti di guarigione, in quanto portano con sé immagini capaci di suggerire nuove possibilità, nuove strategie per cambiare la propria vita o almeno una parte di essa. Si sa che niente che non sia stato prima immaginato può accadere nella realtà: i simboli contenuti nelle favole ci aiutano, proprio come potrebbe fare una bacchetta magica, a operare questa trasformazione alchemica.
Comunque non è quasi mai necessario risalire a esperienze estremamente lontane nel tempo – e assolutamente non trovo corretto l’andare a cercarle per curiosità – perché in genere esse sono riflesse, per il fenomeno delle risonanze, negli eventi della nostra vita attuale, in particolare nel periodo perinatale che pare esserne una sorta di concentrato che le riassume tutte (quelle perlomeno di interesse per la nostra attuale esistenza). Basta quindi esplorare questa fase così cruciale – visibile anche sulla carta natale astrologica – per avere un’idea di qual è il tema di base su cui occorre lavorare.