PARTE SECONDA - IN VIAGGIO VERSO LA SALUTE

La gioia come terapia

La gioia è la sostanza stessa di cui è fatto l’universo.La gioia è il tuo centro intimo. La gioia è per sempre

Osho

La gioia è l’indice della crescenza interiore

M. Montessori

La felicità è amore. Punto.

G. Vaillant

Se facessimo un’inchiesta e chiedessimo a un campione di persone cosa desiderano di più nella vita io credo che la risposta più frequente sarebbe: “essere felici”. E la risposta è giusta! Perché il vero “obiettivo di successo” (come lo definisce Loyd) è sempre uno stato interiore e non una circostanza esterna…


La gioia è l’obiettivo e il desiderio ultimo di ogni essere umano, piccolo o grande che sia.


Tutte le risorse di cui abbiamo parlato finora, dalla scrittura al cibo, dall’arte alla meditazione, dalla bellezza all’amore, sono terapeutiche e ci curano proprio perché ci danno gioia!

La gioia infatti è strettamente correlata alla salute, come ci ricorda Bach quando scrive che la vera salute ha origine nella felicità. Ma lo diceva già prima di lui il rabbino Nachman: “Tutte le malattie che si abbattono sull’uomo, tutte provengono dalla degradazione della gioia. La degradazione della gioia proviene da una distorsione del canto profondo dei ritmi vitali. Quando la gioia e il canto sono guastati, rovinati, la malattia s’impossessa dell’uomo.”1


Oggi la neuroscienziata Candace Pert, a cui dobbiamo la scoperta dei recettori per gli oppiacei, ci conferma queste affermazioni e ce ne spiega il perché: quando siamo in uno stato di gioia le molecole di questa emozione occupano a livello cellulare il posto che sarebbe altrimenti occupato da molecole di virus o di batteri… Ecco perché chi è felice o innamorato non si ammala: in un cuore felice non c’è letteralmente posto per la malattia!


Del resto lo diceva già Maria Montessori, osservando il miracolo dei bambini di San Lorenzo, rinati a nuova vita grazie al suo innovativo approccio pedagogico: “Se cause psichiche deprimenti possono avere un’influenza sul metabolismo abbassandone la vitalità, può anche avvenire il contrario: cioè le cause psichiche esaltanti possono influire riattivando il metabolismo e tutte le funzioni fisiche”2.


Perché “la salute del corpo dipende da quella dello spirito. …La soddisfazione della vita interiore, la possibilità di esprimere le proprie potenzialità, è senza dubbio il segreto della salute, anche di quella fisica”3. E “la gioia è il ricostituente più sicuro ed energico della vita vegetativa”4. Altro che sciroppi ricostituenti o pappa reale…!


Ma da dove viene la gioia, ce lo siamo mai chiesti?

Una sera, mentre ero immersa nell’acqua della mia vasca da bagno, ho avuto un improvviso lampo intuitivo e mi sono resa conto d’un tratto che tutti i nostri problemi derivano dal fatto che noi abbiamo sbagliato l’equazione della vita! Siamo soliti pensare infatti e diamo per scontato questo assunto “Se troverò l’uomo della mia vita, il lavoro che desidero, il denaro che mi manca, se si realizzerà il progetto che ho in mente, allora sarò felice” mentre è vero esattamente il contrario!!! E cioè “se sarò felice e in pace con me stesso allora tutto ciò che desidero accadrà”… È esattamente quanto predicava Gesù, il Cristo: “Cercate il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in più”. Perché la gioia è una dimensione interiore e non può essere trovata all’esterno: “Il visibile (o circostanza esterna) non genera mai l’invisibile (lo stato di amore/gioia/pace a lungo termine). Semplicemente non è così che vanno le cose, sia in natura che in noi stessi”5.

Poco dopo questa esaltante scoperta (in realtà si trattava di qualcosa che conoscevo razionalmente ma non avevo mai “sentito” in modo esperienziale) la Vita per vie traverse mi ha portato tra le mani il libro di Loyd, Il codice dell’amore, in cui ho trovato piena conferma di questa mia intuizione! Tutto il volume si basa proprio su questo principio:

il nostro successo nel mondo – in termini di salute, benessere economico, creatività e felicità – dipende esclusivamente dal nostro stato interiore di amore, gioia e pace.

Più siamo connessi a questa dimensione spirituale più possibilità abbiamo di realizzare i nostri sogni ed essere felici! Se fossimo in grado di vivere ogni attimo centrati e focalizzati sull’Amore, rinunciando ad attaccarci al risultato finale ma affidando tutto all’infinita saggezza della Vita, rivoluzioneremmo da un giorno all’altro la nostra esistenza…


Ma per farlo, come afferma Loyd, bisogna prima deprogrammare e riprogrammare il nostro computer interiore eliminando i virus che gli impediscono di funzionare a dovere…

Il rabbino Yehuda Berg sostiene che la gioia non è nient’altro che Luce e proviene da quello che i cabalisti chiamano il regno del 99%. L’esistenza è come un iceberg: noi ne vediamo solo la punta che emerge dall’acqua ma la parte principale è quella sommersa! “La realtà a noi familiare è il mondo dell’1% in cui viviamo, eppure ne esiste un’altra al di là del velo – quella del 99% – che è decisamente molto più importante” e che è “la vera fonte di ogni appagamento duraturo. Ogni forma di conoscenza, saggezza e gioia dimora in questo regno”6 scrive Y. Berg. “Tutto ciò che desideriamo con il cuore si può ritrovare soltanto nella realtà del 99%7 quindi “ogni volta che proviamo gioia significa che siamo entrati in contatto con quel regno attraverso una qualche azione avvenuta nel regno dell’1%”.8


Insomma, in fondo è tutta una questione di connessione: dobbiamo solo ricordarci che c’è altro… Esiste un mondo spirituale, ignoto ai più, che attende solo di essere scoperto o meglio ri-conosciuto: è lì la fonte di ogni guarigione.

E allora quando ci capitano quei momenti in cui tutto sembra crollare e sgretolarsi ai nostri piedi, momenti in cui la terra sembra tremare sotto di noi e il dolore pare sommergerci e impedirci di vedere anche un solo piccolo spiraglio di luce, per non sprofondare nell’abisso quello che possiamo fare è connetterci alla gioia.


“La gioia è un grande rimedio. Si tratta di trovare un solo punto positivo che ci renda gioiosi e attaccarcisi”.9 Ecco, questo è il segreto!

Quando abbiamo provato una sensazione di gioia nella nostra vita? Di fronte a un magnifico paesaggio o a un’opera d’arte? Quando eravamo innamorati di qualcuno o di qualcosa? Cerchiamo di ricordarci cosa provavamo, le sensazioni, la luce negli occhi…


Se l’abbiamo vissuta almeno una volta possiamo ritrovare quella gioia perché è dentro di noi. Noi ne siamo stati gli artefici e ne siamo i proprietari. Spesso abbiamo l’impressione che siano gli altri a darci gioia ma gli altri sono solo l’occasione per tirarcela fuori: siamo noi che possiamo accendere o spegnere l’interruttore della gioia in ogni momento della nostra vita!


Bisogna esercitarsi ad accendere la luce. Tutti i giorni. Appena ci si sveglia al mattino. Dov’è la luce? Dov’è la gioia? Eccola… Può essere una canzone che ci affiora alle labbra, può essere un’immagine, il sole che splende in un cielo perfettamente azzurro, il canto degli uccelli in giardino, i colori di un fiore, il sorriso del nostro bambino, lo sguardo di un amico…


Noi impieghiamo tanto del nostro tempo a combattere il buio quando sarebbe più semplice cercare la luce. Se c’è la luce il buio automaticamente scompare. La luce illumina e fa chiarezza.


Ecco perché la chiave della felicità e della gioia sta nel riuscire a connettersi – proprio come si potrebbe fare con una rete internet – a quella dimensione che è al di là della realtà visibile e tangibile. Non è impresa facile, ma c’è chi ci è riuscito.

Ci sono esperti della gioia? si chiede Piero Ferrucci: sì, lui ne ha incontrato uno, Roberto Assagioli, padre della Psicosintesi. Quando entrava in una stanza pare che tutti diventassero di buon umore perché era un uomo che irradiava gioia, nonostante avesse avuto una vita difficile (aveva perso un figlio, era stato in prigione) “Non credo di aver mai visto in vita mia qualcuno che in maniera così evidente e intensa irradiasse gioia. – ricorda Ferrucci – Assorto nella meditazione, era immerso nella gioia”.10


Assagioli era uno psichiatra ed era stato il primo a introdurre in Italia la psicanalisi ma “la psicanalisi a lui non bastava perché era troppo rivolta alla malattia – scrive Ferrucci – Ad Assagioli interessavano le qualità positive come la bellezza, l’amore, la fiducia, l’armonia, la pace, la gioia. Per lui l’essenza più vera dell’essere umano, più profonda di qualsiasi angoscia o disperazione possiamo provare, è un centro di coscienza che è libero. Trovare il proprio centro dà gioia. È lo stato naturale di ognuno di noi”11. E quando riusciamo a riconnetterci a quel nostro nucleo di salute che è il nostro vero Sé e a sintonizzarci sulla frequenza della gioia, allora da quella posizione ecco che la prospettiva cambia e possiamo vedere le cose in modo totalmente diverso e trovare la forza per uscire dal labirinto della sofferenza.


“Siate quello che desiderate essere: allora vi sentirete felici”12 diceva Edward Bach, convinto come medico che la felicità fosse la migliore cura per qualsiasi malattia. Eh sì, perché è proprio quando realizziamo le nostre potenzialità e diventiamo ciò che siamo chiamati a essere che troviamo la massima gioia e con essa la salute!

“In principio era la gioia” è il titolo di un bel libro del teologo Fox, a indicare come tutto ciò che è, è nato dalla gioia.


Ce lo ricorda molto bene la lingua ebraica quando ci dice, attraverso la permutazione della parola Bereshit (che significa “in principio”), con cui si apre il libro della Genesi, in Beit Osher (che vuol dire “Casa della Beatitudine”), che il mondo è il grembo di Dio! Il mondo in cui abitiamo è stato creato come “Casa della Gioia”!


La parola gioia deriva dal latino “gaudium” che ha a che fare con la parola “godere”, una parola bistrattata, a cui la morale cattolica ha appiccicato significati fuorvianti e penalizzanti, che per secoli hanno condizionato le nostre vite.


A volte noi abbiamo paura della gioia perché ci è stato insegnato che godere è egoismo, così pensiamo di non esserne degni e boicottiamo la felicità con i nostri sensi di colpa.


Essere nella gioia significa godere la vita, in tutti i suoi aspetti, ma per goderla bisogna prima accettarla… L’accettazione, come abbiamo già avuto modo di dire, è la tappa ultima del processo di guarigione.


Ecco perché io penso che, oltre ai grandi personaggi di Luce, come Assagioli, che ogni tanto vengono a lasciare un segno nella storia, i veri esperti della gioia siano i bambini.


Nessuno al pari di loro può insegnarci la semplice gioia di vivere, quella senza motivo, quella che scaturisce dal solo fatto di esserci, di essere qui.

Guardate i loro volti e i loro sorrisi: sono una sorgente incredibile di gioia.

Quella che invece noi adulti abbiamo perlopiù perso per strada, ingarbugliati come siamo nelle nostre storie e nelle nostre vite contorte…

Ecco perché i bambini possono farci da maestri.

Come dice nei suoi bellissimi versi Mariangela Gualtieri,

Forse sono i bambini a sostenere il mondo. E gli animali.
Forse sono i cuccioli di ogni specie.
C’è tanta gioia dentro a quei corpi piccoli. Tanta di quella preghiera.
Forse sono i bambini, i fiori, l’acqua, le cose fatte da due mani, la quiete di una casa, robe di niente.
Forse la gioia è la preghiera più alta.13

Sì, penso anch’io che la gioia sia veramente la preghiera più alta.

Osho distingue la felicità dalla gioia perché la prima è una dimensione psicologica, legata cioè a fattori esterni (sono felice se, a condizione che…) e quindi implica una dipendenza, mentre la gioia è una dimensione spirituale, interna, indipendente da ciò che ci accade. Gesù diceva “Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” perché è qualcosa che ci appartiene, che fa parte di noi al di là di tutto. Come ricorda anche Tutu, nel bellissimo volume Il libro della gioia, la gioia include la felicità ma è qualcosa di molto più vasto proprio perché prescinde dalle circostanze esterne. Ed è un diritto di nascita per tutti gli esseri umani.


Per Osho esistono quattro gradini che partono dal piacere, che è una dimensione fisica, passano attraversano la felicità, che è una dimensione piscologica, per arrivare alla gioia, che è una dimensione spirituale, fino addirittura alla beatitudine che è una dimensione divina. In questo contesto si può affermare, come ha detto qualcuno, che la gioia è l’unica via verso l’illuminazione.


Maria Montessori sosteneva che proprio come l’aumento di peso nei bambini è indice della crescita del corpo, così la gioia è l’indice della crescita interiore. Molti ricercatori spirituali affermano che il criterio migliore per sapere se si è sulla strada giusta è il grado di gioia che proviamo ed esortano a “non fare nulla che non dia gioia”.

“Lascia che la felicità sia la pietra di paragone, il criterio… Null’altro può esserlo”14 dice Osho. “La beatitudine è l’unico criterio per valutare la qualità della vita.”15 Per i nativi americani la domanda più importante da porsi nella vita è “Quanto sono felice?”. Per loro infatti il successo di una persona non si misura in base a quanto guadagna o a quale posto occupa nella società, ma piuttosto dipende da quanta gioia possiede dentro di sé.

Allora perché non preoccuparci, anziché di combattere i difetti o i malanni, di coltivare la gioia come se fosse il fiore più prezioso del nostro giardino?


Viviamo in una società che cresce i suoi figli in una cultura di morte anziché di vita, che li nutre di tragedie e di dolore anziché di gioia. E invece è proprio sulla gioia che bisogna puntare, non sul dolore come ci è stato insegnato.

Ma ognuno di noi può fare qualcosa per invertire la rotta.


Possono farlo innanzitutto le mamme allattando i loro bambini al seno: il latte materno – è emerso da studi omeopatici – dà al bambino qualcosa che nessun altro nutrimento può fornire loro, ovvero la gioia e la voglia di vivere.

Possono farlo le educatrici offrendo ai piccoli un ambiente caldo e accogliente, ricco e gioioso che permetta loro di esprimere ciò che sentono dentro.


Possono farlo gli artisti con le loro opere e i terapeuti con il loro lavoro mostrando a chi è nel dolore che la vita nella sua essenza più intima e profonda è gioia. Ognuno di noi può farlo: se solo abbiamo sperimentato la gioia almeno una volta nella nostra vita possiamo ricrearla, focalizzandoci su di essa, su ciò che di positivo ci circonda, anziché su ciò che ci manca!


Basta fare un po’ di pulizia e, una volta eliminato ciò che non serve, ecco che emerge questo nucleo originario che non è altro che il nostro volto originale: essere felici è essere se stessi! Basta togliere i detriti e i rifiuti e l’acqua pura della Fonte zampilla e scorre in mille gocce di Luce.


La Gioia, quella vera, proprio come l’Amore, non ha né inizio né fine: è per sempre perché è da sempre.


Che cos'è che mi dà gioia?

Prendete un foglio e una penna e scrivete senza pensarci troppo che cos’è che vi dà gioia: può essere un oggetto, un’atmosfera, un luogo, un’attività… Mettete su carta qualunque cosa vi venga in mente senza giudizio alcuno. Ecco un esempio personale di questo esercizio:

  1. Leggere un libro

  2. Scrivere

  3. Guardare le stelle

  4. Stare sdraiata su un prato in una giornata di cielo azzurro

  5. Passeggiare sul bagnasciuga alla luce del tramonto

  6. Ricevere una mail da un amico

  7. Chiacchierare con un’amica/o

  8. Immergermi nell’acqua della vasca con un sottofondo musicale

  9. Il profumo del pane appena sfornato

  10. Un abbraccio profondo.......................................


Compagni di viaggio
Compagni di viaggio
Elena Balsamo
Come adulti e bambini insieme possono aiutarsi a guarire.Una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia e in particolare della coppia mamma-bambino. Compagni di viaggio volge l’attenzione alla salute emotiva della famiglia.Basandosi sulla sua personale esperienza di medico e di paziente, Elena Balsamo offre al lettore una panoramica chiara ed esauriente dei diversi strumenti terapeutici alternativi a disposizione della famiglia (e in particolare della coppia mamma-bambino), nonché numerosi spunti di riflessione sul significato della malattia e sul messaggio contenuto nei sintomi, per trasformare la sofferenza in un’occasione preziosa di apprendimento ed evoluzione. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.