Introduzione

Secondo il rapporto sulla prevenzione degli infortuni infantili condotto da OMS e UNICEF (World report on child injury prevention, 2008), sono migliaia i bambini che ogni giorno rimangono vittime di incidenti, in molti casi purtroppo fatali. È stato stimato che applicare adeguate misure preventive potrebbe salvare più di mille bambini al giorno.


Riportiamo qui di seguito un’accurata sintesi dei dati e un’analisi degli aspetti più significativi contenuti nel documento, a opera di EpiCentro, il portale dell’Istituto Superiore di Sanità per gli operatori sanitari dedicato all’epidemiologia per la sanità pubblica e alla promozione della salute1.

Nel mondo

Gli incidenti infantili causano 950.000 decessi all’anno e costituiscono, insieme alle violenze, la prima causa di morte dei minori di 18 anni. Circa il 90% di questi decessi sono considerati non intenzionali e vengono quindi classificati tra gli infortuni accidentali. Più del 95% degli incidenti si verifica nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei Paesi industrializzati la situazione non è confortante, dal momento che gli infortuni costituiscono la causa del 40% delle morti infantili.

Un ruolo chiave nel determinare la frequenza degli incidenti è giocato dai fattori sociali: tra le famiglie più povere si registra, infatti, un maggior numero di morti accidentali.

L’Africa in particolare ha il più alto tasso di decessi infantili per infortuni accidentali e supera di dieci volte Paesi industrializzati come Australia, Olanda, Nuova Zelanda, Svezia e Gran Bretagna. Gli infortuni dei bambini sono una questione importante sia per la salute pubblica, sia per lo sviluppo: ogni anno milioni di bambini sono vittime di incidenti non fatali che spesso richiedono lunghi periodi di ospedalizzazione e di riabilitazione e i costi di questi trattamenti possono portare intere famiglie alla povertà.


I bambini delle comunità e delle famiglie più povere sono a maggior rischio perché hanno minore probabilità di beneficiare delle campagne di prevenzione e dei servizi sanitari e i loro genitori hanno minori strumenti culturali ed economici per mettere in atto metodi preventivi.

Le cinque principali cause di morte

Il rapporto OMS-UNICEF ha analizzato le cinque principali cause di morte.

  1. Dai 10 ai 19 anni la prima causa di morte e di inabilità è costituita dagli incidenti stradali, con circa 10 milioni di sinistri all’anno, di cui circa 260.000 mortali. Tra gli interventi di prevenzione, i più efficaci sono l’uso delle cinture di sicurezza e dei caschi di protezione, l’attraversamento sulle strisce pedonali, l’obbligo dei fari accesi per le auto anche durante il giorno, il rispetto dei limiti di velocità, il divieto di guida dopo l’assunzione di alcol e l’introduzione di patenti a punti che limitino i privilegi per i nuovi guidatori.
  2. Al secondo posto si trova l’annegamento, con più di 175.000 morti. Si tratta della prima causa di decesso infantile in molti Paesi asiatici e uccide circa 480 bambini al giorno in tutto il mondo. Ogni anno, 3 milioni di bambini sopravvivono a questo tipo d’incidente, ma i danni riportati dal cervello ne fanno uno degli infortuni di maggiore impatto sanitario ed economico. La prevenzione include: l’uso dei giubbotti salvagente, la recinzione delle piscine, la copertura dei bacini d’acqua pericolosi e la disponibilità di un primo soccorso rapido.
  3. Terza causa di morte sono le ustioni, di cui ogni giorno muoiono 260 bambini, per un totale di quasi 96.000 decessi all’anno. Nei Paesi in via di sviluppo le ustioni sono undici volte più frequenti che nei Paesi industrializzati e possono causare inabilità permanenti anche gravi. Gli allarmi antifumo, le sicure degli accendini, gli impianti di controllo per l’acqua calda e la possibilità di accesso a centri anti-ustione specializzati possono ridurre la frequenza e l’impatto di questi incidenti.
  4. Ogni anno le cadute causano circa 47.000 morti e centinaia di migliaia di lesioni meno gravi. Le cadute sono la ragione della metà delle visite ai bambini nei dipartimenti di emergenza degli ospedali. Questi infortuni nel mondo causano circa 130 morti ogni giorno e possono essere evitati soprattutto scegliendo abiti e giocattoli adeguati alle attività dei bambini, sia all’aperto, sia in casa.
  5. Con più di 45.000 decessi all’anno, l’avvelenamento è la quinta causa di morte segnalata nel rapporto. Le chiamate ai centri antiveleni sono migliaia ogni giorno, e sebbene la maggior parte degli incidenti venga risolta al telefono, ogni giorno muoiono circa 125 bambini per avvelenamento. La prevenzione consiste in un’adeguata conservazione dei detergenti per la casa, nell’utilizzo di tappi di sicurezza per le medicine e altre sostanze, nel controllo delle quantità di prodotti utilizzati o somministrati e in un più ampio accesso ai centri antiveleni.


Interventi di prevenzione

Tutte le cause di infortunio si amplificano nelle aree più svantaggiate, in cui i bambini hanno maggiori probabilità di essere esposti a rischi: fuochi aperti nelle case, finestre senza inferriate, tetti e scale poco sicuri e traffico intenso riducono gli spazi sicuri per il gioco e aumentano la frequenza degli incidenti.


Il rapporto sugli infortuni in età infantile sottolinea come la prevenzione possa ridurre enormemente gli infortuni. Interventi che si sono dimostrati efficaci, sia a livello legislativo che a livello privato, sono quelli relativi a:

  • cinture di sicurezza e caschi per i bambini
  • rubinetti per l’acqua calda
  • tappi di medicinali, accendini e prodotti tossici
  • separazione delle corsie per le moto e per le biciclette
  • canale di scolo dell’acqua superflua nelle vasche da bagno
  • sistemazione dell’ambiente domestico e design dei giochi (per ambienti all’aperto e non)
  • rafforzamento dei servizi di pronto soccorso e di riabilitazione.

Maggiore attenzione, invece, dovrebbe essere destinata agli airbag dei sedili anteriori, al packaging e alle campagne di educazione pubblica per la prevenzione.


Negli ultimi trent’anni molti Paesi industrializzati hanno ridotto gli infortuni in età infantile del 50%, grazie al consolidamento delle leggi sulla sicurezza (come le chiusure ermetiche di medicine e prodotti tossici), alla modifica delle caratteristiche di ambienti come le scale e le piscine, alla realizzazione di campagne di informazione e prevenzione, nonché al potenziamento dei servizi di emergenza. Tutti questi interventi, rivelatisi molto efficaci nella difesa del diritto dei bambini a un ambiente sicuro e a un’adeguata protezione dagli infortuni, andrebbero promossi a livello globale.

In Europa

Su 6 decessi infantili dovuti a infortunio, 5 si verificano nei Paesi poveri, ma il rischio è altrettanto elevato per i bambini meno abbienti dei Paesi ricchi.

In Europa i tassi di infortunio infantile sono al contempo i più alti e i più bassi del mondo.

Con circa 115 decessi ogni giorno, gli infortuni sono la principale minaccia per i bambini e gli adolescenti nella regione europea dell’OMS.


Incidenti stradali, annegamento, avvelenamento, incendi e cadute causano ogni anno 42.000 decessi nei giovani sotto i 20 anni e 70 milioni di ricoveri ospedalieri e visite ai reparti di emergenza.


Il rapporto European report on child injury prevention (2008), redatto da OMS Europa, analizza la situazione della regione europea dell’OMS, presenta gli interventi efficaci per prevenire gli incidenti che coinvolgono i minori e chiede a politici e operatori un maggiore impegno per fornire ambienti più sicuri ai minori.


Gli incidenti infantili sono distribuiti in modo diseguale in Europa: i tassi più elevati si registrano soprattutto nei Paesi che attraversano una fase di grandi mutamenti socioeconomici; in questi territori, i decessi raggiungono percentuali fino a otto volte superiori a quelle dei Paesi europei più sicuri.

La povertà come principale fattore di rischio

Inflazione elevata, disoccupazione, aumento delle disparità di reddito, mancanza di coesione sociale, consumo di alcol e droghe hanno contribuito a un picco di mortalità infantile sin dai primi anni Novanta nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. In questi Paesi, il numero di decessi infantili è tre volte superiore a quello dell’Unione europea.


Studi condotti in Irlanda, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito mostrano che i bambini meno abbienti muoiono per incidenti fino a cinque volte di più rispetto ai loro coetanei più ricchi. Ciò significa che un bambino povero dei sobborghi di una metropoli occidentale è esposto allo stesso rischio di infortunio di uno che vive in un Paese in via di sviluppo.


Le famiglie più povere non possono permettersi alloggi o equipaggiamenti di sicurezza, né di vigilare costantemente i propri figli.

Una volta feriti, inoltre, i bambini più poveri hanno uno scarso accesso ai servizi sanitari di qualità.

Calma e sangue freddo
Calma e sangue freddo
Luciano Proietti
Primo soccorso pediatrico e prevenzione degli incidenti dei bambini.Un agile prontuario illustrato per un corretto ed efficace pronto intervento, con le risorse che si hanno a disposizione sul momento, in caso di ferite, tagli, traumi, ustioni, soffocamenti e ingestione di sostanze tossiche. Ferite, tagli, traumi, ustioni, soffocamenti, ingestione di sostanze tossiche… Sapere come comportarsi quando si verificano incidenti, più o meno pericolosi, che riguardano il bambino è di fondamentale importanza per ridurre gli effetti invalidanti e la mortalità.Un corretto ed efficace pronto intervento, con le risorse che si hanno a disposizione sul momento, può fare davvero la differenza.Altrettanto importante è sapere come prevenire gli incidenti, adottando le opportune precauzioni ambientali e “educando” il bambino alla valutazione del rischio; compito che spetta in primo luogo ai genitori e agli educatori dell’infanzia.In Calma e sangue freddo, agile prontuario illustrato rivolto a tutti coloro che si occupano di bambini, il pediatra Luciano Proietti descrive come agire tempestivamente a seconda dell’incidente (prima del ricorso al medico o dell’arrivo in ospedale) e dà utili indicazioni per orientare l’adulto verso una fondamentale responsabilizzazione del bambino. Conosci l’autore Luciano Proietti, medico, chirurgo, specializzato in pediatria e chirurgia pediatrica, ha lavorato per vent’anni presso la Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.Promotore di una “pediatria funzionale”, che curi e prevenga le malattie agendo sulle cause interne ed esterne, e non solo sui sintomi, si occupa di alimentazione fisiologica in età pediatrica.