Voci di mamma e papà
I bambini mi seguono nell’orto da quando hanno imparato a camminare. Si divertono a seminare e ad aspettare di veder spuntare il germoglio, sono soddisfatti e orgogliosi quando zucchine e pomodori sono maturi e pronti da raccogliere e… mangiare! Forse per questo non ho mai avuto problemi a far mangiare loro le verdure? Per loro non sono un’entità astratta, un cibo che si “deve” mangiare, ma qualcosa di amico, di vicino, il frutto del nostro impegno!
Katia, mamma di Ester, 9 anni, Pietro, 4 anni
Giochi a costo zero? Nella bella stagione… il giardinaggio! Io ho il pollice nero, ma ogni anno provo a piantare qualcosa in terrazza. Alberto ogni sera mi ricorda che dobbiamo annaffiare le piante: prende il suo annaffiatoio rosso e si dedica con dedizione alla cura di piante e fiori. Si diverte tantissimo.
Sara, mamma di Alberto, 3 anni
Il nostro giardino è piccolo e per sfruttare al massimo lo spazio disponibile ci siamo cimentati con l’orto sinergico, associando verdure che crescono più rapidamente con altre che hanno bisogno di tutta l’estate per maturare. I bambini mi aiutano e, non lo dico per dire, sono proprio bravi: bagnano l’orto, controllano se zucchine e cetrioli sono pronti da raccogliere, sanno raccogliere l’insalata.
Francesca e Oscar, mamma e papà di Federica, 9 anni,
Alessandro, 7 anni
Le mie bambine si divertono ad annaffiare i loro vasetti (ognuna di loro ha le sue piante e se ne prende cura) e a raccogliere more, lamponi, fragole e mirtilli con cui poi preparo la marmellata. Quando saranno più grandi insegnerò anche a loro come si fa!
Letizia, mamma di Francesca, 5 anni, Giada, 3 anni
Noi abitiamo al terzo piano di un piccolo condominio. Il balcone è uno solo e lo devo usare per la raccolta differenziata (la casa è piccola!), ma sono riuscita a trovare il modo di fare del giardinaggio con il mio bambino grazie a un rettangolo di prato condominiale, di fianco ai posti auto. Ho chiesto il permesso all’amministratore e ho potuto piantare due piante di rose e, a ridosso della rete, delle piantine di pomodoro. Le rose nascondono allo sguardo i pomodori (per il vicino che non apprezza l’effetto orto) e la scorsa estate abbiamo mangiato i nostri pomodori. Sul davanzale della camera di Giacomo invece coltiviamo fragole in vaso. Questa coltivazione è affidata interamente a lui che si occupa di bagnare la terra e controllare la maturazione dei frutti. Il raccolto non è grandissimo, ma la soddisfazione e il gusto ci sono tutti!
Elena, mamma di Giacomo, 6 anni
Io dispongo di una vecchia casa nel bosco, nell’Alto Monferrato, a due ore da Milano (dove abitiamo). Questa casa era dei miei nonni, che erano agricoltori e viticoltori. Ora i miei nonni non ci sono più, la casa è passata ai miei genitori, e il terreno intorno alla casa è ancora adibito a orto e frutteto, alla cura dei quali partecipano attivamente i miei bimbi. Con addosso abiti di terza mano, e stivaletti nella stagione fredda, a piedi nudi in quella calda, i piccoli lavorano sodo: seminano, innaffiano, tengono monitorato lo stato di maturazione di zucchine, pomodori, zucche, more, mele, e… mangiano! Oltre che di risparmiare e mangiare sano, questo orto e questo frutteto permettono ai miei figli di stare a contatto con la natura e con la stagionalità di alcuni prodotti della terra, opportunità preziose per chi vive in una grande città… E possono così entrare in connessione con la terra, sporcandosi, manipolando, osservando, annusando, assaggiando.
Laura e Andrea, mamma e papà di Alessandro, 5 anni, Giulia, 3 anni
Abitare in città ma avere un orto proprio dietro casa è una grande fortuna per tutta la famiglia, ma soprattutto per i bambini. Se poi l’orto è del nonno e c’è la possibilità di giocarci e imparare insieme a lui… è il massimo! Le fragole che, con pazienza, Matilde ha piantato, innaffiato e visto maturare, hanno tutto un altro sapore! Giocare con l’acqua, sporcarsi con la terra, raccogliere frutta e verdura da condividere a tavola con tutta la famiglia o da gustare direttamente sul campo… Sin da piccolissima Matilde si è sempre divertita tantissimo nell’orto del nonno! E poi, seguire il corso delle stagioni, giocare con le lumache, le ranocchie, i bruchi e le farfalle sono ottime alternative alla TV e ai videogiochi!
Valentina, mamma di Matilde, 7 anni
La mia esperienza con l’orto e il giardinaggio nasce circa 30 anni fa, quando mio padre passava con me gran parte della giornata ad insegnarmi la Natura. Ho avuto la fortuna di avere un padre molto presente che, nonostante non avesse mai letto un libro di pedagogia (e forse nemmeno un libro in vita sua), con l’istinto e l’amore sapeva perfettamente di cosa avevo bisogno. Mi ricordo le giornate a trapiantare i pomodori, cimare i cetrioli, vangare le melanzane. Sto cercando di trasmettere questa passione ai miei figli e quest’anno ne ho avuto l’occasione, piantando assieme il nostro primo orticello. Li ho coinvolti fin da subito, dicendo loro che avevamo un grande lavoro che ci aspettava. Abbiamo dissodato la terra assieme, spostando i sassi e dando loro la possibilità di aiutarmi con piccole pale e rastrelli. Poi siamo andati a comprare le piantine assieme, e abbiamo osservato in negozio quante possibilità ci fossero. Al momento di piantarle i bimbi erano piuttosto annoiati, invece si sono entusiasmati nelle fasi di irrigazione.
Quali sono i vantaggi di aver fatto questa esperienza con i miei figli? Per prima cosa è un modo ottimo per spiegare loro il tempo. I primi giorni avrebbero voluto aspettare davanti alle piantine che le fragole diventassero rosse. Invece, spiegando loro che ci sarebbe voluto molto più tempo, hanno iniziato ad apprezzare l’attesa. Ha tratto giovamento la loro dieta: raccogliere una zucchina e spiegare che la stessa sera avrebbero mangiato proprio quella zucchina, ha fatto sì che si avvicinassero più volentieri a gusti e sapori diversi. Hanno capito che la frutta e la verdura del supermercato deriva da piante specifiche, che hanno foglie e rami diversi una dall’altra. Hanno scoperto cos’è la fatica. Hanno scoperto il reale profumo delle piante di pomodoro e del basilico. Hanno capito che se c’è una fragola sola, è meglio dividerla che far piangere il proprio fratello.
E poi, su tutto, è un’altra piccola grande scusa per passare del tempo assieme: di ritorno da scuola si passa nell’orto a raccogliere le verdure, si cerca di prevedere come sarà il raccolto del giorno dopo, si programmano i lavori della settimana. È un’attività che diventa coccola, una coccola che diventa conoscenza, una conoscenza che si ottiene grazie alla cura e all’amore. Proprio come faceva mio padre, trent’anni fa.
Davide, papà di Mattia ed Emanuele, 4 anni