Voci di mamma e papà
Quando è nata la mia prima figlia credevo di aver bisogno del passeggino. Mia suocera ce l’ha regalato scegliendo un modello tra i più cari e più belli… Aveva tutti gli accessori!
Ma ben presto ho scoperto di essere una “mamma portatrice”, e che non avevo nessuna voglia che mia figlia guardasse gli altri e non avesse nessun contatto con me quando andavamo in giro. Complice quindi un paesino della Liguria, pieno di scale e di sentierini di mattoni, poco agevoli per le ruote del passeggino, sono diventata in breve un’esperta di marsupi, fasce laterali e infine zaini, e ho portato le mie figlie (diventate poi due) per alcuni anni ciascuna. Ho ancora adesso il ricordo delle loro manine che mi pasticciavano i capelli, e non lo cambierei con niente al mondo. Se ricominciassi da capo, risparmierei – o meglio mia suocera risparmierebbe – almeno 500 euro!
Carla, mamma di Vittoria, 12 anni, e Adriana 8 anni
Prima che nascesse il nostro primo bimbo, Federico, abbiamo trascorso pomeriggi interi a studiare cataloghi e visitare negozi di passeggini. Modelli fantastici, realizzati in materiali super leggeri e resistenti, colori alla moda, ruote da cross adatte a percorrere strade dissestate… Insomma, ci si apriva un nuovo mondo. Alla fine abbiamo comprato un bellissimo (e costosissimo) passeggino a 3 ruote, molto alto e super ammortizzato, con seduta che permetteva sia il “fronte strada” che il “fronte mamma”.
Quasi subito, però, trovandosi il nostro appartamento a un quarto piano senza ascensore, abbiamo acquistato un altro passeggino, quattro ruote, facilmente richiudibile, molto leggero.
Ma né io né il papà ne abbiamo fatto uso fino a che Federico ha compiuto circa quindici mesi, dato che ormai ci eravamo abituati a trasportarlo prima nel marsupio, poi in una fascia per bambini più grandicelli (faticoso, sì, ma molto bello: come averlo sempre in braccio!).
Così i passeggini sono stati usati, alla fine, dai nonni e dalla baby sitter cui non si può chiedere uno sforzo… che è proprio da genitori!
Francesca, mamma di Federico, 20 mesi, e in attesa del secondo bebè
Appena ne ho avuto l’occasione ho rinunciato volentieri al mio super passeggino dai mille accessori, grande ingombro e tremenda pesantezza, e ho optato per un modello cosiddetto da viaggio: con meno di 50 euro mi sono procurata un passeggino maneggevole e leggero che assolve comunque benissimo la sua funzione, ovvero trasportare il bebè durante la passeggiata (in fondo il bimbo deve solo starci seduto, non è che servano chissà quali optional…)
Luisa, mamma di Giorgio, 2 anni
L’idea, oggi piuttosto diffusa, che siano necessari due passeggini (uno ultra-leggero e uno più strutturato) è l’ennesima fisima per farti comprare due cose invece di una. Io ho acquistato un passeggino solo quando Elena aveva quattro mesi e avevo capito esattamente di cosa avevamo bisogno.
Lisa, mamma di Elena, 21 mesi, e in dolce attesa di Romeo
Conoscevo la pratica del portare, ma è stato grazie alla prima edizione di Bebè a costo zero, che ho scoperto il mei tai: è stato amore a prima vista! Così durante la gravidanza ho avuto il tempo di cucirmene uno.
A livello teorico avevo letto molto su questa pratica e ne condividevo i principi. Ma è stato solo quando ho portato per la prima volta Alessandro sulla mia pancia che ho capito davvero cosa si prova tenendo a così stretto contatto il proprio figlio: protezione, calore, comunione, accoglienza, accettazione. Senza considerare i vantaggi meramente pratici! I benefici sono indubbiamente non solo per i piccoli, i cui bisogni primari vengono soddisfatti, ma anche per chi porta.
Serena, mamma di Alessandro, 2 anni
Ho scoperto la fascia quando Penelope aveva tre mesi e mezzo ed è stato un cambiamento epocale. Giuditta ci è cresciuta dentro, poppando prima raggomitolata addosso a me, e poi a cavalcioni, mentre io facevo di tutto, spesa, faccende, cucinare, giocare con Penelope che allora aveva tre anni…
Claudia, mamma di Penelope, 6 anni e Giuditta, 3 anni
Io porto Matilde con vari supporti. Ho iniziato con una fascia monospalla, poi ho comprato la fascia lunga (che non le piace molto), il Mei tai e lo zaino Patapum, che invece sono i suoi preferiti. Lo zaino poi è comodissimo anche per il genitore!
Benedetta, mamma di Matilde, 9 mesi
Ho scoperto la fascia lunga quando Viola aveva quattro mesi ed è stato amore a prima vista! Non l’ho più lasciata, l’ho usata con Viola mentre aspettavo Jacopo, e quando è nato, e sono stata dimessa dall’ospedale, ho lasciato il reparto – tra gli sguardi attoniti di tutti – con lui nella fascia. Il passeggino con Jacopo non l’ho mai usato, è stato utile solo per nonne e tate.
Agnese, mamma di Viola, 3 anni, e Jacopo, un anno
Con Tarik noi usiamo una fascia lunga Didymos, anche se ultimamente… vuol seguirci camminando da solo! Quando era piccolino trascorreva la maggior parte del tempo nella fascia, portato di traverso sul davanti, superati i primi mesi è cambiata la posizione e veniva portato appeso con il viso verso la mamma o rivolto in avanti quando a portarlo era il papà. Ora lo appendiamo sulla schiena. Lui è tutto felice e spesso si addormenta nel suo “bozzolo”, soprattutto durante le lunghe passeggiate in montagna!
Ilic, papà di Tarik, 15 mesi
Marsupio e passeggino? Col marsupio fanno male le braccia, ma si comunica con il bambino; col passeggino si comunica con il vicino di passeggiata.
Marzio, papà di Federico, 20 mesi, in attesa del secondo bebè
Noi abbiamo comprato i pochi accessori che reputavamo indispensabili di seconda mano, e ci siamo resi conto di aver fatto la scelta giusta per due essenziali motivi: il primo è che questi oggetti hanno una vita così breve che rimangono praticamente nuovi; il secondo è che, dato che anche noi li abbiamo usati pochissimo, li abbiamo potuti rivendere recuperando parte dei pochi soldi spesi, facendo così proseguire la vita di oggetti altrimenti destinati ad intasare ancora di più le discariche.
Manuela e Stefano, genitori di Giorgio, 9 mesi
L’uso del mei tai è stato, all’inizio, fonte di perplessità ma, vedere come il mio nipotino è cresciuto fiducioso, sempre sorridente, allegro, ha rallegrato anche me e mi ha ripagato di tutte le volte che, purtroppo, quando ero una giovane mamma, ho ascoltato chi mi diceva: “Non prenderlo in braccio: prende il vizio”, “Lascialo piangere, deve imparare a dormire da solo”, e tante altre frasi fatte che molte persone erano pronte a prodigarti dall’alto della loro esperienza.
Rossella, mamma di quattro figli e nonna di tre nipotini