3.1.1 Il pianto
Tra le modalità di comunicazione adottate dal bambino, il pianto è sicuramente la più forte e immediata. È un potentissimo richiamo e, in senso lato, ha la funzione di portare la mamma al più presto vicino al piccolo per provvedere alla sua sopravvivenza. Ogni madre saprà in modo naturale come rispondervi adeguatamente, donando un bacio, il seno o parlando dolcemente, ma nelle prime settimane di vita del bambino, questo potrebbe essere difficile a causa delle molte sfumature di significato che il pianto può assumere.
Il pianto può arrivare da cause interne ed emozionali o da cause esterne, ambientali; la qualità del suono e della sua espressione sono tali da portare il genitore a sperimentare cambiamenti psicologici e fisiologici importanti, che generalmente attivano delle risposte innate e per lo più spontanee. Molto importante è poter rispondere al pianto del bambino rispettandolo e capendo i suoi ritmi e bisogni. Questo può risultare difficilissimo, in quanto molte mamme ricevono consigli discrepanti, a seconda dei contesti in cui vivono, e rischiano di non seguire il proprio istinto per rispettare degli schemi. Sola in casa, ogni madre sa come si sente quando il proprio piccolo piange, e nessuno potrà spiegarglielo dall’esterno.
I sentimenti che potrà provare sono tantissimi e certamente non tutti positivi. I primi di questi potrebbero essere sia l’angoscia, il sentirsi sopraffatta e inadeguata nel rispondere alle richieste del figlio, sia la paura e il panico di non riuscire a trovare una buona soluzione e quindi l’impotenza. In questi casi la cosa migliore è fare un passo indietro e tranquillizzarsi, poiché stimolare ulteriormente il bambino cercando di farlo smettere potrebbe avere l’effetto contrario. Prendete del tempo per capire in che modo questo pianto risuoni dentro di voi e trovategli un posto. Fatto questo, potete rispondere in modo più equilibrato alle richieste del piccolo, provando a immedesimarvi in lui e cogliendo alcuni segnali che vi invia; sicuramente con il tempo imparerete anche a distinguere i diversi tipi di pianto (secondo Brazelton entro le prime tre settimane dalla nascita).