capitolo 16

La libertà di lavorare

Gli oggetti presentati ai bambini dai due anni e mezzo ai tre anni devono corrispondere al bisogno che hanno di organizzare il movimento coordinato attraverso la ripetizione dell’esercizio, in modo tale che comincino a cercare altri oggetti che permettano di fare lo stesso. I bambini arrivano a compiere azioni complesse ma utili nella vita pratica, come ad esempio apparecchiare la tavola alla maniera europea mettendo i piatti a una certa distanza, posizionando alcuni cucchiai e forchette a destra e altri a sinistra. Queste azioni utili, che hanno un valore reale, soddisfano anche il bisogno di ripetizione del bambino. Gli adulti possono aiutare il bambino preparando il suo ambiente con oggetti che corrispondono ai suoi bisogni e alle sue tendenze.

Questi cilindri9 hanno ciascuno una cavità corrispondente in cui si adattano esattamente. L’esercizio consiste nel rimettere i cilindri in posizione nelle loro cavità. Non è un esercizio meccanico, richiede un’attenzione molto particolare. Se i cilindri vengono inseriti nelle cavità sbagliate ne rimarranno alcuni che sicuramente non entreranno in nessuna cavità rimanente, e questo rappresenta un problema da risolvere. Dobbiamo ripetere l’esercizio. All’inizio ogni cilindro aveva il suo posto, quindi dobbiamo essere in grado di trovare un posto per ognuno di loro alla fine dell’attività. Quindi in questo esercizio non sono coinvolti solo i cilindri, ma anche il ragionamento.

È evidente che ogni individuo ha un proprio modo di ragionare. Per far emergere l’individualità, dobbiamo avere oggetti identici su cui ogni individuo lavora. È così che possiamo vedere se una persona è più veloce dell’altra nello svolgimento dell’esercizio. Per questo motivo diamo a tutti i bambini questi esercizi, perché lavorando con gli stessi oggetti tutte le differenze risalteranno. Questo materiale è molto antico, eppure viene utilizzato ancora oggi nel campo della psicologia sperimentale. Questo esercizio costituisce uno dei test classici della psicologia. In Europa, questi oggetti vengono utilizzati dagli adulti nei centri di orientamento professionale, per vedere quanto sono veloci a notare certe differenze. Una persona può posizionare i cilindri senza alcun errore mentre un’altra può sbagliare lasciando un cilindro fuori, dovendo ripetere l’esercizio da capo. Questi esercizi non hanno valore se non sono cronometrati. Possiamo dire che un individuo impiega un minuto per mettere a posto tutti i cilindri, mentre un altro impiega un minuto e mezzo. Possiamo misurare la differenza tra le due persone. L’esercizio diventa lo strumento di misura, uno strumento di assemblaggio delle possibilità, delle facoltà degli individui.


Quando proponiamo questo esercizio a un bambino di età compresa tra i due anni e mezzo e i tre, il nostro scopo non è quello di misurare la sua intelligenza, ma di offrirgli uno strumento di sviluppo. Quando il bambino ripete questo esercizio sviluppa la capacità di riconoscere le piccole differenze tra gli oggetti. Questo corrisponde a uno dei bisogni formativi del bambino, perché ha naturalmente la tendenza a interessarsi alle cose esatte in modo esatto. Tuttavia, non è una capacità di ragionamento che spinge il bambino a fare questo esercizio, piuttosto quasi un istinto. Se un cilindro rimane fuori posto, li toglie tutti e ripete l’esercizio. Questo materiale sembra far emergere uno speciale potere di concentrazione che nessuno aveva mai pensato fosse possibile in un bambino.


È stata una bambina di tre anni che faceva questo esercizio con grande interessamento e attenzione ad aiutarmi per la prima volta a capire la capacità di concentrazione mentale del bambino. A volte eseguiva l’esercizio correttamente, e nonostante ciò ripeteva l’esercizio da capo. Quando ho notato questo fatto, mi è sembrato straordinario. Dopo averla osservata mentre faceva l’esercizio per un po’ mi è venuto in mente di contare le ripetizioni. Poi, per distrarre la bambina ho fatto rumore, ma lei ha continuato a ripetere l’esercizio. Ho quindi sbirciato alle sue spalle in modo che fosse distratta dalla mia presenza, ma ha continuato a ripetere. Poi ho detto agli altri bambini (circa quaranta) nella stanza di cantare intorno a me per vedere se avrebbe alzato lo sguardo e prestato attenzione alla canzone, ma non ha alzato gli occhi. Ha continuato a fare l’esercizio. Poi ho preso la bambina e l’ho portata al tavolo, e anche lì ha iniziato a fare lo stesso esercizio. Mi sono accorta che non potevo fare altro che aspettare. Dal momento in cui ho iniziato a contare, la bambina ha ripetuto l’esercizio per quarantadue volte di seguito. Poi si è fermata e si è guardata intorno con un sorriso sul volto, come a dire: “Guarda com’è diverso il mondo, ora è molto più bello!” Aveva lavorato così duramente, eppure sembrava così riposata. Perché si è fermata proprio in quel momento e non prima? Perché non è stato possibile farla smettere prima? Perché i bambini lavorano molto più del necessario?


A volte il lavoro può essere faticoso, può diminuire le nostre forze. Tuttavia, non è sempre necessario che il lavoro finisca in stanchezza. Esiste una forma di lavoro che porta con sé il riposo. Forse alcune attività che sembrano faticose sono necessarie per lo sviluppo della vita psichica del bambino.


Ogni volta che il bambino concentra tutte le sue energie sul lavoro, questo lavoro lo riposa invece di affaticarlo. Quando mangiamo, quando muoviamo le mascelle, ripetiamo sempre lo stesso movimento. Ci concentriamo sul nostro pasto. Non vediamo l’ora di mangiare. Se qualcuno ci interrompe, diciamo: “Oh, fatelo aspettare perché quello che sto facendo è molto importante!” Nessuno dice: “Quanto lavoro fanno le mie mascelle, quanto mi fa male la gola!” Nessuno si sente affaticato mangiando. Se il lavoro porta riposo invece che fatica, dobbiamo concludere che possiamo sempre lavorare! Sarebbe difficile arrivare a questa conclusione attraverso il ragionamento, ma possiamo arrivarci osservando i bambini.


Nelle nostre scuole i bambini lavorano ininterrottamente senza affaticarsi. Per i bambini i cui genitori andavano a lavorare avevamo la scuola dalle nove del mattino alle sei di sera. Quando questi bambini tornavano a casa si annoiavano. Le madri venivano da noi e dicevano: “Dateci qualcosa per tenere i bambini impegnati, continuano a chiedere qualcosa da fare!” Alcune madri mi dicevano che i bambini si lavavano le mani in continuazione. Il lavaggio era per loro lavoro e piacere allo stesso tempo. Una volta una madre venne da noi quando il suo bambino era malato e disse: “La mia bambina non sembra preoccupata, ma ha chiesto qualcosa da fare durante il giorno!”


L’amore dei bambini per il lavoro è un dato di fatto. Affinché il bambino possa lavorare, affinché possa muoversi liberamente, le condizioni devono garantire che non sia costretto. Quando ha del tempo a disposizione può scegliere di agire e fare di più in questa libertà che quando è costretto a fare qualcosa. Tutta la vita è movimento. L’organo che mantiene la nostra vita fisiologica è il cuore che batte continuamente. Non diciamo: “Povero cuore! È sovraccarico di lavoro! Lasciamolo riposare per un po’!” Lo stesso vale per l’intelligenza dell’uomo. La mente ha sempre bisogno di attività, si riposa solo durante il sonno, a volte, anche se i sogni dimostrano che anche quando si dorme la mente va avanti a lavorare ininterrottamente. Questa mente dovrebbe essere usata per mettere l’uomo in contatto con il mondo esterno. Il bambino ha bisogno di fissare la sua attenzione su qualcosa di esterno a lui, che richiama la sua concentrazione e richiede un certo movimento. Non si vede mai un bambino piccolo ammirare le bellezze della natura. Il bambino ha la tendenza a lavorare, a concentrarsi mentre lavora con un oggetto.


Tutti i corpi fisici hanno tre dimensioni, ma possono differire dagli altri oggetti solo in una o nell’altra dimensione, oppure in tutte e tre. Questo è un fatto scientifico. Come si differenziano le persone tra loro? Ci possono essere persone che hanno più o meno la stessa corpulenza, ma una può essere alta e l’altra bassa. Noi diciamo: “Guarda quell’uomo! Quanto è alto! Guarda com’è basso quell’uomo!” Ci possono essere persone che hanno più o meno la stessa altezza, ma una può essere grassa e grossa e l’altra bella e snella. Questa è la natura. Quando vediamo una madre e il suo bambino, possiamo dire che il bambino è più piccolo della madre. Possiamo notare che le persone sono diverse l’una dall’altra in una o in tutte le dimensioni.

Così i bambini, guidati dai loro bisogni, sono attivi attorno a questi oggetti10 che non vengono dati loro per caso, ma perché contengono una proprietà didattica.


Per posizionare i cubi della Torre Rosa uno sopra l’altro, è necessaria la coordinazione dei movimenti. È necessario fare grande attenzione al braccio. È molto difficile. Il braccio deve essere molto fermo e il movimento preciso. Più l’oggetto è leggero o piccolo, più è difficile metterlo in posizione, al centro del precedente. Se l’oggetto è pesante aiuta a tenere la mano ferma.

A volte, quando il bambino cerca di posizionare il cubo, la sua mano trema, e questo rende molto difficile la costruzione della torre. Nel campo della medicina si chiama tremore intenzionale. Si verifica solo quando ci si sforza, quando c’è l’intenzione di lavorare. Di solito significa che gli organi hanno bisogno di attenzione. La costruzione della Torre Rosa può essere utilizzata come esercizio di rafforzamento, poiché aiuta a sviluppare quel potere che obbedisce esattamente all’intenzione dell’individuo.


Tutti coloro che vedono i bambini lavorare, vedono che sono interessati a ciò che fanno e si divertono molto. Certamente il lavoro è un piacere, non c’è dubbio, ed è per questo che non rappresenta fatica o difficoltà. Mentre lavora, il bambino costruisce la propria personalità. È evidente che ha bisogno di lavorare perché vi si dedica con piacere.


L’umanità ha molte idee sbagliate sul lavoro e sul riposo, sul lavoro e sulla libertà. Ogni adulto chiede di lavorare meno. I più grandi movimenti sociali hanno come base la diminuzione dell’orario di lavoro per i lavoratori. Ovunque si ritiene che una mano raffinata che non lavora sia nobile. I ricchi lavorano per rendere le loro mani più belle e più delicate, la pelle morbida, le unghie lucenti. In Italia, le signore non si sognerebbero mai di uscire senza i loro guanti per proteggere le mani dall’aria che potrebbe rovinarle se fossero esposte. Quanta cura e attenzione richiedono le mani! Invece di perdere tempo a fare il lavoro da sole, chiamano qualcuno e dicono: “Ecco le mie mani, rendile morbide e belle!” È evidente che in queste concezioni esiste un errore.


La libertà e il lavoro sono problemi che non trovano soluzione se considerati solo nel mondo degli adulti, senza l’aiuto e la gioia che il bambino può dare. È nella natura dell’uomo essere attivo, lavorare, ma è anche vero che deve lavorare in modo particolare, come ci ha mostrato il bambino. Il bambino ci dà un’intera concezione sociale. È necessario lavorare non secondo il comando di un altro individuo, ma secondo le proprie tendenze naturali. Questa è la lezione del bambino all’umanità.


L’indipendenza e la ricerca di quella grande legge che comanda tutti gli uomini. Questa è una filosofia che la gente crede sia Montessori, ma in realtà è la filosofia dei bambini. I bambini hanno indicato la strada con l’assenso, noi dobbiamo solo interpretare cosa vogliono dire.

Lezioni dall'India 1939
Lezioni dall'India 1939
Maria Montessori
Lo sviluppo creativo del bambino. 75 lezioni in italiano tenute da Maria Montessori durante il primo Corso Montessori Internazionale nel 1939 a Madras, che spaziano dalla psicologia all’uso dei materiali.