Oggi nel nostro paese di fatto questo diritto non è esercitabile, perché, ad esempio; di Scuole Montessori in Italia ce ne sono davvero poche, anche se la domanda è in costante aumento: ci sono oltre 23.000 scuole montessoriane in 26 paesi, in Italia purtroppo poco più di 100.
Anche qui a Brescia sono in costante aumento richieste di attivazione di classi a metodo Montessori, di laboratori, di corsi, e allora abbiamo dato vita ad una serie di iniziative in risposta a queste richieste.
A maggio abbiamo fatto partire i corsi di differenziazione didattica a metodo Montessori con circa un centinaio di iscritti tra corsisti ed uditori; abbiamo organizzato una trentina di conferenze in città e in tutta la provincia e partecipato a incontri in altre città, dove ci hanno invitati a raccontare la nostra esperienza…
Abbiamo strutturato il corso “Imparo con le mani” il cui primo modulo è già stato eseguito e se ne prevede il secondo entro i primi mesi del 2015. È un corso rivolto ad insegnanti, educatori e genitori per l’apprendimento e l’utilizzo del materiale scientifico montessoriano in sostegno ai bambini con disabilità visiva di fascia 3-6 anni. Abbiamo tenuto un corso Montessori per genitori, stiamo organizzando laboratori di musica destinati a bambini di età prescolare e del primo biennio della scuola primaria.
Grazie al lavoro svolto in questi mesi non solo dall’Associazione Montessori Brescia ma anche e soprattutto dalle insegnanti e dai dirigenti che hanno creduto nella validità dell’offerta formativa montessoriana, siamo felici di annunciare che in territorio bresciano è partita la sperimentazione a metodo Montessori in tre scuole, in diverse sezioni di scuole dell’infanzia paritarie e in tre sezioni di nido.
Ma tutto questo non basta, Montessori dovrebbe essere accessibile anche a chi frequenta le scuole comunali e statali, a chi non può permettersi di pagare una retta. La Montessori non è una scuola d’élite.
Questa è una lacuna che la gente chiede a gran voce di colmare, una
contraddizione fortissima in un paese che vanta una tradizione culturale di indiscutibile valore.
Perché il nostro è un Paese bellissimo, con grandi potenzialità, ma dove purtroppo non si investe abbastanza nella cultura e nell’arte, e un giocatore di calcio può costare più di un’intera orchestra sinfonica.
Non dobbiamo arrenderci a questo dato di fatto, non arrendiamoci alla fuga di cervelli, al peggio che deve ancora venire, non stanchiamoci di far presente a chi ha il potere di decidere in materia di scuola che c’è bisogno di investire nella formazione.
Sentiamo con forza il contrasto tra l’immobilismo della scuola e la volontà di insegnanti e genitori di sperimentare nuovi metodi.
Il futuro dei ragazzi si gioca nei primi anni di scolarizzazione dei bambini, è in quegli anni che fioriscono i presupposti al successo o all’insuccesso del futuro, che si sviluppa l’indipendenza e l’autonomia di pensiero, la capacità di orientarsi nell’ambiente estremamente complesso che è la realtà di oggi.
È per questo che, non ci stanchiamo di dirlo, bisogna investire nella formazione degli insegnanti e nella dimensione qualificativa della scuola e il messaggio di Maria Montessori serve e può essere una fonte preziosa anche e soprattutto per chi governa questo paese: perché “dentro” Montessori c’è la saggezza della scienza e la sapienza della ragione. Riprendiamoci l’orgoglio di italiani, di genitori, di insegnanti, riportiamo a casa questa donna straordinaria che è stata Maria Montessori, in un momento delicato come questo, in cui ci troviamo davanti sfide difficili, con una scuola che spesso non si dimostra all’altezza del suo compito.
Insegnanti che lamentano un impianto educativo arcaico, scarse risorse e la difficoltà del mondo politico di attivare un cambiamento significativo.
Una scuola che spesso asseconda un apprendimento non naturale.
Piccoli passi già si stanno facendo e di sicuro ce la faremo a cambiare
le cose… ma quanto pagheranno questo ritardo i nostri figli!Quello di cui hanno bisogno è un’educazione che opera in accordo con le leggi dello sviluppo, che favorisce l’interesse, vero motore dell’apprendimento.
Nel paese di Don Milani, di Gianni Rodari, di Mario Lodi… la nostra missione deve essere quella di liberare il fanciullo dall’invadenza dell’adulto, di creare un uomo nuovo che non sarà più vittima degli eventi. Maria Montessori ha pensato al bambino ma la sua reale attenzione è stata per l’uomo di domani, per il bambino come vero elemento trasformatore della società.
Per la formazione dell’uomo nuovo c’è ancora tanto da fare e Maria Montessori può diventare una grande risorsa in questo periodo di transizione perché lei aveva capito, ed ha dedicato la sua vita a insegnare che la vera ricchezza sociale è la mente del bambino.