CAPITOLO I

Sacralità del concepimento

“All’inizio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.
[…] E la Parola si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi”
Vangelo di San Giovanni, 1,1; 1,14

Il sesso è sacro. L’atto sessuale è il gesto più sacro che esista. Andrebbe compiuto in un tempio o davanti a un altare, in uno spazio di silenzio e bellezza che ispira al raccoglimento.


Il sesso è un trampolino di lancio verso la terza dimensione, quella dello spirito: la verticalità. È la via privilegiata per raggiungere il divino. Non è l’unico strumento per arrivarvi, lo si può fare anche attraverso la meditazione, ma è sicuramente la via più naturale e consona all’essere umano, quella inventata da Dio appositamente per lui.


L’uomo è fatto di parola e carne impastate insieme ed entrambe sono sacre. “Tutto è wakan” dicono gli indiani Lakota.


La carne è intrisa di spirito: la carne si fa spirito e lo spirito carne. Sono due realtà inscindibili, non esiste nessuna dicotomia. Dio si è incarnato nel Figlio, si è fatto uomo, “Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio”1.


Perché l’incontro della dualità avvenga – carne/spirito, uomo/donna, uomo/Dio – occorre però creare uno spazio di libertà: l’amore si nutre del terreno della libertà e può sopravvivere solo in uno spazio di libertà.

Perché l’incontro avvenga, non di meno occorre delicatezza: l’Angelo dell’Annunciazione soffia la sua proposta nel cuore di Maria che la accoglie dicendo sì. L’incontro avviene attraverso uno scambio di parole che è al contempo una condivisione dello spazio sacro personale. L’incontro avviene nell’intimità. Ma l’intimità non richiede necessariamente un contatto fisico o ancor più genitale: ci può essere intimità profonda tra due persone senza alcun atto di natura sessuale, così come può esserci atto sessuale senza alcuna intimità. L’intimità si crea quando io permetto all’altro di entrare dentro al mio spazio sacro, quando lo ospito nella mia interiorità, quando sono disposto a mostrargli la mia anima, al di là di ogni maschera o velo. Quando mi offro non fisicamente ma spiritualmente nudo. Un atto che richiede coraggio perché rende vulnerabili. È il gesto ardito di Maria che si apre all’annuncio dell’Angelo, si fida di lui e si affida a lui. Si fa coppa recettiva per il suo messaggio fecondatore. Ma l’Angelo arriva a lei con la delicatezza di un soffio di vento, non con l’impetuosità di un rombo di tuono…


L’amante arriva scalzo, in punta di piedi e bussa timidamente alla porta.


“Posso?” è la condizione preliminare, la chiave magica che apre i cancelli dell’anima.


La parola si fa tocco e il tocco-carezza si fa parola.


L’uomo eiacula nel corpo della donna una parola-seme di luce, la donna la riceve, la accoglie nel suo grembo e la trasforma in carne e il bambino viene ad abitare in mezzo a noi.


L’eiaculazione è una preghiera, una “giaculatoria” (dal latino “iaculum”, che significa letteralmente “dardo”, “saetta”) che viene lanciata con ardore verso l’alto, su su fino ad arrivare ai confini del cielo. In quell’istante l’amore ha compiuto il suo miracolo: il due, per un solo attimo che ha il sapore dell’eterno, si è fatto Uno, è tornato all’Unità primigenia, là dove tutto ha inizio e una nuova vita può sbocciare. La sacralità del gesto permette l’accesso a una dimensione che fa parte dell’oltre.


Anche qui, non necessariamente la penetrazione dev’essere fisica, genitale, affinché dia luogo al processo creativo: la Parola, quando è sacra, può fecondare anche senza amplesso dei corpi. Lo diceva già Platone, nell’Anima: “C’è chi resta incinto nello spirito più che nel corpo. Incinto, sì, della cosa di cui è naturale che resti incinto lo spirito, per poi partorirla.” E cioè del pensiero. “Fra questa gente, in qualità di procreatori, stanno i poeti, tutti quanti e, degli artisti, quelli che definiamo creativi”. La fecondità in questo caso diventa creatività nel senso di produzione di opere d’arte “belle e immortali”. La parola-seme esce dalla bocca ma anche dagli occhi e dalle mani, e trasforma un pezzo di deserto in una zolla di terra fertile.


La sacralità dell’unione tra maschile e femminile è rappresentata per i popoli nativo-americani da un oggetto utilizzato proprio per la preghiera: la Sacra Pipa. Essa è costituita da due parti: il cannello, simbolo dell’organo maschile, e il vaso, simbolo dell’utero femminile, che vengono uniti al momento del rituale per permettere il passaggio del fumo e la sua liberazione verso l’alto, fino a raggiungere il Grande Spirito.


La stessa simbologia di canale e di vaso è presente nella Cabalah ebraica: l’uomo offre alla donna la sua Luce, questa la riceve dandole forma e struttura. La donna dev’essere capiente e il suo vaso dev’essere integro, senza crepe, per poter accogliere la Luce dell’uomo; questi deve esserne portatore per poterla donare alla donna.


Il concepimento avviene dunque da un incontro di Luce, qualunque ne sia il frutto: un bambino, un’idea, un progetto, un’opera d’arte. Perché quando due luci si incontrano non sono più: solo la Luce è e la Luce crea.

Nato prima del tempo
Nato prima del tempo
Elena Balsamo
Sacralità della nascita e accoglienza amorevole al neonato prematuro.Gravidanza, parto e accoglienza del neonato in una prospettiva emozionale e spirituale, con un’attenzione particolare ai bimbi prematuri. Nato prima del tempo è l’opera di Elena Balsamo dedicata alla perinatologia.La gravidanza, il parto e l’accoglienza del neonato sono qui visti in una prospettiva emozionale e spirituale, visione poco comune tra gli operatori sanitari.L’autrice esplora la dimensione della sacralità neonatale suddividendo il testo in due parti.La prima tratta il tema dell’accoglienza del neonato in condizioni di assoluta normalità, quando tutto procede senza intoppi, aiutando a comprendere appieno l’esperienza della maternità e proponendo vari spunti di riflessione per accogliere il neonato nel miglior modo possibile.La seconda invece è rivolta ai casi più difficili e problematici, quando le cose non vanno per il verso giusto, come i parti prematuri o traumatici, offrendo una nuova visione che apra le porte alla speranza e alla fiducia nel cambiamento. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.