Caro Andrea,
sull’allattamento al seno esistono numerosi falsi miti che è utile cercare di sfatare. Sarebbe interessante riflettere sui motivi che hanno portato alla diffusione di tante credenze fuorvianti, ma qui ci limiteremo a elencare quelle che le ricerche scientifiche e le indagini epidemiologiche hanno decisamente smentito.
Iniziamo dalle false credenze sulla qualità del latte materno:
Non è vero che…
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il colostro è un latte “cattivo” e va gettato; in realtà è il migliore alimento per i primi giorni, praticamente insostituibile;
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il latte del seno può essere poco nutriente o troppo “pesante” da digerire; è quello che la nostra specie ha previsto e selezionato come migliore per i nostri cuccioli;
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il latte diventa “cattivo” o “si guasta” se la mamma mangia spezie o ortaggi saporiti come asparagi, cipolle, aglio; il bambino conosce già dal periodo prenatale i gusti alimentari materni;
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bere birra fa produrre latte; qualunque liquido è in grado di favorire la produzione di latte (inoltre la birra contiene alcool, che va evitato o limitato);
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se la mamma si arrabbia o è sofferente il latte diventa “cattivo”; è vero invece che stress e sofferenza possono ostacolare la produzione di latte;
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in allattamento non è possibile assumere alcun farmaco; molti farmaci sono consentiti, ma occorre chiedere sempre consiglio al medico;
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la mamma che fuma non può allattare; il danno del fumo è inferiore ai vantaggi dell’allattamento, anche se questa è la migliore occasione per smettere di fumare;
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se la mamma è ammalata il latte “si guasta”; in questo caso il latte materno sarà invece particolarmente ricco di anticorpi e di sostanze antinfettive;
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dopo i sei mesi il latte non è più nutriente, “diventa acqua”; il latte materno mantiene intatto il suo potere nutritivo anche dopo anni dall’inizio dell’allattamento;
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il latte artificiale è più nutriente di quello materno; è solo più difficile da digerire e quindi si è indotti a credere che il bambino sia più sazio.
Ci sono poi i falsi miti che riguardano il seno e le modalità di allattamento:
Non è vero che…
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un seno piccolo fa poco latte; la dimensione del seno è data dal tessuto adiposo, non dalla quantità di ghiandola presente;
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capezzoli rientranti non permettono di allattare; rendono più impegnativo l’avvio dell’allattamento e richiedono spesso l’aiuto di un operatore esperto;
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si deve allattare ogni 3 ore, 10 minuti per seno; abbiamo già visto che le poppate possono variare di durata e intervallo;
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il bambino deve attaccarsi a entrambi i seni, altrimenti non si alimenta a sufficienza; anche su questo è normale un’ampia variabilità e non è necessario alcuno schema rigido;
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va fatta la doppia pesata per sapere quanto latte ha introdotto il bambino; la doppia pesata va riservata a casi particolari, su indicazione del pediatra.
E poi i pregiudizi sul bambino:
Non è vero che…
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se il bambino vuole attaccarsi più spesso significa che il latte “è calato”; è più probabile che stia attraversando uno “scatto di crescita” e che abbia bisogno di poppare più spesso;
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se piange spesso c’è poco latte; le cause del pianto sono numerose, la fame è solo una tra le tante, facilmente verificabile misurando la crescita periodica;
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con il frenulo corto il bambino non riesce ad attaccarsi; eventualmente potrebbe fare più fatica o provocare ragadi;
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i bambini piccoli, prematuri o di basso peso non possono essere allattati oppure non riescono a nutrirsi a sufficienza; per loro occorrono aiuti specifici e spesso un periodo con latte materno spremuto;
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non va allattato un bambino ammalato e febbrile; è vero esattamente il contrario;
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in caso di reflusso gastroesofageo bisogna interrompere l’allattamento; spesso il reflusso si risolve nell’arco di alcuni mesi e non c’è alcun vantaggio a utilizzare latte artificiale;
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con l’allattamento a richiesta il bambino si “vizia” e viene ostacolata la sua indipendenza; anche per questo, è vero il contrario: migliora la sua indipendenza, autostima e autoregolazione;
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l’allattamento dopo l’anno riduce l’autonomia del bambino; le osservazioni sul comportamento e sullo sviluppo sociale negli allattamenti prolungati confermano i benefici, anche educativi, di questa pratica.
Inoltre non è vero che…
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allattare abbassa la vista alla mamma;
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dopo un parto cesareo “il latte non scende”; “scende” ugualmente, occorre solo più aiuto e pazienza nella fase di avvio;
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non si possono allattare due gemelli o due fratelli di età differente;
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quando tornano le mestruazioni il latte cambia sapore e occorre interrompere;
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occorre lavare il seno ogni volta che si allatta;
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se la mamma si spaventa, “il latte va via”;
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quando la mamma torna al lavoro o il bambino frequenta il nido non è possibile proseguire con l’allattamento.
L’ultimo pregiudizio che ti cito è la convinzione che “il padre non ha alcun ruolo nell’allattamento”. Se fosse vero, questo libro non avrebbe senso. In realtà numerose ricerche scientifiche, e altrettante osservazioni empiriche, indicano esattamente il contrario. Questa falsa credenza è davvero nelle tue mani; spetta a te e al tuo impegno demolirla… definitivamente.