Gli ingredienti che invece hanno subìto un processo chimico sono indicati in inglese (ad esempio “cetyl palmitate” o “glyceryl stearate”). Il fatto che abbiano subìto un trattamento chimico non significa che siano necessariamente ingredienti da evitare; può magari trattarsi di ingredienti di provenienza vegetale (“cetyl palmitate” e “glyceryl stearate” sono emulsionanti, ovvero permettono alla parte acquosa e alla parte oleosa della crema di unirsi, e provengono dalla reazione tra acido cetilico e acido palmitico nel primo caso, e da olio di semi di cocco e noce di palma nel secondo).
Le fragranze sono indicate col termine generico “parfum” e “aroma”, mentre i coloranti possono essere indicati in ordine sparso dopo gli altri ingredienti (in genere sono indicati con la sigla C.I., ovvero Colour Index, seguita dal numero identificativo). I coloranti per capelli, invece, devono sempre essere indicati con il nome chimico inglese.
Non sono considerati ingredienti, quindi non compaiono nella composizione del prodotto finito, le impurità contenute nelle materie prime utilizzate, le sostanze tecniche utilizzate nella fabbricazione, i solventi o i vettori di profumo utilizzati in minima quantità.
Grazie all'INCI, il consumatore può controllare la composizione del prodotto e quindi decidere se comprarlo, a seconda delle proprie necessità. È infatti possibile che il prodotto non abbia un buon rapporto qualità-prezzo (nel caso non siano presenti ingredienti pregiati e sostanze funzionali; si parla, in questo caso, di “creme vuote”), che presenti degli ingredienti a cui il consumatore è allergico (per esempio il gel d'aloe), che siano potenzialmente comedogenici (come l'olio di mandorle) o che siano di derivazione petrolchimica (come il “dimethicone”).
Inoltre, la normativa rappresenta anche il tentativo concreto di creare un inventario di tutti gli ingredienti impiegati per realizzare un cosmetico (si tratta di circa seimila voci), e che ne evidenzi le caratteristiche biochimiche e tossicologiche. Questo garantisce che i prodotti cosmetici commercializzati all'interno dell'Unione Europea non possano causare, se applicati in condizioni d'uso normali, alcun danno sostanziale alla salute umana. Nondimeno, la presenza all'interno dell'Inventario non garantisce affatto la sicurezza d'impiego (molti ingredienti, infatti, sono da evitare).
Se un'azienda decidesse di immettere sul mercato un prodotto in cui è contenuto in misura rilevante un ingrediente che non si trova nell'Inventario, tale sostanza dovrà essere preventivamente sottoposta all'esame del Comitato Scientifico dei Prodotti di Consumo non Alimentari, che valuterà gli studi farmacologici condotti su tale ingrediente e provvederà alla sua classificazione.
Per conoscere la composizione del prodotto che abbiamo davanti, e quindi deciderne l'eventuale l'acquisto, è sufficiente imparare a leggere questo linguaggio internazionale. Inoltre, il fatto che l'INCI rappresenti un lessico unico per tutti i Paesi dell'Unione Europea ci tutela ulteriormente, permettendoci di leggere la composizione di un prodotto cosmetico indipendentemente dalla nazione di provenienza.