Glossario

Adattativo/processo adattativo

Il processo adattativo si riferisce a quella forza naturale della crescita attraverso la quale un bambino cambia, ossia si sviluppa emotivamente o apprende nuove realtà in virtù dell’essere venuto a patti con qualcosa che non può essere mutato. È questo il processo attraverso il quale il bambino impara dai propri errori e trae beneficio dai propri fallimenti. È anche il processo mediante il quale le avversità cambiano il bambino in meglio.


Adolescenza

Utilizzo il termine adolescenza per riferirmi al ponte teso tra l’infanzia e l’età adulta. In genere si riferisce a quel lasso di tempo che va dall’inizio della pubertà fino all’assunzione di ruoli adulti nel contesto sociale.


Allarme/sentimenti di allarme (si veda attaccamento e allarme)


Attaccamento

In termini scientifici, un attaccamento si riferisce a quella spinta, o a quella relazione, caratterizzata dal bisogno di ricercare e preservare la prossimità. Prossimità è un termine che deriva dal latino proximus, superlativo dell’avverbio prope (vicino), e che quindi significa “vicinissimo”, “il più vicino”. Nella sua definizione più ampia, l’attaccamento umano include il movimento verso una vicinanza di ogni tipo: fisica, emotiva e psicologica.


Attaccamento e allarme

Il cervello umano è programmato per dare l’allarme quando il suo ospite si trova a dover fronteggiare una separazione da coloro a cui è legato. Il sistema di allarme dell’attaccamento funziona su molti livelli: istintuale, emozionale, comportamentale, chimico e fisico-percettivo. Se l’allarme viene vissuto, può essere percepito come paura, ansia, senso di colpa, nervosismo o apprensione, e indurrà generalmente il bambino alla prudenza. Se l’allarme non viene percepito consciamente, può manifestarsi come tensione o agitazione.


Attaccamento competitivo (si veda attaccamento e incompatibilità)


Attaccamento e frustrazione

La frustrazione viene evocata quando l’attaccamento non funziona: nel caso in cui il contatto venga avversato o quando il senso di connessione vada perduto.


Attaccamento e incompatibilità

Due attaccamenti sono incompatibili quando un bambino non riesce a preservare la vicinanza o un senso di connessione in entrambe le relazioni contemporaneamente. l’incompatibilità si crea quando, per esempio, il bambino riceve da parte dei genitori una serie di indicazioni su come agire e come essere, e indicazioni completamente diverse da parte dei coetanei. Più gli attaccamenti efficaci del bambino sono incompatibili, e più è probabile che l’attaccamento si polarizzerà.


Attaccamento e predominanza

Per facilitare la dipendenza, l’attaccamento assegna automaticamente a una persona, o la posizione dipendente di colui che è bisognoso di cure, oppure la posizione dominante di colui che prodiga le cure. Ciò è vero soprattutto per creature immature, come i bambini o gli adulti immaturi. È previsto che i bambini si trovino nella posizione dipendente di colui che ha bisogno di cure quando sono con gli adulti responsabili della loro crescita.


Attaccamento per vie indirette

Stabilire una sintonia o una connessione con qualcuno prendendo le distanze o allontanando qualcun altro. Due bambini, ad esempio, si avvicineranno l’uno all’altro insultando o disprezzando un terzo.


Bussola di riferimento

Si riferisce al punto di riferimento umano che si crea attraverso l’attaccamento, grazie al quale il bambino si orienta e dal quale prende le mosse. Ogni bambino ha bisogno di una bussola umana.


Cervello di attaccamento

Termine utilizzato per quelle parti del cervello e del sistema nervoso che sono utili all’attaccamento. Non si riferisce a una sede precisa, ma piuttosto a una funzione specifica del cervello, condivisa fra diverse regioni del cervello stesso. Molte altre creature posseggono questa funzione, legata all’attaccamento, come parte del proprio apparato cerebrale, ma gli esseri umani sono i soli ad avere la capacità di diventare consapevoli del processo di attaccamento.


Controvolontà

Il termine si riferisce all’istinto umano di resistere alla pressione e alla coercizione. È un istinto utile all’attaccamento poiché impedisce che i bambini siano eccessivamente influenzati da coloro a cui non sono attaccati. La controvolontà, a meno che non sia amplificata dall’orientamento ai coetanei o da altri fattori, è anche utile allo sviluppo, in quanto fa spazio alla formazione nel bambino di una volontà propria, attraverso l’elusione della volontà altrui.


Coreografare (si veda regìa)


Coscienza di attaccamento

Si riferisce a quelle sensazioni sgradevoli che vengono suscitate in una persona – soprattutto un bambino – quando questa sta pensando, facendo, o considerando qualcosa che potrebbe evocare la disapprovazione, la presa di distanza, o il disappunto in coloro a cui è attaccato. La coscienza di attaccamento aiuta a tenere il bambino vicino alle sue figure di riferimento – idealmente i genitori. Quando un bambino si orienta ai coetanei, la coscienza di attaccamento è al servizio delle relazioni con i coetanei.


Danza di attaccamento (si veda danza di richiamo)


Danza di richiamo

Il termine si riferisce agli istinti umani di corteggiamento che hanno lo scopo di suscitare un attaccamento a noi da parte degli altri. Ho scelto il termine richiamare per escludere la connotazione sessuale associata ai termini corteggiare, fare la corte. La “danza” si riferisce all’aspetto interattivo del processo.


Difesa contro la vulnerabilità

Il cervello umano è progettato per offrire una protezione quando il senso di vulnerabilità si fa troppo opprimente. Quando i meccanismi protettivi diventano cronici e pervasivi, si arriva a uno stadio in cui si è difesi o trincerati contro la vulnerabilità. Sono meccanismi difensivi che implicano la presenza di filtri emotivi e percettivi che fanno da scudo a quelle informazioni esterne che per la persona sarebbero lesive e dolorose.


Differenziazione

Si riferisce al processo di crescita della separazione e individuazione. Se l’attaccamento agli adulti che si prendono cura del bambino rappresenta la prima tappa evolutiva, la differenziazione è la seconda. Entità e creature devono essere sufficientemente differenziate prima di potersi integrare con successo. Per questa ragione una sana differenziazione deve precedere la socializzazione, altrimenti la persona non sarà in grado di sperimentare lo stare insieme senza perdere il senso del proprio sé.


Disponibilità all’apprendimento

Essere disponibili all’apprendimento significa essere ricettivi e disposti a far sì che qualcuno ci insegni; significa, inoltre, essere motivati all’apprendimento. Il fattore di disponibilità si riferisce a quegli aspetti dell’equazione dell’apprendimento che in natura sono psicologici, relazionali ed emozionali. La disponibilità all’apprendimento non è la stessa cosa dell’intelligenza. Un bambino può essere molto intelligente e tuttavia completamente indisponibile all’apprendimento, e viceversa.


Distacco difensivo (si veda distacco)


Distacco

Il termine si riferisce alla resistenza alla prossimità; una tale resistenza è una difesa contro la vulnerabilità. Più spesso, si resiste al contatto e alla vicinanza per evitare la ferita della separazione. Questa reazione istintiva è un meccanismo comune di difesa, ma se si blocca e persiste distrugge il contesto che permette l’esercizio della genitorialità e un sano sviluppo.


Elementi temperanti

I pensieri, i sentimenti o le intenzioni in grado di arrestare gli impulsi ad agire in modo inappropriato: ad esempio, l’amore può temperare un desiderio di fare del male, la paura delle conseguenze può temperare l’impulso ad agire in modo distruttivo, e la capacità di considerare il punto di vista di un altro stempera la tendenza ad essere dogmatici. Il riuscire a “stemperare” dà equilibrio alla personalità e prospettiva alla percezione.


Emergente (si veda processo emergente)


Emozione

Il significato del termine ha una duplice radice: “mettere in moto, eccitare”, e “commozione, turbamento”. L’emozione è ciò che muove il bambino, almeno finché le intenzioni non siano diventate abbastanza forti da determinarne il comportamento. Qualsiasi creatura con un sistema limbico, la parte emozionale del cervello, possiede delle emozioni, ma solo gli esseri umani sono capaci di avere una consapevolezza delle proprie emozioni. La parte consapevole è ciò a cui diamo il nome di sentimenti. L’emozione ha molti aspetti: chimico, fisiologico e motivazionale. Le emozioni non devono necessariamente essere percepite per muoverci – spesso ciò che ci muove sono delle emozioni inconsce.


Encefalogramma piatto della cultura

La perdita della tradizionale trasmissione verticale della cultura, dove costumi e tradizioni sono tramandati di generazione in generazione. Vuole naturalmente riferirsi anche alla morte della cultura.


Energia emergente (si veda processo emergente)


Fuga dalla vulnerabilità (si veda difesa contro la vulnerabilità)


Funzionamento integrativo (si veda processo integrativo)


Genitorialità

Con questo termine mi riferisco alla funzione o all’ufficio di genitore nel senso in cui gli antichi romani intendevano questa parola: un dovere speciale, una responsabilità, una carica o posizione conferita a qualcuno dal governo. Per i genitori, questo ufficio speciale è qualcosa che può essere conferito solamente dall’attaccamento del bambino. Essere il genitore biologico, adottivo o acquisito non significa automaticamente essere genitori in questo senso. Solo attraverso l’attaccamento del bambino un genitore è investito della carica e equipaggiato a dovere per il servizio che dovrà prestare.


Identificazione

Una forma di attaccamento nella quale si diventa un tutt’uno con la persona o la cosa a cui si è attaccati. Ad esempio, essere attaccati a un ruolo significa identificarsi con esso.


Immaturità psicologica (si veda maturazione)


Impotenza genitoriale

Utilizzo questo termine nel suo più stretto significato: mancanza di sufficiente potere. I genitori traggono il loro potere dall’attaccamento dei figli; questo gli permette di assolvere alle responsabilità parentali. Più il legame con i figli si indebolisce, più il genitore diventa impotente.


Individualismo

Questo termine viene spesso confuso con individualità, dandole una cattiva fama. L’individualismo si riferisce all’idea che i bisogni dell’individuo siano di primaria importanza rispetto a quelli del gruppo o della comunità. Questa confusione porta spesso le persone a credere che l’individuazione sia l’opposto della comunità, anziché il prerequisito per un’autentica comunità.


Individualità

Quella parte della personalità che è indivisibile e non è condivisa con nessun altro. L’individualità è il frutto del processo che porta alla formazione di un individuo psicologicamente separato, e che culmina nella piena fioritura della propria unicità. Essere un individuo significa avere i propri significati, le proprie idee e i propri confini. Significa considerare preziose le proprie preferenze, i propri princìpi, le proprie intenzioni e prospettive, i propri obiettivi. Vuol dire essere in un luogo dove nessun altro sta.


Individuazione

Il processo che porta alla formazione di un individuo, distinto e separato dagli altri, in grado di prosperare come essere differenziato a sé stante. Questo concetto è spesso confuso con quello dell’individualismo, descritto sopra.


Intemperante

Qui nel senso di non mitigato, non temperato, unilaterale. Essere intemperanti è mancare di ogni senso di dialogo interiore, di conflitto o di coscienza discorde. Il segno principale di immaturità emotiva e sociale sono espressioni e esperienze intemperanti. La persona intemperante non ha sentimenti eterogenei su niente. Si veda anche temperare.


Intimità emotiva

Un senso di vicinanza e connessione che viene percepito emozionalmente.


Intuizione

Quando utilizzo questo termine, mi riferisco generalmente a quella conoscenza che viene percepita e sentita anziché conosciuta, inconscia e opposta alla consapevolezza. La bontà del nostro intuito dipende però dalla bontà della nostra capacità di introspezione. Più accurata è la nostra introspezione e il nostro discernimento, maggiore sarà la fiducia che riporremo nel nostro intuito.


Istinto

Con istinto si intendono gli stimoli e gli impulsi profondi ad agire che sono propri di tutto il genere umano. Poiché l’attaccamento è la spinta preminente, molti dei nostri istinti sono al servizio dell’attaccamento. La sorgente di questi impulsi ad agire è profondamente radicata all’interno del sistema limbico, nel cervello umano. Gli istinti umani, comunque, analogamente a quelli di altre creature, necessitano dello stimolo appropriato proveniente dall’ambiente per potersi innescate nel modo giusto. Non sono necessariamente automatici.


Lacrime di futilità

Quando l’inutilità, o futilità, penetrano a fondo, piangere è un riflesso umano, specialmente se la frustrazione provata è stata intensa. I sentimenti corrispondenti sono la tristezza e la delusione. La futilità è ciò che proviamo quando qualcosa non funziona o è impossibile che funzioni. Quando viene registrata a livello emotivo, vengono mandati dei segnali alle ghiandole lacrimali, e il risultato è il pianto. Sono lacrime diverse da quelle di frustrazione. Fare l’esperienza di comprendere che qualcosa è futile, e provare, di conseguenza, un sentimento di tristezza riuscendo a lasciar andare la cosa è un’esperienza importante per lo sviluppo del bambino. Le lacrime di futilità sono gravemente carenti nei bambini orientati ai coetanei.


Maturazione

Quel processo mediante il quale un bambino realizza il proprio potenziale umano. Sebbene la crescita psicologica sia spontanea, essa non è inevitabile. Se le circostanze non sono favorevoli, il bambino può diventare grande senza essere cresciuto veramente. I tre processi primari mediante i quali i bambini maturano sono quello emergente, quello adattativo e quello integrativo.


Mente integrativa

Quando il processo integrativo è attivo, la mente raduna pensieri e sentimenti che potrebbero entrare in conflitto con ciò che in quel momento cattura la sua attenzione. In questo modo si raggiunge equilibrio e prospettiva.


Natura bipolare dell’attaccamento

Come il magnetismo, l’attaccamento è polarizzato. Perseguire la vicinanza a una persona o a un gruppo, significa resistere al contatto e alla vicinanza con un altro. Il bambino opporrà resistenza soprattutto a chi è percepito come rivale di coloro ai quali desidera legarsi attivamente. Quando il bambino si orienta ai coetanei, i rivali diventano i genitori e gli altri adulti che hanno la responsabilità del suo accudimento.


Orchestrazione/orchestrare (si veda regìa)


Orientamento/orientare/orientarsi

Orientarsi vuol dire sapere in che direzione andare. Come esseri umani, questo implica non solo sapere dove ci si trova, ma anche sapere chi si è e quanto si è importanti. Comporta anche dare un senso a ciò che ci circonda. Una parte significativa relativa all’orientamento riguarda il trarre indicazioni per capire come essere e cosa fare, cosa è importante e cosa ci si aspetta da noi. Fintanto che i bambini non sono in grado di orientarsi da soli, essi si orientano mediante coloro a cui sono attaccati. I bambini orientati ai coetanei guardano ai coetanei, e non agli adulti, per sapere in che direzione andare, come essere, come vedere se stessi, quali valori perseguire.


Potere e genitorialità

Molti confondono il potere con la forza. Per potere non intendo la coercizione o le punizioni, bensì la naturale autorità che i genitori hanno quando i figli sono attivamente connessi a loro e si rivolgono a loro per sapere come essere, come comportarsi, cosa ha valore e merita di essere perseguito. Di fatto, più potere abbiamo, meno sentiamo il bisogno di ricorrere alla forza, e viceversa.


Predominanza (si veda attaccamento e predominanza)


Principio di immediatezza

Principio della teoria dell’apprendimento che afferma che, per ottenere una modifica del comportamento, è necessario intervenire immediatamente, appena un bambino esce dai binari. Il principio è stato derivato dallo studio dei piccioni e dei ratti.


Processo emergente

Processo di differenziazione che nella vita ha il compito di rendere il bambino un individuo capace di funzionare efficacemente come un essere separato a sé stante. È caratterizzato da un tipo di energia che spinge il bambino ad avventurarsi all’esterno e che sorge spontaneamente dentro di lui mentre cresce. Si vede già nei bambini molto piccoli. È un processo spontaneo ma non è affatto inevitabile – dipende dal soddisfacimento dei bisogni di attaccamento del bambino. Il processo emergente dà vita a molti degli attributi che consideriamo desiderabili in un bambino: senso di responsabilità, affidabilità, curiosità, interesse, rispetto di sé e degli altri, individualità, personalità.


Processo di integrazione o integrativo

La naturale forza di crescita che implica il mescolarsi di entità separate. Nel libro utilizziamo questa perifrasi per riferirci al processo evolutivo che avviene quando elementi diversi della personalità si uniscono insieme a formare una nuova unità: ad esempio quando emozioni ostili si integrano con sentimenti in grado di tenerle sotto controllo, come l’ansia o la compassione. È questa unione che determina equilibrio, prospettiva, maturità emotiva, e maturità sociale. L’essenza dell’integrazione, nel regno sociale, è il mescolarsi senza fondersi, o lo stare insieme senza perdita di separatezza. Questo richiede una precedente sufficiente differenziazione.


Regìa

L’analogia è con la professione dell’attore, dove il comportamento da recitare dovrà prima essere rappresentato, reso manifesto, perché non ha origine nell’attore. Lo stesso vale per la maturità. Le situazioni sociali richiedono una maturità che i nostri figli potrebbero non aver ancora sviluppato. Non possiamo certo farli crescere a comando, ma potremmo far sì che in determinate circostanze agiscano in modo maturo, fornendo loro indicazioni su cosa fare e come farlo. Affinché il bambino accetti la regìa dell’adulto e il comportamento da lui orchestrato, bisogna che l’adulto sia legittimato dal bambino nel ruolo di regista/suggeritore, ciò che può derivare solo dall’attaccamento del bambino al genitore stesso. Una buona regìa si concentra su cosa bisogna fare, anziché su cosa non bisogna fare, e fornisce indicazioni che il bambino può facilmente seguire.


Relazione amorosa (si veda relazione d’attaccamento)


Relazione d’attaccamento

Se si elimina la connotazione sessuale, l’analogia con le relazioni amorose funziona bene per l’orientamento ai coetanei. L’essenza di una relazione extraconiugale è nel fatto che un attaccamento esterno compete o prende il posto del contatto e dell’intimità con il coniuge. È quando gli attaccamenti ai coetanei fanno allontanare un figlio dai genitori che danneggiano lo sviluppo.


Riflesso di attaccamento

Esistono molti riflessi primitivi di attaccamento, il cui scopo è quello di preservare la prossimità attraverso i sensi. Il neonato che afferra il dito del genitore che preme sul palmo della sua mano ne è un esempio.


Senso del proprio agire

Tra i significati del verbo latino “agere” (da cui l’italiano “agire” e i sostantivi inglesi “agent” e “agency” citati nel testo originale, N.d.T.) vi è quello di “guidare”, come in guidare un carro. Avere il senso del proprio agire significa sentirsi al posto di guida nella vita, ossia in un luogo da cui scorgere le varie possibilità e dove le scelte esistono. I bambini non nascono con un senso del proprio agire; questo è il frutto del processo di maturazione legato all’emergere e all’individuazione.

Sindrome prescolare

Utilizzo questo termine per descrivere quella serie di caratteristiche e di problemi che risultano da una mancanza di funzionamento integrativo nel bambino. Normali nei bambini in età prescolare, ho denominato queste caratteristiche “sindrome prescolare” quando esse si riscontrano in bambini e adolescenti più grandi, che però non sono maturati oltre questo stadio evolutivo. Nella nostra cultura, l’orientamento ai coetanei è la causa più comune per questo arresto dello sviluppo.


Socializzazione

Il processo mediante il quale ci si inserisce nella società. Abitualmente percepito come un processo singolo, separato e distinto dagli altri due importanti processi evolutivi: l’attaccamento e l’individuazione. A un esame più attento, comunque, gran parte della socializzazione avviene attraverso l’attaccamento e i processi ad esso legati: l’identificazione, l’emulazione, la ricerca di significato, la conservazione della prossimità. L’attaccamento è il primo di questi tre processi evolutivi, la differenziazione il secondo. Quando questi due funzionano bene, la vera socializzazione avviene spontaneamente.


Temperare

Utilizzo il termine nel suo significato etimologico di mescolare. Il temperamento è una mescolanza di tratti, la temperatura è una mescolanza di caldo e freddo, etc. I romani utilizzavano questo termine per descrivere la giusta mescolanza di ingredienti per fare l’argilla con cui fabbricare il vasellame. La chiave del comportamento civilizzato e dell’autocontrollo sono appunto i sentimenti eterogenei che si mescolano tra loro. Perdere la calma e il controllo (in inglese to lose one’s temper) avrebbe significato, pertanto, perdere quella mistura di impulsi e sentimenti conflittuali capaci di determinare l’autocontrollo.


Villaggio d’attaccamento

Rete di attaccamenti che fornisce il contesto al cui interno crescere il bambino. Nelle società tradizionali, il villaggio d’attaccamento corrispondeva al villaggio vero e proprio in cui le persone vivevano ed erano cresciute. Nella nostra società, siamo noi a dover creare un villaggio di attaccamenti.


Vulnerabile/vulnerabilità

Essere vulnerabili vuol dire poter essere feriti. Come esseri umani, non solo possiamo percepire le nostre ferite, ma anche la nostra vulnerabilità. Il cervello umano è progettato per proteggerci contro un senso di vulnerabilità troppo opprimente. Si veda anche difesa contro la vulnerabilità.


Vuoto di attaccamento

Assenza di un senso di contatto o connessione con coloro ai quali si dovrebbe essere attaccati.


Vuoto di orientamento

Poiché i bambini si orientano grazie a coloro a cui sono attaccati, si sentono perduti e disorientati quando il senso di connessione svanisce. Questo vuoto di indicazioni e direttive, nonché di significati, è intollerabile per il bambino, che di solito spinge per ristabilire forzatamente un attaccamento a qualcuno o qualcosa – nella nostra cultura più spesso questo nuovo attaccamento è ai coetanei.

I vostri figli hanno bisogno di voi
I vostri figli hanno bisogno di voi
Gabor Maté, Gordon Neufeld
Perché i genitori oggi contano più che mai.La potente riscoperta del valore basilare dell’attaccamento tra genitori e figli. Più l’attaccamento è forte e sano e più i figli crescono sicuri. Il caos culturale dettato dal materialismo imperante e dalle infatuazioni tecnologiche dell’economia globalizzata minaccia la relazione con i propri figli: questi fattori appartenenti al nuovo mondo, infatti, allentano i legami di attaccamento fra i bambini e gli adulti che se ne prendono cura, distruggono il contesto appropriato perché i genitori possano svolgere il loro compito, menomando lo sviluppo umano e, inesorabilmente, erodendo le basi della trasmissione culturale e valoriale.Nel libro I vostri figli hanno bisogno di voi, un medico e uno psicologo uniscono le forze per trattare una delle tendenze più fraintese e allarmanti del nostro tempo: i coetanei (amici, cuginetti, compagni di scuola) che prendono il posto dei genitori nella vita dei figli.Questo fenomeno è definito come “orientamento ai coetanei”: tale termine si riferisce al fatto che, quando i bambini in età scolare e i giovani ragazzi hanno bisogno di un’indicazione, preferiscono rivolgersi ai coetanei anziché far riferimento al padre, alla madre e al rispetto dei valori naturali, al senso di ciò che è giusto o sbagliato, all’identità e ai normali codici di comportamento.Quando i coetanei sostituiscono i genitori, lo sviluppo dei bambini si arresta: non ci sono più sane figure educative di riferimento, l’orientamento ai pari crea una massa di giovani adulti immaturi, conformisti e inquieti, incapaci di integrarsi nella società corrente. Ora, questo continuo orientarsi ai coetanei non può che deteriorare la coesione familiare, impedendo uno sviluppo sano e equilibrato del bambino, avvelenando l’atmosfera scolastica e favorendo la crescita di una cultura giovanile aggressiva, ostile e prematuramente sessualizzata.Dal canto loro, i genitori sono a disagio, frustrati, e si acuisce la sensazione che lo sviluppo dei bambini sia sfuggito alla loro influenza. Perché si possa essere genitori efficaci, è necessario quindi che i bambini sviluppino la giusta relazione con i genitori.I ragazzi non stanno perdendo i genitori perché manca competenza o coinvolgimento, ma per mancanza di un attaccamento primario. La conservazione della cultura si basa proprio sui modelli di questo genere, e la conseguenza principale della loro perdita è la scomparsa del contesto appropriato per una sana crescita. L’attaccamento di un bambino ai genitori crea infatti un grembo psicologico necessario per dare vita alla personalità e all’individualità.Gli autori Gordon Neufeld e Gabor Maté aiutano i genitori, gli insegnanti e gli operatori sociali a comprendere questo fenomeno inquietante, fornendo soluzioni utili per ristabilire la giusta preminenza del legame che unisce i figli ai genitori e restituendo a questi ultimi il potere e la forza di essere una fonte vera di contatto, guida, calore e sicurezza. Un libro non finisce con l’ultima pagina!Questo titolo si arricchisce di contenuti “extra” digitali. Per consultarli è sufficiente utilizzare il QR code in quarta di copertina.