capitolo ix

I denti, le carie
e il fluoro

Circa 30 anni fa, quando ho iniziato a prestare servizio a Campagnano di Roma, mi capitava di osservare i denti dei genitori e specialmente quelli dei nonni dei bambini che venivano al Consultorio familiare dove ancora oggi lavoro, e notavo una particolare colorazione marrone dello smalto.


Campagnano si trova all’interno di un’area geologica formata da antichi vulcani che nel pleistocene erano assai attivi ma che oggi sono diventati l’alveo di laghi famosi come quello di Bracciano. In effetti anche gli abitanti, in specie gli anziani, che vivono sulle rive di questi laghi presentano spesso la stessa colorazione marrone dei denti.


Cominciai a chiedermi quale potesse essere la causa di questo fenomeno e quando compresi che la causa era il fluoro contenuto nelle falde acquifere dei terreni di quelle zone, senza indugio cominciai a eliminare – a tutti i bambini che le assumevano – le compressine di fluoro che in maniera indiscriminata già da qualche anno, seguendo mode nordamericane, venivano prescritte a tutti i piccini fin dai primi mesi di vita per “proteggere dalle carie”.


Mi accorsi che non esistevano studi scientifici ben condotti sugli integratori di fluoro e quelli che esistevano, a una attenta lettura, dimostravano che l’effetto del fluoro sulla prevenzione delle carie è molto scarso o addirittura nullo. Decisamente più numerosi sono invece gli studi sugli effetti negativi del fluoro sulla salute.


Nonostante ciò ancora oggi molti pediatri e dentisti consigliano in modo automatico e sistematico la fluoroprofilassi (compressine o gocce) per i bambini già di pochi mesi.


Il fluoro è un oligoelemento molto importante per la buona salute di ossa e denti; gli effetti da carenza comparirebbero per dosi inferiori ai 0,5-0,7 mg/die; il fabbisogno quotidiano di fluoro non deve però superare gli 0,03-0,07 mg per chilogrammo di peso al giorno per non provocare fluorosi; considerata la sua presenza in molti alimenti, viene facilmente coperto da una dieta adeguatamente variata; se non sussiste carenza, l’integrazione di fluoro non è solo inutile, ma è addirittura dannosa.


Numerosi ricercatori impegnati nel progetto della bomba atomica avevano concluso che il fluoro è tossico per l’organismo umano e in particolare per il sistema nervoso e che il confine tra le dosi utili per il nostro organismo e le dosi tossiche è molto labile. Poiché però i fluoruri sono materiali di scarto di molte industrie chimiche e nucleari e la loro eliminazione in modalità sicure ha costi elevati, si è pensato di diffondere l’idea che il fluoro protegge dalle carie. In questo modo una sostanza tossica di scarto è stata trasformata in una fonte di immensi guadagni. Ci sono stati molti studi che mettono in discussione la sicurezza del fluoro e la buona fede del governo americano che, in collaborazione con le multinazionali del farmaco, ha somministrato e fatto somministrare a milioni di bambini nel mondo quantità tossiche di questo elemento.


Joel Griffiths e Chris Bryson, un medico scrittore e un giornalista indipendente, tra gli altri, hanno fatto luce su questa inquietante circostanza.

Molti di questi rapporti sulla tossicità del fluoro, commissionati dal Governo degli Stati Uniti, furono classificati segreti per “ragioni di sicurezza nazionale” e il fluoro pian piano ha invaso il mondo con il beneplacito di molti medici e dentisti che, sia attraverso convegni finanziati da case farmaceutiche, sia tramite associazioni spesso nate ad hoc, lo hanno pubblicizzato per anni e rassicurato le persone raccomandandolo per i suoi “effetti benefici”. In molti Paesi il fluoro viene addirittura aggiunto negli acquedotti per prevenire le carie dentali.


Le industrie del farmaco sono notoriamente molto abili nel manipolare l’informazione, e addirittura nell’influenzare gli studi scientifici. Inoltre non c’è migliore guadagno di quello che si ricava da farmaci prescritti in modo sistematico a intere fasce della popolazione come le statine per combattere l’eccesso di grassi nel sangue, le terapie ormonali per i disturbi della menopausa o il vaccino antinfluenzale per combattere l’influenza aviaria.

Il risultato più evidente di questa gigantesca campagna di persuasione è l’aumento della fluorosi tra le popolazioni che fanno uso sistematico di integratori a base di fluoro.


La fluorosi è caratterizzata da una decolorazione intrinseca dello smalto dei denti: i denti appaiono screziati, macchiati, puntinati, decolorati e a volte anche bucherellati. Lo smalto saturato di fluoro è più vulnerabile all’attrito e all’erosione. I danni aumentano nel tempo.


Come detto in precedenza, se si considera il basso fabbisogno di assunzione quotidiano è facile immaginare quanto sia labile il confine tra carenza ed eccesso, così come tra rischi e benefici. I danni da fluoro non si manifestano solo a carico dei denti, ma anche delle ossa e di altri tessuti come il sistema nervoso centrale dove può causare alterazioni comportamentali e deficit cognitivi.


Il danno da eccesso di fluoro è cumulativo. Ciò significa che il minerale tende a rimanere nelle ossa, raggiungendo concentrazioni elevate nel tempo. Le ossa diverranno pertanto più dense e meno elastiche; e va tenuto presente che una struttura rigida si rompe più facilmente di una elastica. A questo scopo è interessante sapere che in Occidente si diagnostica l’osteoporosi con un esame che studia la densità ossea. Le donne africane hanno una densità ossea di gran lunga inferiore a quella delle occidentali, ma non soffrono di osteoporosi, né vanno soggette a fratture. Che significa? Significa che la densità ossea ha un valore molto relativo, perché quello che conta è l’elasticità dell’osso. L’esercizio fisico e una sana alimentazione sono gli unici farmaci che garantiscono la salute delle ossa. Prendere farmaci che aumentano la densità dell’osso, non fa altro che favorire gravi e debilitanti dolori muscolo-scheletrici, che possono comparire anche dopo anni.


Oltre ad alterazioni dentali e scheletriche, tra gli effetti collaterali di una assunzione di fluoro eccessiva e prolungata nel tempo, si hanno anche casi di gravi alterazioni mentali e sistemiche, tra cui carenze enzimatiche e minerali, disordini endocrini e immunitari, aumentato rischio di fratture. Disturbi ossei e dentali, rigidità delle arterie, senilità prematura, attribuibili alla presenza di 5 parti per milione di fluoro nell’acqua potabile, sono state riscontrate nella popolazione del paese siciliano Acquaviva Plantani in provincia di Caltanissetta. Va aggiunto che pur a dosaggi sicuri per la madre, il fluoro potrebbe essere tossico per il feto. All’opposto di quanto si credeva un tempo, il fluoro è efficace solo se applicato localmente, dove si lega allo smalto dei denti e li protegge dalle carie.

Soprattutto nei piccoli, i rischi dell’assunzione di fluoro superano di gran lunga i benefici. I bambini oggi ne assumono troppo: dalle compresse per la profilassi dentale, dai dentifrici spesso ingoiati per il sapore assai gradevole, dai pesticidi nel cibo, dall’inquinamento, da farmaci e da alcune acque minerali. La rivista medica “British Medical Journal”1 mette in guardia dall’uso del fluoro e dichiara che i benefici derivati dalla supplementazione con il fluoro sono stati sopravvalutati e che i rischi per la salute superano i pochi benefici.

L’Associazione Dentisti Canadesi raccomanda di non somministrare il fluoro nei bambini prima dell’eruzione del primo dente permanente, cioè prima del 6°-7° anno.

Il Dott. H. Limeback, capo del dipartimento per la prevenzione dentale dell’Università di Toronto ed ex presidente dell’Associazione Canadese per la Ricerca Dentale, afferma:

I nuovi studi mostrano che l’assunzione di fluoro per bocca è di poco o nessun beneficio. Qui a Toronto abbiamo bevuto acqua addizionata di fluoro per 36 anni. Tuttavia, a Vancouver, dove non è mai stato aggiunto il fluoro all’acqua, l’incidenza delle carie è minore! (…). Metà del fluoro ingerito rimane nel sistema scheletrico e si accumula con gli anni. Abbiamo scoperto che il fluoro sta alterando la struttura base delle ossa del corpo umano.

In Italia molti pediatri consigliano ancora la profilassi delle carie già dal 4° mese con 0,25 mg di fluoro al giorno. È una pratica che sta diminuendo eppure per moltissimi anni alla maggior parte dei bambini italiani il fluoro è stato prescritto di routine, senza tener conto dei bisogni individuali e senza porsi criticamente il dubbio sulla sicurezza di questo trattamento.


Le nonne di oggi, madri negli anni ’70 si meravigliano quando non prescrivo la pastiglia di fluoro ai loro nipotini, anche se le loro figlie e figli hanno combattuto con le carie come gli altri bambini.


L’UNICEF ha recentemente dichiarato:

Per decenni abbiamo creduto che il fluoro in piccole dosi non avesse effetti collaterali sulla salute ma da sempre molti ricercatori stanno seriamente mettendo in discussione i benefici del fluoro, anche in piccole quantità.

Perché la profilassi con il fluoro ha avuto tanto successo?

Perché per il pediatra è sempre molto seducente ordinare il farmaco miracoloso che senza fatica e impegno elimina un problema. Prescrivere una “compressina” al giorno impegna meno e fa risparmiare tempo in ambulatorio piuttosto che insegnare ai genitori a far lavare i denti dopo i pasti, oppure sconsigliare l’uso del biberon con il latte artificiale promuovendo l’allattamento al seno.


Le case produttrici di alimenti per l’infanzia incoraggiano l’introduzione di alimenti diversi dal latte materno prima del 6° mese, e si tratta sempre di alimenti che contengono zuccheri aggiunti. Lo svezzamento precoce – prima del 6° mese – con cibi industriali molto dolci rende il bambino dipendente dagli zuccheri semplici e da tutti i cibi che li contengono (merendine, bibite gassate, biscotti) che l’industria alimentare gli offrirà nel corso della sua infanzia; sono i cibi raffinati, derivati da una alimentazione industrializzata, ad essere la vera causa dell’aumento delle carie nei paesi ricchi. I batteri che provocano le carie trovano infatti proprio nei residui dolci di cibi troppo raffinati l’ambiente adatto per crescere, svilupparsi e intaccare lo smalto dei denti.


È importante tener presente che il modo di alimentarsi influenza grandemente la salute dei denti, più di tutte le pratiche igieniche dentali. I popoli che si alimentano ancora in modo tradizionale e consumano cibi a base di ingredienti non manipolati, (carne, pesce, uova, ortaggi, latte, formaggi, burro, grassi animali, frutta e cereali integrali, semi) godono delle dentature migliori, le persone che invece mangiano cibi preparati dall’industria alimentare (raffinati, dolci, devitalizzati, inscatolati, sgrassati, pastorizzati, etc.) hanno le dentature peggiori e più vulnerabili alle carie.


Anche l’uso incongruo ed eccessivo di antibiotici aumenta il rischio di fluorosi dentale come ipotizza una ricerca condotta da Liang Hong, della University of Iowa, sull’uso della amoxicillina durante l’infanzia.


L’amoxicillina è l’antibiotico più usato in età pediatrica. Nello studio “Iowa Fluoride Study”, in cui si cercavano tutti i fattori di rischio per la fluorosi, sono stati seguiti 579 bambini dalla nascita fino a 32 mesi di vita. Ai genitori venivano richieste periodicamente informazioni su allattamento, alimentazione, uso di farmaci. Nel primo anno di vita almeno tre bimbi su quattro avevano usato amoxicillina, a 32 mesi il 91 per cento. Il 24 per cento dei bambini era affetto da fluorosi, ma coloro cui era stato somministrato l’antibiotico nei primi mesi avevano probabilità doppia di presentare la malattia dentale rispetto a coloro che non avevano mai assunto amoxicillina.

Il rischio significativamente elevato di sviluppare la fluorosi associato alla amoxicillina durante la prima infanzia rimane a tutti i livelli di analisi statistica anche tenendo conto di altri potenziali fattori di rischio, come l’apporto di fluoro e l’allattamento artificiale. Anche se i risultati di questo studio non inducono a raccomandazioni di cessare l’uso di amoxicillina in età pediatrica, essi mettono ancora una volta in luce che bisogna usare gli antibiotici con giudizio, specie durante l’infanzia.

Quando e come lavare i denti ai bambini?

Bastano due volte al giorno: al mattino dopo la colazione, e la sera prima di andare a letto.

Nei bambini fino al primo anno di vita: con una garza umida, da passare delicatamente su denti e gengive.


Nei bambini più grandi: massaggiare molto bene le gengive portando lo spazzolino verso il basso (mai dal basso verso l’alto). Non si deve premere forte, basta un leggero massaggio su tutti i denti. Se il bimbo è piccolo non sempre ha voglia di collaborare. Si possono inventare dei trucchetti, come comprare due spazzolini e darne uno in mano a lui (“prima te li lava la mamma, poi tu”) o lavarsi i denti insieme. Si può insegnargli a sputare il dentifricio con un gioco o raccontargli la storia di una rana con la bocca chiusa che digrigna i denti e non lascia lo spazzolino.

Bambini e (troppe) medicine - Seconda edizione
Bambini e (troppe) medicine - Seconda edizione
Franco De Luca
Difendersi dall’eccessiva medicalizzazione dei nostri figli.Come evitare di somministrare troppe medicine ai bambini e migliorare il loro stato di salute con semplici rimedi naturali. Da diverso tempo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda, per ciò che concerne la gestione della salute in famiglia, di passare da un approccio prescrittivo a una scelta partecipata.Bambini e (troppe) medicine di Franco De Luca è un libro pensato per aiutare i genitori ad acquisire fiducia nelle proprie capacità di accudire il bambino e valutare il suo stato di salute, evitando di delegare al pediatra tutte le decisioni, anche le più semplici.Il testo è completato da semplici ricette di preparati casalinghi che possono evitare di fare ricorso, nelle piccole patologie dell’infanzia, a farmaci i cui effetti collaterali superano spesso quelli terapeutici. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Franco De Luca ha svolto l’attività di Pediatra di Comunità dal 1978 presso il consultorio familiare di Campagnano di Roma, dove, dal 2012 al 2016, è stato Direttore dell’Unità Operativa Complessa “Tutela Salute della Donna e Medicina Preventiva in età evolutiva”.Attualmente in pensione, affianca alla libera professione l’impegno nella promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, come formatore e tutor valutatore per l’UNICEF delle iniziative Comunità e ospedali Amici dei bambini. Dal 2003 è presidente del Centro Nascita Montessori.