Sebbene scritto in polacco, il giornale, essendo in realtà un inserto settimanale, rimaneva strettamente legato all’ambito dei lettori della comunità ebraica. All’inizio, quindi, vi scrivevano bambini ebrei e i lettori erano della stessa età e comunità, ma in seguito, soprattutto negli anni Trenta, i redattori decisero di provare a inserire lettere anche di bambini polacchi. In fondo, affermava Zofia, collaboratrice di Korczak: “se gli ebrei si sentono degli esclusi, loro stessi non possono escludere gli altri” (Landau-Czajka, 2018:35). Era un’apertura verso il mondo polacco con cui si voleva convivere in modo pacifico.
Korczak rimase caporedattore del giornale fino al 1930. Dopo aver lasciato l’incarico, però, non smise di interessarsi alla sua creatura: ogni giovedì partecipava attivamente all’incontro con tutta la redazione, fornendo, tra l’altro, preziosi suggerimenti. Non sappiamo perché egli avesse rinunciato al suo ruolo. È probabile che avesse ricevuto pressioni affinché il giornale prendesse una certa direzione, anche politica, e lui questo non voleva assolutamente farlo. Senza la libertà data ai corrispondenti il suo lavoro non avrebbe avuto più senso. Ma si tratta soltanto di congetture.
Una delle tematiche spesso trattate nei carteggi era la domanda diretta se fossero migliori i maschietti o le femminucce, fatto che suscitò un grande e lungo dibattito tra i corrispondenti. I bambini venivano invogliati a scrivere spiegando perché fossero arrabbiati, con chi litigassero il più della volte, cosa li facesse innervosire e di cosa avessero paura. Ecco - anche nel caso di questo avvenimento editoriale - l’interesse di Korczak verso la libertà del bambino, del suo esprimersi senza alcuna costrizione resta sempre e comunque uno dei temi centrali.
Alcune tematiche riguardavano la didattica, altre la religione. Spesso avevano luogo dei concorsi dove non era importante la semplice descrizione di un fatto o di un avvenimento, ma le opinioni del bambino a riguardo e il poter esprimere la propria immaginazione.
Intanto, anche il raggio d’azione della rivista si era ampliato. Non solo si avevano corrispondenti e richieste di invio di copie da tutta la Polonia, ma si chiedeva a gran voce di pubblicare lettere dalla Palestina, mentre si mandavano alcune copie in Uruguay, in Francia, in Gran Bretagna e persino in Italia, dove i corrispondenti ufficiali si trovavano nella città di Bologna.
Senza dubbio si può definire Mały Przegląd come il precursore dei moderni portali internet. Sul giornale si trovava un vero e proprio forum, moderato dallo stesso Korczak. I bambini condividevano pienamente le loro impressioni con gli altri e tutti potevano contare sul fatto che il vecchio redattore avrebbe loro risposto. A volte Korczak era assai diretto con i suoi corrispondenti, non risparmiando critiche e osservazioni. Egli stesso ammise: “So di scrivere cose spiacevoli e me ne dispiace […] la redazione, però non è un negozio dove bisogna essere gentili con chi compra” (Korczak, 1926: libro 11,p. 32).
Qui si faceva avanti il Korczak conoscitore della pedagogia. Il motivo di queste risposte, che a prima vista potevano apparire appunto spiacevoli, era invece il rispetto che il vecchio dottore aveva per i bambini, trattandoli in quel caso come adulti e rispettando il compito degli scritti proposti: educare i lettori in un’atmosfera di grande collaborazione, dove tutti erano alla pari. L’intento educativo si riscontra anche nelle lettere di esempio a volte presenti sul giornale in modo che i bambini avessero un modello di struttura su cui sviluppare le proprie idee.
Un’altra tematica su cui si poteva scrivere liberamente era il ruolo dell’insegnante. Come doveva essere un buon insegnante, cosa doveva fare, ma come si doveva reagire quando il bambino credeva di non piacere al maestro e così via. Andava creandosi un rapporto di tutt’altro tipo dove i più piccoli non si sentivano solo più un oggetto in mano all’apparato dell’istruzione.
In alcuni casi le lettere portavano anche a effetti concreti: durante il primo anno di uscita del giornale scoppiò una polemica riguardo al filo spinato posto a delimitare il parco giochi nel giardino Krasiński. Il clamore suscitato dalla discussione fece sì che l’incriminato strumento di demarcazione venisse tolto qualche mese più tardi. Una situazione simile si ebbe con il problema del grembiulino: molti bimbi non volevano portarlo nel tragitto da casa a scuola. bensì indossarlo solo arrivati davanti all’ingresso nell’edificio. Grazie a Mały Przegląd anche in questo caso i più giovani ottennnero una successiva vittoria, in quanto alcuni genitori acconsentirono a quella proposta.
Quello che sorprende del Mały Przegląd è senza dubbio la bidirezionalità della comunicazione. Si trattava di una chiara interattività dove spesso gli stessi piccoli autori - quindi non solo i redattori ̶ chiamavano i lettori a rispondere, a fornire un’opinione a riguardo.
All’interno del giornale i bambini ebrei e polacchi si univano, diventavano un’unica comunità, fatto che invece raramente avveniva nella vita di tutti i giorni, persino a scuola dove le divisioni invece di scemare spesso andavano ad acuirsi.
Il giornale aveva un’ottima struttura organizzativa. Per molti anni le lettere vennero archiviate, e classificate. Grazie a ciò possiamo affermare che la redazione riceveva circa 4000 lettere all’anno. In un numero venivano dunque pubblicate un’ottantina di lettere.
Korczak conosceva i segreti per mobilizzare i bambini. Infatti, il vecchio dottore sapeva abilmente creare un forte legame tra i suoi corrispondenti e i lettori, arrivando spesso a unire i due ruoli, in quanto i bambini, oltre a essere curiosi delle reazioni dei loro coetanei, erano anche impazienti di leggere se stessi e di ragionare sulle loro scelte.
Korczak faceva leva sulla motivazione: chi debuttava con il suo articolo veniva inserito in una rubrica dal titolo “Hanno scritto per la prima volta”, dove compariva il nome e il cognome dell’autore. Era sinonimo di grande prestigio, il bambino lo percepiva come un premio per il suo lavoro. Altre volte i primi classificati ai concorsi ricevevano in regalo libri o scacchi. Un bambino racconta di come avesse vinto degli ingressi gratuiti per il cinema, per sé e per la sua famiglia. Questo cambiava radicalmente l’ordine delle cose: in quel caso era il piccolo a offrire il cinema ai suoi genitori e non viceversa. I premi a volte erano anche in denaro o in cartoline di auguri con rappresentata la frutta, simbolo, appunto, del frutto del lavoro svolto sul giornale.
Era presente il tema dei rapporti polacco-ebraici. Anche in questo caso la gamma delle tematiche era assai ampia. I bambini potevano scrivere di come essi vivevano in Polonia, ma anche dell’idea polacca di patriottismo che si aveva allora. Emergevano così fattori importanti tra cui la presenza a scuola di classi miste dove le barriere continuavano ad esistere. Questa tematica divenne più frequente negli anni Trenta durante i quali l’antisemitismo aumentò sensibilmente. Si arrivò anche ad avere a che fare con la censura. Intanto il giornale cambiava: i corrispondenti e i lettori affezionati erano cresciuti, stavano per entrare nell’età adolescenziale. Korczak, invece, avrebbe preferito rimanere con una “clientela” più giovane, ma era davvero difficile cercare di far desistere dallo scrivere questi ragazzi ormai grandi.
Mały Przegląd formò molti personaggi della società ebraico-polacca, alcuni di essi divennero anche ottimi scrittori. In seguito Józef Balcerak avrebbe scritto che si trattava del “giornale più democratico al mondo” (Gliński,2012). Infatti, non esisteva un gruppo di scrittori che dominava sugli altri per stile, tematica o quantità, tutti si trovavano sempre sullo stesso piano.
La storia di Mały Przegląd si conclude il 1 settembre 1939, quando, in concomitanza con l’invasione della Polonia da parte della Germania, la redazione verrà chiusa. La storia di Mały Przegląd e le tematiche in essa proposte vengono analizzate nel libro Wielki Mały przegląd di Anna Landau-Czajka, ma a riguardo rimane ancora molto da scrivere. Gli esperti di pedagogia polacchi, e non solo, potrebbero interessarsi alle lettere, analizzarne il contenuto in cui si possono osservare il rapporto dei bambini con i redattori, i mutamenti delle opinioni di chi scrive e l’evoluzione che il bambino stesso presenta mentre vive quest’esperienza.
Naturalmente Mały Przegląd è anche un’occasione per venire a conoscenza della vita dei più piccoli sia nelle città che nella provincia polacca. Le informazioni riguardanti la vita nei piccoli paesi, i rapporti umani, la comunità famigliare, la vita sportiva e scolastica possono essere un interessante materiale di studio anche per gli esperti della storia della comunità ebraica in Polonia.
Definire Mały Przegląd uno dei trionfi di Korczak non è affatto sbagliato. L’idea del redattore di creare un giornale dove i bambini potessero esprimere le loro idee e far valere la loro immaginazione divenne realtà, ma purtroppo non ebbe un seguito. Dopo il vecchio dottore pochi si sono interessati a questo esperimento, togliendo alla voce di quei bambini la possibilità di venire ascoltata anche dalle generazioni future.
In questo caso ho voluto dare un mio piccolo contributo affinché sia ridata voce proprio ai bambini, così come voleva Janusz Korczak.