Cristina Bolchi

Insegnante di scuola primaria Montessori Formatrice Opera Nazionale Montessori

Se me l’avessero insegnata così: la matematica nelle scuole Montessori

Buongiorno. Prima di incominciare desidero ringraziare l’Associazione Montessori Brescia e in particolare la sua Presidente per avermi invitata a questo evento che sin da subito mi è parso molto interessante. Infatti quando lo scorso mese di maggio Rosa Giudetti mi ha telefonato per chiedermi se volessi partecipare al convegno per raccontare perché è così bello imparare la matematica alla scuola Montessori, mi sono accadute due cose che mi hanno stupita.


La prima è che istintivamente ho accettato, con tutta l’ansia del caso sopraggiunta in seguito, e la seconda è che una volta terminata la conversazione sono stata sopraffatta da un brain storming incredibile, tante sono le possibili risposte a questa domanda condivisibili da docenti “sul campo”. Credo di non essere in errore se dico che oggi il mio ruolo è anche quello di portavoce di molti insegnanti Montessori. Ciò che riporto in questa breve relazione è la mia esperienza, ma anche la sintesi di conversazioni e confronti avuti nel tempo con maestri e persone che gravitano intorno al mondo Montessori. Con piacere invito perciò i colleghi presenti ad interrompermi e ad aggiungere, se lo desiderano, quello che potrei aver tralasciato e che è importante dire.


Dunque perché è bello imparare la matematica alla scuola Montessori? Perché se ce l’avessero insegnata così sarebbe stato diverso?


Io direi, utilizzando le parole della Dottoressa perché la scuola Montessori “ricorre a dei metodi speciali per insegnarla, e ne rende gli elementi chiari e comprensibili presentandoli in forma concreta”.


Questi metodi speciali, queste strade con le quali si raggiunge un fine, si possono nel nostro caso identificare con:

  1. il percorso Montessori
  2. le caratteristiche della lezione
  3. la libera scelta
  4. i materiali (che rappresentano gli elementi in forma concreta)

Il percorso Montessori

Vediamo dunque brevemente quali sono le tappe fondamentali per l’insegnamento della matematica in una scuola Montessori.

  • Il primo aiuto che si offre sono le attività di vita pratica definizione in cui si fanno rientrare le presentazioni relative alla cura di sé (allacciarsi le scarpe, vestirsi,…), dell’ambiente (spazzare, spolverare, apparecchiare, servire a tavola,…) e le relazioni sociali (come ci si saluta, ci si scusa,…).

Molte di queste attività (ad esempio il versare l’acqua, il trasporto di vassoi, i travasi,…) richiedono movimenti coordinati e controllati e lo sviluppo della motricità fine.


Attraverso di esse il bambino potenzia le sue capacità di giudicare, di discernere, di valutare, di classificare. Le attività di vita pratica hanno dunque una dimensione matematica che è anteriore a ogni tipo di calcolo, aiutano il bambino a percepirsi in relazione all’ambiente e ad acquisire degli automatismi che utilizzerà quotidianamente.

  • Il secondo aiuto che si trova nell’ambiente preparato Montessori è il materiale sensoriale con cui viene presentato ai bambini l’alfabeto dell’esplorazione per imparare a leggere con precisione l’ambiente e la natura.

Tutti i materiali sensoriali presentano le qualità separatamente e guidano il bambino a fare esperienze di catalogazione, seriazione, riconoscimento di grandezze, qualità, forme …. In queste attività affonda le sue radici tutto lo sviluppo della mente matematica perché ne rappresentano i prerequisiti.

  • Il terzo aiuto è il materiale specifico di Psicoaritmetica, strutturato e predisposto in successione ordinata.

Montessori dice che “gli oggetti matematici non sono sparsi nell’ambiente come gli alberi, i fiori e gli animali. Mancano così le occasioni per sviluppare spontaneamente la mente matematica nell’età infantile, il che determina un ostacolo al successivo sviluppo mentale”. Ciò spiega la funzione dei materiali strutturati, vere e proprie astrazioni materializzate costruite con un criterio di esattezza. Essi corrispondono alle esigenze della mente del bambino e lo aiutano a superare i vari gradi di conoscenza fino all’astrazione. Gli consentono inoltre di esercitare la facoltà “assorbente” della mente in modo naturale. Non hanno come scopo di dare una conoscenza, non sono strumenti didattici, ma rappresentano dei mezzi che valgono a far svolgere spontaneamente le interne energie del bambino e che lo portano ad acquisire competenze come il calcolo con la stessa naturalità con cui apprende a camminare e a parlare.

Le caratteristiche della lezione

  • Montessorianamente non si parla di lezioni, ma di presentazioni individuali o a piccolo gruppo. Solo in alcuni casi si fanno anche delle grandi lezioni all’intera classe.

Il momento della presentazione, se scelto correttamente dall’insegnante, è unico. In quel breve lasso di tempo avviene uno scambio costruttivo tra quel bambino/quel gruppetto e il docente che è lì proprio per lui/per loro. Si muovono garbatamente le mani, si parla quel tanto che basta a bassa voce e ci si guarda negli occhi. Così si capisce subito se ci sono interesse, curiosità, apprendimento, scoperta.

  • Anche le caratteristiche della lezione montessoriana sono particolari: brevità, semplicità e obiettività/verità la devono contraddistinguere. Ciò è possibile in matematica grazie ai materiali che con la loro “muta eloquenza” consentono all’insegnante di sollecitare le potenzialità del bambino anche indipendentemente dai propri eventuali limiti.

Il docente non è infatti il protagonista dell’apprendimento del bambino, ma il tramite tra l’ambiente e il discente, tra la periferia e il centro.

I materiali

  • Il materiale permette di imparare usando contemporaneamente corpo e mente. Ciò consente di fissare l’esperienza e di mantenerla per tutta la vita. Col tempo possiamo dimenticare nomi e definizioni, ma generalmente non scordiamo ciò che sappiamo fare.
  • Il materiale di Psicoaritmetica mette i bambini in contatto con una realtà di armonia, li aiuta a comprendere che la matematica e l’Universo sono dominati da leggi.
  • Allo stesso tempo però mostra che non tutto ancora si conosce, non sempre è possibile essere precisi come accade quando si affronta il tema delle cifre decimali del π (Pi Greco).
  • Perché l’apprendimento significativo abbia luogo, è necessario che la materia sia in relazione con i bisogni effettivamente sentiti. (Ausebel)

Il materiale è bello. Quando lo si usa si prova un piacere coinvolgente che conquista piccoli e grandi. Tuttavia la bellezza e il piacere non sono sufficienti per spiegare la sua efficacia a tutte le latitudini. Ciò che lo rende unico è il fatto di essere un’astrazione materializzata, di riuscire, in quanto facilitatore, a soddisfare adeguatamente il profondo bisogno di cultura e di conoscenza che il bambino prova in modo diverso a seconda dei periodi di sviluppo.


Il percorso che si segue alla scuola Montessori rispetta i periodi sensitivi del bambino, tiene conto delle sue esperienze pregresse e della sua voglia di saperne di più a partire dalle “grandi cose”. Ciò che si offre è dunque carico di significati. Non si posticipano, né si banalizzano le risposte ai loro bisogni. Si semplificano, ma scientificamente. Alla scuola Montessori si ha la possibilità di presentare tutto al momento “giusto”. Con il materiale prima di astrarre si manipola e si offre l’opportunità di intuire qualche cosa senza utilizzare troppe parole e di intuirlo con la propria testa, seguendo il percorso del proprio centro. Non si chiedono spiegazioni, si danno stimoli, si propongono esperienze motivanti.


Il materiale è facilitatore e dilatatore. Queste caratteristiche ci consentono di osare e di andare oltre quelli che a torto si credono i limiti dei bambini di una certa età.


La concettualizzazione avviene in un secondo momento. Inoltre grazie alla libera scelta, l’apprendimento meccanico nelle scuole Montessori diventa motivato. Sforzo e interesse vanno nella stessa direzione e il lavoro che si compie è costruttivo, dà molta energia e soddisfazione.

  • L’apprendimento è più ricco di significato quando … lo studente comincia da una visione concettuale generale, che gli fornisce un orientamento e una direzione, e poi lavora all’indietro, completando il quadro con dettagli e specificazioni… (Ausebel)

Il fatto che ci siano dei materiali chiamati “paralleli” cioè che approfondiscono una conoscenza o ne colmano una parte consente al bambino di seguire un percorso che è quello reale.


Non si apprende in modo lineare dice Montessori, ma per esplosioni, per attivazione di interesse intorno a grandi temi prima e a studio del particolare poi. E ha ragione. Per averne la conferma è sufficiente osservare i bambini a scuola, ma anche noi stessi e il nostro modo di adulti di soddisfare una curiosità.


Nelle scuole Montessori non c’è frammentazione, non si ha paura di dare il tutto perché possiamo darlo al giusto modo.


Inoltre i diversi materiali consentono di tornare, ritornare, ampliare, colmare, approfondire le diverse conoscenze dando stimoli adeguati al potenziamento e al recupero.

  • Un fattore importante nella formazioni di significati chiari e stabili è il raggiungimento di un equilibrio adeguato tra i concetti e i dati su cui questi si fondano. Concetti che non possono essere messi in relazione con esperienze illustrative o con esempi pertinenti diventano presto parole senza senso. Questo risulta particolarmente vero in matematica quando gli studenti possono essere in grado di risolvere dei problemi semplicemente imparando a memoria una serie di schemi procedurali raggruppati per tipo. (Ausebel)

Questo rischio alla scuola Montessori non è così presente visto che molti aspetti ad esempio della geometria sono prima sperimentati, “toccati”, “provati” e solo in un secondo tempo formalizzati e descritti a parole o, se necessario, da una formula.


Il materiale ci consente anche a posteriori di comprendere concetti, regole, leggi, apprese senza capirne il vero significato. Molti insegnanti riferiscono di “scoprire” solo ai corsi di differenziazione procedimenti e formule apprese semplicemente a memoria.


Ad esempio grazie alla presentazione Montessori è visivamente chiaro il significato della formula dell’area del cerchio e la relazione tra i due fattori.

  • Il fatto che non sia subito necessario riportare sul quaderno tutto quello che si fa consente al bambino di dedicarsi con gioia al lavoro sul concreto e a tutti i ragionamenti che ne scaturiscono. Il passaggio sul foglio ci deve essere, è un primo passo verso l’astrazione, è un modo diverso di comprendere e di fissare un concetto, ma come insegnanti dobbiamo avere ben chiaro che scrivere non è sinonimo di sapere. Quindi lasciamo ai bambini il giusto tempo per sperimentare, provare, utilizzare mani e corpo. Una volta soddisfatti abbandoneranno da soli il materiale.

Conclusioni

  • Il Metodo Montessori è “un aiuto affinché la personalità umana possa conquistare la sua indipendenza” (Formazione uomo pag. 11). Non va confuso e identificato con il materiale che tuttavia contribuisce alla realizzazione di questo percorso straordinario. Il materiale è uno degli elementi che ci consente di aderire ancor più pienamente alle indicazioni della Dottoressa relativamente all’autoeducazione, alla libera scelta, al controllo dell’errore, al rispetto dei tempi e allo sviluppo della concentrazione, solo per fare alcuni esempi.
  • Il poter disporre di questi strumenti all’inizio non facilita i bambini perché prenderli in mano significa mettersi alla prova, da soli.

È molto più semplice seguire quello che dice l’insegnante. La maestra dice: iniziamo, facciamo, finiamo. Il bambino esegue.


Da noi il bambino dice: “Io scelgo, io faccio, io so che devo portare a temine il lavoro preso, io posso ripeterlo tutte le volte che voglio”. La comparsa della capacità di prendere e riprendere spontaneamente una proposta presente in aula ci fa capire che il gran lavoro in quel bambino sta incominciando. E da lì parte tutto: l’organizzazione, l’autodisciplina, l’apprendimento, la crescita.

  • Avere questi preziosi oggetti a disposizione e saperli utilizzare non ci autorizza dunque automaticamente a considerarci una “vera” scuola Montessori. Per attuare onestamente quanto indicato dalla Dottoressa non bastano alcuni strumenti.
  • Il Metodo non è magico per concretizzarsi necessita del lievito. Nella bustina lievito Montessori ci devono essere molti ingredienti tra i quali ad esempio:
    • una seria adesione al Metodo. Bisogna essere messi nelle condizioni di realizzare pienamente la proposta montessoriana. Non si può improvvisare, tutto va considerato.
    • La condivisione degli obiettivi educativi con tutti coloro che partecipano al progetto: dirigente, colleghi, genitori, docenti specialisti, personale ATA, ….
    • La preparazione dei docenti, umana e tecnica e la loro voglia di mettersi in gioco, imparando a fare delle osservazioni e autovalutazioni costruttive seppur faticose.
    • Un accurato lavoro organizzativo che preveda chiarezza di obiettivi e di intenti, attenta suddivisione/disposizione degli spazi.

Tutto ciò facilita la creazione di un buon clima educativo, “montessoriano”, necessario all’apprendimento della matematica, indispensabile per la formazione dell’Uomo.

Matematica-mente
Matematica-mente
AA.VV.
Viaggio alla scoperta della matematica montessoriana.Raccolta degli Atti del Convegno del 15 Ottobre 2016. I Convegni Internazionali si inseriscono in un circuito di eventi organizzati dall’Associazione Montessori Brescia per contribuire alla valorizzazione e alla diffusione del pensiero e del metodo pedagogico di Maria Montessori. Raccolta degli Atti con gli interventi di: Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera Nazionale Montessori e professore di Fisica e Matematica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata Leonardo Forgassi, neuroscienziato e docente di Neurofisiologia all’Università degli Studi di Parma Franco Ghione, professore ordinario di Geometria all’Università di Roma Tor Vergata Daniele Pasquazi, docente di Matematica e Scienze Cristina Bolchi, insegnante di scuola primaria Montessori e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori