Lynn Lawrence

Direttore Esecutivo AMI

Imparare a vivere bene con gli altri

Innanzitutto vorrei ringraziare Rosa Giudetti e il suo team dell’Associazione Montessori Brescia per avermi invitata, è stata un’esperienza magnifica. Vorrei, inoltre, dare il benvenuto a tutti gli amici e colleghi italiani, è un piacere conoscervi e vorrei anche dare il benvenuto a chi viene da altri Paesi (India, Germania, Paesi Bassi e Messico). Vorrei anche ringraziare infinitamente le mie colleghe più vicine Baiba Grazzini e i suoi studenti del Centro di Bergamo e Luana Gigiarelli con gli studenti di Perugia, grazie per essere qui oggi. 

Credo valga la pena leggere la dichiarazione del compito dell’AMI perché ritengo sia rilevante nel trattare il tema di oggi. Questo recita: 

“La missione dell’Associazione Montessori Internazionale è quella di sostenere lo sviluppo naturale dell’essere umano, dalla nascita alla maturità per consentire ai bambini di diventare gli elementi di trasformazione della società nella creazione di un mondo armonioso e di Pace.” 

Ciò che credo sia stupendo di questa dichiarazione è il consentire ai bambini, non dice di far fare ai bambini. Dice diventare gli elementi di trasformazione e nella creazione di un mondo armonioso e di Pace. Ci trasmette speranza, ma non affida la totale responsabilità ai bambini per la nostra mancanza di abilità. La domanda che ci siamo posti oggi è la seguente: “Cos’è la Pace?” È qualcosa di assoluto o di raggiungibile esteriormente, come la Pace nel Mondo. O come il: “Cosa vorresti per Natale?” “Vorrei la Pace nel Mondo.” È questo? È la Pace semplicemente l’assenza di guerre? Oppure è uno stato dell’essere? Quando sia mo in pace con noi stessi possiamo essere in pace con gli altri. Oppure, forse, possiamo contribuire alla costruzione della Pace se abbiamo la capacità di gestire i conflitti nel momento in cui ci si presentano nel corso della vita. Se possiamo prendere decisioni e agire in modo equo e giusto, forse ci sarà da aiuto nella costruzione della Pace. Può darsi che sia la nostra capacità di vivere in armonia con gli altri ad essere utile a contribuire alla costruzione di un mondo più pacifico. La Pace è forse il sapere come vivere bene con gli altri in maniera pragmatica? Come lavorare insieme, come prendersi cura degli altri e condividere equamente le risorse della Terra rinforzando la capacità di empatizzare con gli altri, anche con coloro che non conosciamo. Riguarda forse tutti i piccoli passi che possiamo fare nell’acquisizione delle nostre capacità nel diventare cittadini del mondo? Montessori disse: “Il nostro appello è di porre in luce l’importanza del bambino nello sviluppo spirituale dell’umanità.” Disse ciò nel suo intervento durante Montessori International Congress. Continuò: “Tutti noi formiamo un solo organismo, una Nazione Unica (N.U.). 

Questa Nazione Unica, che fu l’inconscia aspirazione spirituale ed anche religiosa dell’anima umana - possiamo proclamarlo con un grido che arrivi da un punto all’altro della terra - è finalmente raggiunta… Ne danno una prova mirabile i poteri quasi miracolosi che oggi pongono l’uomo al di sopra della sua natura: l’uomo che vola nell’aria, più alto e sicuro delle aquile, l’uomo che dispone delle segrete energie invisibili dell’universo, l’uomo che può guardare nei cieli e nell’infinito, che può parlare attraverso gli oceani e che può raccogliere le vibrazioni di tutte le musiche del mondo, l’uomo che possiede i segreti capaci di trasformare la materia, infine l’uomo di oggi è il cittadino della grande nazione dell’umanità”. Recentemente ci domandiamo se vi sia acqua su Marte. Questo dimostra la straordinarietà dell’essere umano nelle sue scoperte e nelle sue ricerche. Tutto questo è stupendo, grandioso, ma cosa possiamo fare? Cosa possiamo fare che trasformi queste idee stupende in qualcosa di ricco di significato e reale per i bambini di cui ci occupiamo. I compiti che ci siamo prefissi in qualità di montessoriani, i compiti che abbiamo accettato, i compiti cosmici sono quelli di aiutare ogni bambino perché possa diventare un essere umano completamente realizzato, una persona che abbia la capacità di sviluppare il proprio talento, unico e particolare, in modo che possa vivere una vita felice e ricca di soddisfazioni. In questo modo ogni bambino potrà dare un contributo significativo - consciamente o meno - non solo alla propria famiglia e alla vita familiare, ma anche alla comunità di appartenenza, alla società in cui vive e, infine, potrà contribuire come cittadino nella grande nazione dell’Umanità. Dico che i bambini lo faranno in maniera conscia o inconscia perché Montessori disse anche che: “Tutta l’umanità che lavora per il bene comune, anche se ne è inconsapevole, sta creando il nuovo mondo, che dev’essere il mondo di Pace.”12
Questo commento è molto interessante e utilizza il termine lavora per il bene comune, ma cosa si intende? Vuol dire farsi coinvolgere in qualcosa di significativo? Il concetto montessoriano di ‘farsi coinvolgere in un lavoro significativo’, lavoro che fanno tutti gli esseri umani nella costruzione di se stessi, da neonati ad adulti del tutto realizzati. È un lavoro importante nel senso che qualcosa che viene in servizio a me stesso e, allo stesso tempo, agli altri, anche se non ne sono consapevole. Il concetto di cittadino del mondo è sancito nell’Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: 

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” 

Wikipedia fa chiarezza sul concetto di cittadino del mondo

“In generale, con il termine cittadino del mondo, s’intende una persona che colloca la propria identità all’interno della comunità globale e dunque al di sopra della sua identità come cittadino di una particolare nazione o luogo. L’idea è quella che l’identità di ciascuno trascende la geografia e i confini politici e che la comunità umana planetaria è interdipendente e un tutt’uno, l’umanità è essenzialmente una.” 

Ripensando, quindi, alle considerazioni fatte dai colleghi nei commenti precedenti riguardo l’unità e la sua importanza verso la creazione della Pace, riguardo l’essere tutti un solo organismo, possiamo considerare che forse ciò che Montessori ci aiuta a fare è di porre alcuni mattoncini a sostegno del bambino, il quale ha la capacità e il potere di diventare un cittadino del mondo. 

Mi chiedo nuovamente, quindi: “Cosa dobbiamo fare?”. 

Dobbiamo portare nella realtà quotidiana un’esperienza vissuta di ‘cittadino del mondo’. 

Dobbiamo preparare l’ambiente e gli adulti. Dal principio della vita dei bambini, gli adulti daranno loro la possibilità di vivere da vicino esperienze di vita reale in tempo reale del significato di una vita appagante trascorsa in compagnia di altri; del significato di esercitare la libertà di scelta mentre ci si assume la responsabilità dell’impatto delle mie azioni sul benessere della comunità in cui sono inserito. Si tratta di vivere le sfide di tutti i giorni che ci si presentano dal momento che viviamo insieme. 

Si tratta di aiutare i bambini, iniziando a prendersi cura del mondo che li circonda, per diventare guardiani della Terra su cui vivono. 

Dobbiamo assolutamente aiutarli ad acquisire profonda conoscenza e apprezzamento del mondo in cui vivono, della sua storia e del suo patrimonio culturale e le relazioni e interdipendenze su cui fiorisce. 

Dobbiamo aiutare i bambini a creare una connessione intima con il mondo meravigliosamente ricco, vario ed avvincente in cui vivono. In questo modo svilupperanno una connessione profonda e intima con il mondo e con i loro compagni umani e potranno trovare il loro percorso individuale e collettivo nel mondo.

Riprendendo il concetto espresso dal neuroscienziato Steven Rose13, dobbiamo mostrare ai bambini le meraviglie che abbiamo oggi, risultato di circa quattro miliardi di anni di evoluzione; le meraviglie della continua esecuzione di grandiosi esperimenti naturali che le condizioni chimiche e fisiche del pianeta Terra hanno reso possibile; le meraviglie del profondo significato del loro posto nell’universo, dell’ampia scala, diversità e volume della vita. Tutte le forme di vita stanno costruendo il loro percorso individuale e collettivo nel mondo, cooperando in maniera interconnessa, competendo, evitando, vivendo con gli altri e vivendo degli altri. Ogni elemento è interdipendente, ogni individuo è parte, senza alcuna fatica, di un’unica grande coreografia.

Se crediamo che l’educazione Montessori può effettivamente avere un ruolo nell’aiutare i bambini a diventare cittadini del mondo, allora il nostro approccio dev’essere applicabile a tutti i bambini di ogni parte del mondo. 

Dobbiamo identificare dei princìpi essenziali e una conoscenza universalmente valida su come si sviluppi l’essere umano. In questo modo potranno forse diventare le persone che dovrebbero essere. 

Dobbiamo individuare quei princìpi che sono così essenziali che possano essere applicati a tutti i bambini, a prescindere dalla loro cultura e dalla zona in cui vivono. 

Potrebbero vivere in una città con la più alta densità di popolazione al mondo - come Tokyo - o in una delle comunità più remote in assoluto della Terra, come Kimikurra, nelle terre di Ngaanyatjarra in Australia (fig. 1).

Questi princìpi e imperativi di sviluppo devono assolutamente essere applicabili nelle scuole così come in qualsiasi altro ambiente vi siano i bambini - ambienti che vanno da baracche con “finestre” di cellophane; le case stesse delle famiglie, in cui si recano gli insegnanti montessoriani; le carceri. 

I nostri elementi fondamentali devono essere necessariamente applicabili alle zone povere e malservite, ai gruppi emarginati, ai malati tanto quanto a coloro che godono di un buon supporto e risorse adeguate. 

Questi princìpi devono, inoltre, essere applicabili non solo nel presente, ma anche negli anni a venire, ai bambini del futuro. Se non lo sono, allora stiamo gozzovigliando con questioni irrilevanti, stiamo perdendo di vista il bisogno sostanziale di quell’essere umano. 

Dobbiamo concentrarci sui princìpi essenziali, così che i bambini possano fare la loro parte nell’unica coreografia, cioè il nostro mondo. 

Dobbiamo fornire degli ambienti favorevoli in cui i bambini possano trovare tutto ciò che è fondamentale al loro sviluppo. 

Noi adulti dobbiamo essere un supporto, dobbiamo essere in grado di capire come collegare gli imperativi di sviluppo nei bambini ad un ambiente che fornisca loro il cibo che occorre loro; e come collegarli a una ‘ragnatela’ di conoscenza - come diceva Montessori - pertinente i bisogni particolari di questi bambini. 

Per proseguire con le parole di Montessori: “Il nostro principale interesse deve consistere nell’educare l’umanità - l’umanità di tutte le nazioni - per orientarla verso destini comuni. Occorre tornare indietro, rifarsi al bambino, orientare verso di lui gli sforzi della scienza, perché in lui risiede l’origine e la chiave degli enigma dell’umanità. Il bambino è ricco di poteri, di sensibilità, di istinti costruttivi che ancora non sono stati considerati né utilizzati”. 

In qualità di montessoriani, dunque, siamo chiamati a domandarci: “Possiamo credere e crediamo che i bambini hanno di per sé il potere di costruire se stessi?” Il nostro lavoro è riconoscere queste energie, capire la loro psicologia e creare un’opportunità in cui il bambino diventa l’attore e l’adulto il facilitatore. Montessori sosteneva che fosse proprio alla natura di questa costruzione che avremmo dovuto rivolgere la nostra attenzione. Lei credeva, come noi, che fosse il nostro studio di questi poteri a darci le informazioni vitali di cui noi abbiamo bisogno per creare un ambiente che supporti, aiuti e assista le regole della Natura che vi sono nell’essere umano. Mentre l’essere umano deve costruirsi da sé in circostanze che non sono state da lui scelte, ha comunque un’energia, un potere in se stesso che gli consente di costruirsi, di adattarsi ad ogni ambiente. Questa forza, energia o potere consente agli esseri umani di comportarsi in una maniera definita per soddisfare i propri bisogni fisici, psicologici, sociali, sentimentali e spirituali. 

Vediamo giusto alcune di queste situazioni, perché nell’esplorare queste energie interne, riceviamo delle istruzioni ben precise che ci fanno capire cosa dobbiamo dare al bambino affinché diventi un cittadino del mondo.


Montessori ci parla degli istinti costruttivi degli esseri umani e del ritmo costruttivo della vita. Questi due concetti chiave possono darci molto di ciò di cui necessitiamo indipendentemente da dove ci troviamo e dall’età del bambino. Questi due pilastri sono essenziali nel nostro studio dello sviluppo umano; sono la lente attraverso cui ogni educatore montessoriano inizia la sua osservazione. 

Sono fondamentali e ci forniscono la base su cui gli educatori montessoriani preparano gli ambienti di aiuto, determinano gli strumenti educativi necessari e le necessarie risposte degli adulti. 

Sono i riferimenti cui noi ritorniamo, di volta in volta. Capire questi due concetti ci guiderà in tutto ciò che facciamo mentre interagiamo coi bambini e cogli altri esseri umani. 
Andiamo a vedere più da vicino questi due pilastri, cominciando con gli istinti costruttivi, pensiero montessoriano fondamentale, anche detti tendenze umane. Se vogliamo creare ambienti reali che rispondano alle esigenze del bambino, ci servono degli strumenti essenziali e dobbiamo capire: 
  • la brama dei bambini verso l’esplorazione, 
  • il loro costante bisogno di indirizzarsi, 
  • il dover estrarre ordine, organizzazione e significato da ciò che li circonda, 
  • che nel cercare gli altri e nel diventare socievoli hanno bisogno di una certa indipendenza, 
  • che gli uomini cercano attività significative o lavoro, 
  • l’importanza centrale della comunicazione, 
  • l’amore per la concentrazione, 
  • l’imitazione costante di tutto ciò che li circonda, anche se a loro modo con il loro corpo, 
  • l’incapacità di smettere di formulare nuove idee, pensieri,
  • soluzioni e lavori grazie alla loro immaginazione creativa, il nostro costante sviluppo delle nostre capacità dato dalla nostra voglia di miglioramento.
Questi punti sono essenziali per capire che il nostro ambiente dev’essere sostanziale per i bambini e che curiosità, esattezza, precisione, ripetizione e calcolo sono elemento di gioia per questi bambini.
Quanti anni hanno i bambini raffigurati nella fig. 2? 

Sette o otto, esatto. Lo possiamo affermare con certezza perché capiamo che esiste un ritmo fisico di sviluppo del bambino. Esatto, è per i dentini. Questo ci fa capire l’età dei bambini perché tutti noi umani abbiamo un ritmo di sviluppo. Quindi, perché non crediamo nel ritmo delle cose che non possiamo vedere? Perché non ci ricordiamo che ci sono alcune cose da comprendere e sapere nascoste sotto la superficie che hanno pari importanza. 

Dobbiamo capire il ritmo costruttivo della vita perché in ogni piano di sviluppo, c’è la chiave di ciò di cui necessita il bambino per l’ambiente. I bambini, infatti, si stanno sviluppando e queste due informazioni ci dicono esattamente cosa ci dovrebbe essere in quell’ambiente e come dovrebbe rispondere l’adulto. Pensando alle tendenze umane e ai quattro piani di sviluppo, sappiamo che stiamo seguendo sostanzialmente per noi stessi un ambiente che aiuterà i bambini a fare del loro meglio e diventare cittadini del mondo. In questo modo potranno diventare, come li chiamiamo, esseri umani completamente realizzati

Questa forza che si trova dentro di loro non può essere fermata a meno che, sfortunatamente, non trovi nell’ambiente ciò che cerca. La nostra responsabilità, dunque, non è di creare un mondo pacifico, ma di costruire un mondo in cui i bambini trovino ciò di cui hanno bisogno. 

Dopodiché, loro creeranno sicuramente un mondo più pacifico. Cambieranno il loro comportamento; noi abbiamo creato l’opportunità di un’azione-reazione all’interno della società proprio nel loro cambiamento comportamentale e nella loro attenzione all’ambiante. 

Grazie alla scelta volontaria delle loro attività e ai materiali che colmano le loro necessità, vediamo che i bambini sono fortemente motivati e sviluppano autovalutazione e autoconsapevolezza. Osserviamo che le attività portano una gioia interiore e non una dipendenza da ricompense esterne, come le lodi degli adulti. Sono in grado di diventare gli adulti che possono essere, nei nostri ambienti montessoriani non scegliamo solamente lavori intellettuali, ma anche sociali fin dall’età più tenera. 

Possiamo portare l’esempio di bambini di 20 mesi che preparano il pane, bambini che a meno di tre anni fanno l’impasto per la pasta, altri tra i tre e i sei anni che preparano i muffin salati e i tortelli. Vi sono bambini che - dopo aver raccolto le alghe - le tagliano con coltelli affilatissimi e preparano la zuppa di miso. Vorrei raccontarvi, poi, di una scuola in Olanda, dove ogni giorno due bambini preparano il pranzo (dall’inizio alla fine) per i quaranta studenti. Quando sono tutti pronti, presentano il piatto del giorno e, se necessario, i piatti per chi è allergico ad alcuni ingredienti. Questo è senso civico messo in pratica! 

Posso anche portare l’esempio di alcuni adolescenti che non preparano soltanto da mangiare, ma lo imbottigliano e preparano il prodotto degli ingredienti che hanno coltivato e venduto. Si prendono cura delle uova, degli ortaggi e raccolgono il mais. 

L’idea di Educazione e Pace montessoriana consiste nel portare il bambino dall’inizio della vita all’adolescenza e oltre. 

Cari miei, non abbiamo nemmeno iniziato! 

Non abbiamo abbastanza scuole per adolescenti che aderiscono ai princìpi e che ci possano far capire se questo esperimento lungo più di cent’anni funziona veramente. Sappiamo che funziona bene nel primo piano, abbastanza bene nel secondo, ma non sappiamo ancora - nonostante gli anni di esperienza - se stiamo facendo bene nel terzo piano. Abbiamo del duro lavoro da portare avanti! 

Vorrei concludere con l’idea di appartenenza a un gruppo sociale. Le scuole, gli ambienti Montessori in ogni dove si basano totalmente sul gruppo di età miste che sia conforme ai piani di sviluppo. Questo perché nel gruppo di età mista, il bambino vede che è possibile contribuire al suo benessere e a quello del gruppo intero. Il gruppo ha un’identità culturale, aiuta a definire ciò che io sono, mi sorregge quando sono debole e mi permette di sostenere gli altri quando loro sono deboli. Mi dà la possibilità di partecipare nel limite delle mie capacità. 

I bambini creano il tessuto sociale che porta spontaneamente a ciò che la dottoressa Montessori chiama società per coesione o cittadini del mondo responsabili. I bambini imparano ad aiutarsi l’un con l’altro, insegnano l’uno all’altro, condividono il loro sapere. 

Nella scuola tradizionale condividere la conoscenza è sinonimo di imbrogliare

Hanno abilità, compiti e modalità operative che imparano l’uno dall’altro, sono motivati e godono della comunità cui appartengono. Apprezzano gli altri per ciò che loro sono in grado di fare, sono compassionevoli, mostrano empatia, gentilezza e disponibilità. Infine, lo fanno in un ambiente che dice che siamo liberi di fare il nostro significativo lavoro, ma non siamo mai liberi di fare danno o fare del male agli altri o ad alcun essere vivente. Siamo liberi di usare quello che vogliamo, ma rispettando le risorse e restituendo ciò che abbiamo usato nelle stesse condizioni in cui l’abbiamo trovato, altrimenti lo sostituiamo o lo aggiustiamo. 

Rispettiamo lo sforzo e il lavoro di tutte le persone appartenenti alla tua comunità, perché stanno lottando, come tutti, per creare i migliori ‘prodotti’ di cui gli umani sono in grado. 

Le scuole Montessori, dunque, lavorando in maniera appropriata, stanno preparando in modo molto pratico e reale una scuola di esperienze della vita sociale. 

Preparate i vostri bambini nella maniera migliore possibile! 

Grazie.

Maria Montessori: educazione e pace
Maria Montessori: educazione e pace
AA.VV.
Raccolta degli Atti del Convegno del 3 ottobre 2015. I Convegni Internazionali si inseriscono in un circuito di eventi organizzati dall’Associazione Montessori Brescia per contribuire alla valorizzazione e alla diffusione del pensiero e del metodo pedagogico di Maria Montessori. Raccolta degli Atti con gli interventi di: Carolina Montessori, bisnipote di Maria Montessori e archivista presso AMI Association Montessori Internationale Rama Reddy, insegnante di scuola elementare e Trainer presso l’Istituto indiano di studi Montessori Lynn Lawrence, direttore esecutivo AMI Ela Eckert, membro del consiglio della German Montessori Society Paola Trabalzini, docente universitaria presso la LUMSA di Roma e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori David Connolly, responsabile del Programma di Prevenzione dei Conflitti presso The Hague Institute for Global Justice Don Fabio Corazzina, parroco di Santa Maria in Silva di Brescia