Si presentano poi alcuni aspetti del metodo Montessori per vedere quanto questi possano essere una effettiva risposta alle difficoltà incontrate nella vita scolastica dagli alunni DSA e quanto possano determinare l’attivazione di una didattica individualizzata e personalizzata. Tra gli aspetti più rilevanti, si evidenzia l’uso di un materiale definito da Maria Montessori “di sviluppo” in quanto risposta ai bisogni della mente del bambino. Partiamo dall’apprendimento della matematica, così come proposto nelle scuole Montessori per fare un esempio concreto e importante di come l’uso di materiali possa aiutare tutti i bambini, in particolare quelli con DSA. I nueuroscienziati, infatti, parlano nell’ambito della matematica di un divario attualmente esistente tra la natura del bambino e l’insegnamento scolastico. Se si analizza nel dettaglio quanto si è scoperto sul funzionamento del cervello quando si fa matematica, si capisce l’importanza di proporre e “fare” una matematica “concreta” che si basa sul concetto di quantità (innato nel bambino) più che su quello di numerosità. Infatti nel cervello si attivano due aree distinte, una preposta all’elaborazione numerica delle quantità e l’altra legata all’elaborazione del linguaggio. Si è inoltre capito che nella mente umana la grandezza numerica è rappresentata in modo analogico e visuospaziale, sotto forma di linea numerica, piuttosto che in modo simbolico linguistico. Altra scoperta importante è che i neuroni che trattano quantità, grandezze e posizioni sono interconnessi nelle stesse sezioni della corteccia cerebrale e quindi i concetti di numero, spazio e tempo, sono strettamente collegati tra loro quando si svolgono attività aritmetiche.
Questo ha portato Stanislas Dehaene ad affermare che: “Quando pensiamo ai numeri o facciamo dell’aritmetica, non ci relazioniamo con un puro concetto etereo ed astratto di numero. Il nostro cervello collega immediatamente il numero con le nozioni concrete di grandezza, posizione e tempo. Non facciamo “aritmetica astratta”. Piuttosto, per eseguire compiti matematici usiamo circuiti cerebrali che servono anche a guidare i nostri occhi e le nostre mani nello spazio…”
Quindi si deve recuperare l’aspetto concreto, quantitativo - percettivo dei numeri, attivando la memoria associativa piuttosto che sequenziale e linguistica, così facendo è possibile superare il divario tra i meccanismi dei calcoli e loro significato. Inoltre l’uso delle rappresentazioni visuospaziali è una risorsa per mantenere attive o sintetizzare informazioni numeriche ed esse offrono ai bambini una serie di strategie operative tra cui si può scegliere per risolvere problemi aritmetici.
Sembra quindi fondamentale recuperare dal metodo Montessori l’uso di un “materiale determinato scientificamente” capace di offrire “in modo ‘chiaro’ ed ‘evidente’ il fondamento sopra il quale l’attività ragionativa deve edificarsi”.
Si presenta a questo punto una ricerca svolta in una scuola tradizionale di Roma, con la quale si è cercato di verificare l’effetto dell’uso dei materiali montessoriani nei bambini con difficoltà nell’apprendimento della matematica, attraverso la realizzazione di un progetto di recupero e potenziamento basato su attività individualizzate o a piccoli gruppi, riproponendo l’uso dei materiali montessoriani nella loro struttura e presentazione. Affermata l’importanza dei materiali di sviluppo, si è cercato di capire se anche altri materiali strutturati, già presenti nelle scuole, come i regoli in colore e il materiale multibase (BAM), si potessero usare in maniera montessoriana tenendo conto dell’importanza di un nuovo compito che si richiederebbe all’insegnante, quello di presentare in maniera esatta l’uso dei materiali come si fa nelle scuole Montessori. Questo attraverso lezioni chiare, semplici, esatte, caratterizzate da passaggi e movimenti precisi che, nella loro ripetizione, determinano l’acquisizione del concetto che veicola il materiale usato in quel dato modo e l’acquisizione della memorizzazione e del recupero automatico dei fatti appresi.
Della ricerca si riportano l’individuazione del campione sperimentale e di controllo, la metodologia usata, i materiali usati nella fase di potenziamento, i tempi e la struttura dell’intervento e l’analisi dei dati.
Un’analisi generale lascia ipotizzare come reale l’efficacia specifica della variabile “materiali montessoriani”. Lavorare nel modo proposto, infatti, ha portato dei vantaggi ai bambini nella prestazione, ma soprattutto nei confronti della qualità della percezione verso la matematica.
L’approccio didattico utilizzato in questo progetto pertanto sembra congruente alle richieste di una didattica per il potenziamento delle abilità di calcolo.
In conclusione, ci sembra di poter dire che l’uso di un materiale
strutturato come quello montessoriano, possa essere una delle soluzioni per avviare nelle scuole un efficace piano di lavoro individualizzato e personalizzato per i bambini con disturbi specifici di apprendimento per aiutarli adeguatamente nel loro particolare e specifico processo di crescita.
Grazie.