CAPITOLO 3

Un’educazione basata sulla psicologia

L’importanza di scoprire le manifestazioni della vita psichica dei bambini piccoli. Esse hanno rivelato che lo sviluppo della mente passa attraverso i movimenti della mano. Periodi sensitivi nella vita psichica dell’uomo. L’inizio della vita è il periodo più importante. Lo studio del bambino è importante per aiutare la maturazione dell’umanità.

6 settembre 1946


Studiando il metodo Montessori, arriviamo subito a un fulcro molto interessante: la straordinaria manifestazione della vita psichica del bambino. La psicologia dell’uomo è come un grande continente. Prendiamo per esempio l’America: anche se esisteva già, non ne era a conoscenza nessuno. L’anima del bambino è ricca, grande, immensa – come un vasto continente sconosciuto – e solo ora la scienza la sta scoprendo.


Sono stati apportati molti grandi contributi frutto di una ricerca precisa: Madame Curie, per esempio, sapeva che c’era qualcosa e si era prefissata di trovarlo6. D’altro canto però molte scoperte sono avvenute quasi per caso: spesso ci si mette all’opera con un determinato intento e poi si trova qualcosa che non si sapeva neanche esistesse. Ci siamo imbattuti però in un fenomeno simile alla storia delle famose rane morte che, nonostante fossero senza testa e senza pelle, appese per i piedi a una ringhiera in ferro cominciavano a muoversi7. Nella nostra ricerca sui bambini è accaduta una cosa altrettanto strana, tanto sorprendente e inaspettata da sembrare un miracolo, come quello che dà vita a una rana morta. Tutti insistevano che si era trattato di un miracolo e che era stato il mio metodo a causarlo. Mi hanno chiesto come fossi riuscita a ottenere questo risultato proprio come dovevano aver chiesto a Galvani come fosse riuscito a determinare una risurrezione.


Ma il miracolo non era nelle rane, né nella ringhiera in ferro. Infatti non è stato un miracolo, bensì un avvenimento causato da un’energia fino ad allora ancora sconosciuta eppure presente fin dall’inizio dei tempi: l’energia elettrica avrebbe influenzato sull’evoluzione della civiltà in modi che nessuno avrebbe potuto immaginare al momento della sua scoperta.


La conseguenza della scoperta di questa energia nel bambino avrà sul futuro un effetto ancora più grande e profondo: provate a immaginare questo effetto nel momento in cui tutti avranno imparato come sfruttarla e immaginerete una società davvero diversa da quella di oggi. Sarà un mondo nuovo, un’umanità nuova. Il fattore chiave consiste nella rivelazione della psicologia del bambino piccolo, ovvero nella psicologia dell’uomo nella prima fase del suo sviluppo. Bisogna fare uno sforzo per dirigere questa energia in qualcosa di reale e accessibile a tutti, ma quando ci riusciremo credo che l’umanità avrà cessato di essere vittima delle circostanze. Si sarà aperta una via. Senza dubbio in futuro questa grande disciplina si leverà al di sopra delle altre e diventerà la più utile delle scienze applicate.

Ho lavorato con i bambini (non in una scuola vera, perché non avevo obiettivi pedagogici ma solo scientifici) dando loro alcuni oggetti che ora sono conosciuti con i nomi di Aste Rosse, Torre Rosa e Blocchi di Cilindri. Le aste rosse sono state inventate più di centocinquanta anni fa, cent’anni primi che io iniziassi il mio lavoro, e continueranno a essere usate a lungo; io stessa utilizzo questo materiale da oltre quarant’anni. Lo potete osservare, per esempio, nel laboratorio Bicètre a Parigi8, anche se resta inutilizzato. Il progresso non viene dall’oggetto in sé, ma da come lo si usa: questo materiale serve per aiutare i bambini meno intelligenti a comprendere più chiaramente l’aritmetica. Anche tanti adulti non conoscono bene l’aritmetica, eppure grazie a questo materiale anche i bambini con un QI molto basso sono stati in grado di comprenderla senza difficoltà. Lo si potrebbe davvero definire un “materiale psicologico”. Anche dei bambini che non presentano disturbi possono giocarci e divertirsi: aiuta a comprendere la materia perché è esatto e concreto, inoltre permette a ciascuno di lavorare individualmente e imparare grazie all’esperienza. Anche la Torre Rosa è stata usata come un test mentale quarant’anni prima che io iniziassi i miei esperimenti, e perciò è in uso da cento anni. Nei laboratori di ricerca psicologica troverete anche la Torre Rosa, così come i Blocchi di Cilindri.

A cosa servono questi ultimi due strumenti? Ci permettono di scoprire la dimensione inconscia degli individui testati. Ad esempio, se vengono dati a un adulto dei cilindri di dimensione diversa li maneggerà mettendoci il proprio tempo. Magari qualcuno troverà anche complicato l’esercizio. Il motivo è che gli manca un certo tipo di esperienza. Quindi alcuni adulti sono svegli e altri lo sono meno a seconda delle opportunità che hanno avuto di imparare dalla propria esperienza.


Al giorno d’oggi ci sono dei laboratori di ricerca psicologica dove le persone vengono sottoposte a dei test, creati per gli adulti, che ci permettono di valutare alcune capacità che non avremmo potuto scoprire in nessun altro modo. Emergono le differenze individuali. In un mondo dominato dall’industria, i datori di lavoro vogliono conoscere il valore di ogni lavoratore. Per eseguire correttamente l’attività con la Torre Rosa, per esempio, è necessario avere una mano molto ferma. Ad alcune persone tremano le mani quando provano a fare questo esercizio, perché mancano di precisione ed esattezza. Questo materiale viene anche utilizzato negli ospedali come strumento diagnostico per persone affette da malattie nervose.


Ho offerto ai bambini questi materiali e ho raccolto molte misurazioni: non ho inventato tutti i test, ne ho presi alcuni che esistevano già e li ho messi alla prova sui bambini piccoli, scoprendo che utilizzavano il materiale con grande attenzione e per un periodo prolungato, mostrando un interesse spontaneo. Ma perché erano così interessati? E come mai utilizzavano questi materiali per periodi così lunghi? Evidentemente, avevano bisogno di sviluppare delle capacità fondamentali.


La psicologia del progresso ci ha permesso di decretare se un adulto abbia acquisito o meno queste importanti capacità. Se un bambino usa un materiale con entusiasmo, per mesi, significa che sta attraversando un processo di costruzione mentale che si basa su questo genere di attività. Man mano che la compie accresce la propria intelligenza e raggiunge una nuova fase di sviluppo.


Il bambino è in grado di compiere subito delle attività che un adulto perfeziona solo nel tempo, quando viene messo alla prova in un laboratorio di ricerca psicologica. Quindi, ho dato ai bambini un ambiente scientifico per vedere che effetto avrebbe avuto su di loro il materiale. Studiando la psicologia dei bambini tra i tre e i sei anni, si vede che un’importanza centrale in questa fase la riveste lo sviluppo della capacità di movimento, in particolare il movimento della mano, che è essenziale. Dallo studio sui bambini è emerso che il movimento delle mani stimola lo sviluppo mentale, per cui la mano è lo strumento dell’intelligenza: il piccolo fa esperienza manipolando e toccando i vari oggetti. C’è un’età in cui i bambini giocano, e giocare comporta proprio il movimento delle mani. I piccoli infatti hanno bisogno di toccare e di spostare tutte quello che trovano nell’ambiente che li circonda. Oggi diamo loro dei giocattoli, ed è già qualcosa. Anche se non sono gli strumenti giusti, almeno soddisfano questo loro bisogno di usare le mani. Ma quando ho dato ai bambini questo materiale scientifico ho notato che lo preferivano ai giocattoli, perché rispondeva a un loro bisogno naturale e ne favoriva lo sviluppo. Lo chiamiamo “materiale sensoriale di sviluppo”, anche se lo sviluppo dei sensi è solo una conseguenza dell’impulso di usare le mani. I bambini acquisiscono anche la capacità di controllare i propri movimenti con un grande precisione, facendoli crescere.


Anche se possiamo comprendere l’impulso a manipolare gli oggetti con le mani, quale spiegazione ci può essere per il desiderio spontaneo di leggere e scrivere? Non era perché improvvisamente erano diventati più intelligenti. Perché questi bambini erano così diversi dagli altri e fin da così piccoli amavano tanto leggere e scrivere? Quarant’anni fa, queste capacità non erano insegnate loro prima dei sette o otto anni, e il bambino apprendeva con grande difficoltà. Eppure nelle nostre scuole c’erano bambini di quattro anni e mezzo che scrivevano tutto il giorno, con entusiasmo. È vero che le loro mani erano preparate per compiere questa attività, ma questa spiegazione da sola non poteva giustificare il loro slancio. Perché desideravano così tanto scrivere da farlo anche sui muri e sui pavimenti? La scrittura non è un’attività naturale, è una delle grandi conquiste della civiltà.


Il forte desiderio di scrivere derivava dalle idee che volevano esprimere i bambini, perché se non avessero avuto idee, non avrebbero scritto. La voglia di dedicarsi alla scrittura è scoppiata all’improvviso, tanto che saremmo riusciti addirittura a indicare l’ora esatta in cui ogni bambino aveva cominciato a scrivere. La sua maturità interiore si rivela in quest’unica azione esterna, per cui è importante studiare questo fenomeno e comprenderne il significato. Scrivere non è un’azione spontanea, a differenza del parlare, quindi questo interesse derivava dalla vita interiore del bambino, e per questo si trattava di un fenomeno tanto straordinario. Era la prova che lo sviluppo del linguaggio era correlato a una sensibilità interiore che persiste in un certo periodo della vita e che chiamiamo “periodo sensitivo”.


Spinti da questa sensibilità interiore, i bambini assorbono dall’ambiente il linguaggio e sviluppano questa capacità in modo quasi miracoloso. Nel periodo sensitivo del linguaggio, la sensibilità nei confronti di questa capacità è così forte che se venisse dato loro un altro mezzo per esprimersi, come la scrittura, ne sarebbero incredibilmente interessati. Ecco spiegato perché quei bambini erano così desiderosi di scrivere, attività che i bambini più grandi trovavano così difficile e noiosa. Crescendo si ha una forma mentale diversa, quindi i bambini nelle scuole elementari non potevano fare quello che facevano i più piccoli, bensì si limitavano a imparare a scrivere lentamente e in modo molto imperfetto. Poi è emerso questo fenomeno, che all’epoca sembrava straordinario e incomprensibile: i bambini di quattro anni e mezzo scrivevano meglio dei bambini di nove anni. Sembrava assurdo perché nessuno li costringeva a dedicarsi alla scrittura, né a impegnarsi tanto duramente. Hanno imparato spontaneamente. I bambini più grandi avevano un insegnante che utilizzava un metodo e seguiva un programma, i miei no. Scrivere era un desiderio che nasceva dalla loro energia formativa.


La straordinaria rivelazione consisteva nel fatto che i bambini piccoli potevano compiere più attività e con un maggiore livello di perfezione rispetto ai più grandi. E ne erano molto felici. Prima non si sapeva che a una certa età lo sviluppo della mente non è lento e casuale, ma rapido e geniale per via di una speciale sensibilità. Inoltre, nei primi anni di vita, è la mente stessa a essere diversa. Ne abbiamo migliaia di prove, come il fatto che un bambino piccolo presti una profonda attenzione ai fenomeni esterni, mentre un bambino più grande no. Un altro esempio è relativo alla memoria: un ragazzo di quattordici anni impara le nozioni di geografia con grande difficoltà e se ne rammarica, mentre un bambino più piccolo le impara facilmente e senza sforzo.


C’era una bambina di dieci anni che stava imparando le canzoni natalizie in classe con altri coetanei, mentre la sua sorellina di tre anni e mezzo restava seduta ad aspettarla. Quando sono tornate a casa, la più grande si sforzava di cantare nuovamente le canzoni a sua madre, ma non riusciva a ricordarsele tutte. Al contrario la sorellina – che pure non aveva partecipato alla lezione – le ricordava perfettamente.


Tante esperienze simili hanno mostrato quanto sia diversa la mente del bambino piccolo, rivelando come i bambini piccoli, durante i loro periodi sensitivi, siano dotati di capacità che crescendo perdono. Una volta terminata questa fase, infatti, la mente ha acquisito la speciale capacità a cui era dedicato questo periodo sensitivo, per cui il bambino deve ora imparare in modo diverso: per questo i piccoli imparano più facilmente dei grandi. Quindi una volta completato lo sviluppo del linguaggio, la speciale sensibilità verso il linguaggio scompare, ecco perché dando a bambini più grandi gli stessi materiali che avevo dato a quelli più piccoli non si ottiene lo stesso risultato.


Ho dato le lettere dell’alfabeto a dei bambini dai tre anni e mezzo ai quattro anni per puro caso, perché non avevo idea di cosa sarebbe successo. E ora gli psicologi riconoscono che nello sviluppo psichico dell’uomo esistano dei periodi sensitivi. La base delle mie ricerche era psicologica, i risultati sono stati pedagogici.


I periodi sensitivi sono di grande importanza e l’educazione deve facilitare questa opportunità insita nel bambino, preparando un ambiente favorevole allo sviluppo. Diventando un aiuto alla vita.


Gli altri metodi educativi derivano da principi di base stabiliti da persone adulte che decretano cosa si dovrebbe dare a tutti bambini di una certa età. Ma questo vale solo per i più grandi: all’età di sette anni, infatti, un bambino è troppo grande per imparare nel modo che ho descritto, proprio come a quarantun anni si è troppo vecchi per imparare a ballare – i muscoli a quell’età non sono più tanto flessibili. Alcune forme di apprendimento sono proposte troppo tardi, quando il bambino non è più interessato. I bambini di sette o otto anni sono già grandi: devono imparare prima, quando sono giovani e creativi. Ad oggi, in ogni parte del mondo gli psicologi stanno studiando questa questione: ora concordano sul fatto che nei suoi primi due anni il bambino piccolo si sviluppa maggiormente che in qualsiasi altro periodo, così come sanno che tra i tre e sei anni bisogna fare molte esperienze pratiche. A quest’età, il bambino si esprime giocando e, sebbene il gioco sia considerato di grande importanza, non sono molti a concentrare la propria attenzione sugli anni precedenti al periodo di gioco, che pure è centrale perché è allora che tutto si forma; la grande energia della creazione è predominante.


Dobbiamo studiare la psicologia di ogni diverso periodo della vita, perché la progressione non è lineare: ci sono fasi diverse, energie e potenzialità diverse, e solo in alcuni periodi, quando si è molto piccoli, è possibile acquisire determinate caratteristiche. La formazione dei tratti psicologici di una persona ha luogo nel primissimo periodo di vita.


Al giorno d’oggi, centinaia e centinaia di giovani dottori si apprestano a studiare la psicologia del bambino fin dalla nascita. Si sta costruendo una nuova scienza, fondata sulla scoperta che questo periodo della vita, in passato assai poco considerato, è in realtà il più importante. Si è tutti concordi sul fatto che tutto si formi nei primi sei anni.


La cosa strana è che, sebbene queste ricerche di psicologia fossero condotte indipendentemente l’una dall’altra, mostravano tutte la grande importanza del bambino: c’era chi studiava i suoi primi due anni di vita, chi voleva dimostrare che le malattie negli adulti hanno origine nell’infanzia, chi illustrò come, per capire l’adulto, fosse necessario capire il bambino che era stato prima. Anche la mia ricerca era stata condotta indipendentemente dalle altre. Ora che siamo tutti vicini a comprendere la verità, ci rendiamo conto che i nostri risultati illustrano aspetti di scoperte fatte da altri.


La scienza della psicologia infantile è formata da tutti questi rapporti. È emozionante, come l’esplorazione di un continente appena scoperto, o come un viaggio fatto nell’oceano del mondo psichico.


Siamo anche noi esploratori, ma nel campo pratico, perché lavoriamo con l’educazione, che consiste nel coltivare le potenzialità rivelate dalla psicologia del bambino.


Il bambino è dotato di infinite potenzialità, finora sconosciute, dal momento che per migliaia di anni nessuno ha prestato attenzione ai più piccoli. Allo stesso modo, l’uomo ha vissuto per migliaia di anni sulla Terra senza conoscere i tesori nascosti nel sottosuolo: coltivava il terreno senza avere la minima idea di cosa ci fosse sotto, o di quanto quei tesori fossero vicini. Petrolio e carbone erano lì, eppure l’uomo osservava solo la superfice – e così fin dall’inizio dei tempi si è vissuto con i bambini, senza vedere il tesoro nascosto dentro questi piccoli uomini. Eppure è da loro che derivano tutte le nostre ricchezze. Dobbiamo scavare in profondità, perché è lì che si nasconde la ricchezza profonda e misteriosa dell’animo umano. Dobbiamo scavare fino al più grande enigma della vita umana e raggiungere il nucleo da cui tutto si forma, ovvero la psiche del neonato, apparentemente inesistente, perché ha il potere di sviluppare tutto ciò che costituisce l’uomo. Crea un essere che si sa orientare nello spazio. Impara a parlare, senza linguaggio; crea la propria intelligenza, senza averla a priori; coordina i propri movimenti e impara a camminare; inizia a mostrare interesse. All’inizio non c’era nulla, tutto è stato costruito da lui. Nel bambino ci troviamo di fronte al mistero e al miracolo della creazione.


Anche se lo abbiamo visto, lo abbiamo sempre dato per scontato: i bambini venivano criticati perché parlavano troppo, toccavano troppo, non erano abbastanza obbedienti. Non venivano considerati come i creatori dell’uomo e non si vedevano queste potenzialità da cui tutte le grandi personalità si erano sviluppate – Napoleone, Buddha, Shakespeare, tutti loro sono venuti al mondo senza saper parlare, privi di intelligenza e della capacità di movimento.


L’educazione deve avere inizio fin dalla nascita. Deve comprendere la psicologia dell’uomo e conoscerne la grande energia psichica.


Quando si manifestano queste energie? A due anni il bambino è in grado di camminare, parlare, comprendere, quindi è dalla nascita fino a questa età che si raggiungono questi grandi risultati. Tutto si realizza in questo breve periodo. Che meraviglia! Che sforzo deve fare il bambino, e di quanto aiuto e protezione deve aver bisogno! Oggi, i medici sostengono che i bambini devono dormire costantemente, ma in tal caso come potrebbero raggiungere questi risultati? Il linguaggio non si apprende dormendo, ma ascoltando: se un bambino è in grado di parlare all’età di due anni è perché ha ascoltato e ha costruito un linguaggio. Il linguaggio infatti non è ereditario, si crea solo ascoltando e parlando. Dobbiamo aiutare i bambini e non ignorare questa responsabilità: le loro capacità sono proporzionate all’ambiente che li circonda. Se portassimo un neonato in un asilo nido e lo facessimo dormire non solo di notte ma anche per buona parte del giorno, da adulto presenterebbe delle mancanze nel proprio sviluppo.


I bambini sono dei grandi lavoratori e questo corso intende dimostrarlo: i piccoli sono importanti, non perché hanno bisogno del nostro amore o della nostra protezione, ma perché sono i creatori dell’uomo. Sono importanti perché le loro capacità, anche se misteriose, possono essere comprese. Dobbiamo capire di che cosa hanno bisogno per poter essere loro d’aiuto.

Nello secolo scorso qualcuno ha scritto:

“Il prossimo secolo sarà il secolo del bambino”9. Invece, sembra che sia il secolo della guerra. Le guerre si sono succedute una dopo l’altra, eppure si è vista l’ascesa anche del secolo del bambino, perché ovunque si guardi si vede un crescente interesse verso i più piccoli. C’è un sempre maggiore sentimento di umanità. Quest’ultima terribile guerra ha dimostrato che non c’è nulla da fare con gli adulti, perché non hanno il giusto stato di coscienza. Sono egoisti e non hanno alcuna comprensione del mondo. Questi uomini mal sviluppati non sono che bambini i cui periodi creativi sono stati ignorati. Si sa molto di botanica, la geologia e la chimica, perché ad oggi la loro conoscenza è molto diffusa. Ma cosa sappiamo dell’uomo?

Pertanto, questa ricerca non si limita ai bambini, perché – anche se il loro studio non fosse interessante per l’adulto – serve a far progredire la maturità dell’intero genere umano. Dobbiamo esplorare gli ambiti in cui viene creato l’uomo e imparare a guidarne lo sviluppo.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.