CAPITOLO 30

Normalizzazione

Gli adulti devono adattarsi alle necessità dei tempi. L’educazione morale è correlata alla vita psichica e alla società. L’insegnamento della morale è indiretto. L’adulto, il bambino e l’ambiente sono una trinità. La natura difende lo sviluppo fisico. Lo sviluppo psichico non ha una difesa così forte. La natura dà qualche aiuto, per esempio l’amore materno. L’ambiente contiene molti ostacoli che causano deviazioni. Le repressioni sono il risultato dell’inedia mentale e della mancanza di attività. Attraverso la normalizzazione tutte le energie si unificano e una nuova persona può emergere.

4 dicembre 1946


La questione dell’educazione morale è incredibilmente complessa, a differenza di come è stata generalmente considerata. Il comportamento morale non è il risultato di correzioni o di prediche – non è possibile insegnare la morale in modo diretto. Si tratta di un tema di importanza capitale, strettamente correlato con la salute mentale della società nel suo insieme. Consideriamo tutti i fattori che portano all’educazione morale.


L’esperienza ci dice che non dobbiamo considerare l’insegnante e il bambino separatamente, vale a dire considerando l’insegnante come colui che tiene le lezioni di morale e punisce il bambino. L’educazione è qualcosa di più complicato. Se c’è un insegnante che insegna bene la morale, non ne consegue automaticamente che i bambini di quella classe diventeranno degli esseri umani buoni con un adeguato profilo morale. Non è così semplice. C’è un altro aspetto, costituito dall’ambiente e dal modo di vivere. L’insegnamento della moralità è indiretto. L’adulto, il bambino e l’ambiente sono una trinità: devono essere considerati come uno.


Abbiamo scoperto la fondamentale importanza dell’ambiente e molta gente adesso comprende questo principio. L’ambiente, in particolare quello scolastico, è cruciale. Un altro concetto che abbiamo enfatizzato è l’importanza dello sviluppo psichico del bambino, ovvero il concetto che i bambini non acquisiscono le loro capacità attraverso l’ereditarietà, ma posseggono le potenzialità per svilupparle. Tale sviluppo ha un ordine preciso e segue leggi di crescita ben determinate. Ogni individuo ha impulsi interiori, che nel bambino sono stimolati da qualcosa di potente, il creatore interiore della personalità del piccolo. È qualcosa di meraviglioso perché viene quasi dal nulla. Per prima cosa vi è solo potenziale e il bambino, prendendo dall’ambiente ciò di cui ha bisogno, diviene ciò che è.


La natura fornisce qualche aiuto. Abbiamo già considerato questo ordinato potere della natura nella creazione del bambino quando lo abbiamo paragonato a un embrione psichico. Tutti gli organi del corpo si sviluppano nell’embrione fisico in modo così delicato che la natura deve difenderlo, ma l’embrione psichico non ha questa forte difesa: si tratta di qualcosa di molto delicato e importante, che ha bisogno del nostro supporto. La natura fornisce qualche aiuto – l’amore materno, ad esempio – ma la delicata costruzione della psiche si svolge in un ambiente che oggi non è adeguatamente preparato. Incontra molti ostacoli. Se l’embrione fisico dovesse incontrare simili ostacoli si trasformerebbe in un mostro e ogni bambino sarebbe segnato da una diversa deformità. Dal momento che l’embrione psichico incontra ostacoli nell’ambiente si verificano molte deviazioni dalla naturale linea creativa di sviluppo: avvengono all’inizio della vita individuale, soprattutto nel periodo che va dalla nascita ai tre anni. È per questo che i bambini di tre anni nelle nostre scuole non sono gli angioletti che dovrebbero essere a quell’età. Le educatrici dicono che sono dei diavoletti e le madri desiderano soltanto che se ne prendano cura. Gli insegnanti si chiedono cosa fare di loro. Tutti dicono che i bambini sono impossibili – che sono capricciosi, irascibili, distruttivi, disattenti e così via. Gli adulti sbottano: «Posso vivere con cani o gatti, ma non datemi bambini». Sono troppo per me. Ho sentito gente dire: «Nessun sacrificio è più grande che insegnare ai bambini piccoli e non c’è nulla di più difficile». Perché è così? Perché lì c’è il “mostro”, non il bambino. Abbiamo un gran numero di piccoli “mostri” affidati alle nostre cure. Cosa possiamo fare con questi problemi pratici di assai difficile risoluzione? Quando questi “orribili” bambini saranno più grandi e potranno adattarsi ai comandi degli adulti, gli insegnanti delle scuole medie saranno in grado di gestirli con l’uso del bastone e delle punizioni. Le madri concordano sul fatto che gli insegnanti debbano infliggere punizioni ai loro figli: i genitori li puniscono a casa e simpatizzano con gli insegnanti. Più tardi, come risultato di tutto questo, avremo ragazzi e ragazze con tendenze criminali. Ci sono molti delinquenti minorenni. Lo diventano non perché hanno meno moralità, per via del loro comportamento o per un qualche loro difetto, bensì perché siamo convinti che essi si affaccino al mondo malvagi e pieni di cattiveria.


Se il comportamento dei bambini dipendesse dai loro genitori, gli insegnanti potrebbero essere nelle condizioni di scegliere il tipo di classe cui piacerebbe loro insegnare. Potrebbero stabilire: «Nella mia classe avrò solo i figli di madri amorevoli» oppure: «Preferisco i figli di genitori severi perché questi bambini si comportano meglio». Invece gli insegnanti sanno che i bambini sono tutti uguali, non importa come sono i genitori, e le madri amorevoli possono avere dei figli capricciosi e viceversa.


Cosa sono le repressioni e quale ne è la causa? Non sono solo io a dirlo, ma adesso il mondo intero si rende conto che le repressioni avvengono quando le forze della crescita, le forze creative della personalità psichica, sono ostacolate. I bambini sono repressi quando viene loro impedito di svolgere quelle speciali attività che la natura impone alla personalità umana per crescere bene. Tutti i disagi psichici dei bambini derivano da due fonti. La prima è la fame mentale. Ciò può apparirci strano perché eravamo abituati a concepire la mente del bambino come vuota e passiva. Ignoravamo che avesse bisogno di nutrimento e che i piccoli potessero soffrire di inedia mentale. La seconda causa è l’assenza di attività. Se i bambini sono lasciati in uno stato di ignoranza, se ci si aspetta che siano passivi e che dormano molto, il risultato sarà l’indisciplina. Queste sono forme di repressione. I bambini non possono avere uno sviluppo adeguato perché tutte le acquisizioni provengono da esperienze fatte nell’ambiente. I piccoli sono molto capaci – possiedono una meravigliosa capacità di assorbire dall’ambiente – ma se sono isolati dal mondo, messi in una prigione senza stimoli, mancherà loro qualcosa di fondamentale. Se li si fa stare seduti e immobili e se si proibisce di muoversi e di toccare alcunché, la loro attività naturale sarà repressa.

La repressione comporta molte e diverse modalità di comportamento: scoraggiamento, incapacità di adeguamento all’ambiente, timidezza, distruttività e così via.


Questa linea sul mio grafico rappresenta la normalità. C’è solo una linea per deviazioni dalla normalità ed è la retta perpendicolare. Esistono un numero infinito di deviazioni dalla normalità, degli strani tipi di comportamento che sono come malfunzionamenti: non sono immoralità, bensì malattie. La malattia fisica non può solo derivare da un danno a un organo, ma anche dal suo cattivo funzionamento. Per questo parlo di malfunzionamento. L’indisciplina è un’espressione di uno sviluppo deviato, non di uno sviluppo normale. La nostra esperienza ci ha insegnato che un comportamento sbagliato non può essere corretto con un intervento diretto, né con la dolcezza, né con un trattamento gentile. Abbiamo scoperto che la sola via che garantisce un risultato è porre questi bambini in un contesto che non inibisca l’espressione spontanea della loro creatività.


Dobbiamo assicurare loro un’altra chance, un’altra forma di vita. Non dobbiamo tentare di correggere le loro devianze, ma al contrario dare loro libertà e distensione dagli ordini e dai continui interventi degli adulti. Questo è un trattamento indiretto del disagio: non è la correzione del singolo, ma una preparazione per una nuova vita. Si tratta di qualcosa che i bambini non hanno mai avuto, perfino nelle più sontuose e ricche dimore: perfino nei palazzi nobiliari si troveranno bambini relegati in qualche oscura nursery.


Gli psicologi che gestiscono le Child Guidance Clinics sanno che di questi tempi la sola famiglia non basta. Sostengono che questi bambini problematici andrebbero allontanati per un certo periodo dalle famiglie dove sono trattati con eccessivo rigore ed essere affrancati dagli adulti – domestici, insegnanti, genitori, tate. Questi psicologici raccomandano che i bambini vadano via per un lasso di tempo variabile, in rapporto al soggetto. È come una boccata di fresca aria di campagna dopo la vita di città, come una vacanza in campagna. Questi bambini non sono diventati problematici a causa della povertà in cui versano, dal momento che molti tra i peggiori provengono dalle famiglie più ricche. In principio gli ambienti in cui i piccoli venivano inviati contenevano molti strumenti atti a favorire l’attività e attraverso uno spioncino nella porta gli adulti avevano la possibilità di osservare i risultati. I bambini ignoravano di essere osservati ed erano lasciati liberi di godersi la vacanza circondati dai giochi. Erano lasciati soli, eppure restavano malati. Allo stesso modo in cui i criminali non migliorano dopo il periodo trascorso in prigione e ricadono nella criminalità, così i bambini tornavano in clinica più volte e non erano mai guariti. Probabilmente devono essere liberati dagli ostacoli al loro sviluppo, piuttosto che dai loro genitori e dalla società. Non dobbiamo isolare i bambini problematici, ma dare loro un posto in cui possano vivere liberamente e non essere distaccati dalle altre persone. Dovrebbe esserci un posto dove possano trascorrere alcune ore ogni giorno occupati in ciò che loro aggrada fare e dove non vivano alcuna tensione. Si sono preparati ora molti ambienti del genere. I bambini non diventano angioletti da un giorno all’altro: potrebbero ancora avere un comportamento sbagliato, ma dispongono di un insegnante che li guarda con amore e speranza e che è pronto a fornire loro l’aiuto necessario nel loro processo di adattamento a un nuovo mondo.


Se a questi bambini si forniscono libertà e un buon ambiente ed essi sono ancora disadattati, allora non resta che pregare Dio di concedere il suo aiuto, perché a questo punto non possono essere aiutati che da un miracolo. Tutto ciò che in questo caso possiamo fare è aspettare una grazia di Dio. “Fa’ tutto ciò che è nelle tue possibilità e poi attendi la grazia di Dio”: è il principio fondamentale delle nostre scuole, da cui deriva tutto il resto. Un giorno può essere concentrato un solo bambino, un altro un secondo. A poco a poco si osserverà il fenomeno della reale concentrazione e, una volta successo, ciò che c’è di buono comincerà a uscire da questa concentrazione concretizzandosi in un lavoro interessante, nel quale si esprimono al massimo sforzo tutte le facoltà del bambino. Questo fenomeno si verifica attraverso un interessante lavoro manuale. I bambini lavorano con precisione e attenzione e ripetono lo stesso esercizio molte volte. Questa concentrazione produce in loro un’autentica trasformazione. Non so cosa accada esattamente nella loro vita psichica, ma c’è in un certo qual modo la realizzazione del piano della natura: tutte le funzioni riescono ad attivarsi contemporaneamente; le diverse parti entrano in connessione. È come la creazione di una nuova personalità. Il cattivo comportamento dei bambini scompare, come in una fiaba, solo che è realtà. È come un miracolo. Funzioni che prima non potevano attivarsi perché represse ora sono attive. Otteniamo l’unificazione di tutte le energie e la creazione di una nuova persona. Chiamiamo questo processo normalizzazione. Si tratta di un fenomeno che si ottiene solo attraverso un’intensa attività e una reale concentrazione. La gente è scettica sul fatto che questa capacità di concentrazione sia presente nei bambini piccoli, perché noi siamo diversi da loro e non riusciamo a concentrare le nostre energie disperse. Dopo che il bambino ha raggiunto questa concentrazione lo si vedrà come era destinato a essere, mentre prima non lo era. È come se si avesse un bambino i cui lineamenti erano tutti confusi – i cui occhi erano in mezzo alla guancia, le cui mani erano dove avrebbero dovuto essere i piedi, e così via – e tutte queste parti fossero riorganizzate nel loro giusto ordine, al posto in cui la natura aveva destinato per loro.


Quando appare questo nuovo bambino, è possibile avviare un processo educativo. Prima non lo si poteva educare, mentre ora è riadattato – lo si può educare perché è in una condizione in cui può svilupparsi e in cui ha molto da sviluppare. Il percorso dell’educazione è molto lungo. Ci sono diversi esercizi che saranno utili e molte capacità che si potranno portare nell’ambiente. Possiamo trasmettergli tutto ciò che è buono ed elevato e il bambino sarà in grado di impararlo. Prima non poteva farlo, per cui la gente pensava che non fosse capace di apprendere. Ora è pronto per imparare. Questa è la gioia dell’educazione, della mente e delle abilità di vita pratica. Dopo che i bambini sono stati normalizzati, possono comprendere a pieno l’educazione che ricevono. Quindi la grande speranza che si deve porre l’educazione è di aiutare il più giovane, e questa speranza è nelle nostre mani.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.