CAPITOLO 21

Lavoro e gioco

Si pensa generalmente che i bambini all’età di 3-6 anni giochino e formino i loro caratteri attraverso il gioco. Tra la gente povera (che non può permettersi giocattoli) vediamo le vere caratteristiche di questo periodo formativo: i bambini piccoli hanno la tendenza a lavorare nel loro gioco, imitando le azioni degli adulti. Per formare e mantenere la nostra intelligenza dobbiamo usare le mani. Qualcosa di nuovo è stato rivelato: i bambini lavorano seriamente e hanno grandi capacità di concentrazione. Solo l’attività (con le mani), guidata dall’intelligenza, può produrre questo. I bambini devono formare il potere di esattezza attraverso il lavoro nell’ambiente. Dobbiamo dare al bambino i mezzi per costruire l’unificazione della sua personalità.

25 ottobre 1946


Stavo dicendo che questo periodo dai tre ai sei anni è di grande importanza nella misura in cui esso riguarda l’espansione e il perfezionamento di ciò che è stato acquisito nel periodo precedente. Questo aspetto non è stato generalmente riconosciuto, compreso o studiato. Il comportamento dei bambini nell’ambiente, comunque, è stato notato, e tutti chiamano quest’età l’età del gioco. Gli psicologi le hanno attribuito grande importanza e si esprimono a riguardo facendo affermazioni generiche: che i bambini a questa età giocano; che sviluppano il loro carattere attraverso il gioco e che la loro indole individuale si rivela nel loro gioco. Il fatto che i bambini giochino è stato sfruttato da imprenditori che realizzano giocattoli per farci giocare i bambini.


Gli psicologi affermano che i bambini sviluppano il proprio carattere attraverso il gioco, ma quando chiediamo loro di argomentare tale osservazione, non viene fornita alcuna spiegazione. Hanno avuto un’intuizione presentando questo fatto come un dato positivo, ma senza dimostrarne la veridicità. Questo tipo di asserzione sommaria, non suffragata da riscontri, dà origine a pregiudizi. È attraverso dichiarazioni altisonanti ma indimostrate di questo tipo che sorge il pregiudizio.


Fa strano dire che qualcosa di così importante come il carattere si sviluppi attraverso il gioco. Sembra così semplice. Quando le persone vedono i bambini giocare con la sabbia o con una bambola sostengono che si debba rispettare questi giochi perché costituiscono i mezzi attraverso cui si forma il carattere del bambino. Restano in uno stato estatico, quasi in adorazione di questi passatempi. Ma questa venerazione del gioco è essa stessa un pregiudizio.


Possiamo certamente riconoscere che in questo periodo di vita c’è un’attività costruttiva, ma queste caratteristiche dovrebbero essere osservate là dove i bambini sono allo stato naturale, come tra i poveri, che non possono permettersi di comprare giocattoli come i ricchi. Tra i poveri, che vivono in condizioni di vita più spartane, possiamo quindi osservare le caratteristiche reali di questo periodo formativo. Si vede che questi bambini piccoli hanno la tendenza a lavorare nel corso dei loro giochi, imitando le azioni degli adulti. Non lo considerano un gioco, ma il loro lavoro. I figli dei poveri partecipano al mondo degli adulti. Ne hanno la possibilità. Se la madre sta facendo pane, anche al bambino viene data un po’ di farina e di acqua, in modo che possa fare il pane anche lui; se la madre sta spazzando una stanza, il bambino ha una piccola spazzola e la aiuta. Lava i vestiti accanto alla madre. Il bambino è molto, molto felice. In India ho visto uomini che spingevano carretti e spesso ho visto bambini piccoli correre ad aiutarli. Qui non si vedono cose del genere perché i bambini vengono sempre allontanati. L’adulto calcola che, dal momento che il bambino non può essergli di alcun aiuto concreto, non dovrebbe preoccuparsi di provarci. Qui i bambini sono dissuasi dall’aiutare gli adulti nel lavoro, ma dove le strutture sociali sono meno complesse, i bambini ne fanno parte. È interessante notare che dove la vita è semplice e primordiale e i bambini partecipano alla vita dell’adulto sono calmi e felici. Non sono irrequieti come i bambini delle nostre società, a cui non è permesso partecipare all’attività della vita che hanno intorno.


Nell’osservare il gioco di bambini ricchi o questo altro tipo di attività tra i poveri, si vede che entrambi sono guidati dall’intelligenza ed entrambi comportano il ricorso alla manualità. Le mani hanno una funzione che si esplica in relazione all’intelligenza e pertanto le attività dei bambini sono attività formative. Il bambino ci dà una bella lezione e cioè che per formare e mantenere la nostra intelligenza dobbiamo usare le mani. Oggi abbiamo quasi perso l’uso delle nostre mani. Usiamo le mani per scrivere, ma anche in quel caso spesso demandiamo questo compito a uno stenografo che lo fa al posto nostro. La mano ha divorziato dal dramma del pensiero. È importante comprendere che dai tre ai sei anni i bambini nelle nostre scuole sono impegnati in attività che coinvolgono sia le loro mani che le loro menti. La loro attività continua oltre questo lungo periodo di tempo e deve avere grandi ricadute sulla vita di ognuno di loro. Conclusasi questa fase, il bambino mostra di aver formato il suo carattere. A sei anni, il bambino è ammesso a scuola. Adesso può obbedire; può seguire le istruzioni verbali; può svolgere determinate attività, mentre a tre anni era incapace di queste cose. Quindi noi possiamo davvero dire che in questo periodo il bambino si è impegnato a costruire se stesso attraverso il lavoro delle sue mani.


È interessante esaminare e interpretare questi fatti. Possiamo seguire cosa succede nelle nostre scuole perché abbiamo la possibilità di osservare i bambini che compiono i vari esercizi. Nell’ambiente predisposto, dato che ci sono molti diversi stimoli all’attività, possiamo osservare il pieno rivelarsi degli istinti che guidano la vita del bambino durante questo periodo. Come sono serie le attività, è serio il lavoro e si può seguire lo sviluppo del bambino passo dopo passo.


È stato rivelato qualcosa che non era noto prima e che è poco conosciuto a tutt’oggi, ovvero il fatto che i bambini non solo lavorano seriamente, ma che hanno anche grandi capacità di concentrazione. Questo fenomeno di concentrazione non era conosciuto prima e non si vede spesso negli adulti. L’azione può assorbire tutta l’attenzione e l’energia di un bambino. Catalizza tutte le sue energie psichiche in modo che ignori completamente tutto ciò che sta accadendo intorno a lui. Questa attività richiede sempre l’uso delle mani che portano a compimento qualunque lavoro si sta svolgendo.

Questo tipo di concentrazione non era mai stato visto prima, nemmeno nelle scuole che Tagore ha fondato in India per i bambini più grandi30. In queste scuole si è cercato di ottenere questo tipo di concentrazione attraverso la contemplazione, ma non la si è mai veramente raggiunta. La concentrazione può essere ottenuta solo con bambini piccoli e quindi solo quando le loro mani entrano in gioco. L’uso delle mani induce una profonda attenzione. Sono stati impiegati ausili visivi, come i film, al fine di mantenere l’attenzione dei bambini, ma gli aiuti visivi non sono stati in grado di produrre questo fenomeno di concentrazione. Nulla accade solo guardando. È l’attività, solo l’attività, che può produrre questo fenomeno. Questa attività, che viene svolta dalla mano sotto la guida dell’intelligenza, può catalizzare tutte le energie psichiche. Il semplice guardare non basta. Come possiamo immaginare degli ausili visivi che catalizzino l’attenzione quando al contrario la distolgono? Quando si osservano i bambini in un ambiente in cui sono presenti degli ausili visivi, si nota che guardano ora una cosa ora un’altra e passano rapidamente alla successiva. Questa non è concentrazione ma distrazione.

Qualcosa di simile può essere osservato anche negli adulti: un deficit nella costruzione della loro personalità. Vediamo persone con difetti come tendenza a mentire, disattenzione, pigrizia, propensione a passare da una cosa all’altra e così via. Dobbiamo renderci conto che le loro mancanze sono da attribuire ad alcune disavventure nei primi anni di vita.


La concentrazione è indotta da mezzi meccanici: ha bisogno di uno strumento per catturare queste onde di energia psichica, così come è necessario disporre di un apparecchio radio per catturare le onde elettromagnetiche e trasformarle in musica o in voci. La concentrazione è qualcosa che converge verso un centro, qualcosa che si focalizza. Quando si raggiunge questo punto focale di attività, sembra costruirsi qualcosa.


Ora l’obiettivo della natura è stato raggiunto. Può essere esaminato e osservato. Si potrebbe dire che tutte le funzioni che erano state sviluppate in modo indipendente in una fase precedente si sono unite per formare un’unità. Nell’embrione, i diversi organi assolvono a diverse funzioni che si sviluppano separatamente e, quando sono completamente sviluppati, l’ultima fase embrionale è quella in cui tutti questi diversi organi sono posti in sincronia. Quando tale sincronia si realizza, l’individuo è formato e completo.


Applicando questo ragionamento alla sfera psichica si capirà cosa succede all’interno del bambino. Tutte le varie elaborazioni parziali si connettono per creare l’individuo nella sua interezza. Il risultato è che il carattere del bambino è formato. Questo è quel carattere di cui tutti hanno parlato. È creato attraverso l’attività formativa del periodo che va dai tre ai sei anni e questa costruzione arriva con il completamento dell’individuo psichico. Gli psicologi hanno ragione quando dicono che il carattere si costruisce attraverso l’attività del periodo compreso dai tre ai sei anni. Ma com’è costruito è un’altra questione.


In natura esiste una saggezza che guida la formazione. Quando la natura viene messa da parte, allora l’individuo deve essere studiato e compreso e devono essere forniti i mezzi per raggiungere questa corretta costruzione.


Ho già fornito molti esempi di come lavorano i bambini. Lavorano con uno scopo e portano a termine il proprio lavoro. Un’altra interessante osservazione circa il modo in cui lavorano i bambini è data dalla loro precisione, che non è un riflesso di intelligenza o di desiderio, ma è un vero e proprio dono di natura. Precisione. Nessuno l’aveva mai osservata prima nei bambini piccoli. I bambini faranno una cosa con la massima attenzione e fin nel più piccolo dettaglio. Fanno gli esercizi con precisione crescente. Se vogliamo catturare il loro interesse, dobbiamo dare loro qualcosa che permetta loro di lavorare con precisione. Questo non è un gioco. Il motore psichico dell’intelletto e gli organi motori, insieme ai mezzi nell’ambiente, sono in grado di far emergere le capacità insite nella natura del bambino.


Quanti adulti sanno essere precisi? Pochissimi. Cosa manca in loro? Quanti adulti che iniziano un progetto impegnativo rimangono concentrati sul proprio lavoro fino a quando non è davvero finito? Si potrebbe dire che non hanno un carattere determinato. Gli adulti che non sanno svolgere un lavoro sono deboli. Non possiamo riporre fiducia in chi non lavora con precisione: qualcosa manca nella loro formazione. Oggi a tutti manca qualcosa. È strano affermare che tutti gli adulti sono anormali. I bambini devono formare questa capacità di concentrazione ed esattezza mediante il lavoro nell’ambiente. Non si tratta di un dono naturale; la concentrazione si forma in questo periodo di crescita, in questo periodo della formazione dell’uomo, nell’età in cui la natura fornisce i mezzi adeguati al raggiungimento di questi speciali scopi. È un potere momentaneo: nessuno può farlo successivamente. I bambini sono in grado di fare ciò che noi non possiamo.


Se osserviamo i bambini, vedremo che quando hanno finito di svolgere con precisione un grande lavoro, ricominceranno a farlo daccapo. Lavorano senza alcuno scopo esterno. Se puliscono l’ottone e lo lucidano fino a farlo brillare, un adulto potrebbe pensare che il lavoro sia perfetto e che sia concluso, ma il bambino lo ripulirà molte volte con la stessa accuratezza. Il suo obiettivo non è quello di pulire l’ottone: ha uno scopo interiore – la costruzione della personalità. Il bambino costruisce l’unificazione della sua personalità con grande energia. Noi dobbiamo fornirgli i mezzi per farlo.


Quando il bambino lavora senza scopi esterni diciamo che sta giocando. Dobbiamo comprendere lo scopo interiore del bambino e renderci conto che questa unificazione della personalità è possibile solo a questa età. Se non si fa nulla per stimolarla, la persona si ritroverà con una mente raminga, incapace di finire qualsiasi cosa, sarà capriccioso, debole, infelice, insoddisfatto, agitato – in una parola non avrà unità. Non può essere appagata una persona che non ha costruito il proprio carattere, che non esiste, appunto, come persona. Il dramma della personalità umana è che questi difetti rimangono per tutta la vita: si può provare ad accontentare qualcuno facendogli molte concessioni ma, per quanto si possa dare, quella persona resterà perennemente insoddisfatta. Non vediamo mai nessuno che sia completamente soddisfatto. Questa soddisfazione interiore si può riscontrare solo nei bambini.


Quando i bambini disobbediscono, non alla propria madre ma alla natura, quando non gli sono stati dati sufficienti mezzi e opportunità per formare il loro carattere, si può essere certi che la loro mancanza di carattere emergerà in seguito: sarà evidente nella fase della scuola secondaria, del matrimonio e della vita sociale.


È interessante vedere questo fenomeno di concentrazione nei bambini a cui sono state date le giuste opportunità di esercitarsi. Le persone che lo notano dicono che il carattere di questi bambini è cambiato, ma ciò che è effettivamente accaduto è che hanno avuto la possibilità di formare il proprio carattere.


Questi bambini hanno concentrato tutte le proprie facoltà in un’unità, poi sono diventati persone. Quando nelle nostre scuole forniamo ai bambini mezzi e opportunità, sappiamo che cambieranno in questo senso: i bambini disordinati, distruttivi, amanti di ciò che è fantastico diventano calmi e felici. È questo che è meraviglioso: sono come neonati. Cominciano a esistere mentre prima non era così. Questi bambini timidi, troppo attaccati agli adulti diventano sereni e senza paura, non dipendono più dalla madre o da una tata. Ogni bambino inizia a perdere quei difetti che erano emersi nel primo periodo di vita.


I bambini sono difficili solo quando hanno difetti. Un bambino difficile è insoddisfatto, infastidisce le persone ed è distruttivo perché non possiede un ordine interiore. Poi viene davvero guarito. Diventa calmo e felice. Immaginate quanto deve essere meraviglioso raggiungere l’unificazione della propria identità, essere una sola persona quando fino a quel momento si è stati frammentati. Un’anima spezzata diventa intera; tutte le affezioni disordinate scompaiono. Assistiamo al grande prodigio dei bambini che lavorano con vera concentrazione, pacificamente e senza interruzioni nel giusto ambiente, un ambiente con molte possibilità di attività che attira la loro attenzione.


I bambini si trasformano. Diventano individui, privi di difetti. Questi nuovi bambini sviluppano la propria individualità e ciò è necessario per ogni essere umano vivente. Questo è il periodo di sviluppo e formazione della personalità individuale. Al termine di questo periodo, qualsiasi malformazione non può essere corretta, come quando ci si rompe un osso: se la frattura viene ricomposta al momento giusto, le parti si riuniscono e l’osso ritorna a essere intero, altrimenti resterà una menomazione e sarà necessaria un’operazione e molta sofferenza e anche allora la funzionalità non potrà recuperarsi del tutto. Le malformazioni nel carattere arrecano grande sofferenza. Possiamo provare ad aiutare gli adulti che hanno subìto dei danni nel processo di sviluppo, ma è troppo tardi. Aiutare un bambino è facile. Quando gli diamo il giusto aiuto tutto funziona come per magia.


Nel mio libro Il segreto dell’Infanzia ho riportato le lettere ricevute dai primi insegnanti che ho formato, insegnanti che operano a New York, Parigi, Sydney e altre città d’Italia. Questi insegnanti non sapevano gli uni dell’esistenza degli altri, ma tutti mi scrivevano e mi riportavano pressoché la stessa esperienza. Descrivevano quanto terribilmente disordinate fossero all’inizio le loro classi, come fosse impossibile fare qualsiasi cosa perché i bambini rompevano tutto e c’era un grande caos. Quindi mi raccontavano come, dopo un po’, gli stessi bambini acquisissero calma e cominciassero a lavorare seriamente: diventavano “padroni di sé”. Sembravano personalità appena affacciate alla vita. Perdevano i loro difetti e divenivano felici e calmi; venivano completamente trasformati. Nessun insegnante potrebbe ottenere questo risultato. Questo è l’opera della natura quando ai bambini sono date possibilità di lavoro nel giusto ambiente.


Rabindranath Tagore (1861-1941) è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1913. Ebbe presto successo come scrittore nel nativo Bengala e le traduzioni di alcuni dei suoi poemi divennero molto popolari in Occidente. La sua ormai notevole fama lo spinse a viaggiare molto, per tenere conferenze e visitare amici. Divenne la voce dell’eredità spirituale indiana per il mondo; per l’India, e soprattutto per il Bengala, divenne un’istituzione vivente. Ha dedicato gran parte della propria vita allo sviluppo della scuola a Santiniketan, che non ebbe mai molti fondi a causa delle tasse molto basse. Il ricavato delle sue conferenze serviva a supportare questo progetto, così come la maggior parte dei soldi vinti grazie al premio Nobel. La scuola non ricevette alcun sostegno dal governo, ma fu sostenuta da privati cittadini, tanto che persino il Mahatma Gandhi raccolse fondi per questo progetto.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.