Un altro istinto è quello di sacrificare se stessi. Si vede nell’arte: le persone sono pronte a soffrire. Perché? Si sono adattate all’ambiente per vivere, ma non è tutto, perché amano soffrire. Le donne in Cina hanno i piedi legati, altre possono avere buchi nelle orecchie o nel naso o avere le labbra perforate. Uomini e donne sono contenti di soffrire: è come un esercizio. Non corrisponde a verità dire che l’uomo farà tutto per evitare la sofferenza: un uomo manderà suo figlio a essere ferito in qualche modo o sua figlia a farsi bucare le orecchie, perché altrimenti non sarebbe bella. Si appartiene a un gruppo solo perché si è stati soggetti a questa sofferenza.
Per formare un gruppo, è necessario avere un linguaggio e un determinato modo di comportarsi, perché sono le sue caratteristiche a stabilire chi ne fa parte e chi no. Queste caratteristiche non sono naturali, sono state costruite dal gruppo. Sono degli adattamenti che portano un gruppo di persone a unirsi. Quindi, una cultura non è solo un’organizzazione intelligente, ha alcune caratteristiche che il gruppo ha creato. Le varie lingue si sono evolute in modi diversi, e allo stesso modo le diverse società sono formate da gruppi di persone che si basano sulla propria umanità. Ogni società ha delle diverse abitudini, modi di sacrificarsi e venerare, e si crea un gruppo. Passo dopo passo, ogni gruppo cambia – c’è un’evoluzione.
Perché abbiamo delle idee particolari sul matrimonio? Gli animali possono procreare solo nei periodi specifici nell’anno, mentre l’uomo non ha una tale restrizione. Quindi l’uomo vuole una certa formalità: introduce dei diritti e delle religioni. Ha proibito tutto ciò che non è nella legge. E naturalmente, queste leggi differiscono da luogo a luogo.
L’adattamento umano non è prodotto da un istinto fisso, ma da molti istinti che lo guidano. Ogni gruppo varia per quanto riguarda lo sviluppo di questi istinti, per cui tende a restare attaccato a un certo luogo, con determinate abitudini. È come se si trattasse di una specie animale. I gruppi diversi non possono capirsi o vivere insieme. Per necessità si staccano: le forme di adorazione e di linguaggio sono diverse. Alcuni adorano un albero, altri il sole, e altri ancora una mucca. Questi adattamenti si staccano e si separano l’uno dall’altro, perché ci sono esigenze diverse a seconda delle condizioni di vita e degli ambienti geografici. Se una cosa è utile, l’uomo comincia ad adorarla; dopo un po’ di tempo, fissa la propria adorazione sotto forma di comportamento, che diviene una parte talmente grande della personalità individuale da essere indispensabile, tanto che non si può vivere in posti dove non ci sia nessuno che condivide questa stessa caratteristica.
L’adattamento non avviene solamente dal punto di vista geografico, ma anche da quello psichico. L’adattamento psicologico è più significativo di ogni altro adattamento. Se per caso ci si reca all’estero e ci si deve adattare al comportamento di un altro gruppo, lo si fa con difficoltà, o non ci si riesce. Le persone non possono abbandonare le proprie abitudini, la loro religione o il loro linguaggio. Non hanno alcuna comprensione del comportamento dei loro anfitrioni. L’adattamento creativo, una volta fissato, non permette la comprensione degli altri gruppi umani, i quali, essendosi adattati a qualcosa di completamente diverso, hanno un altro sentimento. Ci sono istinti morali fondamentali che sono comuni a tutti e, l’osservazione della loro espressione nei diversi gruppi, dimostra quanto sia profondo l’adattamento di uno di questi sentimenti. Ad esempio, tutti sono preoccupati di quanto succederà al loro corpo dopo la morte. Ogni gruppo organizza qualcosa di speciale, perché si tratta di una questione che tocca ognuno di noi molto profondamente. Alcuni saranno sepolti, così che il loro corpo diventi polvere, altri pensano che i cadaveri debbano essere divorati dagli avvoltoi. Forse a noi sembrerà orribile pensare che il corpo di una persona amata potrebbe essere fatto a pezzi da un rapace, però per alcune persone si tratta di un’idea sacra e bellissima. Tanti non possono cambiare gruppo proprio per via di riti e rituali, che precludono altre idee. Ho letto di un principe dell’antico Egitto che era annoiato dal comportamento e dalle cerimonie nella propria civiltà. Voleva avere una vita semplice e allora andò in Arabia, si unì a dei beduini e visse felice. Poi invecchiò e ebbe paura di morire. Come poteva portare i suoi doni a Osiride? Cosa sarebbe successo se se ne fosse andato senza un dono? Non poteva accettare questa idea, perciò dopo trent’anni tornò in Egitto in modo da poter morire con la cerimonia consueta. L’istinto è fisso, è un adattamento creativo. Non deriva davvero dalla natura: è legato alla civiltà, che è creata grazie al lavoro manuale. L’istinto rimane e tiene unite le persone, che non sono in grado di comprendere la lingua di un’altra civiltà.
La crudeltà è un fenomeno interessante. Nella civiltà umana sembra esserci una specie di crudeltà innata, che si può estendere anche alla religione. L’adorazione non prende solo la forma dell’adorazione degli alberi o delle piante, ma anche quella del sacrificio umano, che merita di essere approfondito. Man mano che la civiltà è progredita, gli atti di crudeltà rituale sono diminuiti. In passato, presso i Fenici, in un certo periodo dell’anno, le donne dovevano offrire i propri bambini appena nati perché fossero sacrificati. Tante madri venivano in processione per sacrificare i propri figli. In Messico, gli Aztechi hanno sacrificato esseri umani. La storia è piena di popoli che non potevano vivere pacificamente senza compiere questi sacrifici. Ma, passo per passo, queste piccole tradizioni stanno scomparendo. La crudeltà dell’uomo contro l’uomo è spesso stata più terribile di quella nei confronti degli animali (come dimostra la schiavitù).
L’ultima guerra ha messo un gruppo contro l’altro, ma stranamente ha anche portato unità fra diversi gruppi ed è emersa la tendenza dei gruppi più piccoli a unirsi per creare gruppi più grandi. Questi gruppi avevano una forma di comunicazione semplice e primitiva e avevano anche dei pregiudizi. C’era la convinzione di non poter vivere la stessa vita di quella vissuta da un altro gruppo, i confini mentali erano troppo grandi. Anche se sono morti in molti, con i combattimenti si è anche verificata una fusione e un nuovo adattamento. Se non ci fosse stata la crudeltà, la possibilità di fusione sarebbe stata molto remota e ricongiungersi attraverso l’amore e la persuasione sarebbe stato molto difficile, se non impossibile. Eppure, un periodo di violenza ha riunito in fretta diversi gruppi.
La violenza si unisce al fatto che non c’è pietà o comprensione per gli sconfitti, che ad oggi non è più considerato utile o necessario quanto agli albori dell’umanità. Il sentimento cristiano infonde un senso di appartenenza e la sua filosofia insegna la compassione e l’unità. Questo sentimento è emerso gradualmente e ad oggi dobbiamo renderci conto che è l’atteggiamento vincente, perché per condividere beni o ricchezze non bisogna per forza uccidere. Anche se sappiamo che tutto è interdipendente, abbiamo ancora questo sentimento, che stranamente non è legato alla realtà ma al passato.
Lo studio dell’evoluzione umana si può sviluppare nelle scuole in tre o quattro anni. Si tratta dell’analisi della preistoria e della storia, accompagnate da un po’ di psicologia. Questo studio deve essere più complesso – non si deve basare soltanto fatti – e deve essere orientato alla psicologia dell’uomo. Questa “psico-storia” deve avere alla base l’uomo e la sua psicologia. Dobbiamo vedere se non è possibile insegnare la storia in questo modo diverso, rendendoci conto che questi sentimenti e queste abitudini non fanno parte della natura, ma sono costruiti dall’uomo. Se l’uomo è capace di costruire una natura, sarà altrettanto capace di costruirne un’altra.
Vi spiegherò adesso che ci sono alcuni sentimenti che sono molto radicati nell’anima dell’umanità. Sono nella nostra natura, nella natura del nostro adattamento al gruppo. La venerazione, la paura della morte, le mutilazioni volontarie e il digiuno sono all’interno di ogni individuo. Questi istinti, profondamente nascosti nell’individuo, sono importanti. Non sono collegati alla ragione o alla coscienza. La gente non li può negare. Si può rendere conto che un animale non è sacro, ma non può superare i propri istinti. La ragione e la coscienza non sono sufficienti. Possiamo concludere che ci sono cose che sono radicate nell’inconscio dell’umanità e non possono essere sradicare. Invece, possiamo ragionare coscientemente e comprendere e correggere i nostri errori. Il nostro comportamento è forzato dall’inconscio e questo non può essere sradicato. Dobbiamo rendercene conto: ciò che è nell’inconscio rimane. Come la nostra madrelingua, rimane una parte della nostra personalità, così come tante altre cose. Lo possiamo osservare nelle persone di grande valore: possono andare all’estero, laurearsi, diventare famosi per la loro comprensione umana, per la loro logica e il loro ragionamento, e possono fare di tutto, ma non possono rinunciare alle cose nell’inconscio. Non possono cambiare il loro comportamento o le loro abitudini, perché questi sono già impressi nella personalità, essendo stati assorbiti dalla mente inconscia.
Questo fatto può essere notato anche in questioni minori. Nelle cattedrali cattoliche, anche se le messe possono essere molto lunghe, non ci sono sedie, quindi le persone rimangono in piedi. I devoti possono portare uno sgabellino su cui sedersi, ma non si siederebbero mai per terra. In India, se date a qualcuno una sedia, lo vedrete gradualmente alzare i piedi e le gambe fino a sedersi nella stessa posizione che assumerebbe per terra.
Ci sono alcuni paesi in cui le donne devono andare in giro velate e si coprono il volto. Le loro famiglie e i loro mariti possono provare a superare questa abitudine, ma le donne si sentono nude senza il velo, perché è fermamente ancorato nelle loro vite. Possono rendersi conto che senza il velo sono più attraenti o che è più igienico e possono essere implorate di toglierselo, ma non saranno in grado di farlo.
La conclusione è che troviamo nell’anima dell’uomo alcune caratteristiche che sono forti come se fossero ereditarie, ma non sono state ereditate – e perché i gruppi restino separati devono continuare a essere fisse. E forse è meglio che i gruppi restino separati, perché solo in questo modo si può sviluppare qualcosa di perfetto: così possono svolgere un tipo di lavoro che vada a beneficio dell’ambiente e sarà poi disponibile all’intera civiltà. È come una descrizione dell’evoluzione che non possiamo spiegare, vi abbiamo solo accennato. Presentiamo tutto questo sviluppo ai bambini che hanno fatto progressi e diamo loro tutte queste istruzioni, che loro ascoltano con interesse. Ci sono ben poche cose utili a orientarsi nel mondo nella storia che si studia di solito, mentre la psico-storia dei vari gruppi è molto interessante e attraente per i bambini, come lo sono tutte le cose che sono così profondamente impresse nella personalità di un gruppo. La mente assorbente del bambino accoglie i tratti specifici del gruppo, come ad esempio il linguaggio, che diventa una caratteristica della sua personalità e una caratteristica del gruppo. Allo stesso modo il bambino assorbe l’ambiente, immagazzinandolo nelle zone più profonde della sua mente cosciente. Lo consegna all’inconscio misterioso, ovvero il luogo in cui è scritta esattamente la grammatica di una lingua, un luogo in cui conserva tutto ciò che la sua mentre assorbe, per radicarlo nella sua personalità. Abbiamo carne, linguaggio, carattere – è più profondo di qualsiasi sforzo intellettivo. La mente cosciente non può cancellare l’inconscio.