CAPITOLO 12

L’uomo e la supernatura

L’uomo in correlazione con l’ambiente e il suo adattamento ad esso. Compiti cosmici. L’adattamento all’ambiente è la prima necessità. Ogni animale è un agente che lavora per una correlazione armoniosa di tutte le cose nell’ambiente. Gli esseri viventi non lavorano solo per se stessi. C’è un ordine in natura, dove tutto è correlato. Due lati della vita: uno cosciente, l’altro inconscio. Lo stesso vale per l’uomo. L’uomo prepara il proprio adattamento all’ambiente, e deve modificare l’ambiente soprattutto attraverso il lavoro con le mani.

27 settembre 1946


Chi non si è adattato al proprio ambiente non è superiore. Lasciatemi spiegare: l’adattamento all’ambiente è qualcosa di positivo, un punto di partenza da cui una persona può fare molta strada, e adattarsi all’ambiente è la prima necessità, altrimenti si è avulsi dal contesto, carenti in qualcosa. I delinquenti sono ostili o contrari al proprio ambiente, non superiori a esso, mentre le persone normali sono quelle che si adattano.


Se vogliamo camminare, ci serve un terreno su cui farlo; dopo aver imparato a camminare, potremmo imparare a saltare e ballare, ma avremo comunque bisogno del terreno. Camminare è una forma di relazione tra l’individuo e l’ambiente, ma prima di tutto ci deve essere l’adattamento: solo allora ci potrà essere la possibilità di piegarsi e muoversi in diversi modi.


Dobbiamo accettare l’adattamento come base su cui costruire il concetto di educazione, e quindi dobbiamo dargli una base scientifica. Per studiare questo ambito è necessario studiare l’ambiente, che di solito trascuriamo, per cui non abbiamo un progetto scientifico su cui gettare le basi dell’educazione, ma solo qualcosa di vago e indefinito.


Pertanto dobbiamo iniziare con qualcosa di preciso, che possa essere osservato. La maggior parte delle teorie pedagogiche si basa su vaghi piani filosofici, mentre dovremmo partire da qualcosa di concreto, osservabile e analizzabile. L’adattamento all’ambiente è fondamentale per tutti gli esseri viventi.


Tutti gli animali, gli insetti, le piante, e più in generale tutti gli esseri viventi si sono adattati all’ambiente: hanno dovuto farlo per sopravvivere e le nostre scuole dovrebbero insistere su questo aspetto. Ogni animale è dotato di un preciso e immutabile compito da svolgere, utile alla collettività. Prima si credeva che vivessimo nell’ambiente e assorbissimo da esso il più possibile, ma oggi la pensiamo molto diversamente: ora ci rendiamo conto che ogni animale ha uno specifico comportamento non solo per il proprio benessere e la propria felicità, ma anche perché ha un proprio ruolo nell’ambiente e nell’armonia di tutti gli esseri viventi. Per questo motivo ogni animale deve svolgere il proprio compito, che cambia a seconda dalla specie. Una bestia uccide: deve mangiare questo o quell’animale e non può diventare erbivora. La sopravvivenza e la felicità di ogni essere vivente dipendono dal fatto che viva il tipo di vita per cui è stato creato. Un altro animale può nutrirsi di carcasse e in questo consiste la sua felicità: seguire il proprio destino, la propria eredità.


Se ogni creatura cercasse di vivere nelle migliori condizioni possibili (nell’ipotesi che tutti conoscessero quali sono le condizioni più favorevoli) e quindi cercasse una zona con alberi, acqua e clima temperato… si finirebbe per avere un posto sovraffollato. Ma non funziona così: ogni essere vivente aspira alle condizioni che più gli sono adatte. Il pesce è felice nell’acqua. Se dovessimo dire: “Povero pesce, esci all’aria aperta e goditi un po’ di vita e un po’ di sole”, morirebbe. Vale per tutti gli esseri viventi. Un albero deve avere le radici fissate nel terreno, per cui se provassimo a spostarle non sopravvivrebbe. Quindi ognuno deve essere nelle condizioni di poter soddisfare il proprio scopo, felice di fare ciò che può fare: ogni essere vivente ha un’eredità che lo pone in una determinata relazione con l’ambiente.


Il fatto più interessante è che quando esaminiamo le azioni di tutti gli esseri viventi, vediamo che ognuno non lavora solo per il proprio tornaconto. In natura esiste un ordine che deriva dal fatto che ogni creatura abbia un posto e un ruolo. Immaginiamoci una folla di persone che stanno andando al circo e iniziano a litigare per i posti migliori: questa è la vecchia concezione della natura. Il concetto di adattamento all’ambiente per ereditarietà è simile invece a un’arena in cui i posti siano numerati: il biglietto può essere per un posto migliore o più modesto, sul lato sinistro o sul lato destro, ma ben definito. Gli assistenti sono lì per aiutare ogni persona a trovare quello che gli è stato assegnato. Questo è l’ordine. Una volta compreso questo ordine nella natura, possiamo stupirci di fronte al fatto che tutti gli esseri viventi non agiscono solo per il proprio beneficio, ma anche per l’ambiente. Prendete, ad esempio, gli scarabei stercorari e altri insetti spazzini: mantengono pulito il terreno, che senza di loro sarebbe terribilmente sporco. Vale lo stesso anche per gli animali che si nutrono di carcasse. Gli alberi mantengono pura l’aria assorbendo l’anidride carbonica, tossica per gli animali, ed emettendo ossigeno. Senza di loro moriremmo tutti. Gli alberi hanno bisogno di questa anidride carbonica per se stessi, ma allo stesso tempo fanno questo lavoro per gli altri. La natura ha questa splendida organizzazione, in base alla quale ognuno ha un proprio ruolo in vista del miglioramento e della conservazione dell’ambiente.


Se gli erbivori potessero moltiplicarsi liberamente ce ne sarebbero troppi e le risorse alimentari non basterebbero, per cui ci devono essere degli animali che si cibano di loro. Così si mantiene un equilibrio. Se uno di questi agenti della natura smettesse di fare il proprio lavoro avverrebbe una calamità: potrebbero per esempio arrivare orde di locuste, perché verrebbe a mancare quell’elemento che le tiene sotto controllo nel loro luogo di origine, e questi insetti riuscirebbero a riprodursi in numero spropositatamente elevato.


Dobbiamo studiare la correlazione tra la vita e l’ambiente. In natura, infatti, tutto è correlato: non si tratta solo di preservare o migliorare la vita del singolo essere vivente. È un’armonia, un progetto di costruzione. Tutto fa parte di un piano: rocce, terra, acqua, piante, uomo, ecc. Non è un assunto filosofico, ma l’affermazione di un fenomeno che tutti possiamo osservare e che proprio per questo è semplice da capire. Lo osservano anche a scuola i bambini dai sette agli otto anni: studiano fin dall’inizio il progetto della natura perché fornisce loro idee concrete e fondate su fatti, non su esperimenti o teorie.


Tutti gli animali e i vegetali hanno un compito cosmico: tutti agiscono, mantengono e conservano quest’ordine nell’ambiente. Non ne sono consapevoli, ovviamente, poiché non agiscono in modo altruista né intelligente. Gli alberi non dicono: “Siamo i benefattori di tutti coloro che vivono sulla Terra. Devono esserci tutti grati perché assorbiamo dall’aria una sostanza tossica e diamo loro ciò serve davvero per vivere”. Gli animali che mangiano cadaveri non dicono: “Guardate che sacrifici faccio mangiando questa roba orribile e puzzolente, solo per il bene degli altri. Che benefattore sono”. In ogni essere vivente c’è qualcosa che guida il suo comportamento e l’adattamento all’ambiente: l’istinto. Gli animali non sono consapevoli dei propri istinti, eppure puntano a soddisfarli. L’istinto degli animali feroci è di mangiare altri animali. L’istinto di alcuni animali è di vivere sugli alberi o mangiare frutta; l’istinto di alcuni insetti è di essere attratti dai fiori. Pensiamo che debbano essere davvero felici perché apprezzano l’odore e il colore dei fiori e dentro vi trovano una dolce goccia di nettare con cui nutrirsi, ma questo piace solo a determinati insetti.


E non si tratta necessariamente degli animali più raffinati o più aristocratici. L’importante è che ciascuno compia bene il proprio compito: la farfalla non sa che cercando di nutrirsi di fiore in fiore sta anche facendo un ottimo servizio all’ambiente trasportando il polline, eppure così ci saranno sempre più piante e più fiori sulla terra. Questo è il suo importante compito cosmico. Anche l’ape raccoglie il nettare e ci dona il miele garantendo la continuità della vita vegetale, ma non lo sa. Agisce semplicemente seguendo i suoi istinti.


Consideriamo gli animali egoisti perché si godono la propria vita, mentre sono sempre obbedienti agenti dell’armonia naturale. È bello vedere queste due dimensioni della vita, una conscia e l’altra inconscia. Anche l’uomo ha due dimensioni: ha tutto ciò che hanno gli animali, ma intensificato. L’uomo può essere terribilmente feroce, più feroce di qualsiasi animale, ma mi consola pensare che abbia un importante compito da svolgere su questa terra, anche se ancora non lo capisce. Si tratta di una questione fondamentale in ambito educativo.

Queste immagini dovrebbero rendervelo più chiaro21. Faccio parte delle persone che non sanno disegnare e i miei schizzi sono un’esagerazione degli incongrui disegni fatti dai bambini. Proverò a spiegarvi almeno questo.


Il disegno più in basso rappresenta il mondo naturale. C’è un animale per ogni specie: ogni animale si adatta al proprio ambiente e obbedisce alla propria eredità. Mammiferi, uccelli, rettili, pesci, anfibi, alberi – tutte queste creature hanno una determinata eredità che le costringe ad agire in un determinato modo (rappresentato nel cerchio più in alto). Il loro corpo è sviluppato in modo tale da agire in un certo modo e seguire questo istinto; tutto è adattato in modo tale da essere in linea con questa speciale funzione, come gli alberi che assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno.


Ora consideriamo il genere umano. L’uomo non è dotato di questi tratti ereditari che lo costringono a svolgere questo importante compito, non è obbligato a vivere in un solo posto né a fare sempre una cosa sola. Ad esempio, gli uomini non sono sempre feroci, non sempre si uccidono a vicenda. Possono fare qualsiasi cosa e andare ovunque. Si potrebbe quasi parlare di libertà, che è una cosa molto diversa dall’obbedienza, limitata a un determinato compito e a un determinato luogo. Gli uomini si adattano a ogni ambiente e a ogni attività.

Considerate un’altra cosa importante: nel corso della sua evoluzione, l’uomo è cambiato continuamente. Se si fosse adattato solo alla pacifica vita in un paesino non sarebbe stato in grado di vivere nella moderna New York. L’uomo può cambiare ambiente, e anche molto spesso: nella storia della civiltà ci sono stati enormi cambiamenti. L’uomo è capace di tutto, ma non riceve nulla per via ereditaria. Sembra assurdo, ma è per questo che ognuno deve prepararsi ad adattarsi, lavorando su se stesso. Questa è la grande differenza tra uomini e animali.


Osservate questo secondo cerchio, che si trova sopra il primo. Rappresenta il mondo dell’uomo. È giallo, per cui ha un colore legato all’ambito spirituale e intellettuale, e contiene solo una figura. È come l’impulso dell’umanità: il compito affidato all’uomo è impegnativo e richiede che ogni individuo realizzi il proprio adattamento. Tutti gli altri esseri viventi sono già pronti al momento della nascita, mentre noi dobbiamo costruirci l’adattamento da soli, a partire dall’infanzia. Tutti gli animali hanno un solo compito, mentre l’uomo si cimenta in diverse attività e quindi deve avere un adattamento speciale. È ciò che mi propongo di spiegare in questo corso.


Guardate l’umanità qui in cima al piano che ho disegnato. Ha un compito cosmico all’interno dell’ambiente? L’uomo, con il suo grande intelletto e il suo speciale adattamento, ha uno scopo su questa terra o è qui solo per godersi la vita? Osservate come l’umanità sia sparsa su tutta la superficie terrestre in regioni ghiacciate, deserti, pianure, montagne, mari, ovunque. Adesso perfino nell’atmosfera. Lo fa solo per il proprio piacere o c’è dietro un preciso compito?


Al giorno d’oggi i libri di geologia ed ecologia stanno iniziando ad affrontare il fatto che l’uomo ha il potere di intervenire sull’ambiente: gli altri esseri viventi aiutano a preservare l’ambiente, ma il compito dell’uomo è evidentemente più complesso. Nelle parole di uno scienziato: “Nel percorso dell’umanità sulla Terra, la Terra si è trasformata: le piante sono più belle, il terreno produce di più; ovunque l’uomo sia passato c’è più bellezza”. Questo compito dell’essere umano, quindi, è come quello di uno che prepara una casa per la sua sposa: fa tutto il possibile per migliorare l’ambiente, facendo sì che i mobili e le tende siano le migliori possibili, così come un sindaco ha l’intento di migliorare la propria città e renderla più pulita, oltre a far costruire case e creare strade più grandi.


Questo intervento sull’ambiente modifica alberi, piante e animali. Il potere che abbiamo non è il potere di Dio – è un potere limitato – ma guardate cosa ha reso possibile: ha addomesticato animali e, così facendo, li ha cambiati; ha dato loro diverse condizioni di vita e così ha modificato in parte i loro tratti ereditari. L’uomo ha cercato di addomesticare tutti gli animali e ci è riuscito con pochi; ha cambiato il terreno e piantato foreste. È riuscito a fare molto, con le proprie mani.


Per modificare l’ambiente l’uomo deve lavorare, e si tratta essenzialmente di lavoro manuale. L’uomo deve intervenire su ogni aspetto del mondo che lo circonda, anche se non tutto in una volta, ma a poco a poco. Per migliaia di anni, l’essere umano ha perfezionato il proprio lavoro e diffuso il progresso della civiltà, prendendo ciò che esisteva in natura e ponendolo su un piano più alto, quello della Supernatura. È un compito importante, che non può essere svolto solo con tratti ereditari, perché cambia di volta in volta.


Il grande potere dell’uomo consiste nell’adattarsi all’ambiente e modificarlo, per questo ognuno deve formare ex novo la propria personalità. Non c’è ereditarietà negli individui, per cui anche se ogni individuo nasce in un diverso ambiente, alla nascita nessuno possiede già lo stesso carattere del gruppo a cui appartiene, ma deve crearlo e prepararlo. Deve fare propria la lingua e adattarsi all’ambiente.


Dobbiamo considerare questa visione dell’uomo in correlazione all’ambiente e il suo adattamento a esso.

Lezioni da Londra 1946
Lezioni da Londra 1946
Maria Montessori
Raccolta delle lezioni tenute a Londra nel 1946 diventate le basi dei corsi 3-6 dell’Association Montessori Internationale. Una pietra miliare nel mondo della pedagogia. Quello del 1946 fu il primo corso di formazione tenuto in Europa da Maria Montessori, dopo il suo lungo esilio in India durante la Seconda guerra mondiale.Lezioni da Londra 1946 raccoglie le lezioni, appunto, tenute a Londra sei anni prima della sua morte, in cui la famosa pedagogista parla con la saggezza di chi ha trascorso una vita a studiare non solo la prima infanzia, ma l’intero sviluppo dell’essere umano.Queste conferenze rappresentano una pietra miliare nel mondo della pedagogia, essendo diventate le basi dei corsi 3-6 dell’AMI, l’Association Montessori Internationale. State attenti – l’animo di un bambino è come uno specchio brillante sul quale ogni respiro può creare un’ombra.Maria Montessori L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.