UNA CASA MONTESSORI VISTA CON GLI OCCHI DI UN NEONATO – L’ESPERIENZA DI ZACH, 16 MESI
Vedremo in che modo la sistemazione della casa è stata d’aiuto al suo sviluppo e gli ha permesso di esplorare il mondo che lo circondava fin dalla nascita (secondo quanto ha immaginato e trascritto sua madre, Pilar Bewley, per il sito Mainly Montessori).
Benvenuti! Entrate pure… mi chiamo Zach e questa è casa mia. Sono nato nella camera dei miei genitori, al piano di sopra, ed è qui che ho trascorso i miei incredibili 16 mesi di vita. Adoro il modo in cui i miei genitori hanno sistemato la casa e vorrei mostrarvi i miei angoli preferiti.
Iniziamo dalla cucina. Quando sono diventato abbastanza forte da aprire i cassetti da solo, mia mamma ha riorganizzato gli spazi: ha spostato tutti i prodotti chimici nell’armadietto del bagno (l’unico armadietto della casa che è dotato di un blocco), ha messo su un ripiano in alto bicchieri e ciotole di vetro perché potessi giocare con il resto delle pentole senza rischiare di rompere qualcosa, e ha riposto le posate in un cassetto basso perché le potessi prendere anche io (ad eccezione dei coltelli affilati ovviamente). Per il resto non ha spostato nulla. All’inizio provavo a prendere alcuni oggetti fragili che c’erano nei cassetti, ma lei mi fermava e mi ripeteva: “No, con questi no” e poi mi mostrava quali cassetti potevo aprire. Ora lo so! Le prime volte mi sono schiacciato le dita nei cassetti più pesanti, ma adesso ho capito come chiuderli senza farmi male.
Accanto alla cucina c’è una credenza di legno in cui tengo i miei giocattoli. La mamma l’ha trovata in un mercatino delle pulci. La adoro, è della misura giusta per me! In una cesta che abbiamo messo per terra tengo le macchinine, e nell’altra le palline. La mamma è convinta che le ceste siano una grande idea e io sono d’accordo con lei! Amo rovesciarle per terra e poi rimettere tutto dentro (o lasciare tutto in disordine, dipende dalle giornate).
Accanto ai giocattoli c’è il mio tavolino per lo svezzamento: è qui che ho mangiato per la prima volta usando una ciotola e un cucchiaio! Quando ho cominciato a usare questa postazione avevo quattro mesi e avevo ancora bisogno di aiuto per stare seduto, mentre adesso alla mamma basta dire “si mangia!” e corro al mio tavolino, sposto la sedia e mi siedo da solo. A volte il mio amico James mangia con me e ci divertiamo un sacco! Il mio papà e la zia Debbie hanno creato questo tavolino usando del compensato che avevamo in cantina e hanno anche costruito una torretta Montessori. L’abbiamo messa in cucina, così posso lavarmi le mani da solo e dare una mano a cucinare. Un giorno spero di essere bravo come loro nel fai-da-te.
Colazione e cena le faccio seduto al tavolo della sala da pranzo, con mamma e papà. Gli altri familiari mi hanno regalato un seggiolone Tripp-Trapp. È bello pensare che tutta la mia famiglia mi stia aiutando a diventare indipendente. Sto imparando a salire e scendere dal seggiolone da solo e adoro poter mangiare con mamma e papà, anche perché la tavola è sempre ben apparecchiata, con tanto di candele. Mi piace mangiare da solo: a volte faccio un pasticcio, ma mi diverto da morire. Ho rotto qualche piatto e un paio di bicchieri, ma mi è servito per impararne il valore. Ora ci sto così attento che sono io ad apparecchiare la tavola all’ora di cena.
Attenti ai gradini. Se volete potete tenervi alla ringhiera bassa che ha fissato papà per aiutarmi a salire e scendere la scala da solo, così potevo andare in bagno e usare il vasino, eccolo. Ne ho un altro al piano di sopra. Ecco la mia biancheria intima pulita e i miei libri. Io e la mamma passiamo un sacco di tempo in questa stanza a leggere, cantare e aspettare che io faccia quello che devo fare. Che si tratti di pipì o pupù, svuoto io il vasino nel water, anche se la mamma muore dalla voglia di farlo al posto mio.
Oh, guardate, fuori dal bagno c’è la ciotola d’acqua del nostro cane. Ogni volta che ci passavo vicino facevo un pasticcio, perché non riuscivo a resistere alla tentazione di rovesciarla. Ma adesso sono più maturo e anzi, se mi accorgo che la ciotola è vuota avviso la mamma che dobbiamo riempirla. La prima volta che ho provato a dirglielo gliel’ho portata e ho detto “agua”. E lei mi ha risposto: “No, in questo momento nella ciotola non c’è dell’acqua”. A volte la mamma è così tonta! Ho insistito e alla fine ha capito cosa volevo dire ed è stata felicissima perché “avevo raggiunto un nuovo livello di consapevolezza”, o almeno così ha detto a papà. Comunque tu lo voglia chiamare, mamma, bisogna dare da bere al cane!
Andiamo di sopra. Attenzione al cancelletto che c’è in fondo alle scale: ora lo usiamo solo per evitare che il cane salga al piano di sopra. Il cancelletto che è in cima alle scale invece lo usiamo ancora, in caso io sia di sopra con la mamma e lei abbia bisogno di assentarsi per qualche minuto per fare la doccia.
Ecco la mia cameretta. È da qualche mese che uso un materasso posto direttamente sul pavimento. All’inizio usavo il materasso della culla, e a me piaceva molto perché dopo il sonnellino (o quando non avevo sonno) ero libero di alzarmi e di esplorare la mia cameretta. Purtroppo mi giro troppo nel sonno, per cui spesso d’inverno finivo per rotolare giù dal letto e prendevo freddo a dormire sul parquet. Così i miei genitori hanno trovato la soluzione: questo perfetto lettino IKEA! Invece di usare le doghe per il loro scopo originario, ovvero sollevare il letto da terra, papà ha trovato il modo di metterle tutto interno al materasso, così non posso rotolare giù. Posso salire e scendere dal letto evitando le sbarre (su un lato non ci sono) oppure provando a scavalcarle, cosa che all’inizio non è stata semplicissima, ma che adesso riesco a fare benissimo. Accanto al letto c’è il mio sgabellino e il mio cesto della biancheria: la mamma mi chiama “piccolo vermetto” perché a volte quando prova a vestirmi mi metto a correre per la stanza mezzo nudo. Però mettere i vestiti sporchi nella cesta delle cose da lavare mi piace un sacco!
Nel bagno di sopra riesco a lavarmi i denti guardandomi allo specchio, perché oltre al vasino (che ho anche nel bagno di sotto) c’è uno sgabellino. In camera dei miei genitori, su un ripiano in basso, ci sono alcuni dei miei giocattoli, così ho qualcosa da fare mentre la mamma si veste. Una volta qui c’era la mia area per il movimento, per cui avevo le mie giostrine, il mio specchio e la mia sbarra da danza classica a cui mi aggrappavo per alzarmi. Adesso abbiamo intenzione di mettere una bella parete d’arrampicata, così posso far venire alla mamma un altro attacco di cuore!
E questo è tutto, amici! Spero che vi sia piaciuto questo tour nella nostra casa Montessori! Grazie di essere venuti e a presto!