CAPITOLO 25

O come ORDINE

L’ordine è una bussola per orientarsi nel mondo.1

L’ordine delle cose vuol dire conoscere il collocamento degli oggetti nell’ambiente, ricordare il luogo dove ognuno di essi si trova: ciò vuol dire orientarsi nell’ambiente e possederlo in tutti i suoi particolari. L’ambiente che appartiene all’anima è quello noto, quello dove ci si può muovere ad occhi chiusi e trovare a portata di mano tutto ciò che si cerca: è un luogo necessario per la tranquillità e la felicità della vita.2

Ogni cosa al suo posto, un posto per ogni cosa”: ecco il motto montessoriano!


Perché l’ordine fuori, nell’ambiente intorno a noi, ci aiuta a creare ordine dentro di noi, nella nostra interiorità, nella nostra psiche. E al contempo, proprio come una bussola ci permette di orientarci nel mondo. Distinguere, classificare, catalogare le cose secondo un ordine preciso ci fa risparmiare tempo e ci permette di creare poi quei collegamenti e quelle connessioni che caratterizzano l’intelligenza umana e danno vita alla cultura. Un ambiente ordinato, che sia in casa o a scuola, ci trasmette pace e tranquillità.


Ma io al motto montessoriano aggiungerei anche: “Un posto per ognuno, ognuno al suo posto”. Chi conosce il lavoro di Bert Hellinger con le costellazioni familiari sa di cosa sto parlando. In quel sistema relazionale che è la famiglia è importante che ogni membro assuma il posto e il ruolo che gli compete: i figli devono fare i figli e i genitori i genitori. Non è affermazione così scontata come può apparire. Molte volte purtroppo le dinamiche familiari sono tali per cui i bambini si ritrovano a ricoprire ruoli non loro: a sostituire un fratellino che non c’è più o più spesso a far da genitori ad adulti depressi, malati o rimasti adolescenti. Un carico troppo grande per spalle così piccine. Ecco perché occorre rimettere ordine nel sistema e assegnare a ognuno il posto che gli compete.


I bambini, contrariamente a quanto pensano gli adulti, amano l’ordine: vogliono che ogni cosa si aggiusti e ritrovi la sua adeguata collocazione. Sia essa una situazione, una relazione, una persona o un oggetto.


Maria Montessori ha scoperto che esiste un periodo sensitivo, “uno dei più importanti e più misteriosi”, proprio per questo interesse, che raggiunge il suo picco massimo intorno ai due anni ma continua anche in quelli successivi. Molti cosiddetti “capricci” di questa età sono dovuti proprio a una perturbazione dell’ordine nell’ambiente che circonda il bambino: da quello del piccolino turbato da un oggetto spostato nella stanza o da una sedia attribuita a un altro commensale, a quello del bebè tenuto dalla baby-sitter in modo diverso da come lo tiene la mamma durante il bagnetto.


La Montessori racconta nei suoi libri diversi aneddoti relativi a questo speciale fenomeno e ci ricorda che il disordine rappresenta per il bambino piccolo una perdita del suo senso di orientamento, un venir meno di punti di riferimento per lui importanti. Ma non solo: “Si direbbe che l’ordine rappresenti uno stimolo eccitante, un richiamo attivo: ma è certo qualcosa di più che questo, è uno di quei bisogni che rappresentano reale godimento nella vita”.3


In questo senso mettere ordine e mantenerlo diventa un’attività veramente terapeutica per i bambini più grandicelli. Nelle scuole Montessori fa parte delle routine quotidiane ed è sempre fonte di grande soddisfazione. Non è un obbligo imposto o un compito sgradevole: rimettere al suo posto il materiale con cui si è lavorato diventa un gesto spontaneo, così come sistemare i bicchieri sullo scaffale o raccogliere la spugna caduta per terra o tirare su la seggiola rovesciata.


Perché l’istinto all’ordine già esiste nel bambino, ci ricorda Maria, va solo coltivato. E se si cresce assorbendo dentro di sé, fin da piccini, il senso dell’ordine, si diventerà adulti pronti a ricevere tutte le conoscenze: perché la mente è stata preparata a farlo, è in grado di “distinguere, classificare e catalogare le cose esterne in base ad un ordine sicuro già esistente” ed “ecco l’intelligenza e insieme la cultura”4.


Rivalutiamo quindi l’importanza dell’ordine e del riordino nella nostra vita e in quella dei nostri bambini, cominciando dalle piccole esperienze quotidiane, come sistemare, magari insieme5, un armadio o un cassettone, e ci accorgeremo che nuove prospettive si potranno aprire anche solo da questo gesto all’apparenza banale. Mettere in ordine la nostra casa (o la nostra classe) significa mettere ordine dentro di noi e aprirci ad altre inimmaginate possibilità: vale la pena provare, che ne dite?

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.